io continuo a credere che nn ci si può mai ergere a giudici dell'altrui modo di viaggiare. L'equazione km\tempo è vera per la maggior parte dei casi...MA nn sempre: se si hanno a disposizione i fatidici 15 20 gg e si bruciano tappe di mero trasferimento di 700 km al giorno per raggiungere ad esempio Brak nel minimo tempo possibile è poi possibile godere appieno di 7\8 giorni totali di Ramla Zellaf e visitare, assolutamente non di corsa gli specchi d'acqua più remoti di quel corno di Awbari...Oppure ancora immergersi per altrettanti giorni non stop in Akakus o Mathendousc. Basta porsi un obiettivo che sia godibile nel tempo a disposizione, senza avere la pretesa di visitare un intero Paese in 15 giorni...ma scegliere invece un frammento di quello stesso Paese ed approfondirlo, magari tornandovi più volte.Ed allora i molti km di trasferimento hanno un senso, perchè diviene sopportabile macinarsi 1700 km di corsa per poi fermarsi in un perimetro circoscritto per "toccarlo" invece nel profondo...Perchè se cosi non fosse allora i Paesi più lontani sarebbero sempre e solo meta papabile per i fortunati fruitori del meraviglioso mese o più di ferie...e non sono poi tanti. Frammentare la meta in aree minori, da visitare in più riprese. Poi, inch Allah, magari un giorno il tempo a disposizione sarà più lungo, ed allora si potrà viaggiare in un altro modo. Ma se per ora non è fattibile, perchè rinunciare a priori? ...Così si torna, ed ancora e poi ancora...E dopo 20 volte che si torna nello stesso Paese ci si accorge che in fondo non si conosce che un decimo di ciò che esso nasconde...No, io non credo tutto si limiti alla combinazione km\tempo: continuo a pensare che la componente che maggiormente contribuisce a fare di un viaggio un'esperienza di arricchimento interiore sia la predisposizione d'animo, la sensibilità...e, ancor prima di ogni altra cosa, l'umiltà.
RoboGabr'Aoun