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#35064 - 03/26/03 05:13 PM Re: Venti di guerra...
umbi Offline
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Registered: 09/02/02
Posts: 362
Loc: treviso
Certo che l'ONU esiste!!! \:D
non avete seguito ieri sera a Ballarò il prof. Massimo Teodori, uno che l'America la conosce bene se è vero che insegna all'Università proprio Storia degli USA, dire che, a guerra conclusa, l'ONU, sotto la guida/direzione deglle potenze vincitrici,gestirà la fase di ricostruzione dell'Iraq...?
Quindi, siamo a posto!
Speriamo che l'ONU accetti questa proposta, non vorrei sentire un altro ultimatum e poi una dichiarazione di guerra allo stesso (va ben che stavolta farebbero meno fatica ad invaderne la sede, trovandosela già in casa.. \:D \:D \:D )
Torno a finire un lavoro (sapete che è proprio una rigenerazione, ogni tanto ,interrompersi, dare un occhio al forum, leggere i vostri messaggi, magari rispondere...e poi tornare al solito)
più tardi farò un salto anche al bar
ciao a tutti
umbi

PS- RINO for Sindaco!!! ;\)
_________________________
umbi
il neolitico sup.

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#35065 - 03/27/03 08:28 PM Re: Venti di guerra...
mstis Offline
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Posts: 482
Loc: *
Segnalo su "la 7" Otto e mezzo, molto interessante sulla crisi dell'ONU

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#35066 - 04/01/03 07:18 AM Re: Venti di guerra...
ag_adrar Offline
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Registered: 01/10/02
Posts: 1172
Loc: Torino
Beccatevi sta interessante teoria... ;\)
E' un po' lunghetta... ma fa riflettere.

--------------------------------------------
Dal 7 all'11 aprile 2003 a Vienna si terrà il 4°
Meeting dell'OPEC.
Prima d'allora è necessario che tutti i pozzi
petroliferi iracheni siano controllati!

Che succederebbe se l'OPEC passasse all'Euro?
di Paul Harris, da Soberania.info
- Traduzione di Tito Pulcinelli
tratto da http://www.informationguerrilla.org

