Se si parla di motori, gomme e sospensioni, ci sono leggi fisiche che dicono dove sta la verità e dove l'errore.
Qui non ci arriveremo mai a capo, ognuno di noi, oltre ad essere diverso dagli altri geneticamente ragiona in base ai condizionamenti che ha avuto nella sua vita e la verità non può quindi essere univoca, ognuno ha ragione per il suo modo di pensare che gli deriva dalle precedenti esperienze, quindi lungi da me dal volere convincere qualcuno di essere io nel giusto. Voglio solo esprimere il mio pensiero.
Fatta questa bella premessa "politica", vi dico che ho avuto incontri con bambini nel Sahara diversissimi. Quello che mi resterà sempre impresso riguarda un bambino di Chirfa, con il ventre gonfio per la denutrizione, che leccava la polvere sul portamoto che ho attaccato al Land, mentre compravamo il carburante, carissimo, nel suo villaggio. Abbiamo lasciato alla sua famiglia il pane che avevamo comprato a Djanet, abbiamo comprato della farina e ci siamo rifatti il pane sotto la sabbia. A rigor di logica non avrebbe senso. Regali il pane per poi comprare dalle stesse persone la farina per farne dell'altro? Tanto varrebbe lasciare direttamente i soldi...o no? Quei 2 milioni in carburante pagati nel villaggio porteranno dei benefici anche a quel bambino? Forse no... ma spero tanto di si. Sicuramente, se non fossimo passati, di beneficio immediato non ne avrebbero avuto. Con il nostro passaggio abbiamo turbato una quiete precedente? Credo di no, non eravamo comunque i primi viaggiatori (o turisti) che passavano di là e cerco sempre di educare (permettetemi il termine) le persone che accompagno nel deserto a passare più inosservate possibile (per la cronaca, i Toyota da 200 Hp li hanno visti da sempre, in mano a militari e contrabbandieri).
Poi c'è l'estremo opposto: "i paesi dei bambini bastardi". Avete mai fatto la pista che da Imilchil va a Tinrhir passando per Todra? Quello è un bell'esempio! Avete visto lo sguardo di odio di certi bambini quando non vi fate infinocchiare e prendete la pista giusta che non va a perdersi nelle viuzze dei villaggi? Quando non vi fermate a regalare questo e quello? Quando li vedete tirarvi una pietra grande come una palla da baseball che se vi prendesse in testa vi ucciderebbe? Quando vi aprono al volo la portiera posteriore e vi rubano le borse? Fateci caso! Secondo me, se nessuno avesse regalato biro, soldi, caramelle ed altre cavolate del genere ed i genitori fossero delle persone con po' di dignità in più e la insegnassero ai loro figli, questo non succederebbe. Quando ci tirano un sasso che ci rompe un vetro o ammacca la carrozzeria se siamo in macchina o ci fa del male se siamo in moto dobbiamo chiedere scusa noi per essere degli stronzi con una veicolo costoso? Se voi vi sentite così, statevene a casa vostra e la coscienza sarà salva! Non ho mai sentito dire che si tirassero i sassi alle macchine quando nel dopoguerra, in Italia, c'era fame più che in quei paesi del Marocco di cui stiamo parlando (dove qualcuno che ha fame, in altre zone, c'è). Da noi il padre di un bambino che avesse fatto una cosa del genere lo avrebbe riempito di legnate, là il padre ride e lo riempie di legnate per altri motivi! (il metodo Montessori non esisteva da noi allora, come non esiste in Africa adesso). In quella zona nessuno ha fame e vi garantisco che mio padre, che ha 80 anni ed ha girato scalzo, come loro adesso, nella campagna Bolognese fino a 10 anni e non la vedeva certo una cosa triste. Molti dei suoi amici erano scalzi come lui ed abituati ad esserlo, quindi no problem. Se il fatto di essere senza scarpe fosse un problema vitale non si spiegherebbe che i bambini Marocchini, per correrti incontro, spesso si tolgono le ciabatte per correre più forte tra i sassi. Queste sono esigenze di noi fighetti. Quello di cui, a mio avviso, hanno bisogno i bambini Marocchini è l'istruzione, ma purtroppo non basta regalare biro e quaderni. La grande differenza tra la Tunisia e gli altri Paesi del Maghreb è proprio questa. Nel Sud Tunisino non esiste villaggio senza una scuola. Tranne i figli di pochi pastori nomadi che vivono nel deserto tra le dune, tutti i giovani hanno l'istruzione obbligatoria fino a 15 anni. Se cerchi qualcuno che non sappia il Francese, fatichi a trovarlo.
In Marocco, contrariamente a quello che scrive l'amico di cui non ricordo il nome, in molti villaggi dell'Atlante o del Sud, molti non conoscono nemmeno l'Arabo, altro che il Francese. Questi parlano solo il loro dialetto...
Per oggi basta. Scusate la prolissità. Pensavo di cavarmela con 5 righe, ma l'argomento ne richiederebbe altre 50. Un saluto a Peter che anche in questo argomento ha già scritto cose che condivido completamente.
Ciao.
Roberto
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Roberto Musi