Di tutti gli equipaggi presenti uno solo si è offerto esplicitamente di intervenire per tentare di modificare la decisione del capogruppo. Considerata l'assurdità della motivazione addotta, c'erano perfino equipaggi alla prima esperienza di deserto, ho ovviamente pensato che vi fosse qualche altro motivo di tipo personale a me ignoto, perfino quello economico mi sembrava insufficiente. Ho preferito non creare spaccature in un gruppo di persone molte delle quali purtroppo erano totalmente dipendenti dal capogruppo. Ad oggi nessuno di quel gruppo si è fatto vivo con me, il mio idirizziario è stato rubato e forse in questo caso non è una grande perdita. Come ho già detto ho avuto fortuna, i turisti incontrati subito dopo erano molto simpatici con interessi simili ai miei, abbiamo visitato innumerevoli siti archeologici con splendide macine e amigdale dalla lavorazione molto raffinata. Penso proprio di non aver perso nulla. Rimane purtroppo molto viva la delusione dal punto di vista umano perché quelle persone mi erano simpatiche. Per molti italiani sembra che la solidarietà nel deserto sia un concetto obsoleto o forse dipende esclusivamente alle quote versate.
Non faccio nomi, in ogni caso avrei dovuto staccarmi dal gruppo oppure rimanendo con loro avrei dovuto rientrare in Algeria con il visto scaduto da due o tre giorni. Di mia iniziativa li avrei probabilmente salutati all'albero del Ténéré da dove se non avessi nel frattempo trovato altri equipaggi, seguendo balise e punti GPS ritenevo meno pericoloso raggiungere Agadez.
Giuliana Fea