Mercoledì 16 Gennaio ore 14:05. Ricevo una telefonata da Tamanrasset: Giuliana Fea, partita fine Ottobre alla volta dell'Algeria e del Niger. Mi hanno rubato l'auto, tutto!! Sono a piedi!! Agadez 10 Gennaio 2002 ore 09:00 del mattino, davanti alla casa della guida Hibraim della agenzia Taghelmoust nota qualcosa di sospetto, la guida fa spostare un camion di austriaci dietro l'angolo. Improvvisamente si presenta un nigerino esagitato ed armato di pistola, spara quattro colpi in aria due dei quali non esplodono. Due minuti dopo sparisce con l'auto e tutto il contenuto. A breve inseriro altri dati per il riconoscimento dell'auto. Di rientro dal mio ultimo in Algeria ho raccolto DI SECONDA MANO alcune testimonianze: Due auto Tedesche (o austriache) da Djanet entrano nella zona di Orida, vengono fermati, legati i maschi, dopo alcune ore si liberano, riprendono le auto e riescono a fuggire con le compagne shoccate, un bandito riesce a sparare e colpisce alla spalla una dei due, il proiettile non viene estratto a Djanete e l'uomo rientra in aereo. Due Land nel Air di associazioni umanitarie vengono rubate. Giuliana stessa ha raccolto una serie di altri fatti violenti che cercherò di riassumere nei prossimi aggiornamenti. http://www.sahara.it/padovafuoristrada4x4/giuliana/index.htm

[ 17 Gennaio 2002: Messaggio editato da: Stefano Laberio Minozzi ]

Di seguito la vicenda raccontata da Giuliana

Al console d'Italia Paolo Giglio da inoltrare alle competenti autorità del ministero degli interni del Niger.

In data 23.I.2002 nei locali del consolato del NIGER di TAMANRASSET sono stata pesantemente accusata dal console del Niger in persona e da imprecisati funzionari che si dicevano provenienti dalla prefettura di Agadez di aver causato l'arresto di un innocente e della sua possibile probabile morte per crepacuore a seguito dell'arresto. Il console pretendeva una mia dichiarazione firmata che nomostante l'accaduto e quanto da me dichiarato alla polizia ritenevo la guida Hibrahim estranea alla rapina subita. Mi sono rifiutata in quanto come danneggiata non sono in grado di valutare le intenzioni di detta guida, ribadisco che il suo comportamento ha senza dubbio agevolato i banditi, ma non posso in alcun modo sapere se sia stato volontario o semplicemente dovuto al caso o dettato dalla paura. Questa valutazione non spetta a me, ma al sistema di giustizia in vigore nel vostro paese, che come ospite straniera rispetto e non voglio in alcun modo sostituire. Aggiungo che non sono al corrente di eventuali altri elementi, oltre agli indizi da me forniti, che possano aver indotto la polizia a trasfomere il fermo in arresto.

Ripeto quanto già dichiarato alla polizia.

Alle ore 9 del mattino del 10.1.2001, come concordato il giorno precedente, avevo parcheggiato la mia auto di pinta davanti all'abitazione della guida, i miei amici Franz e Hans Frommet avevano parcheggiato il loro grosso camon a 3 assi parallelamente alla casa di fronte alla mia auto. Terminato il caricamento del bagaglio della guida, senza che me ne accorgessi, dice ai miei amici di girare il camion nell'altro senso, operazione inopportuna date le dimensioni del camion in presenza di una cinquantina di persone tra cui molti bambini piccoli. La pista verso Timia poteva venir raggiunta facilmente anche senza inversione. Mentre i miei amici terminano la manovra quado apro la porta dell'auto un bandito armato di pistola mi intima di consegnargli la chiave, rifiuto, spara tre colpi a pochi centimetri dai miei piedi , uno non esplde. Rifiuto ma un secondo bandito disarmato mi prende alle spalle. Stringendomo da incrinarmi alcune costole mi strappa la chiave e mette in moto l'auto. La guida si trova dietro al bandito armato ad un paio di metri ma non interviene come nessuno tra i presenti. I miei amici erano girati dall'altra parte e non potevano vedere né venirmi in aiuto. Mi tuffo nell'auto sopra al bandito per riprendere la chiave ma vengo spinta fuori. Il bandito armato sta passando davanti all'auto, la guida lo prende per un braccio ma molla subito la presa.

Addio Toyota.

