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#70196 - 03/09/04 10:03 AM MALARIA
fastrek Offline
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Registered: 03/12/02
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Loc: Brescia
Turista in coma salvato da un farmaco antimalaria introvabile in Italia

Cronistoria degli avvenimenti
La malaria uccide anche in Italia
L'artemisina e i suoi derivati




Per informazioni: infomali@unaltromondo.it




Gianni Onidi si ammala di malaria cerebrale al ritorno dal Mali ed entra in coma. Solo “casualmente” viene procurato l'arthemeter, un derivato dell'artemisina prodotto in Belgio e non previsto nei protocolli terapeutici ufficiali italiani. Dopo due dosi del medicinale, Onidi esce dal coma e riprende conoscenza.
I familiari devono però procurarsi le dosi necessarie a completare la cura, direttamente in Belgio, presso la casa farmaceutica che produce l'arthemeter. La guarigione avviene in undici giorni, senza effetti collaterali.
Dopo aver preso l'ultima dose di arthemeter, il paziente viene dimesso dall'ospedale.

Cronistoria:
Gianni Onidi e la moglie Marcella rientrano in Sardegna sabato 10 gennaio 2004, dopo aver passato una decina di giorni in Mali.
Giovedì 15 gennaio Gianni inizia ad avere la febbre piuttosto alta (39-40): essendo un periodo in cui imperversa la solita influenza invernale, in un primo momento, si pensa che non sia nulla di grave, per cui la terapia si limita all’assunzione di tachipirina.
I risultati ottenuti sono solo dei momentanei cali della temperatura.
Lunedì 19 gennaio Gianni si rivolge quindi al medico di famiglia, informandolo naturalmente del viaggio appena fatto in Africa. Il medico gli consiglia un esame del sangue, da farsi il venerdì 24 Gennaio.
Il lasso di tempo che intercorre tra la visita e l’ipotesi di prelievo è dovuto al fatto che nel paese di residenza di Gianni i prelievi si fanno una sola volta alla settimana.
Martedì 20 gennaio, durante la notte, Gianni alzatosi per andare in bagno, cade perdendo parzialmente conoscenza.
La mattina di mercoledì 21, quindi, Marcella porta Gianni all’ospedale di Cagliari. Presso il pronto soccorso, Gianni perde un’altra volta conoscenza. Viene ricoverato, si fanno le prime analisi e gli viene diagnosticata la malaria.
I medici si mostrano comunque molto tranquilli e assicurano Marcella che le avrebbero restituito il marito come nuovo, nel giro di una settimana: c’è solo da fargli una trasfusione ed poi si inizia la terapia.
Marcella, tranquillizzata dai medici, prende accordi con Gianni per sentirsi l’indomani mattina e rientra a casa (era già sera e il paese di residenza dista da Cagliari circa 50 Km).
Giovedì 22, verso le 9.30, non avendo avuto notizie da Gianni, Marcella telefona in ospedale per avere informazioni sul suo stato clinico, ma in base alla legge sulla privacy non è possibile darle alcuna informazione, tranne che Gianni non può parlare al telefono in quanto in stato confusionale. Naturalmente Marcella si precipita all’ospedale e qui trova Gianni in stato di incoscienza e che vomita. Il medico di turno dice a Marcella che Gianni è molto grave, che lo striscio (esame tipico per la malaria) ha evidenziato una percentuale altissima di plasmodi nel sangue e che questi sono anche presenti a livello celebrale. Gianni è in coma, per cui deve essere ricoverato in terapia intensiva.
Non essendoci un posto libero né presso l’ospedale in cui è ricoverato, né presso le altre strutture ospedaliere di Cagliari, viene deciso il trasferimento presso un piccolo ospedale della provincia. Gianni viene quindi intubato e trasferito all’ospedale di San Gavino.
Ovviamente Gianni di queste fasi, una volta risvegliatosi dal coma non ricorderà nulla, i suoi ultimi ricordi si fermano alla serata precedente, quando, dopo la trasfusione, si è ritrovato con le gambe e il busto pieni di macchie rosse. Anche in questo caso il medico di turno lo tranquillizza, dicendogli che può essere una normale reazione alla trasfusione stessa. Viene quindi iniziata la terapia a base di chinino.

