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ETIOPIA 2005 – L’ultima vera Africa

– Posted in: Africa, Africa Est, Resoconti di viaggio, Uncategorized

By Maurizio Dall’Oglio
Originally Posted Saturday, December 24, 2005

 

ETIOPIA 2005 – L’ultima vera Africa

  • Partecipanti:
  • Maurizio Dall’Oglio – Ivana Soncina – Land Rover 110
  • Giuseppe Rossi – Patrizia Alborghetti – Land Rover 110
  • Claudio Pelizzari – Francesca Colosio – Fiat Daily 4×4
  • Pierangelo Carlotti – Angelina Berbenni – Toyota Four Runner V6

 

Testo di Maurizio Dall’Oglio – Foto di Ivana Soncina

Viaggio effettuato dal 01.10.05 al 02.11.05

CONSIDERAZIONI E DATI TECNICI

Il viaggio è stato organizzato dall’Italia, spedendo i fuoristrada a Mombasa, con la compagnia Messina di Genova che, tramite la loro consociata di Mombasa, ci ha fornito il nome dell’agenzia che ha curato lo sdoganamento. Servizio impeccabile.

Siamo arrivati alla decisione di spedire le nostre macchine dopo alcune riflessioni:

Affittare una macchina in loco costa grosso modo dai 100 ai 150 euro al giorno, e per 20/25 giorni la competitività del noleggio scema di molto. Certo si potrebbe dividere la spesa tra quattro persone per macchina, i costi calano, ma pure la comodità! E poi quanto può valere il fatto di viaggiare con la tua auto, perfettamente attrezzata, equipaggiata, e che puoi pure riempire di souvenir??? L’ideale sarebbe di lasciarle sul posto per viaggi futuri, e non è detto che ciò avvenga.

La scelta di passare dal Kenya (Djibouti sarebbe stato più comodo) deriva invece da un fattore razionale, a fronte dei disordini sentiti qualche mese prima. Forse troppo affrettatamente (ma non troppo viste le recenti notizie) abbiamo pensato che nell’impossibiltà, obbligata o ponderata, di entrare in Etiopia, visitare il Kenya sarebbe stato poi un ripiego per niente male. (un mese a Djibouti invece…..!!!!) Inoltre a Mombasa la Messina ha un proprio terminal.

Kenya

Per sdoganare le auto è obbligatorio il carnet. Obbligatoria pure l’assicurazione da stipulare in loco, ca.70 € per 30gg.

In questo paese non vi sono particolari accorgimenti da adottare. Attenzione alla guida a sinistra, ma soprattutto estrema attenzione, davvero, al traffico sulla tratta Mombasa – Nairobi. Frequenti i controlli di polizia, ma esclusivamente rivolti ai mezzi locali. Gendarmi gentili e cordiali, così come la popolazione, anche se in certi posti la caccia al turista da parte dei venditori è asfissiante.

A nord di Isiolo lo scenario cambia completamente, è tutto un altro paese, in tutti i sensi e non solo perché si abbandona definitivamente l’asfalto. La pista come vedrete è pessima ed i mezzi sono sollecitati come non mai. Anche qua i camion sono i padroni della strada. Nessun problema per reperire il carburante, tanto meno di orientamento. Ci siamo accampati chiedendo ospitalità a case private, oppure nel cortile degli alberghi, sempre senza alcun problema di sorta. Direi che nei negozi si trova di tutto ma non bisogna lasciarsi scappare frutta e verdura, vendute lungo la strada a prezzi per noi irrisori.

Etiopia

Non è obbligatorio il carnet, ma averlo sicuramente semplifica le formalità.

La rete stradale incontrata è molto precaria salvo la direttrice Moyale – Addis Abeba. Per il resto si tratta di piste di montagna, più o meno sassose, e più o meno disastrate. In caso di pioggia si può trovare molto fango, in certe zone al punto da rendere problematica l’avanzata.

Per visitare questo paese, soprattutto il sud, riteniamo sia preferibile utilizzare una guida. Noi ci siamo affidati a Yaregale, una giovane guida della Splendor Etiopia, agenzia di viaggi gestita dal sig. Getachew, persona squisita.

Si possono avere problemi nel reperire il carburante, soprattutto la benzina, per cui prevedere autonomie per lunghe percorrenze (almeno 1000 chilometri).

