ACROSS AFRICA by Car
APPUNTI E DIARIO di VIAGGIO
Eros Togni
Premessa:
L’idea di fare il periplo completo del continente Africano mi venne nel 2011 all’arrivo a Cape Town dopo la mia prima Trans Africa compiuta sul lato Est; cominciai a sentire alcuni miei compagni di viaggio. Alcuni erano molto interessati ma, poi, per vari motivi lasciarono cadere la cosa.
Rispedito il mio fuoristrada in Italia dal Sud Africa in container, nell’aprile del 2012, cominciai da subito a cercare nuovi compagni d’avventura, e trovai nella mia terra d’origine(Bergamo) interesse al mio progetto.
Iniziai cosi nell’autunno del 2012 ad organizzare la Trans Africa, con frequenti riunioni a casa mia, con lo scopo di divulgare a tutti la documentazione ed il programma di viaggio, che avevo previsto svolgersi a tappe di un mese ciascuna. L’obbiettivo era di partire il 16 Novembre 2013 da Livorno, dal punto di vista climatico era il periodo ideale per attraversare le prime cinque nazioni.
Raccolsi adesione di altri 2 Fuoristrada e di un Camion Iveco Eurocargo 4×4, che risultava logisticamente un ottimo mezzo, data la quantità enorme di attrezzature che servivano per un programma che ci impegnava per un periodo di 3 anni. Ero comunque consapevole che il camion Iveco ci avrebbe rallentato; un camion chiaramente ha una velocità inferiore a delle vetture fuoristrada.
Equipaggi:
Egidio e Mario, su Toyota KZJ90 del 1996.
Olger su Mitsubischi Pajero passo lungo del 2002.
Enzo, Cristian (e Sara che avrebbe partecipato solo alla prima tappa) su Iveco Eurocargo 135E23W, del 2003
Eros su Toyota Land Cruiser HZJ105, del 2005.
Data di partenza 16 Novembre 2013 dal porto di Livorno
Preparazione:
Nulla è stato tralasciato anche sotto l’aspetto Medico, Odontoiatrico.
Iniziai dalla primavera del 2013, una serie di controlli medici specialistici , per essere sicuro di affrontare poi senza problemi la Trans Africa.
Era più o meno, la fine di settembre 2013, quando ad un esame Eco-Cardiaco mi riscontrarono un’espansione anomala e consistente della vena aorta superiore, a detta dei medici rischiavo un aneurisma all’Aorta da un momento all’altro, quindi dovevo essere operato d’urgenza, mi cadde una tegola in testa anche perché io stavo bene ed il problema si presentava completamente asintomatico.
Prosegui con la preparazione del viaggio, in quanto ero sicuro di partire dopo l’intervento, ma ecco la seconda tegola in testa, ai primi di Novembre subentrò un problema post Operatorio; il mio cuore batteva al’impazzata: era subentrata un’aritmia post operatoria che mi avrebbe riportato nuovamente in sala operatoria nella seconda quindicina di Novembre 2013.
Visto che io chiaramente non potevo partire il 16 Novembre, andammo da un Notaio a fare due Deleghe Internazionali a condurre ; l’amico Egidio, avrebbe guidato la mia auto sino ad Accra, e la sua macchina sarebbe stata guidata da Mario, in modo che nel Febbraio 2014, se tutto fosse andato bene, la mia Trans Africa sarebbe potuta ripartire.
Per scaramanzia non avevo pianificato un piano B.
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PRIMA TAPPA dal 16 Novembre 2013 al 14 Dicembre 2013- da Livorno ad Accra (Ghana)
Non avendo partecipato, non ho un diario dettagliato giorno per giorno, mi limito a descrivere a grandi linee l’itinerario pre-impostato a tavolino:
Partenza da Livorno il 16 Novembre in traghetto ed arrivo a Tangeri nella mattinata del 19 Novembre, attraversamento del Marocco seguendo l’itinerario Tangeri- Marracheck- Agadir- Laayonne- Confine Mauritano di Nouadhibou
Mauritania Banc d’Arguin- Nouakchoot- Kaedi- Mbout- Selibabi- Melgue
Mali Confine Maliano- Kayes- Bamako- Sikasso- Eremakono- Confine Burkina Faso-Koloko- Bobo Dioulasso- Ouessa – Confine Burkina Faso in Uscita.-
Ghana –Hamale – Wa- Wacchiau Ippo- Mole National Park- Kumasi- Cape Coast- Amina- Accra.-
Km.effettuati : 7.115, secondo il conta Kilometri della mia Toyota.
NOTIZIE UTILI
Marocco – nessun Visto richiesto, Assicurazione italiana valida, basta che sulla carta verde sia indicato il Marocco; in caso contrario si deve sottoscrivere un’assicurazione in Marocco. Il Carnet de Passage en Douane non è necessario
Mauritania – Visto fatto in Italia al costo di 94 Euro, Assicurazione da farsi in Mauritania.
Carnet de Passage en Douane non necessario.
Mali – Visto fatto in Italia al costo di 30 Euro, Assicurazione Ecowas (carte Brune) valida anche per Burkina Faso e Ghana.
Carnet de Passage en Douane non necessario
Burkina Faso – Visto fatto in Italia al costo di 70 Euro.
Carnet de Passage en Douane non necessario
Ghana – Visto fatto in Italia al costo di 50 Euro.
Carnet de Passage en Douane richiesto, quindi è indispensabile averlo.
Da aggiungere, a secondo delle agenzie, il costo dei diritti d’agenzia ed il costo di spedizione dei passaporti.
Periodo Climatico Migliore da Novembre a Gennaio.
Seconda Tappa: dal 07 Febbraio 2014 al 05 Marzo 2014 Da Accra (Ghana) a Libreville (Gabon).
Equipaggi:
Egidio, driver e Mario, su Toyota KZJ90 del 1996-
Olger su Mitsubischi Pajero passo lungo del 2002.
Eros, driver e Ivo su Toyota Land Cruiser HZJ105, del 2005.
I punti GPS segnalati sono i luoghi in cui abbiamo pernottato.
07 Febbraio 2014
Partenza da Milano Malpensa il 07 Febbraio alle ore 12, con un volo TAP destinazione Lisbona; da Lisbona con un secondo volo arriviamo ad Accra alle ore 21,35.
Con un taxi e il Mitsubischi (che nel frattempo era stata riparata ad Accra) raggiungiamo la periferia Ovest di Accra, Kasoa.
A Kasoa abita Peter, con il quale avevo preso accordi precedentemente per poter ricoverare presso di lui le 3 auto ed il Camion nel cortile di casa. Costo 2 euro al giorno: giardino recintato da muri alti e quindi un posto sicuro.
Passiamo la notte da Peter nelle nostre tende e l‘indomani mattina partiamo per l’inizio della seconda tappa.
Punto GPS N5 34.007 W0 25.585.
Enzo e Cristian (l’equipaggio del Camion) decidono di ritirarsi dalla Trans Africa; dopo aver letto le relazioni dei viaggi di Giuditta sui disordini scoppiati a Brazzaville nel Dicembre 2013, non se la sentono più d’affrontare i rischi derivanti dalla situazione geo-politica di alcuni paesi che dovremo attraversare, tra i quali Nigeria e Congo; quindi ritorneranno in Italia ripercorrendo la medesima rotta tracciata fin qui.
