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#113052 - 03/08/12 11:02 AM Re: Crisi in Libia [Re: Stefano Laberio]
201030 Offline
Senior

Registered: 01/07/08
Posts: 215
...e che vuoi che cambi? sono opinioni, punti di vista, opinioni differenti, diciamo così...e le semplici opinioni non hanno mai portato a cambiar le cose. La propaganda invece influenza, cambia il pensiero ed il convincimento delle persone.
Ti ripeto - per il sottoscritto - quel filmato che hai messo nel post è un brutto e concreto esempio di cattivo gusto. Non ho capito se ne condividi lo stile ed i contenuti, io personalmente no, credo risulti abbastanza chiaro. E per dircela tutta credo offenda anche l'intelligenza media delle persone, l'avrebbe offesa anche 6 mesi addietro però voglio esser magnanimo e lasciare a quell'epoca ancora un pò di beneficio del dubbio (forse però Tu con i contatti che sicuramente hai in giro per il Sahara hai un canocchiale privilegiato rispetto a tanti disinformati "cittadini"), ma a questi giorni, con il casino dilagante in Libia, Algeria, Mali ecc. credo non vi siano dubbi.
Saluti, Tosco.

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#113074 - 03/09/12 01:40 PM Re: Crisi in Libia [Re: 201030]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
turistiviaggiatori v2.0 (beta)

Posto quindi sono

Pubblicato su il reporter – parole Nomadi – F come Facebook

In questa manciata di anni il viaggio è mutato così radicalmente e repentinamente come mai nel passato. Solo marginalmente le cause del cambiamento sono riconducibili a eventi come la crisi economica, l’11 settembre, il prezzo del petrolio o le rivoluzioni del nord Africa. Il cambiamento più profondo e senza possibilità di ritorno è stato invece causato dall’avanzamento della società globale e dalla rivoluzione tecnologica, in particolare da quella informatica.

E’ soprattutto internet ad aver rivoluzionato il viaggio, permettendo a tutti di accedere alle informazioni per scegliere e ritagliarsi su misura il proprio viaggio. Anche una volta partiti (ma si parte davvero?) la “nuvola” ci segue ovunque con una connessione permanente attraverso un hardware diventato poco hard e molto light e mobile. E’ sufficiente un semplice smartphone per avere aggiornamenti in tempo reale e aggiornare continuamente (e spesso innecessariamente) gli “amici” dei social networks. In un rettangolo di dieci per cinque centimetri e meno di uno di spessore, disponiamo di GPS, macchina fotografica, orologio, calcolatrice, convertitore di valuta, rubrica, agenda, lettore mp3, videoregistratore, torcia, guida, addirittura proiettore e presto useremo il telefonino intelligente per pagare al posto della carta di credito. E siamo solo all’inizio della fine: quanti altri apparati tecnologici scompariranno a breve fagocitati da questo oggetto cult?

Il vero e profondo cambiamento del nostro modo di viaggiare non è però solo l’uso dello strumento, ma anche le reazioni che genera nel nostro comportamento. Illuminante a questo proposito un recente articolo sul supplemento “Lettura” del Corriere, dal titolo esplicativo “Facebook dunque sono: vivere la vita per documentarla” di Nathan Jurgenson. I viaggiatori nativi digitali, i turisti 2.0, non solo sono sempre connessi con casa e amici quando sono altrove e viceversa con l’altrove quando sono a casa, non solo per loro vicino e lontano sono due variabili passate di moda (“ET… casa”… vi ricordate il film? Non è più così!). Sono passati dal viaggio come meta al metaviaggio, cioè a qualcosa che va oltre gli elementi contingenti dell’esperienza sensibile, ma esiste soprattutto, o addirittura solo, se raccontato e condiviso, trasformandosi così da esperienza reale in virtuale e mediatica. Chi utilizza i social networks in modo intensivo, osserva il mondo non come un viaggiatore tradizionale. Lo guarda attraverso lo specchio deformante, o comunque condizionante, di Facebook, un po’ come fa il fotografo con la macchina fotografica. Cerca nel viaggio (e nella vita) solo ciò che può condividere attraverso foto, video o post e sceglie soprattutto quegli elementi capaci di raccogliere un buon numero di “mi piace”. “Il vero potere dei social media è di cambiare il modo in cui la nostra coscienza percepisce il mondo, anche quando siamo disconnessi”, scrive Jurgenson. Ecco la vera grande mutazione che sta avvenendo sotto i nostri occhi o meglio sotto l’occhio di FB.