Pochissimi i controlli da parte delle forze dell’ordine, delle quali nemmeno si avverte la presenza sul territorio, almeno per quanto riguarda la parte sud del paese.

La popolazione è cordiale anche se spesso la richiesta di regali, acquisti, elemosina, raggiunge livelli mai visti in tutta l’Africa da noi fin qui visitata.

Nel profondo sud la presenza dello stato è ancora più irrilevante, la legge la dettano le varie tribù, spesso in lotta fra loro. Quasi tutti gli uomini incontrati avevano un mitra, quindi cautela, senza esagerare. Diciamo che una buona guida, conosciuta e soprattutto benvoluta dai locali, può agevolare gli spostamenti e infondere tranquillità. Spesso si è scortati da ranger armati.

Il livello delle attrezzature turistiche è veramente basso, la sera può capitare che i ristoranti, soprattutto quelli degli alberghi, non abbiano nulla da offrire.

Gli inconvenienti più significativi sono stati:

– un numero infinito di forature, dovute sia alle pessime strade che alle pessime attrezzature per riparare le gomme. Dotarsi di pneumatici veramente resistenti e di un buon numero di camere d’aria. Due gomme di scorta sono auspicabili, cosi come attrezzatura per ripararle.

– Le sollecitazioni riservate a sospensioni ed ammortizzatori sono inimmaginabili, anche in virtù del carico, comunque elevato. Lo stesso per bagagliere e simili.

– Le possibili precipitazioni possono rendere la vita difficile, sia per la presenza di fango che di guadi, anche molto impegnativi.

INFORMAZIONI PRATICHE

Oltre alle vaccinazione di base, abbiamo effettuato la prevenzione ntimalarica.

Agenzia Viaggi: Splendor Ethiopia Tours & Travel Mr.Getachew Gebrehiwot

splendoreth@yahoo.com www.splendoreth.com

Messina Spedizioni: www.messinaline.it

Agenzia sdoganamento in Mombasa: Diamond Shipping Service ltd

www.dsskenya.com kasiyoki@dsskenya.com

Cartografia: Solita Michelin, solite Russe. Reperite inoltre 2 cartine (Kenya ed Etiopia) presso la VEL di Sondrio. La cartografia non rappresenta un grosso problema.

DIARIO

SABATO 01.10 MALPENSA – AMSTERDAM

Partenza per Malpensa. Puntuali arriviamo ad Amsterdam, dove scopriamo che a causa di un’aereo cargo svizzero, che ha perso un motore, la pista di Nairobi è inagibile e fino a domani non si parte. Siamo ospitati nello Sheraton dell’aeroporto.

DOMENICA 02.10 AMSTERDAM – MOMBASA.

Sveglia alle 3 ma fino alle 8.30 non si parte. A Nairobi la coincidenza per Mombasa slitta alle 22.00. Sistemazione a tarda notte al Whitesand Hotel.

LUNEDI 03.10 MOMBASA

Di buon ora si parte per il porto. Perfetta l’assistenza Messina ed entourage. Ritorneremo alle 7 di sera con le macchine, nemmeno poi molto provati, tutto sommato.

MARTEDI 04.105 MOMBASA – STRADA NAIROBI Km. 284

Sistemiamo le auto e partiamo per Nairobi. Percorrere questa strada è un po’ come giocare alla roulette russa. Le pistole sono i camion che si buttano in sorpassi senza curarsi di chi venga in senso opposto. I primi 50 km sono veramente pessimi, poi la cosa migliora, anche se vi sono molti cantieri della nuova strada in costruzione. Campo presso un gruppo di case dove, per 3.000 scellini, veniamo ospitati.

MERCOLEDI 05.10 STRADA NAIROBI – SAGANA Km.414

Più ci si avvicina alla capitale più il traffico diviene caotico. Riusciamo pure a perdere metà del gruppo. Per fortuna ci ricongiungiamo quasi subito. Un dipendente di non so quale ministero si offre di accompagnarci oltre il centro, sulla giusta direzione. Dopo 40 km primi problemi ai freni del Daily, sembrerebbero i gommini della pompa. Un poliziotto ci fa accompagnare fino alla capitale, dove troviamo il set di ricambio, se pur non originale. Ne acquistiamo due serie, non si sa mai. Nota negativa nel caos di Nairobi, incolonnati nel traffico, vengo scippato del mio braccialettino d’oro. Pazienza. Sostituiti i gommini dopo qualche insistenza i freni riprendono a fare il loro dovere. Si riparte. Il paesaggio cambia, diventa tipicamente tropicale, con infinite distese di coltivazioni d’ananas. Campo nel piazzale di un distributore aperto tutta la notte. Il guardiano, un masai, è armato di arco e frecce.