08 Febbraio 2014
Sveglia molto presto. Dobbiamo sistemare le auto e scaricare dal camion tutto il materiale,che deve essere ridistribuito sui 3 fuoristrada che continueranno il viaggio. Dopo i saluti a Peter, e dopo avere cambiato la batteria del Toyota KZJ90 di Egidio, partiamo alla volta del Camping Big Mill’s di Accra.
Il Camping si trova a 17 Km da Kasoa, ed è situato in un posto bellissimo; per un attimo abbiamo l’impressione di trovarci ai caraibi: bellissima spiaggia dove troviamo molte barche di pescatori , un discreto numero di giovani Inglesi che soggiornano nei bungalow del campeggio, la proprietaria e una Signora Inglese molto gentile e simpatica.
Passiamo la notte in Bungalow.
Punto GPS N5 29.733 W0 21.937
Km fatti 17.Accra Camping Big Mill’s.
09 Febbraio 2014
Partenza di buon mattino per la tappa odierna che prevede di arrivare in Benin all’ Auberge Camping du Grand Popo, dove avevo prenotato in precedenza le piazzole del Camping.
Attraversiamo velocemente su Tangenziali ed Autostrade la città di Accra e arriviamo ad Aflao, posto di confine con il Togo; la frontiera è caotica, gli uffici non si trovano sulla strada e quindi è difficile orientarsi. Accettiamo l’aiuto di alcuni ragazzi che provvedono ad accompagnarci da un ufficio all’altro; alla fine l’“aiuto”si rivelerà alquanto costoso. A detta di altri overlander questa frontiera è la piu caotica tra tutte quelle passate successivamente per arrivare a Cape Town.
Entriamo in Togo al posto di confine di Lome e seguendo la strada costiera ci dirigiamo verso il Benin. Da Lome al Benin vi sono soli 53 Km, di ottima strada asfaltata.
Facciamo pranzo puntando verso il mare. Qui veniamo circondati da bambini e curiosi; ai bambini regalo alcune macchinine di mio figlio. Ripartiamo verso Aneho.Togo foto con un gruppo di bambini
Arriviamo al posto di confine di Aneho nel tardo pomeriggio e verso Est vediamo avvicinarsi il nostro primo temporale tropicale che si sta scatenando proprio o sopra Grand Popo; passiamo rapidamente le frontiere senza problemi.
L’auberge/Camping du Grand Popo è poco distante; avevo prenotato il Camping ma visto che ci troviamo nel mezzo di furioso temporale tropicale decidiamo di pernottare in camera.
Ero già stato qui nei primi anni 90. All’epoca l’albergo era pieno di Turisti Francesi; oggi a causa della crisi economica europea, vi erano pochissimi turisti e le camere erano quasi tutte libere. Facciamo cena in Albergo ed andiamo a dormire. La struttura appare decadente.
L’ambiente è bellissimo: siamo sul Golfo di Guinea e la spiaggia ricorda i quadri die di Gauguin.
Punto GPS N6 16.736 E1 49.761
Km. fatti 299Grand Popo (Benin) Spiaggia
10 Febbraio 2014
Colazione in Albergo e partenza per Ouidah, dove visiteremo la cittadina famosa per il mercato dei feticci. Arriviamo abbastanza in fretta in quanto vi sono solo 45 Km.
I soliti Cinesi hanno in appalto la costruzione della nuova strada che porterà a Cotounou, quindi vi sono molte deviazioni; arriviamo nel centro di Ouidah , dove un ragazzo con motorino ci accompagnerà nei luoghi più interessanti della cittadina. Iniziamo dal vecchio forte Portoghese con il suo museo sulla tratta degli schiavi.
In questa città, antico porto del traffico negriero dall’architettura afro-portoghese decadente,vi sono molti palazzi che richiamano il passato.
Ouidah è considerata una delle capitali del vudù africano. La nostra guida informale, chiede alla casa del Pontefice Vudu di darci udienza: riusciamo ad ottenerla. Il “pontefice” ci chiede notizie dell’Italia e ci spiega come il Vudu sia stato esportato nelle Americhe con la tratta degli schiavi e come ancora oggi molte popolazioni in Africa lo pratichino. Ci congediamo lasciando un offerta.
All’esterno del tempio abbiamo modo di capire come si svolgano le cerimonie con i feticci.
Continuiamo la visita al mercato dei feticci, dove Mario, il nostro Farmacista cura la ferita alla testa di un bambino. Pranziamo in un bar utilizzando il cibo della nostra cambusa e dopo un buon caffè italiano, ripartiamo verso Cotonou.
Qualche chilometro a nord di Cotonou si estende una regione lacustre che accoglie Ganvié, esteso villaggio su palafitte raggiungibile solo su piroghe “via acqua”.
Gli abitanti appartengono all’etnia Tofinou. Costruiscono le loro capanne su pali di teck e ricoprono i tetti delle loro abitazioni con una spessa coltre di paglia.
La pesca è l’attività principale di questa popolazione il cui isolamento ha permesso il mantenimento di abitudini di vita e di regole di costruzione originali.
E’ curioso assistere a questa vita acquatica e all’andirivieni tranquillo delle piroghe, in cui il rumore è dato esclusivamente dal ritmo del remo, che spesso esorta al canto: sono le piccole imbarcazioni condotte da bambini che si recano al pozzo, oppure da pescatori che partono alla ricerca di una pesca abbondante, o da donne che si recano al mercato.
Il Mercato si svolge sull’acqua e le mercanzie ovviamente vengono esposte sulle piroghe.
Avevo prenotato 2 notti all’Auberge Germain, con l’intenzione di visitare la laguna il giorno successivo al nostra arrivo. La situazione igienico sanitaria dell’Albergo e la disorganizzazione con cui ci hanno accolti però mi hanno fatto cambiar programma per cui trascorriamo qui solo una notte. (per chiarire: la cena ci è stata servita 2 ore dopo averla ordinata; siamo rimasti senza luce per diverse ore, e l’albergo si trova in una situazione di quasi d’abbandono)
Punto GPS del Parcheggio dove abbiamo lasciato le auto,N6 28.403 E2 23.465
Km fatti 114.Ouidah (Benin) mercato dei feticci
11 Febbraio 2014
Sveglia molto presto e, subito dopo la colazione, partiamo con tutti i nostri bagagli con la piroga a motore per il tour sulla laguna e attraverso il villaggio.
L’escursione è molto interessante: vediamo come la popolazione trascorre la giornata e come i pescatori utilizzano la rete a lancio per pescare; ci fermiamo a visitare in un’esposizione di quadri locali e l’impressione che ne ricaviamo è che ormai il turismo è diminuito moltissimo. Sostiamo presso una palafitta “Bar” con vendita di souvenir e ci accorgiamo che siamo gli unici visitatori occidentali; Abbiamo bevuto delle ottime birre ed abbiamo continuato l’escursione. Alle prime ore del pomeriggio torniamo al parcheggio e dopo aver pranzato ripartiamo velocemente verso Nord.Ganvié la Venezia d’Africa
La strada asfaltata che conduce ad Abomey è un disastro, siamo costretti a continue gincane per evitare le buche che a tratti sembrano delle trincee che tagliano la strada. Incontriamo tantissimi Camion che la percorrono; molti di questi sono in panne fermi in mezzo alla strada: in pratica un inferno. Stanchissimi per la tensione, arriviamo al bivio che ci porterà verso Ketou, dove fortunatamente la strada migliora; cerchiamo e fortunatamente troviamo un posto dove allestire un bivacco a 47 Km. da Ketou.