Verso le ore 14 della stessa giornata, la notizia della grave situazione di Gianni comincia a diffondersi tra parenti e amici.
La cognata di Gianni, Laura, pensa che sia importante trovare il modo di informare i compagni di viaggio di Gianni e Marcella della situazione in cui si trova Gianni, in modo che siano prudenti, non sottovalutando gli eventuali stati febbrili. Attraverso un giro di telefonate viene contattato Michele M. che si impegna ad avvisare gli altri partecipanti al viaggio stesso. Michele è responsabile dell’associazione che ha organizzato il viaggio, e che è tra le promotrici della Campagna Internazionale Stop Malaria.
Nel tentativo di dare una mano a Gianni, Michele telefona ad un’amica il cui marito ha sofferto dello stesso tipo di malaria tre anni fa.
Qui la prima coincidenza: in macchina con lei, si trova Alessandro M., incontrato il giorno stesso per la prima volta. Anche Alessandro ha sofferto di malaria cerebrale quando si trovava in Africa due anni prima, nonostante avesse seguito la profilassi a base di meflochina. La sua guarigione si è prodotta grazie ad un medicinale a base di artemetrina: l’Artemether, prodotto in Belgio, ma introvabile qui in Italia (come nel resto delle farmacie europee…).
Il nome completo del farmaco è Arthemeter 1 ML injectable 80 MG/ML e la casa farmaceutica è la Dafra Pharma,
Seconda coincidenza: Alessandro ha conservato con sé 10 fiale di questo medicinale.
Michele e Alessandro (entrambi si attivano mandando un fax alla casa farmaceutica belga, produttrice del farmaco, chiedendo informazioni sulla compatibilità tra il loro farmaco e la terapia a base di chinino e lasciando il loro recapito telefonico (essendo ormai notte profonda).
Terza coincidenza: il giorno seguente il fratello di Gianni, Luciano, parte per la Sardegna e quindi può facilmente trasportare con sé il medicinale, consegnato alle 2 di notte da Michele, con la relativa documentazione scaricata da siti internet di riviste mediche inglesi e statunitensi.

Venerdì 23 verso le 9.30 Luciano arriva all’ospedale di San Gavino: trova il coraggio di parlare con il medico di turno, mostrando il farmaco e la sua documentazione.
Verso le 11.30 il primario dott. B. ci chiama nel suo studio e ci spiega che la malaria contratta da Gianni nel Mali è di tipo chinino resistente, che da ricerche da lui svolte su internet, risulta appunto molto diffusa nel Mali. Risulta inoltre che l’OMS consiglia proprio l’uso del farmaco dato da Alessandro e che presso il sito del centro per le malattie infettive di Atlanta (USA) è presente anche la modalità di somministrazione dello stesso.
Possiamo quindi dire con tutta sicurezza che la quarta coincidenza è quella di aver trovato un medico primario che ha saputo ascoltare e capire le richieste dei familiari.
Come abbiamo detto sopra il farmaco non esiste in Italia, non è menzionato nei protocolli nazionali.
Per questo motivo il primario ha dovuto chiedere l’autorizzazione al suo direttore sanitario ed aspettare la sera, per verificare (tramite lo striscio) che la terapia a base di chinino non avesse diminuito in alcun modo la presenza di plasmodium falciparum (l’agente responsabile della malaria) nel sangue.
La sera quindi, il primario decide di iniziare la nuova terapia a base di Artemether.
Sabato 24, Luciano e Marcella arrivano all’ospedale verso le 9 e vengono informati dal primario che Gianni è già uscito dal coma!
Ci si rende immediatamente conto le 10 fiale di Artemether non sono sufficienti per la terapia completa consigliata dall’OMS e che entro martedì sera è necessario procurarsi delle nuove fiale.
Nel dubbio che attraverso i canali ufficiali, non si riesca ad avere il farmaco nei tempi richiesti, viene consigliato alla famiglia di farsi carico del reperimento del medicinale fino in Belgio, alla sede della casa farmaceutica, la Dafra Pharma.
Intanto la domenica 25 la situazione sanitaria di Gianni continua a migliorare: la respirazione diventa autonoma.
Lunedì 26 Alessandro e Pino (un altro fratello di Gianni) vanno in Belgio presso la casa farmaceutica che gli fornisce sia le fiale mancanti di Artemether, che delle compresse (sempre a base di Artemetrina) che loro consigliano come continuazione della terapia.
Lo stesso giorno il nuovo striscio mostra che la presenza di plasmodium è quasi nulla!
Non si evidenziano inoltre effetti collaterali.
Il martedì 27, Pino recapita il farmaco al primario: la terapia può continuare senza interruzioni !!
Infine il 4 febbraio 2004 Gianni Onidi prende l’ultima dose di artemetrina e viene dimesso dall’ospedale.