L'idea ossessiva di Bush su Bagdad si basa su molte
ragioni. In altri articoli che ho scritto per
YellowTimes.org, feci allusione non tanto alle ovvietà
delle ragioni addotte contro l'Iraq, bensì alla guerra
di Bush contro l'Europa. Io credo che questa sia la
ragione principale della fissazione con l'Iraq.
Quando un paese va in guerra, si preparano piani su
chi sarà vittorioso e su chi perderà; nessuno scatena
una guerra sperando di essere sconfitto, però non
sempre l'obiettivo manifesto dell'aggressione é
l'obiettivo vero della guerra. A volte non si tratta
di quel che speri di ottenere con la guerra, bensì di
quello che gli altri perderanno; e non deve per forza
essere un tuo nemico dichiarato quello che ti aspetti
che soffrirà le conseguenze maggiori della guerra.
In questo caso, Bush spera che la vittima sia
l'economia europea, che é robusta e probabilmente sarà
ancor più forte in un futuro vicino. L'ingresso della
Gran Bretagna nell'Unione Europea é inevitabile; la
Scandinavia lo fará in tempi ravvicinati. A maggio del
2004, entreranno dieci nuovi paesi e questo fará
aumentare il PIL dell'UE a circa 9,6 trilioni di
dollari e 280 milioni di persone, di fronte ai 10,5
trilioni di dollari e 280 milioni di persone degli
USA. Questo, per i nord-americani, é un formidabile
blocco concorrente; ma la situazione é molto più
complessa di quel che indicano queste cifre. E molto
dipende dalla piega che prenderanno gli avvenimenti in
Iraq.
Come tanti altri, ho scritto che questa guerra che é
alle porte si combatterà per il petrolio. Sicuramente
vi sono altre ragioni, però il petrolio é la causa
scatenante. Ma non per le ragioni che comunemente si
adducono.
Non é per le enormi riserve ancora vergini che si
ritiene esistano in Iraq, che non sarebbero state
sfruttate a causa delle sue antiquate tecnologie; non
é per le brame del governo USA di mettere le zanne su
questo petrolio. E' piuttosto per le zanne che i
nord-americani vogliono mantenere lontano da lì.
La causa di tutto questo non é l'11 di settembre, né
l'improvvisa illuminazione che Saddam continuava ad
essere un tipo ripugnante, né il cambio di governo
negli Stati Uniti. Quel che ha accelerato le cose é
stata la decisione presa dall'Iraq il 6 di novembre
del 2000: sostituire il dollaro con l'euro nel suo
commercio petrolifero. Allora, questo cambio sembrò
uno stupido capriccio, perché l'Iraq stava perdendo
una gran quantità di utili a causa di una
dichiarazione politica di principio.
Però prese questa decisione, e il deprezzamento
continuo del dollaro nei confronti dell'euro, sta a
significare che l'Iraq fece un buon affare cambiando
riserve monetarie e divise per il commercio del
proprio petrolio. Da quel momento, l'euro si é
rivalutato del 17% sul dollaro, cosa che si deve
applicare pure ai 10 bilioni di dollari del fondo di
riserva dell'ONU "petrolio per cibo".
Sorge una domanda che, probabilmente, si é posto anche
Bush: che succederebbe se l'OPEC passasse all'euro?
Alla fine della seconda guerra mondiale, nella
conferenza di Bretton Woods venne firmato un accordo
che fissava il valore dell'oro a 35 dollari l'oncia e
con questo divenne lo standard internazionale con il
quale si misuravano le monete. Però nel 1971, Nixon
cancellò tutto questo, e il dollaro divenne lo
strumento monetario principale, e solo gli USA possono
produrlo. Il dollaro oggi é una moneta priva di
copertura, sopravalutato, nonostante il record del
deficit di bilancio e lo status di paese più
indebitato del mondo. Il 4 di aprile del 2002, il
debito era di 6021 trilioni di dollari a fronte di un
PIL di 9 trilioni di dollari.
Il commercio internazionale é diventato un meccanismo
grazie al quale gli USA producono dollari e il resto
del mondo produce quel che i dollari possono comprare.
Le nazioni non commerciano più per ottenere "vantaggi
comparativi", ma solo per ramazzare dollari da
destinare al pagamento del debito estero, che é
fissato in dollari. E per accumulare dollari nelle
riserve monetarie con la finalità di preservare il
valore delle monete nazionali. Le banche centrali
delle nazioni, per prevenire attacchi speculativi alle
proprie monete, sono costrette a comprare o trattenere
dollari, in una misura equivalente all'ammontare del
proprio circolante.
Tutto ciò crea il meccanismo del dollaro forte che, a
