Per il momento sono a posto: la percentuale di caffeina nel sangue e' sufficiente, grazie!
Messaggio inizialmente inserito da Lone Land:
Intanto prenderei un Fernet! :p
Peter, io condivido in pieno il tuo pensiero su Sharon, anzi, lo porto ancora oltre essendo convinto che egli rappresenti la pių grossa sciagura che potesse capitare al "processo di pace" (ammesso che esso possa essere ancora definito cosė).
E' evidente che quell'individuo e' un guerrafondaio e un terrorista tanto quanto molti dei suoi avversari palestinesi.
E' altrettanto evidente che con lui probabilmente non si andra' in nessun posto verso la pace...
"...Arafat non fa nulla" -dici tu.
...e che dovrebbe mai fare? Impedire gli atti di terrorismo (ammesso che possa farlo) e sedersi a trattare un accordo da sconfitto (ammesso che gli venga proposto)?
No, nessuna sconfitta. Qui c'e' un equivoco di fondo: o c'e' in atto una guerra, con tutto quello che cio' comporta compresi i ruoli di sconfitto e vincitore, oppure non e' una guerra ma una "protesta".
Siccome tutti si affannano a dire che siamo nel secondo caso, Arafat ha perso non una ma piu' occasioni per spiazzare il suo avversario con mosse non previste. L'equazione kamikaze - carri armati o kamikaze - missile e' talmente scontata che quasi nessuno ci fa piu caso. Sharon ha in mano la situazione tanto quanto Arafat: piu' si spinge sull'acceleratore piu' reazioni si causeranno, reazioni prevedibili e quindi previste e gestite da chi le ha scatenate.
L'unico sistema per "vincere" sarebbe quello di non reagire in modo prevedibile. Un'idea qualcuno in Israele l'aveva avuta: circondare i territori con una specie di "muro di Berlino" costituendo cosi' una valida difesa passiva. L'hanno lasciato a meta' dopo aver scoperto che impedire a chiunque il passaggio da li' avrebbe effettivamente causato una diminuzione degli attentati bomba.......
Arafat avrebbe la sua mossa azzerando qualsiasi attentato per un tempo rilevabile, diciamo una settimana, per poi presentarsi a chiunque come quello che la pace la vuole e la fa: il contrasto dei tempi sarebbe tale che probabilmente la stessa opinione pubblica israeliana pur di non vivere in mezzo alle bombe butterebbe a mare Sharom per provare a trattare...
La politica di Ghandi andava bene in India. Gli Inglesi avevano in fondo "solo" interessi economici in India. In Israele/Palestina si lotta per la patria! E' ben diverso!
A questo proposito: nel 1947 gli inglesi promisero ad ENTRAMBI (ebrei e palestinesi) in incontri separati che la terra di palestina sarebbe stata loro.
Da qui e' cominciato veramente tutto...
Dopo di che' anche in India si lottava per la patria e anche l'India e' composta da etnie e gruppi anche profondamente diversi tra loro: un buon esempio anche per il West Bank..
Ed infine: Non credo proprio che "li' a nessuno freghi un kazzo della pace e della civile convivenza....."!
Gliene frega (e molto) a tutti, solo che la soluzione richiede una buona volontā che vā al di lā della "popolare partecipazione"!
...potresti dirmi che non gliene frega un kazzo a Sharon! (...e non č mica poco!)
Qui si entrerebbe nel discorso del "popolo bue": quello che prevede che il popolo faccia tutto quello che dice il suo leader preferito senza mai fermarsi a pensare.
Un esempio che mi sta qui: Andatosene Pino Arlacchi all'ONU una circoscrizione elettorale toscana ha eletto Antonio Di Pietro al senzato con maggioranza bulgara perche' il partito (DS) aveva detto di fare cosi'. In pratica hanno votato un personaggio estraneo alla regione ed estraneo all'ideologia solo perche' glielo hanno ordinato!
Riprendo: possibile che nessuno in Palestina sia capace di pensare ? Se mi rispondi di si allora mi sono sbagliato, ma se mi rispondi di no significa che almeno per la maggioranza della popolazione la pace senza il massacro "degli altri" non e' possibile.
Salutoni