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#110013 - 09/28/11 05:14 PM
Re: Crisi in Libia
[Re: Lone Land]
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Senior
Registered: 12/20/01
Posts: 713
Loc: INSUBRIA
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Non sono per nulla stupìto della solidarietà verso Khadafi da parte dei tuareg. Il colonnello è stato l'unico a non perseguitare questo popolo, contrariamente a tutti gli altri regimi della zona. L'odissea dei tuareg mi ricorda il popolo curdo, senza patria, vessati, sedentarizzati a forza, scolarizzati a forza (cambiando lingua, scrittura, cultura), deportati, sterminati. Sono stupito invece dalla quantità di inesattezze riportate nell'articolo. I "neri" perseguitati dal "CNT" sono casomai migranti, tubu, neri del sud libico; niente a che vedere coi tuareg. Ghadamés mi sembra improbabile come rifugio per Khadafi. La zona del djebel Nafusa è stata una delle primissime ad essere "liberate" dal CNT. Penso piuttosto a qualcosa più a sud.....sempre vicino al confine algerino. Povera Libia....!
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#110020 - 09/29/11 12:37 AM
Re: Crisi in Libia
[Re: PSQT]
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Senior
Registered: 12/12/01
Posts: 4861
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...ha spiegato che in Libia si sono ritrovati con una guerra in casa senza volerlo, ma solo perchè qualche europeo si è svegliato una mattina...
...Ci sono anche militari europei a terra, anche se non si dice e i giornalisti sono pilotati...
...I morti li sta facendo la NATO e c'è una guerra tra tribù per regolamento di conti. I tuareg vengono mandati via dai ribelli e c'è un esodo di massa in Algeria...
...In pratica c'è una pulizia etnica: i ribelli hanno detto ai tuareg che loro non sono più libici e che possono tornare a stare nelle tende. Il casino che si è creato è notevole. I ribelli piombano in casa e se non sei da una parte o dall'altra comunque sei costretto a scegliere...
...Tahar è morto, anche se poi abbiamo sentito ... e via telefono dice che è vivo... ma di uno che diceva solo May be e Inshallah era lui... Poi ho visto le foto e lui è...
...Ora tutto il gruppo di ...(la agenzia libica), ... e guide che erano a Tunisi durante i casini, sono rientrati in queste ultime settimane a Ghadames perchè là la situazione si è calmata. Sembra che chi fugge però sia considerato una m....
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#110022 - 09/29/11 08:04 AM
Re: Crisi in Libia
[Re: Stefano Laberio]
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Senior
Registered: 12/17/01
Posts: 868
Loc: milano
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stefano chi è il soggetto del tuo messaggio ??
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ciao antonio HZJ 78 AZALAI II zerzura club # 52 azalai2@libero.it
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#110025 - 09/29/11 12:14 PM
Re: Crisi in Libia
[Re: azalai2]
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Senior
Registered: 12/12/01
Posts: 4861
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una conversazione con un libico che teme per la sua 'salute'
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#110048 - 09/29/11 07:42 PM
Re: Crisi in Libia
[Re: Stefano Laberio]
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Senior
Registered: 08/26/02
Posts: 1399
Loc: milano
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La Guinea Bissau, dove il colonnello Gheddafi ha piantagioni di anacardi oltre ad un albergo (Hotel Libya) che gode dell'esenzione doganale (una piccola Livigno), ha dichiarato da almeno due settimane che sarebbe stata "lieta di accogliere Muhammar Gheddafi" Credo che il nostro sia già là, altro che Gadhames!
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Z.C.50
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#110051 - 09/29/11 10:17 PM
Re: Crisi in Libia
[Re: l.a.leoni]
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Senior
Registered: 01/16/02
Posts: 967
Loc: Modena
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Mi sa che sia solita disinformazione dei democratici del cnt :accusare i tuareg di proteggere Gheddafi per avere la "scusa" di fare pulizia etnica .
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enrico
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#110116 - 10/04/11 07:00 PM
Re: Crisi in Libia
[Re: Enrico Manfredini]
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Registered: 01/07/08
Posts: 215
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Libia: Panetta, Nato finche' si combatte
04 Ottobre 2011 17:52
(ANSA) - IL CAIRO - La missione della Nato in Libia "andra' avanti finche' ci saranno combattimenti": lo ha sottolineato il capo del Pentagono Usa, Leon Panetta nel corso della visita in Medio Oriente. "Penso che i combattimenti debbano cessare", ha detto l'ex capo della Cia, rispondendo a una domanda sui tempi della missione dell'Alleanza Atlantica. I raid "devono proseguire, perche' non possiamo continuare a vedere il livello di combattimenti che vediamo ora".