GIOVEDI 06.10 SAGANA – MARSABIT Km.505

Il paesaggio è decisamente bello. Grandi fattorie, distese di coltivazioni di caffè, ananas e banane, flora tropicale di montagna, si viaggia oltre i 2500 metri. Passiamo dall’equatore con tanto di foto ricordo. Dopo Isiolo, tristemente salito alle recenti cronache per l’omicidio del Vescovo italiano, la pista diventa brutta. Chi ha provato la tole di Chinguetti o del vulcano libico…….beh tenga in serbo la meraviglia, non si sa mai che una volta o l’altra si trovi a fare i 500 km di pista tra Isiolo e Moyale. Quando non c’è tole, ci sono sassi e viceversa. E se per pochi tratti non c’è né l’una né l’altro….ci può essere il fango. Ci fermiamo a Laisamis per lasciare delle medicine ad una missione. In nottata, provati, arriviamo a Marsabit, campo nel parcheggio dell’albergo.

VENERDI 07.10 MARSABIT – MOYALE Km. 262

Entriamo in Etiopia. Le formalità d’uscita sono praticamente nulle. Quelle d’entrata, quasi lo stesso. Timbro sui passaporti e semplice controllo dei numeri di telaio. Il carnet, se pur non obbligatorio, viene richiesto e sicuramente semplifica di molto la procedura d’importazione.

Incontriamo la nostra guida, Yaregale, che ci aspetta puntuale. Inauguriamo il primo campo etiope nel cortile dell’albergo Bekele Molla. D’ora in avanti adotteremo questa formula per molti pernottamenti.

SABATO 08.10 MOYALE – YABELLO Km. 471

Si parte per il tour, prima visita al villaggio di El Sod, nei pressi di un vulcano, sul cui fondo c’è un lago, ormai ridotto ad una pozzanghera, da cui viene estratto il sale, utilizzato per l’alimentazione degli animali. Visitiamo poi i pozzi che cantano. Sono delle cavità verticali che si estendono nel sottosuolo, anche per decine di metri, da cui una catena umana, armata di secchi, estrae l’acqua. Il nome deriva dal fatto che le persone, per darsi forza, intonano canti ritmici. Campo a Yabello, nel camping dell’albergo.

DOMENICA 09.10 YABELLO – TURMI Km.305

Al mattino nuova sorpresa. I freni del Daily ancora non funzionano. Proviamo a sostituire nuovamente le guarnizioni della pompa, unica possibile causa accertata. Dopo un po’ ripartiamo speranzosi, sperando in una sistemazione definitiva. Oggi tappa di trasferimento fino a Turmi, dove vivono gli Hammer. I primi villaggi che incontriamo sono delle popolazioni Konso e Borana. Scopriamo così l’irruenza dei ragazzini, sempre in cerca di regali. La strada è una pista molto sassosa, con continui saliscendi, anche considerevoli. La presenza a tratti di profondi solchi nel fango secco, ci fa immaginare la situazione in caso di pioggia. A Turmi c’è un campeggio, ad un paio di chilometri dal villaggio, sulle rive di un fiume ora secco. Discreta la presenza di turisti, al seguito di viaggi organizzati.

LUNEDI 10.10 TURMI

Oggi si riposa. La mattina visita al mercato, uno dei più importanti della zona, animato come tutti i mercati. Gli uomini Hammer usano decorarsi il corpo con strati sottili di terra bianca, sulla quale con le dita disegnano decorazioni. L’effetto, una volta seccata, è quello di un vestito molto particolare. Nelle donne invece troviamo qualche analogia con le Himba namibiane, per l’uso di cospargersi i capelli con il burro. Tutte hanno la schiena ricoperta da profonde cicatrici.

Il pomeriggio ci sarà la cerimonia del salto del toro, simbolo del passaggio da ragazzo ad adulto per gli uomini Hamer. La cosa più singolare, e dura da assistervi, è l’usanza da parte delle donne di farsi frustare, a simbolo d’affetto, devozione, coraggio, amore………mah!

