Pienamente d'accordo con Robo, aggiungerei che in realtà quanto ha detto non vale solo per il deserto o l'africa, ma vale anche per quando non riesco a stare a casa ed esco come un imbecille e vado in un qualunque paesino qui dell'entroterra/basso piemonte a fare non so che.. a passeggiare e guardarmi intorno.. ma direte che caz.. vai a fare 4 passi a Prasco piuttosto che a Ottone o vattelapesca.. è che io mi accorgo di avere bisogno di spostarmi, perchè se è vero, come dico sempre, che è il passare da una condizione all'altra che ci permette di percepire di panorami è anche vero che vivere lo spostamento vuol dire cercare di osservare l'approssimarsi delle successive fasi che portano da una condizione ambientale ad un'altra. Il massimo sarebbe farlo a piedi in maniera da essere dento il pesaggio, senza filtro ma... ci vuole un compromesso più spedito:
Questa idea di "continuous landcape" ci permette di capire come il paesaggio sia una sorte di rigo musicale che è metro-ordine e tutto quello che ci stà sopra come note, le case, le gente, gli animali, può essere così osservato e capito nella sua interezza, non per frammenti.
Io sono approdato da poco in Africa, sono un novizio e ho fino ad ora osservato questo prima in Italia e poi in Europa dove l'urbanizzazione e la antropizzazione hanno generato delle cesure in questo "continuous landscape", le periferie finiscono di botto in un non spazio che è l'autostrada, il ramo ferroviario, che collega/divide da unaltro spazio urbano.
In questo ambito noi abbiamo imparato un metodo di spostamento quantistico.. a salti: Balziamo come elettroni da una orbita Milano all'orbita Roma, per lavoro o per vedere una mostra di antiquariato nulla cambia, un istante siamo qui e l'istante dopo siamo la', di quello che c'è in mezzo abbiamo imparato/ci siamo abituati a farne a meno.
Con questa ottica quantistica alcuni* si avventurano alla scoperta di posti sempre più lontani così, un balzo qui e uno la' hai visto Caracas, Newyork, Bari, Agadez, Aleppo, Toronto.
* io fortunatamente ho dovuto arrangiarmi colle mie energie e non attraverso l'applicazione dallestermo di energia per superare il gap e così dopo aver girovagato per anni nella mia città è arrivata la patente, una vecchia macchinetta diesel e via per la Ligura, poi l'italia e così via, poi i paesi dell'est, poi la turchia, e poi è storia recente.. cosa è successo? che mi sono accorto che mano a mano che il continuous landscape si riaffermava nei confronti dell'antropizzazione su larga scala il metodo per quanti non funzionava più, facendo tot km in un balzo mi ritrovavo in un punto diverso da quello di provenienza e sempre senza saperlo collocare, come se avessi perso l'orientamento. Per questo credo che in un viaggio il viaggio inteso come spostamento sia più importante dell'arrivare alla meta.
Io infatti spesso mi aggiro senza precisa meta.

bye, massi
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To the traveler the night can conceal both the wonder and the devil
(From the ancient sumerian Instructions of Šuruppag)

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