Les ravisseurs d'Al-Qaïda des 2 touristes autrichiens seraient au Mali I rapitori di Al-Qaïda dei 2 turisti austriaci sarebbero in Mali
I rapitori di due turisti austriaci tolti il 22 febbraio in Tunisia per un gruppo di Al-Qaïda avrebbero raggiunto il Mali coi loro ostaggi dopo avere attraversato l'Algeria e la Libia, ha annunciato martedì il quotidiano algerino Annahar sul suo sito internet. "I rapitori dei due turisti austriaci sono riusciti a raggiungere il Sahel, attraverso l'Algeria e la Libia e riguadagnato la loro base posteriore in Mali", ha affermato Annahar, citando delle "sorgenti concordanti" in Algeria. La traversata è durata quattro giorni, ha precisato.
Queste notizie non erano potute essere confermate martedì alla fine del pomeriggio di sorgenti ufficiali ad Algeri, Bamako o Vienna. "Non siamo ancora informati della presenza degli austriaci e dei loro supposti rapitori sul nostro territorio", ha indicato una sorgente dei servizi di sicurezza del Mali.
I rapitori ed i loro ostaggi erano stati segnalati prima nella zona di frontiera di Tébessa ed Oued Souf, all'est dell'Algeria, dove l'esercito tentava di localizzarli, secondo Annahar.
Andrea Kloiber, 44 anni, e Wolfgang Ebner, 51 anni, tolti in Tunisia, erano stati condotti in territorio algerino in una zona "calda", teatro da quattro settimane di un vasto bracco contro gli islamici, mirando particolarmente Oum Kmakem, una regione montagnosa di cui Al-Qaïda vorrebbe fare un "santuario" per le sue operazioni nei due paesi vicini.
I rapitori di cui il numero non è conosciuto, rialzerebbero della regione sud di Al-Qaïda, collocata sotto il comando del "emiro" (capo, Yahyia Abou Ammar, secondo il quotidiano,).
Il gruppo di Abou Ammar è l'istigatore presunto dell'assassinio di quattro turisti francesi, uccisi in Mauritania il 24 dicembre 2007.
L'esercito algerino avrebbe "canalizzato i rapitori verso la Libia ed il Mali dove le possibilità di negoziato con le autorità austriache per un'eventuale liberazione degli ostaggi sono più grandi", ha indicato all'AFP Anice Rahmani, direttore di Annahar.
Algeri avrebbe evitato così di accerchiare i rapitori al rischio di mettere in pericolo gli ostaggi, e non voleva riparare sul suo territorio un negoziato per la loro liberazione, secondo M. Rahmani.
L'Austria non ha ricevuto ancora di rivendicazione" dei rapitori, ha dichiarato martedì il ministro degli Interni Günther Platter.
In un comunicato diffuso su internet, Al-Qaïda aveva avvertito lunedì che "ogni tentativo di intervento militare dell'Algeria metterebbe in pericolo la vita dei due austriaci", lasciando sentire che i due ostaggi si trovavano ancora in questo paese.
L'Austria aveva chiesto all'Algeria ed alla Tunisia di non intervenire militarmente per proteggere la vita degli ostaggi.
Secondo la stampa austriaca, la coppia aveva dato segno di vita per l'ultima volta il 18 febbraio, chiamando da Tataouine (sud-est tunisino), Bernhard Ebner, figlio di un specialista tedesco del deserto. Doveva ricordare il 25, ma non l'ha fatto, lanciando le ricerche.
Nel maggio 2003, l'esercito algerino era intervenuto per liberare degli ostaggi occidentali tolti dal Gruppo salafistes per la predicazione ed il combattimento (GSPC), radunati nel settembre 2006 ad Al-Qaïda. Diciassette di questi 32 turisti svizzeri, tedesco ed olandesi erano stati liberati a nord di Tamanrasset, estremo-sud algerino, per l'esercito algerino.
Quattordici altri erano stati liberati il 18 seguente agosto a Kidal (Mali) dopo il versamento per Berlino di un riscatto da vicino 5 milioni di euros, secondo le notizie mai confermate ufficialmente. Un ostaggio tedesco aveva trovato la morte nel deserto fine giugno dei seguiti di un'insolazione.
Il principale istigatore di questa presa di ostaggi spettacolari era l'islamico algerino Amari Saïfi, detto Abderrazak "El Para", ordinanza in Ciad nel 2004 e rimise all'Algeria. è da in detenzione nell'attesa di un processo annunciato e rimisi a più riprese