Dopo un’ottima cena a base di Pasta e la visita inaspettata di alcuni locali, andiamo a dormire: domani ci aspetta l’entrata in Nigeria.
Punto GPS N7 12.959 E2 14.673
Km. Fatti 153
12 Febbraio 2014
Sveglia come al solito alle 6 del mattino e dopo un ottima e abbondante colazione preparata da Mario, partiamo alla volta del posto di confine Nigeriano di Alagbe.
Arriviamo al confine di Ilara, lato Benin; sbrighiamo velocemente le procedure dell’Immigrazione. Per il Carnet purtroppo l’ufficio preposto si trova a Ketou, cioè 16 Km. indietro. Siamo costretti a tornare sui nostri passi e poi di nuovo a Ilara. Ad Ilara con non poche difficoltà troviamo la pista che ci conduce al posto di confine Nigeriano di Alagbe. Le procedure per l’immigrazione e la vidimazione del carnet sono velocissime e fortunatamente non riceviamo richiesta di “tangenti”.
Attenzione: le mappe GPS di Traks4Africa sono molto datate e non sono aggiornate.
Imbocchiamo l’ottima strada asfaltata che ci porterà verso Abeokuta, ed inizia una serie infinita di posti di blocco; in pratica ogni organismo statale compreso il controllo delle vaccinazioni ci ferma per controllare i documenti. Comunque nessun problema, salvo la perdita di tempo.
L’attraversamento di città grandi come Abeokuta ed Ibadan sono un problema in quanto i lavori per la manutenzione delle strade sono una costante e di conseguenza bisogna affrontare molte deviazioni.
Poco prima di arrivare ad Ibadan veniamo fermati da Militari (corrotti): ci chiedono 100 Dollari per poter passare. E’ la prima richiesta di tangenti che riceviamo; essendo tardi ed avendo la preoccupazione di trovare prima del tramonto un posto sicuro dove dormire prima del tramonto cediamo al ricatto e patteggiamo per 50 Dollari (USD).
A Ibadan inizia la ricerca di un albergo. Troviamo sistemazione poco a Nord di Ibadan in una struttura che al suo interno ospita un tempio ad uso di una setta religiosa, chiediamo ed otteniamo di allestire un campo.
Cena e Nottata tranquilla. all’interno del compound dell’Albergo.
L’itinerario che ho scelto e che percorreremo esclude le regioni della Nigeria dove la situazione di Sicurezza è molto allarmante. La rotta evita il Nord dove operano i Terroristi di Bobo Haram ed il Sud dove operano i guerriglieri ed i banditi del delta del Niger. Sono consapevole che questa scelta allungherà il tragitto in Nigeria ma ho preferito privilegiare la sicurezza.
Punto GPS N7 30.808 E3 54.698
Km fatti 307.
13 Febbraio 2014
Sveglia prestissimo , colazione , e esecuzione del Test per la Malaria da parte del nostro farmacista Mario: risultiamo tutti negativi. Ripartiamo verso Nord alla volta
della citta di Ilorin. Da li prenderemo poi verso Est, seguendo a grandi linee l’itinerario che tocca le città di Omu Aram- Inslu Makatu – Kabba – Lokoia – Oturkpo, da qui in direzione Sud verso il villaggio di Oju e su piste non sempre facili verso Ikom, ed infine il posto di confine con il Cameroun di Mfum.
Oggi ci aspettano molti Km, ma la strada di ottimo asfalto e con traffico normale ci permette di raggiungere verso le ore 17 il luogo dove passeremo la notte. Sii tratta di un Albergo con Bungalow e con il bar abbastanza frequentato. Ci raggiunge un funzionario regionale che ci chiede di registrare i nostri passaporti; cena e notte passata sotto le stelle nei nostri sacchi a pelo. Pernottiamo in un’aiola con prato, anche in questo caso in compound.
Alberghetto che si trova circa 5 km prima di Inslu Makatu.
Punto GPS N8 16.480 E5 47.473
Km fatti 318.
14 Febbraio 2014
Sveglia come al solito alle 06:30 e partenza subito dopo una colazione abbondante.
Lungo trasferimento interamente su asfalto, attraversamento di Lokoia, problematico per via del traffico, e del fiume Niger attraverso un ponte. Seguiamo quindi le indicazioni stradali per Oturkpo.
Lungo il tragitto, abbiamo anche avuto un tentativo di truffa da parte di due sedicenti funzionari regionali, muniti di cartellino d’identificazione (evidentemente falsi) i quali ci hanno spiegato che passando nello stato di Kogi, dovevamo pagare un tassa di circolazione non abbiamo abboccato e siccome avevamo passato da poco un check point della polizia, abbiamo chiesto ai due di tornare con noi al check point per verificare se veramente fosse dovuta questa tassa…. Appena girate le auto, anziché seguirci, i due sono spariti nella direzione opposta!
A pochissimi km. Da Oturkpo abbiamo svoltato a S.S.E. passando dal villaggio di Ameke e siamo arrivati a Oju al tramonto.
Notte passata nelle nostre tende, all’interno di un compound di un alberghetto locale.
Punto GPS N6 52.746 E8 25.361
Km. Fatti 466.
15 Febbraio 2014
Da Oju ripartiamo alle prime ore della mattinata e con direzione S.S.E. ,dapprima su piste appena segnate con l’attraversamento di diversi villaggi, arriviamo sull’asfalto all’altezza della cittadina di Bansara(Nkomfap). Da qui velocemente a Ikon; seguono numerosi posti di blocco della polizia fino al confine con il Camerun.
Le formalità di uscita dalla Nigeria sono state veloci, senza problemi e richiesta di tangenti.
Un pò più lunghe, invece, le formalità d’entrata in Camerun al posto di frontiera di Ekok. Abbiamo ricevuto una velata richiesta di Cadeau da parte di un agente della Douane, ma abbiamo glissato e tutto si e chiuso li.
Passiamo il famoso Ponte sul fiume Big River e iniziamo ad affrontare la famigerata pista per Manfè. Con grande delusione notiamo che sta per essere asfaltata, vi sono lavori in corso, dei soliti ed intraprendenti Cinesi e credo che nell’arco di un anno la pista sarà completamente asfaltata. Noi riusciamo a fare ancora dei tratti sulla vecchia pista, arriviamo a Manfè e cerchiamo il Data Hotel ma anche qui, le carte GPS Tracks4Africa sono inesatte sul punto GPS.
Trovato il Data Hotel utilizzando l’intuito, parcheggiamo in un bellissimo prato che domina la foresta tropicale ed il fiume Manyu; interessante la storia di Manfè che fu dominata dai Tedeschi dalla seconda meta del XIX secolo al 1916, quando gli Inglesi, entrarono in Camerun dalla Nigeria per combatterli.
Rimane un vecchio ponte sospeso sul fiume Manyu, che l’indomani andremo a vedere, che è chiamato “il ponte tedesco”.
In questa porzione di Camerun oggi si parla la lingua Inglese, oltre chiaramente a varii dialetti. A Manfe si parla la lingua Bayangi. La parte Francofona del Camerun comunque e la più vasta, ad esclusione della parte NNW.
Cena e Campo bellissimo, molto panoramico
Punto GPS. N5 45.075 E9 19.262
Km. Fatti 232.
16 Febbraio 2014
Partiamo da Manfè come al solito di buon mattino ed andiamo a vedere il famoso ponte tedesco (sospeso), dopo averlo percorso andata e ritorno a piedi riprendiamo le auto parcheggiate vicino ad una caserma e imbocchiamo la strada asfaltata per Bamenda; la strada si sviluppa immersa in una foresta tropicale lussureggiante ed impenetrabile: è piacevole da percorrere.
