sono un po in ritardo? spero di no,

comunque io prenderei un prosecchino.. \:\)

io ho cominciato a viaggiare liberamente quendo presi la patente a diciott'anni, da allora ho visitato tantissimi luoghi dove la costante era sempre la percezione dell'ambiente filtrata comunque dall'intervento dell'uomo. Il nordeuropa come alcuni paesi dell'est offrono ampi territori non urbanizzati ma comunque si sa che muovendosi, da li a poco "spunterà" una traccia della presenza dell'uomo.
Nel deserto, ma credo in tutta l'Africa, si ha invece un rapporto più diretto con l'ambiente, col fatto naturale, meno mediato da sovrastrutture che non siano il nostro intelletto. Nel deserto, in particolar modo, il rapporto è direttissimo, io e questo ambiente. Stop. Vagando così, magari un po alla deriva, l'incontro insapettato alla maniera di Guy Debord diventa l'uomo, il cui passaggio è "trasparente" e non ce lo si aspetta. Non lo si prevede. Perchè tutto avviene attraverso schemi che non sono quelli del nostro modo antropizzato di vivere gli spazi, anche quelli aperti, sono schemi funzionali a necessità primordiali, riscopriamo una coscienza spontenea. E anche le emozioni sono più primordiali. Più pure.

bye, massi
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To the traveler the night can conceal both the wonder and the devil
(From the ancient sumerian Instructions of Šuruppag)

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