Invece di andare a piedi pedala !!parto da qui, dal suggerimento di Administrator per spiegare la filosofia di un'esperienza.
Anzitutto, la scelta di traversare lo chott è puramente casuale, nasce dalla sfida del tragitto per ricordarci che le sfide devono sempre avere una motivazione ragionevole per compierle, ed un percorso è ragionevole se fornisce una qualsiasi utilità per chi lo compie...una specie di analisi costi/benefici che alla fine deve dare un saldo "positivo".
Allora, assodato, mi sembra, che finora non ci sia stata molta gradevolezza nello spalare per ore e finire poi, trainati fuori dal trattore, penso che se proprio si vuole (non "si deve") un'alternativa utile sia farlo a piedi.
Non disdegno la bici (OK Nik?) ma penso che andare a piedi sia il primo modo di recuperare il senso dell'osservazione e della "acutezza", il modo più profondo di risintonizzare il nostro "dentro" con quello che sta fuori.
Da un pò di tempo il mio modo di andare per l'Africa è quello di chi cerca di uscire dai tempi e dai ritmi del nostro quotidiano per cui la "velocità" è l'imperativo assoluto: fare presto, fare di più...
Andar di fretta, non aver tempo per sostare, per riflettere...
Mi son scoperto di essere stato nel deserto come son stato in autostrada: tabella oraria, partire ad ore x per arrivare ad ore y e accidenti se capita qualcosa che rovina la media, se non si arriva a fare campo là...ma perchè???
Porsi nell'ottica (è il caso di dirlo) di svincolarsi dall'urgenza del tempo, dall'atteggiamento di chi si pone il compito di percorrere medie quotidiane buone anche per le nostre lande autostradali, è un'alternativa riequilibratrice di stati psicologici che minacciano seriamente la nostra struttura relazionale.
"Viandante, son le tue orme
la via, e nulla più;
viandante non c'è via,
la via si fa con l'andare.
Con l'andare si fa la via,
e nel voltare indietro la vista
si vede il sentiero che mai
si tornerà a calcare,
Viandante non c'è via,
ma scia sul mare.
Antonio Machado
da Campos de Castilla
in Opera poetica, Le Lettere, Firenze 1994Anch'io ho problemi di tempo, raramente mi son potuto concedere periodi superiori alle due settimane, ma cerco di organizzarmi utilizzando il 4x4 come sostituto veloce ma non analogo del dromedario; serve per portarmi il più vicino possibile al punto di partenza del trekking, effettuato il quale si riprende l'auto e, a seconda del tempo residuo, si cammina ancora o si torna a casa.
La bici non la escludo come mezzo, anche se non sarei all'altezza fisicamente di certi percorsi, mentre a piedi ho maggiori possibilità...cmq vedremo...
nulla vieta, anzi, dall'organizzare un trekking misto piedi+bici, o gruppi di camminatori e gruppi di velocipedisti che ogni tanto si reincontrano...
Circa lo Chott, allora, potrebbe essere un obiettivo non obbligato, però m'incuriosisce più per la sua dimensione poco trafficata, dovuta alle difficoltà viste nel forum, e alla prossimità con i centri turistici a nord (Nefta, Tozeur) che con quelli a sud (Douz, El Faouar). Rappresenterebbe un'area che tutti abbiamo visto e traversato (asfalto o pista perimetrale) ma non "conosciuto" per essercisi immersi (e non fino ai mozzi
) grazie a "sorella pedula".
Aperto e disponibile a qualsiasi altro itinerario
pedibus calcantibus in tutta l'area sahariana.