Consiglio di lettura: Mario Gerosa – Sara Magro, Nuovi Turismi, Morellini 2011

Anna


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#113077 - 03/09/12 04:13 PM Re: Crisi in Libia [Re: Stefano Laberio]
201030 Offline
Senior

Registered: 01/07/08
Posts: 215
Condivido quello che - credo - Tu vuoi significare. Spesso il veicolo del social-network consente a chiunque, anche all'assertore delle tesi le più strampalate, di disporre di una platea capace - anche nell'assenza di contenuti - di soddisfare gli edonismi più smodati. Per quanto mi riguarda da qualche parte ho scritto di riconoscermi quello che al giorno d'oggi è un difetto, e grave: mi piace ascoltare gli altri.
E non si fa.
In un dibattito, in una conversazione, se ci hai fatto caso, nessuno ascolta l'altro. Ognuno recita la propria versione, finge di rispondere e in realtà ripropone di continuo tranche delle proprie tesi. Ma non è realmente un dialogo.
Sono dei monologhi contrapposti e frammentati.
Perché se ascolti e ti prendi la briga di riflettere e rispondere a tono hai già perso.
Non è infatti quello lo scopo dei dibattiti, non è il dimostrare chi ha ragione, o tanto meno convincere l'altro: è dire la tua. Punto e basta.
E questo avviene non solo in dibattiti cui si suppone partecipino soggetti almeno preparati, bensì nella quotidianità.
Saluti, Tosco.

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#113153 - 03/15/12 04:07 PM Re: Crisi in Libia [Re: 201030]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
Pare che il turismo sia ripreso:

Libia, i luoghi della guerra diventano turistici


Libia, i luoghi della guerra diventano turistici

La 'Political Tours' da sempre offre vacanze in zone di guerra

Video Il compound di Gheddafi prima tappa


Nick Wood, fondatore della società, spiega: "Ho pensato che se esistono tour storici e musicali esserci anche tour politici che permettano di aver accesso ai luoghi come i giornalisti inviati". Tutti i partecipanti entusiasti

Tripoli, 15 marzo 2012 - Fino a pochi mesi il compound di Gheddafi a Tripoli era lo scenario delle ultime sanguinose battaglie per il controllo della Libia. Oggi è la prima tappa della vacanza di questo gruppo di turisti inglesi, americani e australiani. Il viaggio è organizzato dalla società "Political tours" che offre da sempre pacchetti per visitare zone come la Nord Corea e i Balcani.

"Ho pensato che se esistono tour storici e musicali - spiega Nick Wood fondatore della società - possono esserci anche tour politici che permettano di aver accesso ai luoghi come i giornalisti inviati". I turisti hanno la possibilità di parlare con gente del posto, di interrogarli sulla rivoluzione, su come è cambiata la loro vita.

La situazione non è ancora del tutto stabile e ci si muove con discrezione accompagnati da uomini della sicurezza che proteggono un gruppo decisamente variegato: si va dal 20enne curioso di conoscere la storia recente attraverso chi l'ha vissuta all'82enne viaggiatrice instancabile appena tornata da Iraq e Afghanistan. Tutti dicono di essere stati accolti con grande calore dai libici, contenti di raccontare la loro storia.