Se da un lato ci si rallegra per il lieto fine, dall’altro non si può fare a meno di indignarsi di fronte al fatto che il vero salvatore della vita di Gianni sia stato il “caso”: anche se è stato certamente aiutato dalla solidarietà di molti, è stato proprio lui il protagonista di questa vicenda.




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PIETRO

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#70197 - 03/09/04 02:28 PM Re: MALARIA
Peter Komanns Offline
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Registered: 01/19/03
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Loc: Vimercate,MI
Su questo stesso forum, argomento "Trattamento della malaria" trovi tutte le notizie sul RIAMET della Novartis Pharma, che e' proprio il farmaco a base di artemisia che cura la malaria e la debella in qualche giorno.

Purtroppo si trova solo in svizzera (io l'ho comperato a Chisso, 5km dalla frontiera con l'Italia) e costa una fulminata, tipo CHF 64,00, pero' una confezione da 24 e' gia' la dose completa per arrivare a finire il trattamento.

l'Arthemeter e' invece il farmaco originale prodotto in Cina. I cinesi, che io sappia, avrebbero dato alla Novartis la licenza di fabbricazione e commercializzazione al di fuori della Cina per quel farmaco.

Comunque il farmaco e' sempre lo stesso e viene utilizzato per campagne antimalaria in Africa (a prezzo speciale, ovviamente!) con buon successo.

Saluti

[ 09 Marzo 2004: Messaggio editato da: Peter Komanns ]
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Peter Komanns
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#70198 - 03/09/04 02:47 PM Re: MALARIA
ag_adrar Offline
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Loc: Torino
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Messaggio inizialmente inserito da Peter Komanns:

Comunque il farmaco e' sempre lo stesso e viene utilizzato per campagne antimalaria in Africa (a prezzo speciale, ovviamente!) con buon successo.

Saluti

[ 09 Marzo 2004: Messaggio editato da: Peter Komanns ]


Sarebbe buona cosa avere i nomi dei farmaci analoghi.
E magari, sapere dove reperirli in loco, dato che a Dakar, ad es, il Coartem viene venduto a 9 euro a confezione... (cura x 1 una persona)
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Gianluigi
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#70199 - 03/09/04 04:33 PM Re: MALARIA
marko Offline
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Loc: lago maggiore
due link utili: http://www.ministerosalute.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?sub=3&id=170&are a=ministero&colore=2&lang=it
http://www.ministerosalute.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?sub=5&id=170&are a=ministero&colore=2&lang=it

di seguito la risposta della novartis che ho ricevuto tempo fa in merito al dosaggio del farmaco:

Dear Dr. Innocenti,

Our antimalarial product has two brand names:
Riamet for the industrialized countries / EU
Coartem for the endemic countries (Africa, Asia, etc.)
Riamet is not registered in Italy and you will not be able to buy it in Italy. But Coartem is registered in Mauritania and on the market.
Please find attached the dosage of Coartem for children and adults:

Coartem 6-dose regimen as oral treatment:
Therapy is delivered over 3 days: one dose is given at the time of initial diagnosis, you must take the second dose 8 hours after the first dose and subsequently twice daily (morning and afternoon) for 2 more days.

