Eccoci qua, appena tornati da un viaggio magnifico. Ci vorranno almeno due mesi prima di rimettere a posto le idee e sopratutto le emozioni.
Sarà moto difficile parcheggiare la moto in cantina ed estirparle le minuscole particelle di sabbia che si sono insinuate ovunque. Sarà doloroso, ognuno di quei granelli racconta un metro di deserto, di uno sguardo verso il vuoto apparente, un nulla che in realtà nasconde vita e sensazioni.
Sono tornato in Africa con l'idea di aver già visto qualcosa di grande, di averne già colto il sapore, invece, come sempre accade, torno con gli occhi illuminati di un bambino davanti ai suoi giocattoli. Non sapevo nulla, non avevo visto nulla, quanto siamo piccoli al cospetto di una terra così ostile, ma altrettanto ammaliante.
La cosa che mi ha stupito di più? Avrò modo di tediarvi con il mio racconto, ma per ora mi riaffiora fortissimo il ricordo dei movimenti quotidiani di Shariff, la nostra guida Tamachek.
Mi hanno colpito il suo modo semplice di fare le cose, dal normale lavarsi al più complesso stile nel preparare il Te. Poi la sua economia nei mezzi, la sua semplice quotidianità. E' un ricordo che rimarrà indelebile nel mio cervello come il soffio del vento che scalfisce la vetta di una duna ...
Qui trovate una prima selezione di foto ...
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