è disponibile "gratis" apparecchiatura radilogica un pò datata e quindi a bassa tecnologia adatta a ospedali africani dove non ci sono tecnici troppo specializzati per la sua manutenzione.
Se qualcuno sa dove e come farla arrivare da qualche parte si eviterà di farla andare in discarica dove risulta inquinante quando può essere ancora utile a qualcuno...

Ho spostato questo 3ad qui dal bar, dove era stato messo.

Penso che qualcuno possa averne bisogno, magari Luca per BnD ?

Saluti

la cosa potrebbe essere molto interessante, ma bisogna valutare bene l'apparecchiatura, è ancora perefettamnete funzionante? chi insegna e spiega corretamnete il suo funzionamento? tante volte non è sufficente far vedere il funzionamente ma bisogna lavorare insieme e considerare i vari casi che si possono presentare di volta in volta.
secondo me questi sono due aspetti da non sottovalutare.
ciao

In effetti il problema oltre al trasporto, e più che l'istruzione del personale che la utilizzerà, è la neccessaria manuntezione da parte di tecnici specializzati per il corretto funzionamento.
Si tratta comunque di bassa tecnologia l'attrezzatura è degli anni 60/70
L'ideale sarebbe trovare un ospedale che avendo già altre atrezzature ha già il suo giro di tecnici e medici con un minimo di preparazione
altrimenti è destinata alla discarica

Allora Nicola,
dopo l'esperienza di Merzouga non ti nascondo che la possibilità recondita di ripeterla con l'attrezzatura radiologica mi attira e non poco...

Non essendo un tecnico..non posso aggiungere contributi in tal senso ma mi pongo domande di tipo "logistico".
Per esempio:
1) quali sono gli ingombri di una attrezzatura siffatta ? Basta un Defender 90 autocarro o ci vuole un pick-up ?
2) che grado di fragilità ha ?
3) Ci sono prodotti al suo interno che possono qualificare il carico come "pericoloso" con tutti i problemi che puoi immaginare alle dogane ?

Queste domande solo per iniziare...dal momento che solo avendo compiute risposte si può ipotizzare fin dove poter portare l'attrezzatura (ad es. se è fragile inutile pensare di portarla su piste accidentate...e così via...).

Estremamente curioso, attendo risposta.

cari amici di SEK sono nicola responsabile della sede romana di BnD.

poichè Luca Iotti in questo momento è in marocco per una spedizione cercherò di rispondere io all'offerta per l'apparecchiatura radiologica.

come giustamente avete già detto il vero problema non è il trasporto ma organizzare qui dall'italia la manutenzione e i materiali necessari al funzionamento (lastre, sviluppi etc.).
altro problema è l'istruzione di eventuali tecnici.

secondo me quindi la soluzione migliore è quella di contattare un ospedale già attrezzato per la radiologia ( vuol dire avere delle stanze con pareti protette da piombo contro le radiazioni) chiedendo di prendersi in carico l'attrezzatura.
ma questo spesso non è sufficente, insieme al trasporto dobbiamo riuscire a garantire anche il montaggio ed il collaudo. solo cosi saremo sicuri che il nostro aiuto non finisca a marcire insieme alle tante cose inutili che vengono spedite in Africa come "aiuti umanitari".

insomma il lavoro è un pò più complicato di portare giù un'autoambulanza, ma certamente non ci facciamo scoraggiare!!
il mio sogno sarebbe di portarla ad Agadez in Niger dove esiste l'unico ospedale degno di questo nome per tutto l'Air, dove BnD sta prendendo in carico il Centro di Sanità di Tewar il villaggio tuareg dove abbiamo già costruito la scuola.
quindi iniziamo subito a vedere come risolvere i vari problemi , perchè questo progetto è veramente molto promettente.

ciao nicola

Per la verità io (da non tecnico) avevo posto domande precise proprio sul trasporto lasciando quelle sull'aspetto tecnico a chi ne sa più di me...sarebbe bello avere risposte altrettanto precise ai quesiti relativi "la logistica" che avevo posto precedentemente...anche perchè non mi pare che dall'attenta lettura dei post precedenti ci sia stato nessuno che abbia minimizzato questo aspetto

ogni cosa va pianificata e trovo che sia essenziale costituire un team all'interno del quale ognuno si occupi di un preciso aspetto per non lasciare nulla al caso
(il sequestro dell'ambulanza alla dogana di Nador docet...con una maggiore pianificazione tale perdita di tempo poteva essere evitata...).