Weight (kg) Number of tablets
(each at time 0, 8h, 24h, 36h, 48h, 60h)
10 - 14 kg 1 tablet per dose
15 - 24 kg 2 tablets per dose
25 - 34 kg 3 tablets per dose
> 35 kg and adults 4 tablets per dose


Could you kindly give me your full address, we will send you our product monograph and a dosage card.

With kind regards,
Noelle Jude
(Country Liaison Manager)

Novartis Pharma AG.
Global Marketing, Tropical Medicine
WSJ-431.12
Lichtstrasse 35
CH-4056 Basel
Tel.: +41 61 3248043
Mobile: +41 79 7639053
Fax: +41 61 3242146
e-mail: noelle.jude@pharma.novartis.com

a chi interessa posso fornire la monografia del farmaco in questione

saluti MArco

[ 09 Marzo 2004: Messaggio editato da: marko ]
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Saluti Marco

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#70200 - 03/09/04 04:44 PM Re: MALARIA
marko Offline
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Registered: 12/17/01
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Loc: lago maggiore
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Messaggio inizialmente inserito da ag_adrar:


....ad es, il Coartem viene venduto a 9 euro a confezione... (cura x 1 una persona)


colco l'occasione per andare un pò off topic.

9 euro per un paziente del terzo mondo sono ancora troppi

Copio dal sito MSF:
"La terapia ACT attualmente costa molto di più di altre terapie standard; inoltre, le scorte del farmaco sono ancora limitate. Ma questi due ostacoli possono essere superati. E' infatti economicamente possibile finanziare la terapia ACT per tutta l'Africa e tecnicamente possibile aumentare gradualmente la produzione. Ciò che manca è la volontà politica. E se questa situazione non cambia, la gente continuerà a morire inutilmente per aver assunto farmaci che non funzionano più."

Il problema soldi

Il prezzo della ACT è attualmente molto superiore di quello della monoterapia con clorochina. Il costo per sottoporre un adulto a trattamento con monoterapia di clorochina o SP è di circa 10 centesimi di dollaro. I prezzi più bassi offerti ad organizzazioni umanitarie e governative per una terapia combinata artesunato- amodiachina erano di circa 1,50 dollari. Ma, considerando le tendenze attuali dei prezzi e l'esperienza storica, MSF ritiene che il prezzo della combinazione artesunato-amodiachina dovrebbe arrivare a 50-80 centesimi di dollaro entro il 2004-2005.5 Man mano che aumenteranno gli ordini del farmaco, il prezzo della ACT scenderà, e diventerà sempre più accessibile.

I poveri, che rappresentano la maggioranza dei malati di malaria, non possono permettersi di pagare molto più di quanto pagano ora per le loro vecchie terapie, così sono necessarie delle sovvenzioni da parte dei governi nazionali con l'aiuto di donatori internazionali.

MSF ritiene che la fornitura di ACT per tutti i paesi africani che ne hanno bisogno costerebbe oggi, ai prezzi correnti del farmaco, circa 100-200 milioni di dollari all'anno. I donatori internazionali devono intervenire per aiutare i governi a coprire questo deficit di finanziamento. MSF ritiene che ci vorrebbero solamente 19 milioni di dollari per permettere a cinque paesi - Kenya, Ruanda, Burundi, Uganda e Tanzania - di passare alla ACT invece che ad un protocollo transitorio non ottimale. Diciannove milioni di dollari possono essere un'enormità per questi cinque paesi, ma con i budget per gli aiuti degli Stati Uniti e del Regno Unito, rispettivamente 8,5 miliardi8 e 5,25 miliardi di dollari, questi importanti donatori internazionali dovrebbero riuscire facilmente a coprire le spese scoperte.

Alla raccomandazione dell'OMS di usare la ACT, dell'aprile del 2001, non è seguita la garanzia dei fondi necessari per stimolare i produttori europei, indiani, africani, vietnamiti e cinesi ad aumentare gradualmente la produzione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, i donatori e i governi coinvolti devono lavorare insieme per stimolare la produzione di ACT e collaborare con nuovi produttori, aiutandoli a soddisfare gli standard di qualità dell'OMS.
In Vietnam, dove cresce la maggior parte delle piante di Artemisia e dove si estrae la materia prima, gli agricoltori sono disposti a dedicare ancora più spazio a questa pianta remunerativa, se hanno la garanzia che vi sarà richiesta del prodotto.

