Per l'Administrator
Il testo originale “amigdale”! cancellato è ancora disponibile , eccolo riassunto secondo modalità e finalità di esclusiva informazione costruttiva e collettiva come da te suggerito:
La raccolta, lo studio, la catalogazione, ecc di materiale archeologico e/o ritenuto di tale interesse quindi fossili, manufatti, ruderi ecc. richiede quantomeno il possesso di un titolo specifico, e conditio sine qua non, l'autorizzazione leggasi - permesso di ricerca/ scavo ufficiale dalla autorità competenti in materia del paese in cui questi sono ubicati.
Non ricorrendo tali presupposti la semplice delocazione di un reperto, macina o coccio che sia, è considerato spesso e tout court danneggiamento di patrimonio storico culturale ed equiparato alla sottrazione = furto. Quanto sopra è la vigente prassi applicata quasi ovunque nel mondo e i controllori e funzionari presenti in ogni singolo paese esistono e operano proprio per farla rispettare. Altri discorsi, critiche, giustificazioni, commenti, ecc sulla validità ed efficienza di tali disposizioni sono sempre possibili e ben accetti, restano però tutti subordinati in toto alla relativa osservanza e alle sanzione previste in caso di derogazione. Questa è la base nonché sostanza di tutto il discorso sull'argomento, piaccia o meno a vaccinati e non vaccinati. E da considerare poi il fatto che per i viaggiatori motorizzati del deserto, in quanto appassionati di tale ambiente e quindi ritenuti sicuramente più informati del semplice turista intruppato dal T.O, risulta molto difficile giustificarsi con il classico : “ io non sapevo cosa fosse, che era vietato o lì avrei consegnato quanto prima e…. via di seguito“. Questa evidenziazione l "ho appresa da alcuni ispettori che mi hanno confidato S.R.N.G. che fra i tanti ad aver fatto uso di simili ed altre ancor più bizzarre scusanti si contano pure autentici professionisti dello scavo autorizzato e quindi fanno più attenzione quando hanno a che fare con turisti, diciamo così un po' “ più preparati” rispetto alla media.
Vi è poi anche da menzionare il discorso del successivo uso di tale materiale , specie quello della relativa pubblicazione, che può essere causa di gravi noie, ma il discorso è qui ancora più complesso perché entrano in ballo vari e ulteriori fattori soprattutto quello della “ pecunia “. Si va dagli interessi delle case editrici a quello degli editori, dai copywright, a tanti altri diritti e pretese, non ultimo alla subdola baronia di soverchi studiosi o pseudo tali che spesso funge da comune denominatore.
Anche qui quindi molta attenzione perché può capitare di pestare i piedi senza averne non l'intenzione ma nemmeno la conoscenza.
Per quanto riguarda la pubblicazione su SEK ( Rispondo al moderatore Ag-Adrar ) delle sanzioni previste qualora “ pescati ” , ritengo la cosa poco profittevole, si va dalle multe alle detenzione e come tali sono e non scherzano affatto, ne è mia intenzione fare il leguleio più di tanto . Gli eventuali interessati possono comunque reperirle direttamente al Il Cairo presso gli uffici al quarto piano del Ministero delle Antichità nel quartiere Abbasiyah, o a Tripoli all 'E.P.B di Sciara Shatt. Per posta ci sono costi e lunghe attese.
Piuttosto sarebbe utile riportare sul sito informazioni su quanto si va incontro nell'importare in patria tali reperti e sulla successiva detenzione a casa propria.
Si segnalava infine che la selce è facilmente rivelata dai metal-detector e alcuni esemplari casi di reperti trafugati e recuperati in Egitto e Libia proprio nel primo per l'utilizzo di tale macchine, mentre in Libia per la particolare attenzione rivolta dai doganieri alla possibilita di carico di alcuni veicoli come i camper 4x4 .
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