Quindi traducendo in italiano corrente il linguaggio di questi mentecatti la guerra non finirà mai giacché è la NATO ad averla iniziata e a mantenerla in essere. ...ci dicessero almeno chi sta davvero vincendo...così, per curiosità, anche perché propalare bugie grossolane non dà un'immagine molto edificante del "mondo occidentale", Rasmussen ci ha preso proprio per deficienti da souvenir di qualche bancarella di medina. Per Frattini posso anche convenirne ma per noialtri no, sono un pò offeso, e Voi? Tosco
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#110117 - 10/04/11 07:56 PM
Re: Crisi in Libia
[Re: 201030]
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Registered: 08/26/02
Posts: 1399
Loc: milano
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Io sono incxxxxto nero: una bieca allenaza militare si arroga il diritto di intervenire in una questione interna di un paese, e non lo fa imponendo con la sua forza un fermo ai belligeranti, bensì distruggendo le poche infrastrutture di cui il Paese disponeva: e questo avverrebbe anche a MIO nome! Ho letto che l'Iran, nella persona di quel bel soggetto negazionista del suo presidente Ahmadinejad, ha molto criticato i violenti interventi della polizia di New York contro gli "Indignados" che a Wall Street manifestavano contro lo strapotere delle banche nel mondo occidentale...adesso mi aspetto che anche lui intervenga con le sue forze armate (con armi "made in Usa") bombardando Manhattan. Quel che è fatto, è reso, Mr. Barak "Premio Nobel per la pace" Obama!
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Z.C.50
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#110249 - 10/14/11 10:29 AM
Re: Crisi in Libia
[Re: l.a.leoni]
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Member
Registered: 04/17/08
Posts: 75
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Da un articolo di oggi apparso su " IL Giornale" testata che non non mi e' particolarmente simpatica , ma in questo caso ...da riflettere
Ve li ricordate? Si chiamavano pacifisti e nel segno dell’arcobaleno ne facevano di tutti i colori. C’erano gli scudi umani pronti a morire per Arafat e Saddam Hussein. C’erano Vauro e i suoi decisi a liberare Gaza dall’assedio israeliano. Per non parlare di Gino Strada sempre pronto ricordarci le vittime del conflitto afghano. O di quel vescovo deciso a non recitare mezza preghiera per Matteo Miotto, l’alpino colpevole di esser morto combattendo i talebani. E c’era tutta l’allegra brigata di Assisi, quella dei Vendola e delle Bindi, sempre felici di marciare nel nome della santa pace. Son tutti scomparsi. Si son tutti perduti nelle sabbie libiche. Lì a due mesi dalla caduta di Gheddafi la Nato continua a bombardare. Lì uomini, donne e bambini senza acqua, cibo e cure mediche attendono che qualcuno faccia valere anche per loro la risoluzione votata dall’Onu nel nome della difesa dei civili libici. Ma Assisi non ne parla. Lì Bindi, Vendola e i loro amici inneggiano alle rivolte arabe, ma non sprecano mezza parola per la guerra di Libia. A raccontare quel dramma senza fine rimane solo la Croce Rossa Internazionale. «La situazione all’interno dell’ospedale è caotica e inquietante - riferisce da Sirte il delegato dell’Icrc Patrick Schwaerzler - abbiamo trovato pazienti feriti dalle schegge e con gravissime ustioni. Alcuni hanno appena subito delle amputazioni. Altri sono in stato d’incoscienza tra gruppi di pazienti che continuano a implorare aiuto». Ma le pene dei libici non allineati con i principi della santa primavera araba non rientrano purtroppo fra quelle capaci di mobilitare i pacifisti nostrani. Guardatevi la prima pagina del sito di Emergency o di Peace Reporter, «la rete della pace». C’è un appello per la liberazione del volontario Francesco Azzarà, un richiamino ai 10 anni di guerra in Afghanistan, ma per la Libia manco mezzo titolo. Non che gli argomenti manchino. Secondo un rapporto di Amnesty International, pubblicato dopo una visita a 11 centri di detenzione sparsi tra Tripoli e Misurata, nelle galere degli ex ribelli languono più di tremila prigionieri catturati dopo la caduta del regime. Per la maggioranza di loro non esisterebbero né prove, né capi d’imputazioni. E tantomeno la certezza di un processo o di una detenzione priva di abusi. «In alcuni casi – si legge - c’è la chiara evidenza di torture praticate per ottenere confessioni o per infliggere una punizione». In una prigione i delegati di Amnesty trovano degli strumenti di tortura, in un altra ascoltano il rumore delle frustate e i lamenti dei prigionieri. Ma quel che più dovrebbe inquietare la grande tribù dei pacifisti scomparsi è la sistematica detenzione di africani accusati di essere dei mercenari di Gheddafi esclusivamente in base al colore della pelle. «Gli africani originari delle regioni sub sahariane e i neri libici - scrive il rapporto - sono particolarmente soggetti ad arresti arbitrari a causa del colore della pelle e delle voci secondo cui le forze gheddafiane hanno usato combattenti stranieri per combattere le forze del Consiglio di Transizione... circa il 50 per cento dei detenuti sono africani, la metà dei quali lavoratori immigrati». Un tempo accuse di questo tipo avrebbero mobilitato non solo la grande tribù pacifista, ma anche la rete dei movimenti anti razzisti della sinistra italiana. Oggi invece il sito di “Sos razzismo” l’organizzazione «sempre pronta a combattere le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza, alla cultura, alla fede professata» non gli dedica manco mezza riga. Difende l’immigrato Rudy Guedé - unico condannato del delitto Kercher -, chiede miglior accoglienza per i disperati di Lampedusa, invoca l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, ma non spende una parola per gli africani prigionieri del nuovo regime libico. Non sono figli delle primavere arabe. Non sono in linea con il pensiero alla moda. Si meritano guerre, torture e razzismo.
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