La strada è prevalentemente in salita; sono i primi pendii che facciamo dopo la partenza dal Ghana; ammiriamo la vita di ogni giorno che le popolazioni locali svolgono prevalentemente sulle rive dei fiumi.Scene di vita quotidiana in Camerun
Giungiamo a Bamenda nelle prime ore del pomeriggio. Bamenda e una città molto grande, molto caotica e sorge a 1.600 mt d’altitudine. Troviamo la missione Presbiteriana e chiediamo ospitalità che ci viene subito accordata. Il campo sorge in cima ad una collina che domina la città. Qui gli Overlander normalmente fanno Campo; sistemiamo il nostro campo e riorganizziamo le vetture, facciamo lavare la biancheria ed i vestiti, e riposiamo dopo giorni di viaggio intensi.
Punto GPS.N5 58.057 E10 09.158
Km. Fatti 141.
17 Febbraio 2014
Sveglia e Colazione come al solito di buon mattino, riprendiamo il viaggio, che oggi prevede il percorso ad anello della Ring Road; avevo previsto sul travel Plan di fare l’anello corto di 190 Km; per poi ritornare alla missione Presbiteriana di Bamenda.
La prima parte si svolge su asfalto, molto deteriorato e con buche onnipresenti.
Ci fermiamo a visitare la Chefferie di Bafout situata sulla Ring Road a Nord di Bamenda, la visita si svolge accompagnati dalla moglie del Re attuale di Bafout. Vi sono restrizioni in alcuni luoghi per fare video e foto ma le spiegazioni di come si svolgeva la vita a Bafout si è rivelata molto interessante. Splendido tutto l’insieme.
Costruita nel 1901, la Chefferie comprende molti begli edifici, di cui il più spettacolare è senza nessun dubbio l’imponente capanna sacra, incoronata dal grande tetto di paglia e da pilastri scolpiti.
Poco prima avevamo fatto acquisti presso una bottega d’artigianato, acquistando ottimi oggetti antichi.La chafferie di Bafout è una delle più grandi Chafferies del Camerun.
Dopo l’interessante visita riprendiamo la Ring Road verso Nord, arrivati alla cittadina di Wum due equipaggi vanno a vedere il Wum crater Lake, mentre io ed Ivo proseguiamo sulla Ring Road che da Wum procede su piste in un ambiente di colline e montagne bellissime, attraverso villaggi caratteristici, sino a Fundong. Da Fundong in poi si riprende l’asfalto, arrivo a Bamenda alla Missione che ormai è quasi buio; gli altri due equipaggi arriveranno dopo qualche ora al buio completo.
Ceniamo e andiamo a letto.
Punto GPS. N5 58.057 E10 09.158
Km. Fatti 190.
18 Febbraio 2014
Si parte di buon ora, direzione Jakiri.
Poco prima di Jakiri vi è una collina con un traliccio per le comunicazioni; è un ottimo punto panoramico; ci fermiamo e facciamo pranzo. Mentre stiamo facendo pranzo arriva trafelato il guardiano della struttura spaventato della nostra presenza, il quale dopo aver appurato che non avremmo fatto saltare il traliccio se ne torna a casa sua con un piccolo regalo (pacco di pasta).
Riprendiamo e da Jakiri prendiamo una pista su terra rossa in direzione SSE che ci porterà ai villaggi di Bangourem e Matapit, dove ci fermeremo a consegnare dei vestiti per bambini., Arriviamo poi a destinazione, nella cittadina di Foumban, che è sede del Palazzo del Sultano dell’Etnia Bamoun. Oggi e un museo che visitiamo e che ci permette di comprendere molto bene le abitudini, la musica e le tradizioni dei sultani di Bamoun.Foumban visita al palazzo Reale
La dinastia Bamoun regna dal 1394, anche se nell’ultimo secolo non rappresenta più il potere politico/religioso.
Subito dopo andiamo a visitare l’interessante mercato di Foumban, pieno di colori e sapori.
Visitiamo anche la sala del Tamburo sacro, tamburo molto grande, ricoverato in una capanna appositamente creata per lo stesso. Proviamo anche a suonarlo: il suono che produce e propaga è impressionante.
Mercato a Foumban (Camerun) e sopra grande tamburo rituale sempre a Foumban
Dormiamo all’hotel Pekassa de Karche, che si trova poco distante dal Museo, l’hotel ha un parcheggio interno chiuso, che in queste cittadine e molto importante per evitare furti alle auto durante la notte.
Ceniamo in un ristorantino locale senza luce al lume delle candele dove mangiamo un non ben identificato pesce. Personalmente vado a letto ancora con la fame.
Punto GPS Albergo: N5 43.877 E10 53.959.
Km.Fatti 160.
19 Febbraio 2014
Colazione in Albergo senza lode e senza infamia, e subito dopo in auto ci dirigiamo al mercato dell’antiquariato che si trova poco lontano. Essendo gli unici viaggiatori, ci hanno letteralmente assaltato e ci siamo dovuti sorbire ogni bottega per non offendere i venditori locali. Con pazienza visioniamo le botteghe, facendo anche ottimi acquisti di oggetti di artigianato Camerunense.
Ci dirigiamo quindi verso Bafang, meta le cascate di Ekom, all’entrata del parco si paga una piccola somma che da l’accesso ad un parcheggio che si presta ottimamente a Bivacco.
Visitiamo i dintorni e le cascate, ed al tramonto ritorniamo al parcheggio dove ceniamo, dormiamo con in sottofondo il frastuono delle cascate.
Punto GPS N5 03.694 E10 01.658
20 Febbraio 2014
Al nostro risveglio al campo troviamo due ragazze locali in completo da footing che ,dopo la solita nostra colazione, ci accompagneranno sino alla base delle cascate, attraverso un sentiero molto ripido e scivoloso e faticoso. L’escursione si svolge in un ambiente equatoriale e molto umido, ma la fatica viene ripagata.
Oltretutto dopo giorni d’inattività motoria ci voleva proprio una bella scarpinata. Ci rinfreschiamo nel torrente e ripartiamo: destinazione Limbé, che si trova sotto il monte Camerun in direzione Sud .
Lungo il tragitto ci fermiamo a vedere la fabbricazione dei mattoni con il fango. Viaggiando verso Buea, veniamo fermati da numerosi posti di blocco della polizia, ci avvisano che il Presidente della Repubblica è in visita a Buea e quindi le misure di sicurezza sono imponenti. Abbiamo trovato il solito militare “corrotto” che ci ha chiesto un obolo…. Gli rispondiamo che abbiamo già pagato il pedaggio della strada e quindi non capivamo il motivo della richiesta, il militare non insiste e noi proseguiamo.Campo nella foresta equatoriale al Parcheggio delle cascate d’Ekom (Camerun)Cascate di Ekom (Camerun) e la nostra giovane amica che ci ha fatto da guida
Siamo arrivati a Limbe, che in passato doveva essere un paradiso. Oggi il paesaggio è rovinato da una raffineria prossima alla spiaggia.
Ci fermiamo al Camping 6 mile Beach , dove troviamo un camion di Overlander Inglesi, organizzati da African Trails e che hanno in programma di raggiungere Cape Town da Londra in 40 Settimane. Li incontreremo nuovamente in Gabon.