Ripeto il concetto per me fondamentale...dalla minore o maggiore facilità di trasporto (ed aspetti dipendenti o connessi ad esso) dipende il posto dove consegnare l'apparecchiatura e non viceversa...a meno che non la si voglia portare in aereo...ma questa è tutta un'altra storia.

[ 14 Settembre 2003: Messaggio editato da: Tuareg ]

penso che la situazione vada affrontata per gradi e con le dovute cautele, la mia fresca esperienza mi consiglia di valutare attentamnete tutti gli aspetti che sono emersi fin qui; autorizzazioni, dove portarla, trasporto, ricambi, isegnamento e non da ultimo che non sia un rottame.
chi si offre di consegnarla deve anche occuparsi degli aspetti burocratici e del trasporto, per non doversi trovare poi di fronte a richieste strane che non conosce o che non sono state approfondite.
ciao

Ragazzi, da addetto ai lavori, apprezzo molto l'idea di mandare l'attrezzatura radiologica in Africa ma temo che ci siano un sacco di difficoltà burocratiche da superare, tali da smontare i buoni propositi.
Non dimentichiamo poi la cosa più importante, che l'apparecchio quando è in funzione emette raggi X e che quindi deve essere utilizzato solo da mani esperte altrimenti diventa dannosissimo per i pazienti che si sottopongono ad esami radiologici!!!
Se mal gestito il progetto rischia di trasformarsi in un pessimo servizio per gli amici africani per cui OKKIO ragazzi!!!

per il trasporto fisico ci vuole un cassone grande ha gli ingombri di un armadio a due ante
Strutturalmente a parte alcuni particolari imballabili, non avrebbe particolari problemi, certo che Km di pista non sarebbero il massimo...
il problema più grosso è sicuramente il fatto di essere considerata atrezzatura "pericolosa"e probabilmente trovando il posto dove consegnarla l'unica soluzione è il trasporto da parte di una ditta specializzata.
oltretutto per piccoli ospedali esistono atrezzature portatili molto più moderne e funzionali con minori emissioni di raggi x che forse costano meno del trasporto...

Vedi caro Nicola Guastadisegni...i primi nodi vengono al pettine...ed erano tutti quelli che avevo evidenziato...

Ok ragazzi...ragioniamoci su tutti insieme...

cari amici

cerco se possibile di precisare il mio pensiero:

torno a ripetere che il problema principale non è il trasporto. Anche se più ingombrante di come avevo immaginato, un mezzo per il trasporto si trova. 6 mesi fa BnD ha portato in Niger, via Algeria, le attrezzature complete per una scuola (banchi, sedie, cattedre, armadi, lavagne e 50 scatole di materiale didattico). Per i problemi burocrati è solo una questione di pazienza e di tempo, in Africa si trova sempre una pista.

Il vero problema, ha giustamente detto Fastrek, è come sarà usata questa attrezzatura e quindi a chi consegnarla e come garantirne il funzionamento per un periodo abbastanza lungo. L'uso di raggi X è estremamente pericoloso e, come ho già scritto richiede locali speciali, inoltre in Africa è estremamente difficile e costoso l'acquisto di materiali di consumo, quasi sempre fuori dalla portata dei vari Centri di Salute.

Allora credo che sia più importante prima verificare tutti questi problemi, cercando di ottenere da qualche ospedale una precisa richiesta di attrezzatura radiologica, e da questa iniziare a risolvere i vari problemi di gestione.

Naturalmente va anche verificato lo stato di tutto il materiale visto che Nicola Miani ci fa presente che ormai esistono attrezzature portatili più funzionali.