Il processo di prequalificazione dell'OMS, che certifica i produttori qualificati, sta ora esaminando prodotti e infrastrutture. Ma il futuro del processo di prequalificazione è a rischio per mancanza di finanziamenti a lungo termine.

Sarà necessaria una volontà politica e un impegno esplicito per dare avvio ad un ciclo basato sulla domanda di materia prima e di prodotti finiti per ACT di qualità."

fonte: Medici Senza Frontiere

[ 09 Marzo 2004: Messaggio editato da: marko ]
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Saluti Marco

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#70201 - 03/10/04 08:51 AM Re: MALARIA
Mauro R. Offline
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Registered: 06/19/02
Posts: 146
Loc: Cipro
Domanda forse banale, pero` mi interessa sapere il perche`, visto che i casi di malaria al ritorno da viaggi in paesi tropicali sono oramai frequenti (e ogni tanto qualcuno, purtroppo, non ce la fa`)questo farmaco non e` certificato in Italia visto che il turismo in paesi a rischio di malaria e` oramai abbastanza comune.

Ciao!

Mauro

[ 10 Marzo 2004: Messaggio editato da: Mauro R. ]

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#70202 - 03/10/04 09:12 AM Re: MALARIA
ag_adrar Offline
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Registered: 01/10/02
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Loc: Torino
Quote:
Messaggio inizialmente inserito da marko:


colco l'occasione per andare un pò off topic.

9 euro per un paziente del terzo mondo sono ancora troppi

[ 09 Marzo 2004: Messaggio editato da: marko ]


Ciao Marko,
hai ragione... anche se per noi sono pochi, per un locale spesso e' una cifra fuori portata \:\(

C'e' pero' una considerazione da fare:
con l'equivalente del costo per due confezioni, acquistate magari in Svizzera, e' possibile acquistarne una decina... e regalare in loco, a chi ne ha bisogno, quelle in esubero ;\)
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Gianluigi
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#70203 - 03/11/04 09:22 PM Re: MALARIA
kalahari Offline
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Registered: 06/09/02
Posts: 87
Loc: torino
Da una ralezione del Dr. Hans Martin Hirt - Coordinamento di Anamed (Azione Medicina Naturale)

L'isolamento della molecola purificata di Artémisinine dalla pianta medicinale cinese Artemisia annua (1972) e l'utilizzo dei suoi derivati semi-sintetici hanno allargato le possibilità di trattamento curativo della malaria. Molti studi condotti nei paesi tropicali hanno già provato l'efficacia delle medicine a base di Artemisia.

Attualmente, le medicine derivate da artémisinina sono anche disponibile nelle grandi città africane. Nelle città come Kampala (Uganda), Nairobi (Kenia), il prezzo di vendita di queste medicine varia da 10 a 15 dollari ed è inaccessibile alla maggioranza della popolazione.

Le varietà ibride di Artemisia annua sono attualmente coltivate in alcuni paesi, come il Madagascar e la Tanzania per l'esportazione commerciale. E la nostra esperienza ha appena rivelato che una varietà ibrida particolare che abbiamo chiamato "Artemisia annua anamed" o "A-3", può essere coltivata in Africa centrale. Così, dal 1997, Anamed si occupa di condurre ricerche sul tasso di artémisinina delle foglie di questo ibrido, sulle possibilità di coltivare la varietà localmente e anche sul suo utilizzo nel trattamento curativo della malaria.

In questo documento riassumiamo i risultati delle esperienze fatte in tre centri nella Repubblica Democratica del Congo (dove la malaria è endemica).



Risultati ottenuti

Nebobongo

La sperimentazione è stata effettuata sotto il controllo dei medici dell'ospedale locale.

Dei 48 pazienti seguiti, che presentavano una parassitemia positiva al Plasmodio falciparum, 44 (= 92%) sono guariti dalla malaria dopo 5 giorni di trattamento con la tisana, presentando un sangue completamente liberato da parassiti.