Dapprima danzano in gruppo, suonando dei corni d’ottone. Poi si presentano immobili, con un braccio alzato, davanti al prescelto che, armato di una lunga verga flessibile, le percuote, con una forza tale da sentire la sferzata a centinaia di metri di distanza. Presto le schiene sono un misto di sangue, sudore e ………. burro colato. La cosa è veramente forte da digerire. Spesso capita che la donna non sia di gradimento del “carnefice” e questi, invece di sferrare il colpo, scappi a gambe levate, inseguito dalla “vittima” implorante almeno una piccola frustata. mah!!! Dopo un bel numero di colpi, quando ormai tutte le donne sono felici e sanguinanti, entrano in scena i tori, un’intera mandria che solleva un gran polverone. Alcuni vengono tenuti fermi, uno a fianco dell’altro ed il festeggiato, in perfetta tenuta adamitica, dopo una breve rincorsa, tenta di scavalcarli camminando sulle loro schiene. Se avrà successo diverrà pertanto uomo a tutti gli effetti, con diritto di sposarsi. In caso negativo potrà ritentare la prova in futuro. E’ stata una giornata molto intensa.

MARTEDI 11.10 TURMI – MAGO PARK Km.150

Oggi entreremo nel Mago park. Incontriamo per la prima volta l’Omo river. Visitiamo alcuni villaggi. Il paesaggio è la più classica delle savane, con un fesh fesh che solleva un polverone mai visto, a tratti sembra di essere nella fitta nebbia della padania. Facile immaginare cosa succeda in caso di pioggia e puntualmente il cielo nero ci fa provare anche questa esperienza. Basta infatti un forte acquazzone per far confluire l’acqua in enormi laghi, nei quali districarsi dai solchi profondi è veramente problematico. La guida ci racconta che in queste zone capita di dover attendere il deflusso dell’acqua anche per qualche giorno, ed in ogni caso è meglio essere sempre in più di un veicolo. Arriviamo nel camping del Mago park, vicino ad un fiume, nel quale, una volta guadato, proviamo l’esperienza del bagno serale, sdraiati nella corrente che ti risciacqua. Yaregale ci dice che il governo non fa molto per evitare che i pochi animali rimasti, vengano inesorabilmente sterminati. L’ultimo, un elefante, è stato ucciso solo pochi giorni fa e nella notte sentiremo altri spari di bracconieri. Solo le scimmie non mancano e ci terranno compagnia per tutta la notte.

MERCOLEDI 12.10 MAGO PARK – JINKA Km.128

Oggi finalmente saremo dai Mursi, la famosa popolazione con il piattello labiale, per intenderci, che tanto abbiamo immaginato. La nostra guida riesce ad evitare che un ranger armato ci accompagni, dice che non serve, anche se i Mursi sono popolazioni alquanto aggressive. La strada che raggiunge queste popolazioni, realizzata in tempi relativamente recenti, è una mulattiera sassosa da marce ridotte, che in pochi chilometri ti porta in alta quota.

Vediamo le prime labbra deformate, sia con piattello che senza. L’emozione è forte, l’impressione tutto sommato relativa. L’ambiente forse ti aiuta ad accettare le loro usanze. Anche i Mursi hanno ormai scoperto il turismo, bene o male che sia. Ovunque ti assalgono per una foto, per vendere un piattello o qualunque altra cosa. Peccato che poi i soldi li usino per comperare armi e munizioni. Il caldo, unito alle mosche, incredibilmente numerose, compie il resto. Dopo un po’ che ti senti strattonare da ogni parte, che ti vedi porgere mani mollicce, fredde ed umide, dopo che hai provato, prima con le buone e poi con le cattive……….cedi e batti in ritirata. A parte le battute è comunque un’esperienza assolutamente unica.

Ripercorriamo la ripida salita, ora discesa, e tra continui saliscendi e guadi arriviamo a Jinka, dove ci accampiamo in un grazioso campeggio. Peccato che piova e la temperatura non sia delle più gradevoli, anche in considerazione dell’altitudine, sempre elevata.

GIOVEDI 13.10 JINKA – KONSO Km.192

Di buon mattino visitiamo un grazioso ed ordinato villaggio Ari, per poi rimetterci in cammino per ritornare a Konso. Qua, probabilmente per le recenti piogge, il fango regna sovrano.