Io ho proposto Agadez (là sta il mio cuore..) perchè non abbiamo difficoltà a contattare l'ospedale, ma sicuramente esistono anche altri luoghi.
Sinceramente anche io credo che sia un progetto complicato, ma non per questo irrealizzabile, se colletivamente ci si impegna a realizzarlo.

aspetto le obiezioni di tutti

nicola

Beh...spero che i "tecnici" (ovvero i due Nicola) ci diano una risposta univoca sul problema del trasporto dato che a me...le due risposte sembrano contrastanti.

Comunque...in linea di principio...non trovo assolutamente soddisfacenti risposte del tipo "tanto in Africa una strada si trova" perchè per mooooolto meno ad un nostro compagno di spedizione gli era stato sequestrato il passaporto (si...leggete bene...sequestro del passaporto)...

Per prodotti intesi come pericolosi (...vero o no poco importa...) non vorrei che alcuno si facesse anche qualche ora di "guardina" in qualche landa desolata dell'Africa (con conseguenze facilmente immaginabili e non proprio augurabili).

Dunque, prima le difficoltà operative, poi "là dove ti porta il cuore"...nel senso che tutti abbiamo un cuore che ci porta da qualche parte in Africa (sennò non saremmo qua) ma l'abito mentale con il quale si fanno le cose "deve" essere improntato alla razionalità con una attenta analisi di tutte le difficoltà che una qualsiasi (bella) intenzione può generare !

Questo è quel che penso...spero di essere stato sufficientemente chiaro e mi piacerebbe conoscere la tipologia di approccio che gli altri interessati alla vicenda hanno...

mi sembra che quanto detto da tuareg sia dettato dal buon senso e dall'esperienza.
attraversare uno o più stati africani con un'apparecchiatura che potrebbe essere ritenuta pericolosa e che il grado di pericolosità sarà stabilito volta per volta dal singolo doganiere di turno mi fa "pensare", o sbaglio?
comunque queste mie riflessioni o se preferite consigli non interpretateli come un ostacolo ma mi dispiacerebbe che un domani un qualche volontario peones si trovasse nei guai per la leggerezza di qualche organizzzatore.
un ultima osservazione, se l'apparecchiatura in questione è degli anni 60/70 è ancora perfettamente funzionante? si trova ancora il vario materiale di consumo necessario per il funzionamento?
ritengo comunque che la spedizione non sia impossibile ma va programmata, studiata e pianificata nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso.
ciao

precisazione dovuta:

la pazienza ed il tempo di cui parlo si riferiscono alle lunghe pratiche burocratiche che le varie ambasciate richiedono per ogni trasporto di materiale umanitario.

le piste di cui parlo sono i buoni rapporti che ogni organizzazione umanitaria ha con le rappresentanze delle ambasciate, delle ONG locali e delle varie autorità locali. Rapporti improntati sempre sul rigoroso rispetto delle normative, ma che permettono di velocizzare qualche passaggio.

mettervi in guardia, darvi dei consigli mi è sembrato una cosa giusta anche perchè l'esperienza ha dimostrato il contrario di quanto tu vai dicendo, caro nicola.

ciao

devo fare un mea culpa perchè in alcuni casi ho usato toni forti ed espressioni colorite, ma tante volte la passione è cattiva consigliera.
ciao e buon lavoro a tutti

una buona notizia, almeno riguardo al trasporto;
ho parlato con il medico possessore dell'attrezzatura ed è venuto fuori che la parte importante è portatile, e che l'armadio a due ante a cui avevo accennato precedentemente non è altro che il telaio di ferro con la lastra di piombo per le lastre toraciche in piedi come si vede di solito nei fumetti e che non è necessario per l'uso normale
inoltre è disponibile anche un apparecchio per le terapia a ultrasuoni e anche un paio di computer...
se tra i navigatori c'è qualche medico che ha voglia di farsi un giro a venezia per verificare cosa altro si può recuperare mi contatti al 348 4405589
ciao