I pazienti non hanno presentato effetti collaterali ragguardevoli e nessuno ha avuto una ricaduta di malaria.

Lwiro, Bukavu

91 pazienti sono stati trattati col tè di Artemisia Annua per 5 giorni al Centro Sanitario Talkis, sotto il controllo di un biologo. Seguendo il trattamento, il parassita è scomparso dal sangue di 86 pazienti (= 95%).

In questa regione dove la malaria è endemica, il 50% dei pazienti ha accusato una re-infezione dopo 4 mesi.

Kinshasa

21 pazienti sono stati curati, per 7 giorni, con la tisana di Artemisia, nel centro sanitario della Croce Rossa e 20 di loro sono guariti completamente con scomparsa totale dei segni clinici di malattia.


Discussione

Le osservazioni fatte nei tre centri sanitari nella Repubblica Democratica del Congo provano l'efficacia della tisana di Artemisia annua per il trattamento della malaria. I dati di questo lavoro mostrano una guarigione totale di oltre il 90% dei pazienti, se si prende in considerazione come criterio di giudizio l'assenza delle forme asessuate di plasmodio all'ultimo giorno di trattamento. Gli effetti secondari sono stati giudicati trascurabili dalla grande maggioranza dei pazienti. I soggetti trattati erano autoctoni, dunque soggetti semi-immuni.

I risultati positivi ottenuti da questo studio costituiscono una nuova alternativa accanto alla clorochina o al chinino.

Nell'insieme, i risultati di ciascuno di questi tre centri provano l'efficacia della tisana di Artemisia. Nelle regioni in cui l'approvvigionamento di medicine anti-malaria è assolutamente impossibile, questo trattamento avrebbe una grande importanza, se l'Artémisia potesse anche essere coltivata localmente.

È importante considerare che la tisana di Artemisia non è una nuova scoperta, essa è stata largamente utilizzata nella medicina tradizionale cinese contro la malaria e il pericolo di effetti collaterali indesiderati è più trascurabile che con la nuova medicina di sintesi. Per il fatto che l'utilizzo dell'Artemisia annua è completamente una novità nella medicina tradizionale africana, si dovrà attribuire più importanza alla determinazione dei suoi effetti indesiderati.


Utilizzo su grande scala? Pro e contro

Svantaggi: è noto che piante molto efficaci possono anche, in generale, comportare effetti indesiderati gravi. Somministrata in quantità corrette, la molecola isolata di artémisinina non induce alcun effetto indesiderato, ma l'utilizzo della tisana senza molte precauzioni porterebbe allo sviluppo di resistenze.

Vantaggi: l'urgenza si impone. Ogni 12 secondi che passano, una persona al mondo muore di malaria. Le difficoltà di coltivazione dell'Artemisia annua e il gusto fortemente amaro della tisana assicurano che non ci saranno abusi nell'impiego di questa pianta.

La decisione sulle possibilità di estendere la coltura di Artemisia annua in un paese determinato deve essere riservata alle autorità nazionali. L'analisi di alcuni fattori, come da un lato l'efficacia d'azione e dall'altro i rischi d'utilizzo, costituisce una tappa importante nel cammino verso l'indipendenza dinanzi alle industrie farmaceutiche multinazionali, la libertà d'espressione per la promozione della salute e per più democrazia nel settore sanitario.

Coordinamento Programma malaria anamed:
Dr. Hans-Martin Hirt, Schafweide 77, D-71364 Winnenden, Germania http://www.anamed.org

_______________________________

forse questa puo' essere la strada giusta per l'africa, personalmente ho usato il te di artemisia (comprato dai San in namibia) durante un febbrone influenzale e confesso che ne sono rimasto entusiasta, zero effetti collaterali, rimesso in piedi in poche ore. Ovvio che la mia esperienza non ha nulla di scientifico, inoltre era influenza e non malaria, ma ....
_________________________
L200 - Mosi-oa-Tunya (il fumo che tuona)

“Il tempo in Africa sta per terminare ma, anche se un po’ mi rattrista, mi consola sapere di avere imparato a ritornarci…….”

dal diario del Kalahari di Simo "pulce" (l'altra passeggera del L200)

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#70204 - 03/12/04 11:18 AM Re: MALARIA
Senio-S Offline
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Registered: 04/08/03
Posts: 194
Loc: Siena
Quote:
...ma l'utilizzo della tisana senza molte precauzioni porterebbe allo sviluppo di resistenze.