La spiaggia è magnifica: il panorama che si presenta a è Caraibico. Volgendo lo sguardo si vede la raffineria in tutta la sua grandezza. Facciamo un bel bagno ristoratore e riposiamo per tutto il pomeriggio.
Ottima cena e quindi a dormire cullati dalle onde dell’oceano Atlantico.
Punto GPS. N4 00.769 E9 07.082
Km. Fatti 203Camping 6 mile beach nei pressi di Limbe (Camerun)
21 Febbraio 2014
Oggi nel travel Plan, avevo previsto una giornata di riposo e di svago, dopo giorni di viaggio intensi e mattinate di sveglie antelucane.
Dopo pranzo, andiamo alla vicina cittadina di Limbe, dove visitiamo il giardino botanico , fantastica passeggiata in una vera foresta africana ma senza le sue insidie, passeggiamo anche nel mercato locale, si tratta di un mercato ad uso e consumo della popolazione locale, ceniamo in un ristorante , dopo di cui torniamo al campeggio a dormire.
Punto GPS. N4 00.769 E9 07.082
Km. Fatti 34
22 Febbraio 2014
Ripartiamo da Limbe, verso Buea, dove contiamo di portarci più in alto possibile per vedere il Monte Camerun. Da Limbe, che si trova immediatamente a Sud del monte, è molto difficile vederlo perché spesso è avvolto da nubi e nebbie dovute al Clima Equatoriale.
Il monte Camerun, con i suoi 4.070 metri sul livello del mare, è uno dei più grandi vulcani Africani. Un’eruzione del 1922 sul fianco sud-occidentale ha prodotto un flusso di lava che ha raggiunto la costa atlantica; un ulteriore flusso di lava nell’eruzione del 1999 si è arrestata a soli 200 m dal mare.
Arriviamo a Buea, ma nei pressi della località dove sorge il Lodge del primo Ministro, veniamo bloccati dalle guardie del corpo del Presidente Camerunense in visita a Buea e veniamo dirottati su altro percorso. Quindi dopo aver inutilmente cercato di vedere il Monte Camerun che anche oggi è immerso nelle nebbie, dobbiamo a malincuore ripartire da Buea su un percorso alternativo obbligato dalla scorta militare.
Ci dirigiamo quindi verso Doula che è la città più popolosa del Camerun (2.447.000 abitanti circa) ed anche sua capitale commerciale: situata sull’oceano Atlantico tutte le merci in partenza ed in arrivo transitano dal suo porto.
Il traffico è caotico, nel classico stile delle metropoli Africane. Impieghiamo molto tempo ad uscire dalla città, passiamo poi da Edea e poi giù verso Kribi.
La località balneare di Kribi è famosa per le spiagge di sabbia bianca ed il suo porto.
Campeggiamo all’Auberge Tara Plage, che ha un piccolo Camping proprio sulla spiaggia: un piccolo angolo di paradiso pseudo-Caraibico.
Ceniamo al ristorante dell’Albergo con del buon pesce e della buona birra!
Vi sono molti occidentali che lavorano in Camerun e che trascorrono brevi periodi di riposo a Kribi; facciamo la conoscenza di due polacchi con i quali dopo cena ci intratterremo in una bella chiacchierata, al nostro campo, con delle buone birre.
Nel tardo pomeriggio Mario viene contattato da un locale con cui prende accordi per effettuare una gita in Piroga sul fiume Lobè . Il fiume forma le famose omonime cateratte di Lobé.
Punto GPS.N2 54.341 E9 54.128.
Km. Fatti 308
23 Febbraio 2014
Sveglia libera, quindi si dorme un pò di più del solito. Dopo pranzo vengono a prelevarci i ragazzi delle piroghe, ci fanno salire su dei motorini che fungono da Taxi e via…. verso l’imbarcadero che si trova a qualche Km. a Sud.
Saliamo a bordo della piroga e iniziamo la navigazione a remi sul Lobé, in uno scenario di foresta tropicale. Durante il tragitto intravediamo alcuni villaggi che si trovano a ridosso del fiume. Navighiamo accompagnati dal rumore prodotto dai remi che ritmicamente entrano ed escono dall’acqua, dai versi delle varie specie di volatili. Passiamo qualche ora immersi nella natura…, siamo riusciti persino ad intravedere delle scimmie in alto sugli alberi.
Ritorniamo all’imbarcadero e gli organizzatori locali del Tour, mobilitano altri motorini, grazie all’immancabile telefonino, e ci accompagnano sino alle cateratte del Lobé. Le cateratte sono famose ma, per quanto mi riguarda, in questo periodo di stagione secca le rapide sono insignificanti, formano dei salti a gradini alti al max. 50 cm; sicuramente nella stagione delle piogge devono essere spettacolari. Si estendono in larghezza per circa 200 mt. La particolarità che le rende quasi uniche al mondo è che si gettano direttamente nell’Oceano. Sono state nominate patrimonio mondiale dell’Unesco e le popolazioni locali (Pigmee, Bulus e Batangas) le associano a molti loro riti, per esempio cerimonie di purificazione, guarigione dei malati. E’ il luogo in cui i Batangas incoronavano i loro Re.
La nota negativa è che attorno sono sorti diversi localini che sparano musica a tutto volume; questo rovina un po’ l’atmosfera. Vi sono altresì parecchi Bar dove ci fermiamo anche noi a bere delle birre. Torniamo poi a piedi al Camping, dove ceniamo.
Punto GPS N2 54.341 E9 54.128.
Km. Fatti 0.
24 Febbraio 2014
Ripartiamo dopo la colazione, in direzione Sud, seguendo la pista che si spinge sino alla frontiera della Guinea Equatoriale per vedere le “Rocher du Loup”. La pista in questo momento è un unico cantiere. I Cinesi stanno lavorando per favorire la circolazione stradale anche durante la stagione delle piogge. Dall’enorme porto che stanno costruendo nella zona di Ilende , le merci in container viaggeranno poi verso Douala e Yaounde.
Raggiungiamo un piccolo villaggio, composto da 2 capanne e chiediamo dove si trovano le Rocher du Loup. Non avevo il punto GPS ma solo un’indicazione su una carta stradale della Reise in scala 1:1 300 000, quindi molto approssimativa; inoltre non vi sono segnalazioni sulla pista. Facciamo salire in macchina un abitante del villaggio che ci porta a vedere il posto: si tratta di alcune rocce che si trovano in mare ad un centinaio di metri dalla riva. Notiamo l’erosione del mare sulle rive sabbiose; è stupefacente come l’acqua riesca a modificare la spiaggia. Dopo la breve visita riprendiamo di nuovo la pista di terra rossa che ci riporta a Kribi, e dal lì sempre con una pista molto bella lungo la quale sorgono parecchi villaggi e, dopo
162 Km, raggiungiamo la città di Ebolowa. Grazie alle tracce fornite da Enrico (Sable) arriviamo ad un Albergo chiamato in Francese “Auberge Porte Jaune” dove troviamo un’ottima sistemazione su prato, per fare il nostro campo in piena sicurezza all’interno del Compound.