Facciamo una deviazione per visitare una zona che chiamano New York. In realtà dopo 40 km di fango e continui saliscendi, incontriamo un villaggio, che sorge su una vallata, dove la natura ha disegnato infiniti pinnacoli di terra rossastra. Con molta fantasia si può associare ai grattacieli della città americana. L’aggressività di questa gente rasenta lo scontro fisico. Veniamo letteralmente accerchiati da persone di ogni età, che cercano soldi, per qualsiasi cosa tu faccia. La guida fatica a tenere sotto controllo la situazione e dopo qualche foto battiamo in ritirata.

VENERDI 14.10 KONSO – ARBAMINCH Km.191

Arba Minch è una gradevole cittadina. Prima di arrivarvi Ivana si ferisce un piede con una scheggia di legno, che l’accompagnerà suo malgrado fino in Italia. Visitiamo il Nechisar Park. L’itinerario all’inizio si snoda in una bellissima foresta tropicale, con tanto di fiume, poi cominciano le salite vertiginose che porteranno su un altipiano che si apre all’improvviso, come un piccolo Serengeti. Peccato solo che qua gli animali bisogni immaginarseli. Solo qualche ungulato, zebre comprese. Per contro ha piovuto da poco, e la pista diventa saponaria nera. A volte bisogna deviare tra l’erba alta per evitare punti particolarmente insidiosi, ma una volta dovremo ricorrere al verricello. Molto bella la vista sui laghi Chamo ed Abaya. Ritorniamo in città, dove ci consoleremo con una mega doccia, finalmente calda, ed un indimenticabile cena a base di zuppa e pesce al forno.

SABATO 15.10 ARBA MINCH – SODO Km.223

Al mattino con una barca visitiamo il lago Chamo. E’ letteralmente zeppo di ippopotami e di coccodrilli. Questi ultimi sono di dimensioni veramente notevoli. Purtroppo i problemi ai freni si ripresentano, anche se vengono come al solito risolti, ma ormai non si sa per quanto possano durare. Confidiamo in una sistemazione definitiva una volta arrivati ad Addis Abeba.

Riprendiamo l’asfalto, salvo una deviazione di 30 km. per visitare il villaggio di Chencha, situato quasi a 3000 metri, in un panorama mozzafiato……come pure le salite. In questa zona vivono le popolazione Dorze, famose per le capanne a becco di pappagallo ed i tessuti. Davvero bello il mercato che, sarà per l’altitudine, ti ricorda i paesaggi dell’america latina. Poi la strada corre tra infinite piantagioni di banane, fino a Sodo, città di transito.

DOMENICA 16.10 SODO – JIMMA Km.274

La strada si snoda tra infiniti saliscendi, raggiungendo le solite altezze prossime ai 3000 metri a cui abbiam fatto l’abitudine. La pista è stata costruita dagli italiani, cosi come il ponte in ferro che taglia il fiume Omo. A Jimma con fatica riusciamo a fare il pieno alle macchine, tranne la Four Runner a benzina, acquistando il carburante al mercato nero. Campo nel solito piazzale di un hotel.

LUNEDI 17.10 JIMMA – MIZAN TRAFERI Km.238

Stamane si parte tardi. Per rifornire di benzina il Four Runner V3000 la guida, dopo aver più volte visitato tutti i distributori della città, ha dovuto richiedere l’intervento della polizia, che ha obbligato un distributore ad attingere dalle riserve. Inoltre il Piero dopo innumerevoli forature, ha deciso di sostituire 2 gomme, sempre del Runner. Sembrano di pietra, ma sarà una scelta azzeccata.

La pista non è delle migliori, molto sassosa. Decidiamo di fermarci a Mizan Trafer che ormai è buio, e piove pure. Un panino al volo, un caffè al bar dell’hotel e via nell’air camping. Per recuperare domani partiremo alle 6.

