Caro Robo, codesti tuoi sentimenti sono condivisi, penso, da molti di noi africaner; pensa te che io che parto per soli 15 gg all'anno, quando torno sono nelle tue stesse condizioni e mi ci vuole quasi un mesetto per "reinserirmi" psicologicamente nella normalità della vita quotidiana... Tu hai la grande fortuna di poter fare esperienze come quella che hai appena concluso (cioè un anno a zonzo per l'Africa) e ti assicuro che è una fortuna non da poco... Penso che molti di noi (io di sicuro) ti invidiano per questo ma, nello stesso tempo, questo tipo di esperienze ti costringono a riflessioni che noi semplici "turisti occasionali" facciamo in modo meno "serio" o meno "possibilista". Anch'io, quando torno, mi ritrovo sempre a pensare < ma che cavolo ci faccio qui?! Voglio tornare laggiù... Voglio un'altra vita... Una vita....vera, reale. E non questa pseudo-esistenza fatta di lavori squallidi, televisione stupida, pochezza spirituale, superficialità consumistica, assurdità politiche, degrado culturale, ecc...ecc...>. Sono pensieri pericolosi, perchè ti costringono a pensare a cosa vuoi davvero, a cosa stai facendo realmente della tua esistenza... E spesso scopri che le risposte non sono quelle che ti piacerebbe e allora... non sai più cosa fare, cosa pensare, cosa desiderare... Però, forse, per noi "occasionali" è più semplice farci riassorbire dalla quotidianeità: la nostra minore "esposizione" all'altro tipo di vita ci rende più facile dimenticare quei pensieri pericolosi, far finta che siano tutte "stupidaggini" o di sapere già quale sia la strada giusta da seguire... (come dice anche Guccini...) Ma nella realtà...
Questo mondo così diverso che scopriamo nei nostri viaggi è meraviglioso e ci apre tante porte, dentro di noi, ma alcune di queste... forse, stavano bene anche chiuse...!
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