Punto GPS N2 54.895 E11 10.128
Km. Fatti. 265
25 Febbraio 2014
Sveglia e colazione come al solito, prendiamo poi verso Sud sulla RN.n°2. Raggiungiamo dopo 108 Km d’ottimo asfalto il posto di confine Camerunese di Amban Minkoo; formalità molto veloci e senza richieste di mance da parte dei funzionari; passiamo il ponte sul fiume Ntem e dopo pochi Km raggiungiamo il posto di confine del Gabon di Eboro-Ntem, anche qui formalità veloci per l’immigrazione ma abbiamo un problema alla dogana: il funzionario candidamente ci comunica che dobbiamo tornare indietro in quanto in Gabon vi è uno sciopero che coinvolge tutta la struttura delle dogane, quindi non può assolutamente timbrarci il Carnet in entrata. A seguito delle mie rimostranze (e spiegazioni che non abbiamo il visto per ritornare in Camerun quindi saremmo costretti a restare in dogana sino alla fine dello sciopero) finalmente si decide a telefonare a Bitam alla direzione delle dogane. Dopo aver spiegato la nostra situazione al suo superiore gli viene detto di timbrarci il Carnet e di lasciarci andare con la promessa che arrivati a Bitam ci presenteremo all’ufficio delle dogane.
Arriviamo a Bitam, e il capo della circoscrizione è una gentile Signora che ci spiega del problema sorto al confine, scusandosi per l’inconveniente, dopo di che ci saluta e ci augura buon viaggio.
Riprendiamo verso Sud, ed arrivati a Mitzic cominciamo la ricerca di un Albergo o di un posto dove fare campo. Chiediamo ad un posto di blocco della Gendarmeria, all’uscita della città, dove poterci fermare a fare campo. Alle spalle della casermetta vi erano un magnifico prato e la casa del comandante; l’agente telefona al suo superiore che ci da il benestare a fermarci. Ceniamo e dopo cena riceviamo la visita della figlia del comandante con una sua amica che avevano voglia di fare di fare conversazione con noi, Egidio ed Olger poi vanno sul terrazzo della casa del comandante a vedere la Tv e continuare la conversazione con le ragazze.
Punto GPS 0 46.687 E 11 33.033
Km.Fatti 337.
26 Febbraio 2014
Su ottima strada asfaltata raggiungiamo e superiamo la linea dell’Equatore. Per me è la seconda volta che la oltrepasso in Fuoristrada. La prima volta fu in Kenia nella località di Nanyuki nel 2011 durante la prima Trans Africa. Oggi qui in Gabon in piena foresta equatoriale! Per i miei quattro compagni è la prima volta in assoluto: sono fieri e soddisfatti di avere raggiunto questo traguardo.
Dopo le immancabili fotografie, proseguiamo verso Sud e poco prima di Ndjole superiamo il vecchio ponte in ferro a corsia unica che scavalca il tumultuoso fiume Ogooue. Da qui una pista non sempre in buone condizioni ci porta in direzione Est verso il famoso Parco Nazionale del Lopé; la pista è in un contesto ambientale di indubbia bellezza e sempre costeggiando il fiume Ogooue, raggiungiamo il Motel Embeyi ( cosi è indicato sulle mappe GPS della T4A Sud Africane) che con annesso campeggio è oggi una dependance del Lope Hotel.
Pranziamo al campeggio con la nostra cambusa e chiedo nel contempo alla Reception di farmi contattare da una guida per l’escursione prevista per l’indomani nel Lopè N.P.
Nel primo pomeriggio arriva una ragazza francese che lavora come guida e si occupa dell’organizzazione e del reclutamento delle guide; ci accordiamo per l’indomani mattina per un Trekking nella foresta Equatoriale. Verrà anche lei con la guida locale.
Pomeriggio dedicato quindi a giretti nei dintorni. Andiamo anche al Lopé Hotel che si trova in prossimità di un ansa del fiume con un panorama mozzafiato. Avevo letto che alla sera spesso arrivano al fiume dei gruppi di Elefanti, ma non siamo stati fortunati perché non abbiamo visto nè elefanti, nè tantomeno le loro tracce.
Ci siamo intrattenuti al Bar del lussuoso Hotel e siamo ritornati al campo verso sera per preparare la cena.
Punto GPS. S0 06.469 E11 36.656
Km. Fatti 295.Passaggio della linea dell’Equatore in Gabon
27 Febbraio 2014
Di buon ora, alle 06,30, ci troviamo al di fuori del Campeggio, dove era stato fissato l’appuntamento con la ragazza francese che arriva per prima, raggiunta subito dopo dalla guida locale munita di acqua il pranzo. Il termine del Trekking è previsto alle ore 15.
Partiamo con due auto: la mia Toyota HZJ105 con Olger come passeggero e le due guide e la Toyota KZJ90, con Mario ed Egidio. Arriviamo al Gate d’ingresso e procediamo in quanto la ragazza Francese il giorno precedente aveva già sbrigato le formalità per l’ingresso. Dopo alcuni Km, prendiamo la pista di sinistra. Il Lopé ha una pista che fa un anello di circa 30 km. Ci fermiamo, parcheggiamo, calziamo gli scarponcini da Trekking e partiamo sotto un cielo plumbeo; è il primo giorno che minaccia pioggia, dopo il Temporale Tropicale di Grand Popo in Benin.
La camminata dapprima nella Savana e poi nella foresta equatoriale è un buon esercizio fisico. Procediamo tra i rumori della foresta e delle centinaia di volatili di varie specie, ma non vediamo animali fatto salvo due presunti maiali selvatici o facoceri. In realtà non ne siamo certi in quanto abbiamo solo percepito i rumori nell’erba alta proprio al limitare della foresta.
Abbiamo sentito e visto delle scimmie in lontananza sugli alberi. A tratti pioviggina. Pranziamo con i panini preparati dalla ragazza francese, in una radura con fiumiciattolo. Proseguiamo quindi il cammino diretti verso le nostre auto. Giungiamo alle stesse verso le ore 14 e chiediamo alla guida di proseguire nella savana sperando di vedere Elefanti od altri animali, ma gli unici animali visti molto da lontano sono una coppia di Bufali….
A questo punto abbastanza delusi, riprendiamo le auto e completiamo l’anello del Lopé in Auto sino al Campeggio. Chiediamo alla guida il motivo di questa assenza di animali. Ci viene risposto che si sono spostati per la mancanza d’acqua e che torneranno nel parco nella stagione delle piogge.
Al ritorno al campeggio troviamo l’auto di Olger con un ammortizzatore rotto. Durante la nostra assenza Ivo ha fatto delle visite nei dintorni, e non si è accorto di aver rotto l’ammortizzatore. Egidio provvede a sostituire l’ammortizzatore con qualche difficoltà a causa della mancanza della pressa per compattare le molle.
Ceniamo al ristorante del Campeggio ed andiamo a letto
Punto GPS S0 06.469 E11 36.656
Km. Fatti 36.
28 Febbraio 2014
Sveglia come al solito alle 06,30. Nella notte ha piovuto. Dopo colazione partiamo verso Ndjole; sulla pista incrociamo il camion degli Inglesi di African Trails che stanno andando al Lopé. Durante la discesa ammiriamo scorci magnifici sul fiume, le nuvole e le nebbie provocate dall’umidità che si innalzano dalla foresta.Pista che dal Lopé porta a Ndjole, costeggiando il fiume Ogooue
Subito dopo Bifoum riprendiamo l’asfalto e la direzione NW che ci porterà a Libreville, capitale del Gabon. Qui abbiamo appuntamento con Giovanna una signora italiana che lavora per l’ONG chiamata Alisei e che si occupa d’educare i Gabonesi alla coltivazione delle verdure. L’avevo contattata alcuni mesi prima chiedendole aiuto per trovare un posto sicuro dove lasciare le tre auto per 4 mesi.