sua volta, obbliga le banche centrali ad immagazzinare
dollari, cosa che rende ancor più forte il dollaro.
Questo fenomeno é conosciuto come "egemonia del
dollaro" e fa sì che le merci strategiche -soprattutto
il petrolio- siano quotate in dollari. Tutti accettano
i dollari perché con essi si può comprare il petrolio.
Dal 1945, la forza del dollaro consiste nell'essere la
divisa internazionale per gli interscambi petroliferi
globali (petro-dollari). Gli USA stampano centinaia di
migliaia di miliardi di dollari senza nessun tipo di
copertura: "petro-dollari" che sono usati dalle
nazioni per pagare la fattura degli energetici agli
esportatori dell'OPEC. Ad eccezione dell'Iraq e,
parzialmente, del Venezuela.
Questi petro-dollari sono poi riciclati nuovamente
dall'OPEC negli USA, sotto forma di lettere del tesoro
o altri titoli con denominazione in dollari: azioni,
beni immobiliari ecc. Il riciclaggio dei petro-dollari
rappresenta il beneficio che, dal 1973, gli USA
ricevono dai paesi produttori di petrolio per
"tollerare" l'esistenza dell'OPEC.
Le riserve di dollari debbono essere investite nel
mercato nord-americano, cosa che, a sua volta, produce
utili per l'economia USA. L'anno scorso, nonostante un
mercato in netto ribasso, l'ammontare delle riserve
USA é cresciuto del 25%.
L'eccedente nei conti dei capitali finanzia il deficit
commerciale. Dato che gli USA creano "petro-dollari",
loro controllano il flusso del petrolio. Siccome il
petrolio si paga in dollari e questa é l'unica moneta
accettata in questi scambi, si arriva alla conclusione
che gli USA possiedono il petrolio del mondo gratis.
Di nuovo: che succederebbe se l'OPEC decidesse di
seguire l'esempio dell'Iraq e cominciasse a vendere il
petrolio in euro? Una esplosione economica. Le nazioni
importatrici di petrolio dovrebbe mettere in uscita i
dollari dalle rispettive riserve delle banche
centrali, e rimpiazzarli con gli euro. Il valore del
dollaro precipiterebbe, e le conseguenze sarebbero
quelle di un qualsiasi collasso di una moneta:
inflazione alle stelle (vedi Argentina), i fondi
stranieri in fuga dal mercato dei valori
nord-americano e ritiro dei fondi dalle banche come
nel 1930 ecc.
Tutto questo non avverrebbe solo negli USA. Il
Giappone ne uscirebbe severamente castigato, data la
sua totale dipendenza dal petrolio straniero e
l'incredibile sudditanza al dollaro. Se crollasse
l'economia giapponese, crollerebbero quelle di molti
paesi – non escluso gli USA - in un effetto domino.
Questi sarebbero gli effetti potenziali di un
"improvviso" passaggio all'euro. Un cambio più
graduale sarebbe più gestibile, ma altererebbe
ugualmente l'equilibrio finanziario e politico del
mondo. Vista la vastità del mercato europeo, la sua
popolazione e la sua necessità di petrolio (ne importa
più degli USA), l'euro potrebbe rapidamente diventare
- di fatto - la moneta standard per il mondo.
Esistono buone ragioni perché l'OPEC - come gruppo -
segua l'esempio dell'Iraq e adotti l'euro. Non vi é
dubbio (dopo tanti anni di umiliazioni subite dagli
USA) che potrebbero approfittare delle circostanze per
emettere una dichiarazione politica di principi. Ma
esistono anche solide ragioni economiche. Il poderoso
dollaro ha regnato incontrastato dal 1945 e negli
ultimi anni ha guadagnato ancor più terreno con il
dominio economico USA. Alla fine degli anni "90, più
dei quattro quinti delle transazioni monetarie e la
metà delle esportazioni mondiali, sono avvenute in
dollari. L'obiettivo della guerra di Bush contro
l'Iraq, naturalmente, é assicurarsi il controllo di
quei giacimenti e porli sotto il segno del dollaro;
successivamente passerà ad incrementare
esponenzialmente la produzione e forzare i prezzi al
ribasso. Alla fin fine, l'obiettivo di Bush é
scongiurare con minacce di ricorrere alle vie di
fatto, che qualsiasi paese produttore passi all'euro.
A lungo termine, il vero obiettivo non é Saddam, é
l'euro e l'Europa. Gli USA non se ne staranno con le
mani in mano ad assistere allo spettacolo di questi
"ultimi arrivati" degli europei che tengono in pugno
le redini del loro destino. E meno che mai, che
assumano il controllo della finanza internazionale.
Naturalmente, tutto dipende dal folle piano di Bush e,
soprattutto, che non scateni la terza guerra mondiale.