MARTEDI 18.10 MIZAN TRAFERI – TULKIT Km.168

Si parte come d’accordo. Il paesaggio non è dei migliori, con la nebbia che ci accompagna su una strada fangosa. Spesso troviamo camion di traverso, impantanati o guasti, che ci obbligano a pericolosi slalom. Siamo vicini al confine con il Sudan. Si notano molti sfollati e molti fuoristrada dell’ONU. Da qua si parte per i Surma. La strada non ci accoglie nel migliore dei modi. Ha piovuto da poco ed il fango imperversa. Le deviazioni tra l’erba alta si sprecano, cosi come le scodate dei fuoristrada. Bisogna sempre stare attenti inoltre ai mezzi locali, lanciati a tutta birra. (chissà che fretta avranno mai poi….) Ne sa qualcosa una Land di inglesi che, ironia della sorte, si è scontrata con un Isuzu. Uno dei due equipaggi è partito da CINQUE giorni in cerca di un camion abbastanza grosso da poter caricare la Land danneggiata. Una squadra di ranger armati sta vegliando giorno e notte, in queste zone siamo un po’ come dire, nella terra di nessuno. La guida infatti ci raccomanda di viaggiare a vista. Arriviamo nel primo pomeriggio a Tulkit, dove veniamo accolti nel piazzale della polizia. Dalla gioia si mettono a sparare colpi di kalasnikov. Evviva! Apprendiamo che si tratta della polizia locale. Ogni popolazione ha la sua milizia, molto spesso impegnata a derimere lotte tribali. Questa è una zona dell’Etiopia lasciata completamente a se stessa. Caratteristici i bagni e la doccia, assolutamente senza riparo, ma se non si formalizzano loro, sempre nudi a parte il kalashnikov, figuriamoci noi!

MERCOLEDI 19.10 TULKIT – KIBISH Km.15

Al mattino breve trekking per visitare un villaggio Surma. Ci accolgono con danze molto suggestive. Purtroppo l’Ivana, causa il suo piede, non se la sente di camminare e resterà al campo a fare bird watching. Il pomeriggio sappiamo di un incontro di lotta Donga, la battaglia con i lunghi bastoni, tra due piccoli villaggi. Non perdiamo l’occasione per assistervi. La guida ci raccomanda di stare uniti e sempre vigili in quanto a volte queste battaglie, ormai divenute eventi sportivi, possono trasformarsi in vere e proprie risse. Considerando che quasi tutti hanno un kalashnikov è meglio essere pronti a gettarsi a terra al primo sparo. Fortunatamente tutto filerà liscio, probabilmente perché si tratta di piccoli villaggi senza grosse rivalità. Pochi mesi prima un nostro amico ha assistito ad un grosso scontro, dove ci è pure scappato il morto. Comunque la battaglia è molto bella e, se per lo più ha un senso rituale di danza, quando i contendenti decidono di far sul serio i colpi dei bastoni si sentono ed il sangue appare in fretta.

Finita la battaglia ci trasferiamo a Kibish, seguendo una larga e comoda pista, appena tracciata.

GIOVEDI 20.10 KIBISH – BEBEKA Km.148

Abbiam passato la notte accampati nel cortile della Polizia. La mattina dopo assistiamo al rito del salasso del toro. Una cosa da far rivoltare lo stomaco. Davvero. Prima di ripartire scopro nella mia Land i segni del viaggio, una crepa nel tetto! Chissà da quanto c’è…..ed abbiamo ancora tutta la pista nel nord del Kenia.

Speriamo bene. Ripercorriamo poi a ritroso la strada, notevolmente migliorata visto che non è più piovuto.

A Bebeka ci accampiamo nella farm di una piantagione di caffè, la più grande dell’Etiopia.

VENERDI 21.10 BEBEKA – JIMMA Km.265

Ritorniamo a Jimma ma cambiamo albergo, decisamente meglio. La Patrizia sta male, sembra una colica. La pessima strada di oggi certo non l’ha aiutata. La sera cena in un ristorante, finalmente degno di tale nome. Provo finalmente l’ingera. Proprio non va giù. La carne è ottima ma l’ingera assomiglia ad una tovaglia spugnosa acida!!!

SABATO 22.10 JIMMA- AMBO Km.317

Per un po’ seguiamo un asfalto tutto sommato decente. Poi si devia per una pista di montagna che ci porterà nel punto più elevato del viaggio, un valico a 3.350 metri. A questa altitudine la montagna è ancora popolata e nonostante il buio assoluto la processione di persone ed animali è infinita.

Si arriva ad Ambo, località dove viene prodotta una della acque minerali etiopi. Questa sera optiamo per l’albergo. Sarà stata l’aria rarefatta ma decidiamo per una suite cadauno, al folle prezzo di ca. 15 euro a coppia. Almeno avremo spazio per festeggiare il compleanno di Beppe con tanto di striscione d’auguri, trombette e spumante.

DOMENICA 23.10 AMBO – ADDIS ABEBA Km.131

La strada è pessima, se pur asfaltata. Arriviamo in città nel primo pomeriggio. Sistemazione all’Hotel Extreme e visita ai musei, molto interessanti. Vediamo la mitica Lucy, anche se poi in realtà si tratta di una copia. La sera siamo ospiti di Mr. Getachew, titolare dell’agenzia di viaggio, che ci propone una cena con spettacolo etnico, entrambi di altissimo livello.