Giuliana Fea

Seconda puntata.
Carichiamo la guida sul camion e in cinque minuti arriviamo alla polizia. Parte subito una camionetta con la guida a bordo ma un po' dopo ritorna. Il prefetto mi dice che sulle tracce dei banditi ci sono delle camionette della gendarmeria con a bordo degli ex guerriglieri dell'Air "reintegrati". Il giorno seguente il prefetto mi informa che i gendarmi hanno inseguito i banditi fino ai confini del Mali in direzione di Kidal, ora i gendarmi sono fermi in attesa di istruzioni, lui sta tentando di contattare il ministro del turismo. Arriva la notizia che il ministro é in visita in Costa D'Avorio e i gendarmi vengono fatti rientrare. Nel pomeriggio vengo a sapere dal console italiano a Niamey che il ministro del turismo aveva appena parlato con lui in città. Sempre il prefetto mi informa che sono stati recuperati: la carta di circolazione dell'auto l'assicurazione CDAO ed li frigorifero abbandonati dai banditi nel deserto prima del confine del Mali. Aggiungendo a questi assurdi particolari la frottola relativa al ministro mi sento presa in giro dal Prefetto e decido di risalire verso Tamanrasset approfittando della compagnia del Rotel Tour che ci dava una certa sicurezza. Nel frattempo avevo avvertito dell'accaduto e fornito tutti i dati dell'auto ai consolati di Libia e Algeria di Agadez oltre all'assicurazione UGAN del Niger. Arrivata a Tamanrasset mi reco subito al consolato del Mali che invia immediatamente un fax a Kidal con i dati dell'auto. In seguito mi reco al consolato del Niger per richiedere un certificato di perdita dell'auto. Ricevero' il certificato una settimana dopo congiuntamelte all'accusa di aver causato l'arresto di un innocente e la sua sicura futura morte in prigione. Nel frattempo dal console italiano in Niger ricevo la notizia del ritrovamento dell'auto che si troverebbe presso le autorità di Kidal. La fonte della notizia è il segretariato del ministero degli interni del Niger, ma a tuttoggi a tre giorni di distanza il consolato del Mali da me messo al corrente non ha dato alcuna conferma di ritrovamento dell'auto.
Attendo con fiducia la preghiera del venerdi', ultima speranza. Ad Agadez c'è un venditore di artigianato il cui negozio é sempre vuoto, lui mi ha detto che prega tutti i giorni che ritrovino la mia auto e che i turisti ritornino a comperare.... come lui ad Agadez ce ne sono tanti.
Giuliana Fea
Ciao

Buongiorno;
il giorno 10 genaio 2002 un'auto fuoristrada appartenente alla signora Giuliana Fea è stata rubata ad Agadez. La polizia nigerina ha inseguito i ladri fino al confine con il Mali; grazie alla collaborazione tra i 2 stati, sembra che l'auto sia stata recuperata circa 10 gg dopo il furto e i responsabili arrestati.

Vi scrivo perchè la signora Giuliana Fea, secondo quanto pubblicato sul sito internet di Padovafuoristrada, ha fatto pesanti e gratuite allusioni a connessioni tra l'Agenzia Taguelmoust ed il furto.

Siamo infatti rimasti spiacevolemente stupiti a leggere che l'auto sarebbe stata rubata nei pressi della mia agenzia, quando la sign.ra Fea si apprestava a partire con una guida fornita da Taguelmoust Travels; il testo lascia poi suporre una complicità della guida e di altri impiegati dell'agenzia al furto. Un biglietto da visita con il mio nome corredava la nota informativa.

Ben che il danno alla mia agenzia di viaggi sia già stato compiuto, voglio specificare che:

1.Giuliana Fea non è tra i clienti di Taguelmoust Travels, come si può verificare dai "feuille de route" che sono stati rilasciati a suo nome: sia quello per il viaggio del 10 gennaio, sia quello per un'escursione precedente, sono stati richiesti dall'agenzia Ténéré Expeditions.

2. Il furto dell'auto, come chiunque può verificare nei verbli della Polizia, è avvenuto in tutt'altro quartiere di Agadez rispetto a quello dove ha sede l'agenzia Taguelmoust.

Probabilmente la sig.ra Fea, sconvolta per l'accaduto, ha confuso i nomi delle agenzie.

Prego il sign. Minozzi, che promette aggiornamenti sul fatto sul sito internet, di pubblicare anche questa mia lettera.