A Libreville incontreremo anche Daniele un simpatico e gentilissimo diplomatico italiano che lavora all’Ambasciata Italiana. Ci siamo conosciuti via e-mail quando alcuni mesi prima avevo inviato alle varie ambasciate Italiane l’itinerario ed il periodo dei nostri spostamenti. L’ambasciata Nigeriana molto formale mi aveva risposto che il viaggio in alcune zone era molto a rischio (ma questo lo sapevo già) e mi comunicavano che ogni costo per l’eventuale intervento della Farnesina ci sarebbe stato addebitato.
Dall’ambasciata Italiana in Gabon mi aveva risposta Daniele, che mi aveva anche anticipato che appena fossimo arrivati a Libreville ci avrebbe invitato a casa sua per una cena e per fare la nostra conoscenza.
Tornando al viaggio verso Libreville , ripassiamo l’Equatore verso Nord. A pranzo ci fermiamo in una piccola locanda gestita da un bianco d’origine Belga che si è trasferito in Gabon. Arriviamo a Libreville nel tardo pomeriggio ed il traffico è indescrivibile: code Kilometriche e caos! Ci dirigiamo verso il Tropicana Hotel dove spero di trovare delle camere. La risposta è negativa in quanto ogni fine settimana tutti gli europei che lavorano sulle piattaforme petrolifere scendono a terra; essendo oggi Venerdì l’albergo è tutto prenotato sino a domenica notte. Gli altri alberghi contattati in precedenza hanno prezzi altissimi……
Avevo segnato dei punti GPS, dove poter fare campo, in pieno centro; punti ricavati da relazioni di alcuni overlander che in passato avevano chiesto e ottenuto ospitalità a Campeggiare all’interno di missioni o strutture religiose. Ci dirigiamo quindi dapprima alla mission de Soeur Blue e poi alla Mission Libreman. Entrambe le missioni ci rispondono che non danno più ospitalità da qualche tempo.
Proprio di fronte alla Missione Libreman però ha sede le Petit Seminaire St.Jean dove andiamo a chiedere ospitalità e dove il responsabile ci da il Benvenuto. Ci sistemiamo in un bellissimo prato. Installiamo il campo ed è e ormai sera inoltrata quando ceniamo.
Punto GPS N0 24.308 E9 26.868
Km. Fatti 385Campo presso le Petit Seminaire St.Jean di Libreville.
01 Marzo 2014
Sento telefonicamente Daniele e lo informo che oggi andremo a Cap Esterias, splendida spiaggia che si trova a 33 km a Nord di Libreville dal Petit Seminaire St Jean.
In mattinata mentre sono fermo ad un distributore della Total, a cambiare l’olio ed i filtri ed a lavare l’auto, mi sento chiamare in Italiano, “per caso tu sei Eros?”…… ci presentiamo e scopro che il mio interlocutore è Daniele che si sta recando a fare footing sulla spiaggia con sua moglie (come e piccolo il mondo!!!).
Cape Esterias è meta domenicale degli abitanti di Libreville. Da dei viaggiatori Francesi avevo avuto l’indirizzo di un Ristorante chiamato “La Marée” situato proprio sulla punta e che normalmente ospita nel prato adiacente i viaggiatori. Purtroppo però all’arrivo, troviamo un cartello che ne indica la chiusura per vacanze Avrebbe riaperto solo qualche giorno dopo.
Abbiamo fatto campo poco più avanti, vicinissimi alle abitazione di locali che hanno concesso di campeggiare contro un compenso in denaro.
Io passo la giornata riposando e scrivendo il diario. Egidio ed Olger intanto smontano l’ammortizzatore anteriore destro dell’auto di Olger. Mario ed Ivo partono alla ricerca di una rondella che serve per rimontare l’ammortizzatore. Torneranno con il vetro anteriore della Toyota KZJ 90 di Egidio, segnato da una testata di Ivo. Ivo non si era assicurato con la cintura e percorrendo una ripidissima discesa su pista ha dato una testata al parabrezza anteriore. Nei giorni seguenti dovremo sostituire il parabrezza per evitare probabili rotture percorrendo le piste del Congo nella prossima tappa.
In serata andiamo a cena in un ristorantino nei pressi del nostro campo. Ceniamo a base di pesce. Conosciamo la mamma del sedicente proprietario del terreno in cui abbiamo campeggiato e che pretende di essere pagato.
Con Daniele siamo d’accordo che ci avrebbe raggiunto l’indomani per passare la domenica con noi in riva all’oceano.
Punto GPS N0 37.135 E9 19.496
Km Fatti. 44.Campo a Cap Esterias.
02 Marzo 2014
Ci svegliamo di buon mattino: piove a dirotto. Chiaramente Daniele non verrà e concordiamo telefonicamente una cena a casa sua. Con calma smontiamo il campo e dopo aver pagato la famosa “Signora” con pasta e sughi Italiani, quindi niente denaro, ci dirigiamo con calma verso l’hotel Tropicana situato proprio sulla spiaggia a poca distanza dall’aereoporto. Qui pranziamo con dell’ottimo pesce.
Torniamo ad allestire il Campo presso il Petit Seminaire St.Jean dove ormai siamo di casa. In serata ci raggiunge Daniele con la sua macchina per portarci a casa sua, dove conosciamo la bellissima moglie d’origine Colombiana.
Daniele ci offre un’ottima cena innaffiata con dell’ottimo vino. Per tutta la serata conversiamo amichevolmente, raccontando del nostro viaggio. Torniamo poi al campo a dormire riaccompagnati dal gentilissimo Daniele.
Punto GPS N0 24.308 E9 26.868
Km. Fatti 44.
03 Marzo 2014
Al mattino, mentre Egidio Mario ed Olger vanno a cercare la concessionaria Toyota di Libreville per sostituire il vetro del parabrezza e per verificare il problema del surriscaldamento del Mitsubischi di Olger, io mi devo recare all’ufficio immigrazione per chiedere la proroga di 1 giorno dei nostri visti, con l’aiuto di Mr. Toure un amico di Daniele.
In pratica il Gabon ci aveva rilasciato il visto tramite l’ambasciata di Roma del Gabon per soli 7 giorni sulla base di una lettera d’invito della Itineris Gabon (Tour Operator locale) interpellata per avere più facilità d’ottenere il visto.
Normalmente il visto viene rilasciato per un minimo di 30 gg. dalla data d’arrivo; ne è la prova il secondo visto ottenuto a Libreville che ha una validità di 30 giorni.
Ebbene, il nostro visto scadeva lunedì 03 Marzo 2014,alle ore 24 e noi avevamo il volo alle ore 03:10 di Mercoledì 05 Marzo. Risultavamo quindi scoperti per 1 giorno. Il Martedì 04 Marzo 2014, contando di presentarsi in aereoporto e facendo la procedura di uscita dal paese entro la mezzanotte di Martedì, notare anche che sul passaporto il visto era spendibile sino al 16 Marzo 2014, a questo punto Daniele mi aveva indirizzato e procurato un appuntamento con un suo amico Maliano (Toure) che vive in Gabon e che ha delle conoscenze nell’ufficio dove vengono rilasciati i permessi di soggiorno ed i visti per i non residenti, mai e poi mai avrei pensato che noi avremmo dovuto rifare completamente un nuovo visto, in passato mi era successo in altri paesi di aver bisogno di estendere per alcuni giorni un visto bastava recarsi all’immigrazione e con una scrittura sul passaporto od una lettera da presentare all’immigrazione in uscita dal paese di norma veniva concessa una proroga di alcuni giorni, il tempo minimo necessario per uscire dal paese.