LUNEDI 24.10 ADDIS ABEBA

Al mattino cerchiamo di procurarci la pompa dei freni del Daily. Alla concessionaria Iveco però non ne vogliono sapere, vendono solo tutto il blocco con il servosterzo. Proviamo ad interpellare il responsabile che nemmeno ci riceve. E’ bello poter contare sull’aiuto dei propri connazionali !!!! Tentiamo presso vari ricambisti, tutti italiani, ma riusciamo solo a rimediare un nuovo set di gommini. Questa volta però sono originali e faranno il loro dovere fino alla fine. Anche la crepa nel tetto sembra essersi fermata. La prova della verità l’avremo tra pochi giorni.

Il pomeriggio è interamente dedicato allo shopping e le occasioni di certo non mancano, i negozi di sovenir ad Addis Abeba sono un richiamo irresistibile.

MARTEDI 25.10 ADDIS ABEBA – YABELLO Km.592

Ora è tutto asfalto. Più ci si allontana dalla capitale e più il traffico si dirada. Comincia a riaffiorare il ricordo della pista di Moyale, che ci sta aspettando. Ci accampiamo nello stesso posto dell’andata, sempre nel cortile del motel.

MERCOLEDI 26.10 YABELO – MARSABIT Km.468

Le formalità sono velocissime come all’andata. La pista è come ce la ricordavamo, pessima. La sorpresa è nella pioggia, con la costante presenza di fango. Anche a Marsabit ci accampiamo nello stesso posto, anche stavolta vi arriviamo col buio. In compenso piove per tutta la notte, acqua a secchiate.

GIOVEDI 27.10 MARSABIT – ISIOLO Km.286

Il mattino il paesaggio è spettrale. Nebbia, acqua e fango dappertutto, camion impantanati di traverso sulla strada, temiamo di non riuscire a passare. I primi dieci chilometri sono fango allo stato puro, per fortuna poi la cosa migliora. Più si prosegue e meno ha piovuto. Ci fermiamo a Laisamis per conoscere le suore della missione, che apprezzano la visita e ci fan visitare l’ospedale. La strada, sarà perché siamo sulla via del ritorno, ma sembra più dura dell’andata. Due giorni di sassi e tole ti rendono veramente nevrastenico. La crepa sul tetto sembra tenere egregiamente, forse anche merito della velocità ridotta. Finalmente Isolo e l’asfalto, il peggio è passato. Campo presso bel motel qualche chilometro fuori la città.

VENERDI 28.10 ISIOLO – STRADA NAIROBI Km.500

Solo asfalto e nessun problema ai mezzi. Sfruttando la traccia satellitare dell’andata attraversiamo in un attimo Nairobi. Con lo stesso sistema troviamo il gruppo di case che ci aveva ospitato all’andata. Come vedono le macchine si mettono a ballare dalla gioia!

SABATO 29.10 STRADA NAIROBI – MOMBASA Km.284

La strada che all’andata ci era sembrata terribile, dopo quello che abbiam provato fa meno paura. Cinque chilometri prima dell’albergo la frizione della mia Land mi lascia, scoprirò una volta a casa che la forcella è uscita dalla sua sede. Un inconvenietnte più unico che raro sembra. Beh vediamo il lato positivo della cosa, mi ha portato comunque a destinazione. Anche per quanto riguarda il tetto nessuna ulteriore complicazione. Utilizziamo quindi la barra di traino che il Piero saggiamente aveva portato. Ora ci attende il meritato riposo.

DOMENICA 30.10 MOMBASA

Spiaggia sole e piscina. Nient’altro

LUNEDI 31.10 MOMBASA

Trainiamo la Land al punto di imbarco nei container. Siamo la alle 10, i container arriveranno a mezzogiorno, ma alle 13.30 saremo tutti già in piscina. Veramente impeccabile l’assistenza dell’agenzia di transito.

MARTEDI 01.11 MOMBASA

Purtroppo il tempo non è dei migliori, ma va bene lo stesso

MERCOLEDI 02.11 MOMBASA – AMSTERDAM – MALPENSA

Partenza alla 5 del mattino. Voli regolari e rientro a casa a mezzanotte circa.

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