Aha Issoufa


ENGLISH VERSION

On January 10th, 2002, a 4 x 4 car has been stolen in Agadez. It seems that the car has been recovered in Mali about 10 days later and the thiefts have been arrested.

The car owner, Ms Giuliana FEA, has allegedly informed PADOVA FUORISTRADA of connexions between Taguelmoust Travels and the car highjacking. We red on the web site that the car would have been stolen just in front of our office, the same morning that Ms Fea was ready to leave with a guide hired by Taguelmoust Travels. My business card has been included to complete the facts summary.

I think that all this gives a very negative and false image of Taguelmoust Travels. Nevertheless, I would like to inform all of you that:

1. Ms Fea is not among Taguelmoust's clients. In fact, she has been travelling with Ténéré Expeditions, as it's clearly stated in the "feuille de route" issued at Ms Fea's name for January 10th and for a previous trip.

2. The car high jacking took place quite far from Taguelmoust's Headquarters.

Ms Fea, shocked for what has happened, must have confused the Agencies' names.

I would like to ask Mr Laberio Minozzi , who promised an update on the fact, to publish this letter on his web site.

Yours,
Aha Issoufa.





SVP N'ENVOYEZ NI PHOTOS NI FORMATS LOURDS!!!!!
MERCI
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TAGUELMOUST TRAVELS & SERVICES
B.P. 69 Agadez NIGER Tel / Fax 00227 440148
B.P. 12879 Niamey NIGER Tel 00227 732116 Fax 00227 732092
e-mail: dissoufa@libero.itnull

Spett. Taguelmoust.
Mi dispiace dell'equivoco. Non ho mai contattato l'agenzia Taguelmoust ma direttamente la guida Hibrahim presentatomi da un gruppo di Italiani soddisfatti del suo operato appena tornati da un tour con la vostra agenzia. La guida é stata da me incaricata di procurare i documenti con un'agenzia di sua fiducia, che apprendo ora essere la Tenere, in quanto i permessi sono rimasti in suo possesso per mostrarli ai posti di controllo. L'equivoco deve essere nato nella prima telefonata con Stefano quandu lui mi ha chiesto se si trattava dello stesso Hibrahim dell'Agenzia Taguelmoust da lui impiegato con soddisfazione in un precedente viaggio organizzato dalla vostra agenzia. Ho risposto di si riferendomi alla guida, non potevo supporre in quel momento , dolorante per le costole incrinatemi durante l'aggressione , che sarebbe stata chiamata in causa la vostra agenzia. Aggiungo che soltanto da un paio di giorni i dolori si sono attenuati e incomincio a leggere quanto si scrive. Il ritrovameto dell'auto presso le 'autorità' di Kidal mi é stato comunicato dal console italiano di Niamey ma non mi é stato confermato né dal consolato del Mali di Tamanrasset, che consulto quotidianamente, e neppure il giorno seguente il ricevimento della notizia dal console del Niger di Tamanrasset che invece mi ha accusata di aver fatto arrestare un innocente che ne sarebbe morto di dolore. Aggiungo che con la polizia mi solo limitata a dichiarare i fatti come sono accaduti specificando di non poter in alcun modo stabilire con certezza se il suo comportamento, pur agevolando i banditi fosse casuale e dettato dalla paura piuttosto che volontario. Apprendo ora che avrebbero arrestato i banditi che mi auguro vivamente possano scagionare la guida. Personanmente non posso farlo non essendo in grado di leggere nei suoi pensieri e trovo assurda la richiesta fattami dal console del Niger di Tamanrasset di dichiarare per iscritto la mia opinione circa il non coinvolgimento della guida da consegnare alla polizia di Agadez. In nessun modo intendo sostituirmi al sistema giudiziario del Niger che rispetto.
Ero in Niger per registrare itinerari con il GPS , a mie spese, per cercare di scrivere una nuova guida di questo paese , confidando che ne avrebbe icrementato il turismo. Una analoga dell'Algeria esce in Itala in questi giorni edita da Polaris. Vi ho partecipato insieme a Stefano ed i suoi amici sicuramente non per denaro ma per la passione che ci lega al deserto ed alle popolazioni che lo abitano troppo spesso dimenticate da tutti. Computer, GPS, registratori e cassette, videocamera e films insieme con la parte migliore e di me stessa erano tutti nella Toyota.
Chiedo scusa del danno arrecato alla Vostra agenzia.
Giuliana Fea
Tamanrasset 25.1.2002

