x Lone Land,
colgo l'occasione per rispondere (ma solo in parte) anche all'ultimo posting di GFCLY (In: Manufatti sahariani: che fare?): racconterò una triste, anzi, meglio definire squallida, storia "vera" (come d'altronde sono quelle che ho già raccontato).
Nel (se ricordo bene) 1988, o giù di lì, avevamo ottenuto un permesso dal vecchio Antiquity Service egiziano per entrare nella piramide di Chefren (o Khafre) per fare delle riprese cinematografiche, poiché l'interno della piramide era ufficialmente chiuso per dei (cosiddetti) "lavori di restauro". Entrati nella camera del re, fummo sorpresi nel vedere tre o quattro manovali che con delle spatole da muratori ne raschiavano accuratamente le pareti. Alla nostra ovvia domanda: "cosa cavolo state facendo?", ci risposero semplicemente: "stiamo solo cancellando le scritte dei turisti". Ricordo che io chiesi un po' nervosamente (per così dire...): "ma anche la scritta 'G. Belzoni discovered 2 May 1818'"? Mi risposero tranquillizzandomi "No, ci hanno ordinato di non cancellare la scritta dell'esploratore inglese (sic!)". Ce ne andammo, con la coda tra le gambe...
Morale: il famigerato Zahi Hawass, cioé l'improbabile e improponibile "Indiana Jones" egizio, ha ordinato di ripulire la camera del re della piramide di Chefren; peccato che non si sia reso conto con questo sconsiderato gesto di cancellare per sempre una "pagina di storia"!
Sniff: ora mi viene in mente con grande indicibile nostalgia una sola frase che ho letto su quelle pareti, adesso ben ripulite:
"Io sono Cochini, fui qui alle quatro de noche, 1868"
Questo ZH ha intenzionalmente cancellato di colpo 200 anni di storia, cosa si può aggiungere d'altro...?