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#113155 - 03/15/12 06:32 PM Re: Crisi in Libia [Re: Stefano Laberio]
201030 Offline
Senior

Registered: 01/07/08
Posts: 215
... de gustibus...

Tosco

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#113156 - 03/15/12 07:11 PM Re: Crisi in Libia [Re: 201030]
onurb55 Offline
Senior

Registered: 01/01/10
Posts: 1454
Loc: torino
...mi sembra, più che altro, trasformare in businness turistico la visione delle disgrazie di un popolo. Non lo condivido.
Mi piacerebbe, a riguardo, sentire il parere dei ns. anziani che si sono trovati la casa distrutta dai bombardamenti durante la 2da guerra, a Torino ad esempio, molti sono ancora vivi. Chissà se avrebbero gradito "turisti" australiani o americani a vedere le loro macerie.
Mi è capitato di essere, più volte, in Serbia, Croazia e Bosnia subito dopo le guerre jugoslave. Mi è toccato di vedere spettacoli veramente raccapriccianti. Tutti: serbi, bosniaci e croati,li ho trovati "spenti", disillusi, silenziosi. Soprattutto molto poco inclini a parlare di ciò che avevano subito.
Non credo i libici siano molto diversi. Ciao. Bruno


Edited by onurb55 (03/15/12 07:12 PM)

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#113158 - 03/15/12 09:36 PM Re: Crisi in Libia [Re: onurb55]
ISABELLE Offline
Junior Member

Registered: 01/22/11
Posts: 33
sono d'accordo con te e non lo condivido nemmeno io.
puro e quanto mai stupido e inutile voyeurismo.
la storia ha bisogno di sedimentare per essere compresa e la guerra in Libia non mi pare sia ancora finita, figuriamoci sedimentata !
il 20enne curioso di conoscere la storia recente ecc. mi lascia a dir poco perplessa, e l'82enne ancora di piu', perche' avendo vissuto una guerra mondiale dovrebbe rifuggire il dolore e non andare a cercarlo appositamente.
personalmente, se abitassi in un luogo teatro di guerra, ancora in corso, e un ragazzo/turista mi venisse a chiedere come e' cambiata la mia vita, lo manderei a stendere (per dirla fine). (idem x l'82enne)
ciao Alessandra

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#113159 - 03/15/12 10:45 PM Re: Crisi in Libia [Re: ISABELLE]
Giuliana Fea Offline
Senior

Registered: 02/19/02
Posts: 543
Non condivido questo tipo di interesse turistico, in Libia c' e' ben altro piu' interessante, e neppure visitare un paese con la scorta. Ma per chi spera di ritrovare la normalita' il ritorno dei turisti, anche se con interessi discutibili e' comunque di buon auspicio.

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#113161 - 03/16/12 10:32 AM Re: Crisi in Libia [Re: Giuliana Fea]
201030 Offline
Senior

Registered: 01/07/08
Posts: 215
...il mio de gustibus stava più che altro a significare che la notizia non è nemmeno degna d'esser commentata. Potete anche interpretarlo con un più prosaico " i maiali sognano ghiande" che nello specifico è più pertinente.
Preciso perché non si sa mai, si viene troppo spesso fraintesi comunicando attraverso questo veicolo.
Ripeto - e chiudo - che per il sottoscritto una notizia indegna non merita troppo inchiostro. Piuttosto nessuno ha sollevato il problema di una giornalista europea (francese?) che "pare" sia stata violentata ed ammazzata nella Libia "liberata." Sono solo notizie di propaganda di nostalgici?
Saluti a tutti, Tosco.

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#113913 - 05/06/12 07:39 PM Re: Crisi in Libia [Re: 201030]
raskebir Offline
Senior

Registered: 12/29/02
Posts: 1414
Loc: Piemonte
Apprendo con moderata soddisfazione che il principale animatore dell'impresa libica è stato mandato a casa.
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raskebir
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