Mia sorella Giuliana ormai da svariati anni è in pensione quale ex insegnante di matematica e fisica, e si è dedicata totalmente a coltivare la sua passione per i vostri Paesi e per il Nord Africa in generale, dopo avere viaggiato per tutti i Paesi più tipici del pianeta.
Ella trascorre circa la metà dell'anno nei vostri territori, svolgendo un'attività che ritengo debba definirsi di viaggiatrice e non più di turista.
Nei periodi che vive a Torino organizza serate ad invito o si reca in circoli pubblici e privati per proiettare diapositive e filmati che ella stessa produce pur con mezzi amatoriali e ciò solamente per passione, senza alcun lucro.
Detta attività non può che essere vivamente promozionale nei confronti del turismo che crediamo sia promosso dai vostri Stati, con indubbio e gratuito beneficio di tutti gli operatori del settore.
L'episodio accadutole certamente l'ha ferita profondamente proprio perchè in intimo contrasto con i suoi sentimenti di amore e passione per le vostre terre e le vostre genti di cui ha sempre esaltato le qualità, i sentimenti e le diverse culture, incoraggiando anche quanti indecisi o timorosi potevano orientarsi per i loro interessi turistici verso altri Paesi ritenuti più sicuri.
Non deve quindi stupire il profondo turbamento, la rabbia e lo scoramento che devono aver inciso sulla sua situazione attuale.
Invierò il vostro messaggio a Giuliana oggi stesso affinchè possa prendere atto delle vostre attestazioni e formulare i commenti che solo ella può trarne.
Colgo l'occasione per pregarvi di fornirle tutto l'aiuto che vi fosse possibile, perchè Giuliana ha investito le sue risorse proprio nelle attrezzature che poi le sono state sottratte con la violenza in Agadez, così da consentirle di riprendere quell'attività di cui già vi ho dettto e della quale certamente anche voi siete beneficiari, se pur indirettamente.

Giorgio Fea

Purtroppo di quanto comunicatomi dal ministero degli interni del Niger sul ritrovamento della mia auto a Kidal in Mali non c’era nulla di vero. Il console d’Italia onorario a Niamey ha inoltrato le mie richieste di chiarimenti ma fino ad oggi non ha ottenuto alcuna risposta dalle autorità del Niger.
Sembra che in questa circostanza la collaborazione tra i due paesi non abbia funzionato a meno che non la si consideri a livello di banditismo, dato che questi ultimi possono circolare liberamente tra i due paesi, la polizia invece no, per proseguire un inseguimento oltre la frontiera ha bisogno, a detta del prefetto di Agadez ( ho 2 testimoni ), del permesso del ministro del…..turismo! Lui era a Niamey ma il Prefetto mi comunica che si sarebbe trovato in Costa D’Avorio e ferma l’inseguimento.
L’incredibile ritrovamento dei documenti della mia auto ad un migliaio di chilometri di distanza da Agadez comunicatomi dal Prefetto insieme alla frottola sul ministro, rendeva poco credibile tutta la vicenda. Per fugare ogni dubbio sulla versione ufficiale arriva la notizia, mai confermata né smentita, che l’auto si trova presso le autorità di Kidal. Il console del Mali a Tamanrasset, da me contattato personalmente ogni giorno per 15 giorni, si mette in contatto con Kidal ed in seguito anche col console del Mali a Niamey. Mi comunica che nessuna autorità del Mali è al corrente del ritrovamento di un’auto a Kidal. Come si può constatare da una lettera pervenuta a questo forum proprio da Agadez, in città è stata sparsa la notizia che l’auto è stata recuperata ed i colpevoli arrestati grazie alla “collaborazione tra i due paesi”. Di che tipo di collaborazione possa essersi trattato, qualora ci fosse stata, è in grado di comprenderlo chiunque.
Siccome penso che ad Agadez vi siano ancora persone oneste, ho deciso di offrire un premio di 3000 dollari per chi collabora al recupero della mia Toyota, e 2000 dolari per i materiali e le attrezzature inclusi i video. Probabilmente non si ritroverà nulla, ma almeno le persone oneste di Agadez, che erano sinceramente dispiaciute per quanto mi è accaduto, verranno a conoscenza di quanto si è loro tentato di far credere.
Giuliana Fea