=====
"The Truth is out there - I Want to believe".

--------------------------------------------
Ciaociaociao
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Gianluigi
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#35067 - 04/01/03 09:41 AM Re: Venti di guerra...
Tuareg Offline
Senior

Registered: 02/15/02
Posts: 832
Loc: Siracusa
Altro che interessante teoria....è tutto perfettamente plausibile.
_________________________
Corradoland

Del Paradiso adoro il clima....dell'Inferno....la compagnia !!

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#35068 - 04/01/03 12:33 PM Re: Venti di guerra...
saltafoss Offline
Junior Member

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Posts: 13
Loc: Milano
qlc dirà che è la "solita propaganda dei mangiabambini"

a me hanno inviato questa lettera aperta, di uno scrittore che secondo me, ha passione per viaggi ed avventure
mi permetto d'inserirla:

"La ringrazio, Lei e' un grande leader. Grazie George W.
> > Bush. Grazie per averci dimostrato quale pericolo
> > rappresenti Saddam Hussein. Molti di noi avevano forse
> > dimenticato che egli aveva utilizzato armi chimiche contro
> > il suo stesso popolo, contro i Curdi e contro gli Iraniani.
> > Hussein e' un dittatore sanguinario, una delle espressioni
> > piu' manifeste del Male che esistano al giorno d'oggi. Ma
> > ci sono altre ragioni per ringraziarLa. Nel corso dei primi
> > due mesi del corrente anno, Lei ha dimostrato al mondo
> > intero molte altre cose importanti, per le quali merita la
> > nostra riconoscenza. E cosi', ricordandomi una poesia che
> > aveva appreso da piccolo, mi accingo a dirle grazie. Grazie
> > di aver mostrato a tutti che il popolo turco, e il suo
> > parlamento, non e' in vendita, neppure per 26 miliardi di
> > dollari. Grazie di aver rivelato al mondo intero il
> > gigantesco abisso che esiste tra le decisioni dei potenti e
> > i desideri del popolo. Di aver dimostrato con chiarezza che
> > Jose' Maria Aznar e come lui Tony Blair non hanno alcun
> > rispetto per la voce di chi li ha eletti, e non la tengono
> > in nessun conto. Aznar e' capace d'ignorare che il 90%
> > degli spagnoli si oppone alla guerra, e Blair non ha
> > prestato alcuna attenzione alla piu' grande manifestazione
> > pubblica mai fatta in Gran Bretagna negli ultimi
> > trent'anni. Grazie, perche' la sua perseveranza ha
> > costretto Tony Blair a presentarsi al parlamento britannico
> > con un dossier truccato, redatto da uno studente una decina
> > d'anni fa, e presentato oggi come 'prova irrefutabile
> > raccolta dai servizi segreti britannici'. Grazie per aver
> > fatto in modo che Colin Powell si esponesse al ridicolo,
> > presentando al Consiglio di Sicurezza dell'ONU delle foto
> > che, una settimana dopo, sono state pubblicamente
> > contestate da Hans Blix, ispettore responsabile del disarmo
> > dell'Iraq. Grazie, perche' la sua posizione ha permesso al
> > ministro degli esteri francese Dominique de Villepin di
> > pronunciare un discorso contro la guerra che gli ha
> > garantito l'onore di essere applaudito in sessione plenaria
> > (cosa che, per quel che ricordo, e' accaduto solo un'altra
> > volta in tutta la storia dell'ONU, in occasione del
> > discorso di Nelson Mandela). Grazie, perche' in virtu' dei
> > suoi sforzi in favore della guerra le nazioni arabe,
> > generalmente divise, si sono per la prima volta unite
> > condannando unanimemente l'invasione (e' accaduto durante
> > l'incontro del Cairo, l'ultima settimana di febbraio).
> > Grazie, perche' con la sua retorica affermazione che 'l'ONU
> > aveva una possibilita' di dimostrare la sua importanza',
> > persino i paesi piu' refrattari hanno finito per prendere
> > posizione contro l'attacco all'Iraq. Grazie per la sua
> > politica estera, tale da indurre il ministro degli esteri
> > britannico Jack Straw a dichiarare in pieno XXI secolo che
> > 'una guerra puo' avere giustificazioni morali', facendogli
> > cosi' perdere ogni credibilita'. Grazie per aver cercato di
> > dividere un'Europa che sta lottando per la sua unita':
> > questo avvertimento non verra' ignorato. Grazie per essere
> > riuscito a fare qualcosa che pochi altri hanno saputo fare:
> > riunire milioni di persone, su tutti i continenti, sulla
> > base di un unico ideale, anche se quell'ideale era
> > esattamente l'opposto del suo. Grazie per averci fatto
> > sentire che le nostre parole, anche se non vengono intese,
> > sono perlomeno pronunciate. Questo ci dara' nuova forza per
> > il futuro. Grazie per averci ignorato, per aver minimizzato
> > e umiliato qualsiasi presa di posizione contro le sue
> > posizioni, perche' l'avvenire della Terra appartiene agli
> > esclusi. Grazie perche', senza di lei, non ci saremmo mai
> > resi conto della nostra capacita' di mobilizzazione. Forse
> > oggi come oggi non servira' a nulla, ma di sicuro potra'
> > esserci utile in futuro. Visto che i tamburi di guerra
> > sembrano ormai risuonare con piglio irreversibile, voglio
> > fare mie le parole che un regnante europeo indirizzo' una
> > volta a un invasore: 'Che questa mattina sia bella per voi,
> > e che il sole brilli sulle armate dei vostri soldati,
> > perche' questo pomeriggio saranno in rotta'. Grazie per
> > aver permesso a tutti noi, esercito di anonimi che marcia
> > per le vie nel tentativo di arrestare un processo ormai
> > inarrestabile, di scoprire questa sensazione d'impotenza,
> > che impariamo ad affrontare e a trasformare. E quindi
> > approfitti pure della mattinata, e di quel po' di gloria
> > che ancora puo' arrecarle. Grazie, perche' Lei non ci ha
> > ascoltato e non ci ha preso sul serio. Sappia invece che
> > noi l'ascoltiamo e che non dimenticheremo quali sono i suoi
> > propositi. Grazie, George W. Bush. Lei e' un grande leader.
> > Grazie di cuore."
> >
> > Paolo Coelho, scrittore

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#35069 - 04/01/03 02:32 PM Re: Venti di guerra...
Peter Komanns Offline
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Posts: 1119
Loc: Vimercate,MI
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Messaggio inizialmente inserito da ag_adrar:
Beccatevi sta interessante teoria... ;\)


Non e' per niente una teoria. E' fattibile e del cambio di divisa per il petrolio da $$ a EUR l'OPEC ne ha gia' accennato qualche anno fa...