Purtroppo il Gabon ha una Burocrazia in tema d’immigrazione molto rigida e non concede nessuna proroga , quindi deve essere richiesto un nuovo visto con tanto di domanda di presentazione, dei motivi della richiesta etc.etc, per farvela breve ci ho passata tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio.
Con i compagni di viaggio ci eravamo dati appuntamento presso gli uffici dell’immigrazione. Nonostante il tempo impiegato per sistemare le auto, quando mi hanno raggiungo hanno dovuto attendere ancora diverse ore all’esterno degli uffici.
Senza l’aiuto di Toure, sicuramente avremmo dovuto ritornare il giorno successivo
Ironia della sorte: alla fine abbiamo ottenuto un nuovo visto con validità di 30 gg. che è lo standard, Non capisco ancora oggi, perchè l’ambasciata del Gabon di Roma non abbia seguito la stessa procedura.
Sono finalmente tornato al campo. Recuperata l’auto mi sono diretto al Tropicana Hotel dove avevo prenotato le camere per la notte e dove mi ha raggiunto il resto del gruppo.
Cena in una Pizzeria Italiana in piacevole compagnia di Daniele e Signora
Punto GPS. N0 26.980 E9 24.719
Km. Fatti con la mia auto 20
04 Marzo 2014
Ultimo giorno in Gabon. Sveglia di buon ora; entro le 11 dobbiamo lasciare le camere. Dopo colazione rifacciamo i bagagli separando quello che resterà in auto e quello che riporteremo in Italia. Carichiamo le auto e spostiamo le nostre valigie dalla camera ad uno sgabuzzino-ripostiglio; ritireremo i bagagli alle h. 23 per andare in Aereoporto.
Pranziamo con Giovanna ed una sua collega al Tropicana e nel pomeriggio andiamo a parcheggiare le auto presso la Brain Forest, una ONG collegata alla ONG “ Alisei”.
Con Daniele e Moglie ci troveremo questa sera ancora a casa loro per un’ultima cena al lume di candela in quanto dopo le ore 20 a Libreville viene tolta la corrente per una questione di risparmio energetico.Ecco le nostre tre auto Parcheggiate a Libreville, ci staranno per 4 mesi.
La serata in casa di Daniele è stata piacevolissima e come sempre Daniele si è dimostrato disponibilissimo: dopo cena ci ha riportati in Hotel a recuperare i bagagli e successivamente ci ha accompagnati in aereoporto. In aeroporto abbiamo avuto una discussione animata con alcuni poliziotti a causa di uno incidente nato da un malinteso durante le scarico dei bagagli. Fortunatamente il tutto si è concluso con una stretta di mano. (Nota bene – in aeroporto lo scarico dei bagagli deve avvenire a motore acceso e non si può sostare neppure per pochi minuti, per motivi di sicurezza)
Salutiamo quindi Daniele. Passiamo i soliti controlli e alle ore 03:10 del 05 Marzo 2014, un volo Turkisch Airlines ci riporterà in Italia. Arriviamo a Milano Malpensa lo stesso giorno alle ore 17:55.
Punto GPS N0 26.412 E9 26.257
Km. Fatti. 8
NOTIZIE UTILI
Essendo il nostro un viaggio a tappe con delle date precise di partenza e rientro in Aereo, e non avendo chiaramente tempo di farli in corso di viaggio, tutti i visti li abbiamo fatti tramite Agenzia a Roma presso le varie ambasciate.
Nota importante è indispensabile avere la Vaccinazione contro la febbre gialla per tutti e sei le Nazioni che vengono attraversate.
GHANA: | Costo del visto 50 Euro |
Validità 30 gg. di permanenza | |
Periodo climatico migliore da Dicembre a Febbraio. | |
Assicurazione RCA carta Brune Cedeao | |
Carnet de Passage en Douane Obbligatorio |
TOGO: | Costo del visto 52 Euro |
Validità 3 mesi dalla data di emissione del visto | |
Periodo climatico migliore da Dicembre a Febbraio. | |
Assicurazione RCA carta Brune Cedeao | |
Carnet de Passage en Douane non necessario |
BENIN: | Costo del Visto 50 Euro |
Validità 30 gg. di permanenza | |
Periodo climatico migliore da Dicembre a Gennaio | |
Assicurazione RCA carte Brune Cedeao | |
Obbligatoria una prenotazione Alberghiera confermata dal Benin | |
Carnet de Passage en Douane non necessario |
NIGERIA: | Costo del visto 170 euro |
Validità 30 gg. di permanenza | |
Obbligatoria lettera dove viene indicato lo scopo del viaggio, le varie città dove si prevede di passare e tassativa prenotazione Alberghiera* | |
Periodo climatico migliore da Dicembre a Gennaio | |
Assicurazione RCA carte Brune Cedeao | |
Carnet de Passage en Douane Obbligatorio |
CAMERUN: | visto fatto al consolato di Firenze in giornata |
Costo del visto 130 euro | |
Validità da 30 gg a 90gg. di permanenza | |
Periodo climatico migliore da Dicembre a Gennaio | |
Assicurazione Pink Card. Cemac. (noi non l’abbiamo stipulata) | |
Carnet de Passage en Douane Obbligatorio |
GABON: | Costo del Visto 50 Euro |
Validità 30 giorni di permanenza dalla data d’arrivo | |
Necessaria la prenotazione Alberghiera, i biglietti aerei A/R, o l’invito di un tour operator locale, cosa che io avevo fatto fare in originale il problema è nato quando a Roma in base al programma che era fittizio e serviva solo per ottenere il visto descriveva il nostro soggiorno in Gabon per 7 giorni il tempo necessario per transitare in Gabon (avevamo in un primo momento programmato di raggiungere Windoek in Namibia) senza nemmeno raggiungere Libreville, poi quando Enzo si è ritirato dal viaggio abbiamo deciso di fare tappa a Libreville ma ha quel punto l’invito era già stato fatto e l’ambasciata del Gabon a Roma aveva dato il visto per 7 giorni, e non il visto di 30 gg. | |
Assicurazione Pink Card. Cemac. (noi non l’abbiamo stipulata) | |
Carnet de passage en Douane Obbligatorio |
Nota per le prenotazioni Alberghiere tassative per NIGERIA e GABON
Non e facile farle in Internet, bisogna fare delle prenotazioni con catene alberghiere internazionali che operano anche in Europa, (tipo Le Meridien- Golden Tulip. Etc.etc-); l’importante e che una volta ricevuto il Passaporto con il visto qualcuno a casa annulli le prenotazioni qualche giorno prima dell’arrivo, importante anche scegliere Alberghi che non richiedono anticipi o penali d’annullamento.
Nota su le mappe GPS della T4A Maps Sud Africane.
Segnalo che in alcuni stati delle zone da noi attraversate tipo la Nigeria le mappe Non sono aggiornate e sono anche imprecise, la stessa Toponomastica e molto datata, quindi e indispensabile viaggiare con le vecchie e care carte del tipo cartacee o mappe digitalizzate aggiornate.
Ringraziamenti:
Ringrazio Daniele, Diplomatico Italiano a Libreville per la genuina ospitalità ricevuta e per l’aiuto a districare la matassa dei visti scaduti e per la prenotazione alla Mitsubischi di Libreville
Ringrazio anche Giovanna, per l’interessamento avuto in modo che noi a Libreville trovassimo un posto sicuro dove lasciare le nostre Auto.