In quanto tempo può accadere questo?
Hai idea?
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Senio
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#70205 - 05/26/04 04:48 PM Re: MALARIA
ag_adrar Offline
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Registered: 01/10/02
Posts: 1172
Loc: Torino
Alcune news dall'Africa sul tema "cura e prevenzione..."
Originale del 25-5-04 su: The Cape Argus

University of Cape Town (UCT) researchers have found a more effective way of killing malaria parasites than quinine, offering new treatment hope to people with severe malaria in remote areas.

With about 3 000 people dying daily from malaria, most of them children, the new treatment promises far-reaching health implications, especially in sub-Saharan Africa where almost all (90 percent) of malaria cases occur.

The new study, by Dr Karen Barnes of UCT's department of pharmacology and colleagues in South Africa and Malawi, found that a simple suppository could save the lives of people with malaria while they travel to reach hospital treatment.

Called artesunate and given as a suppository, the drug will, according to Barnes, help address the fact that a large number of people with severe malaria are too ill to swallow malaria tablets, and so would need injections to keep them alive.

'This delay can cost them their lives, as severe malaria progresses rapidly'
But for those living in remote areas, the journey to a facility to get these injections could be hours, if not days away.

"This delay can cost them their lives, as severe malaria progresses rapidly," she said.

Artesunate is a derivative of the active ingredient artemisinin, found in the plant Artemesia annua (sweet wormwood), which has been used for more than a thousand years as a treatment for fever in China.

The results of Barnes's study, published in the latest edition of The Lancet, said "a single rectal dose of artesunate is associated with rapid reduction in parasite density in adults and children with moderately severe malaria, within the initial 24 hours of treatment".

Barnes said in the article that the option was a useful alternative way to start treatment in patients who couldn't swallow medication. Many patients with malaria may be vomiting severely, or, in the case of cerebral malaria, may be comatose.

'The WHO has submitted the product to the most rigorous authorities'
The suppository treatment was particularly important in cases where injections were unavailable.

UCT said in a statement that Barnes and her colleagues had compared their suppository treatment with the current standard of quinine injections, and found their option more effective in killing malaria parasites. The two treatments were however, clinically equivalent.

"The study also found rectal artesunate treatment to be safe and readily acceptable to patients and their families," the university said.

Barnes said her study was unusual because the World Health Organisation (WHO) had taken responsibility to develop the product, a reflection of the desperate public health need.

"The WHO has submitted the product to the most rigorous authorities, including the United States's Food and Drug Administration, so that once it's registered by these big authorities, it'll be much quicker and easier for African countries to make it available," she said.

The final components of the application are expected to be submitted soon, and Barnes said they hoped it would be registered for use by the end of the year.

The drug is being tested on 10 000 patients in Bangladesh, Ghana and Tanzania to determine whether it reduces the number of deaths from malaria if it is made widely available.

Next year they plan to test the drug on patients even more ill with malaria than the ones in Barnes's study, to determine its efficacy in different circumstances.

In South Africa, Barnes said, there were "very small" numbers of cases of malaria relative to the rest of Africa.

KwaZulu-Natal underwent a particularly severe malaria epidemic between 1996 and 2000 when the first-line treatment was changed to a new artemisinin-based combination drug called Coartem, and the insecticide DDT was reintroduced in a bid to stem it.

"The effect was massive. The number of cases of malaria there was reduced by more than 80 percent," she said.

Plans for dispensing the new suppository are envisaged to start at clinic level in Africa.

"If clinic use goes well, the next step would see these suppositories dispensed by community health workers, and if that goes well too, then we could look at home-level treatment.

"This appears to be a very safe and easy treatment method, especially compared with injectable treatment, considering the amount of training and time available to the lowest level of healthcare workers across this continent," Barnes said.
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Gianluigi
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