D'altronde e' noto che gli USA hanno sempre fatto di tutto per ostacolare l'Unione Europea ....
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Peter Komanns
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#35070 - 04/01/03 05:33 PM Re: Venti di guerra...
umbi Offline
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Registered: 09/02/02
Posts: 362
Loc: treviso
...e tuttavia, ogniqualvolta nei dibattiti qualcuno introduce ipotesi di questo tipo, quei begli spiriti della coalizione di governo, glissano sulle risposte e rispolverano le fanfare della riconoscenza per la liberazione del '45 oppure invitano a schieramenti manichei, tipo slogan ultras, "chi non salta (per la gioia della guerra) con Saddam è, è, è!!!"
Facciamo girare anche su altri siti quell'articolo!

Ancora una robina: avete udito anche voi l'affermazione del sig. D. Runstead (spero di avergli scritto giusto il nome, non vorrei beccarmi un missile intelligente in ufficio) criticare il suo collega Powell perchè "avrebbe perso tempo in Consiglio di Sicurezza" facendo sfumare la "sorpresa"?
Ma robe da ciodi come se dise quà in tel nordest! \:D
Bon, basta, torno a leggere le altre news al bar

Uno spritz con l'amaro?
ciao
umbi ;\)
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umbi
il neolitico sup.

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#35071 - 04/01/03 08:01 PM Re: Venti di guerra...
mstis Offline
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Registered: 12/22/01
Posts: 482
Loc: *
Quote:
ag_adrar
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Utente # 84
Messaggio inviato 01 Aprile 2003 07:18
--------------------------------------------------------------------------------
Beccatevi sta interessante teoria...
E' un po' lunghetta... ma fa riflettere.


Insomma, ci sono molte cose molto opinabili dal punto di vista economico/finanziario, poi ognuno si convince di quel che crede.

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#35072 - 04/02/03 01:20 PM Re: Venti di guerra...
RoboGabr'Aoun Offline
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Registered: 12/16/01
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Loc: Cuneo
Qui Karthoum...E sono ancora vivo,nonostante gli Americani ce la mettano tutta a rendere l'Africa e gran parte del mondo off limits!

RoboGabr'Aoun

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#35073 - 04/03/03 10:45 AM Re: Venti di guerra...
saltafoss Offline
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Registered: 03/24/03
Posts: 13
Loc: Milano
x chi non avesse niente da fare o da vedere

Report andrà in onda domenica 6
aprile alle 23,10 sempre su Raitre, con una nuova puntata dal titolo:

"PERCHE' CI ODIANO"
di PAOLO BARNARD http://www.report.rai.it

A pochi giorni dall'11 di Settembre 2001 il presidente Bush chiese alla
nazione: "Perché ci odiano?", e in effetti sempre più l'occidente va
convincendosi dell'esistenza di un'insanabile scontro fra la nostra
civiltà e quella islamica. Ma allora l'odio anti occidentale è solo di Bin
Laden o coinvolge tutto il mondo arabo? Paolo Barnard ce lo racconta
attraverso il suo viaggio in Israele, in Palestina in Egitto e negli Stati
Uniti, e con un'esclusiva assoluta sul mondo di Al Qaeda. Il suo reportage
dà voce sia alla cosiddetta strada araba che ad intellettuali di opposta
tendenza, incluso un partigiano della guerra del '48 sfuggito
all'Olocausto nazista che ricorda tutto ciò che ha visto in Palestina, e
che per questo oggi è schierato col mondo arabo. Barnard scopre che la
critica al mondo occidentale affonda le sue radici molto lontano nel
tempo. Almeno dalla Dichiarazione di Balfour del 1917 (l'atto con cui
l'Inghilterra - potenza coloniale in Palestina - avviò la nascita di uno
stato ebraico rinnegando le promesse fatte agli arabi). Ma quello
musulmano non è odio verso l'occidente, è risentimento politico, questo
sì, per le loro ragioni sempre negate. Paolo Barnard, quindi, ci mostra
documenti riservati scovati negli archivi di Washington dove si dimostra
che già Eisenhower era a conoscenza della frustrazione che lo sfruttamento
petrolifero americano stava causando del mondo arabo. Siamo negli anni '50
e quel sentimento non ha mai avuto una battuta di arresto, anzi è
cresciuto. Perché? Ma perché, come dimostrano altri documenti riservati,
un'intera classe politica laica e nazionalista del mondo arabo è stata
distrutta con entusiastica partecipazione occidentale, lasciando un vuoto
riempito solo dall'estremismo religioso. A frustrazione si aggiunge rabbia
per come i media occidentali travisano gli accadimenti più cruciali in
Medioriente, come nel caso dei falliti accordi di Camp David del luglio
2000.

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