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#109287 - 08/07/11 03:40 PM Re: Crisi in Libia [Re: l.a.leoni]
l.a.leoni Offline
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Registered: 08/26/02
Posts: 1399
Loc: milano
...perfino Benedetto XVI ha detto che l'azione Nato in Libya è stata inutile: "Ben detto, Benedetto!"
(una volta tanto...)
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#109310 - 08/18/11 10:12 PM Re: Crisi in Libia [Re: adolfo]
RAY Offline
Utente Bannato

Registered: 12/24/07
Posts: 123
Les grands médias n’abordent pas la question des meurtres, viols et tortures de Libyens de race noire (Toubous), de travailleurs et d’étudiants africains des régions de Benghazi, de Misrata et de Tawergha, commis par les « libérateurs » du CNT. Bernard Henri Lévy, imposteur « droit de l’hommiste » qui avait de gros intérêts financiers dans le bois en Afrique noire, non plus.

Il a même présenté à Nicolas Sarkozy, en juillet, deux commandants rebelles venus chercher des armes. Il sait pourtant bien qu’une « Brigade de nettoyage des esclaves, des peaux noires » y sévit et que le crime de nettoyage ethnique devrait les conduire devant la Cour Pénale Internationale…

A New York, le 14 août, plusieurs dizaines de milliers de manifestants se sont réunis, Bd Malcom X, dans le quartier de Harlem, à l’appel de Louis Farrakhan, dirigeant de Nation of Islam, du Père Miguel d’Escoto Brockman, ancien vice-président de l’ONU, de Cynthia McKinney, membre de la Chambre des représentants (1993-2003 et 2005-2007), de Sara Flounders (cofondatrice de l’International Action Center, une organisation présidée par Ramsey Clark - ex-ministre américain de la Justice), d’ONG et de partis de gauche, pour condamner le racisme du CNT, l’agression de l’OTAN contre la Libye et l’embargo contre le Zimbabwe. Les médias n’en ont pas parlé… En France, les organisations anti-racistes se taisent.

http://oumma.com/Pogroms-anti-noirs-a-Be...tm_medium=email

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#109311 - 08/18/11 11:34 PM Re: Crisi in Libia [Re: RAY]
201030 Offline
Senior

Registered: 01/07/08
Posts: 215
E uno dei problemi è che non ce ne stupiamo nemmeno più...stiamo assistendo (si fa per dire)ad un teatrino preconfezionato di notizie false mirate a perpetuare il concetto di una "liberazione" a cui non credono nemmeno più i bambini.
Interessante questo articolo, lo faccio subito girare. Bravo.
Tosco.

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#109314 - 08/19/11 03:18 PM Re: Crisi in Libia [Re: 201030]
akko69 Offline
Member

Registered: 01/16/02
Posts: 179
Loc: Alessandria
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sergio
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#109328 - 08/23/11 12:43 PM Re: Crisi in Libia [Re: akko69]
Cheche Offline
Junior Member

Registered: 03/05/03
Posts: 10
Loc: Sardegna

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#109400 - 08/30/11 03:50 PM Re: Crisi in Libia [Re: Cheche]
fab68 Offline
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Registered: 07/23/02
Posts: 353
Loc: Reggio Emilia
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Fabrizio
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#109428 - 08/31/11 08:47 PM Re: Crisi in Libia [Re: fab68]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
Mi pare interessante:

FONTE

'Mi pare con tutta evidenza che alcune democrazie occidentali abbiano voluto eliminare Gheddafi per poter mettere mano e sul petrolio della Libia e sul fatto che adesso c’è questo nuovo sport delle democrazie occidentali, cioè quello di distruggere i paesi per poi partecipare al business della ricostruzione.
È quello che è avvenuto in Serbia, in Iraq e anche in Afganistan, anche se lì hanno più difficoltà, perché i talebani gli distruggono ciò che cercano di ricostruire." Massimo Fini


Intervista a Massimo Fini, giornalista e scrittore antimodernista:

La corsa alla Libia (espandi | comprimi)
Blog- Perchè l'Italia è intervenuta militarmente in Libia ?
Massimo Fini- L’Italia è intervenuta in realtà per le sciocchezze che combina Berlusconi, nel senso che Berlusconi si era talmente esposto con Gheddafi, tutti ricorderanno le scene abbastanza vergognose dove Gheddafi evoluisce liberamente in Roma facendo il padrone di casae si era talmente esposto che da una parte aveva difficoltà a entrare, dall’altra temeva di essere considerato un complice del dittatore. Penso che di suo non sarebbe entrato in questa guerra, perché Berlusconi è tutto, ma non è un guerrafondaio, non interessano le guerre anche perché lui personalmente non ci può ricavar danaro quindi... Diciamo che è stata costretta l’Italia ad entrare proprio per questo modo dissennato di far politica di Berlusconi, politica anche estera; non è un caso che la politica estera si è sempre fatta con lo stile di Andreotti e non con quello di Berlusconi, perché poi ti pone in situazioni di questo genere.
È una situazione in cui tu essendoti troppo strusciato con grande evidenza al dittatore, poi devi entrare con gli altri, anche se non hai particolari interessi a farlo, per non essere accusato di complicità con il dittatore. Almeno, io la vedo così.
Blog- Che ruolo hanno Francia e Germania in questa guerra?
Massimo Fini- Questo lo sanno tutti: la Francia voleva recuperare posizioni che in Libia aveva perso, la Gran Bretagna secondo me è intervenuta più per un riflesso coloniale e quindi ha seguito la Francia, poi gli Stati Uniti. Il tutto fa parte di una forma di neocolonialismo che comincia da quando crolla il contraltare sovietico, allora le democrazie hanno mano libera e avremo cinque guerre: la prima guerra del Golfo, la guerra alla Serbia, la guerra all’ Afghanistan, la guerra all’Iraq (seconda) e la guerra alla Libia. Ripeto, il fatto è che le democrazie non hanno più un oppositore quindi si credono in diritto di poter fare tutto quello che vogliono; questo è al di là delle responsabilità di Gheddafi, che peraltro, ripeto, negli ultimi anni ci trafficava tutti i paesi europei, questo è il succo di fondo di quello che sta avvenendo da una ventina d’anni a questa parte.
La Germania è rimasta coerentemente fuori, perché ha una sua politica tutto sommato coerente, non è andata in Iraq, poi pensa che sia inutile spendere quattrini in avventure di questo genere, insomma, che sono comunque costose, poi prima di avere i risultati si vedrà, insomma.
È ovvio che la Francia farà la parte del leone. Ma quello che a me interessa di più è il fatto che si è violato il principio di diritto internazionale di non ingerenza agli affari interni dello Stato sovrano, che peraltro è già stato sconquassato con la Serbia, e da qui possono poi derivare altre infinite aggressioni a chi non piace al mondo occidentale. Fra gli alleati delle democrazie c’era l’emiro del Qatar, il quale non è precisamente un democratico.

La vigliaccheria dei dittatori (espandi | comprimi)
Blog- Quali i prossimi obiettivi ?
Massimo Fini- Un obiettivo però molto difficile e molto ostico è l’Iran, sono anni che gli Stati Uniti fanno una politica ideologicamente molto aggressiva nei confronti dell’Iran, che non si capisce il perché non dovrebbe costruirsi il nucleare civile, che serve ad usi civili e anche medici,solo che aggredire l’Iran vorrebbe poter dire veramente scatenare una terza guerra mondiale. Però certo è lì anche in Iran, com’è successo in Libia, in Libia la rivolta non è scoppiata spontaneamente, hanno mandato agenti provocatori francesi e britannici e questo avviene anche in Iran, cercano continuamente di fomentare un malcontento che probabilmente c’è ma che riguarda una parte minoritaria della popolazione.
Blog- La ribellione si è organizzata spontaneamente?
Massimo Fini- Secondo me è una rivolta fomentata, i rivoltosi da soli non avrebbero mai potuto fare nulla. Si è votata una risoluzione ONU che poteva anche avere il suo senso, il “no fly zone”, perché una delle due parti, Gheddafi in questo caso non avesse una superiorità militare assoluta. È stato subito evidente che la storia del “no fly zone” era un’aggressione alla Libia di Gheddafi. Il quale non è o non era un dittatore isolato come ci si è fatto credere, aveva anche nella popolazione un consistente appoggio per la sua politica anticoloniale, nazionalista, antiamericana e anche perché, grazie al petrolio, si era arricchito lui sì, ma aveva arricchito anche nuovi ceti sociali. Quindi non è stata, come in Tunisia, una rivolta di un popolo intero che caccia il dittatore, infatti non a caso è durata sei mesi con inferiorità militare da parte di Gheddafi, dopo l’intervento della Nato, totale. Se i rivoltosi fossero stati veramente tanti e più decisivi sarebbe durata dieci giorni, no?
C’è una cosa da dire su questi dittatori, è che al momento del dunque tutti dimostrano una vigliaccheria assoluta: Saddam Hussein si fa prendere come un topo di fogna in quel tombino; Ben Alì sfugge con la cassa; Mubarak che si fa barellare in uno di questi grotteschi processi che dopo Norimberga i vincitori fanno i vinti; e Gheddafi invece di morire in battaglia, scappa.
Se vogliamo stare alla nostra storia, Mussolini, dopo tante parole sulla bella morte che hanno spinto tanti ragazzi giovani ad andare a morire per Salo, scappa travestito da soldato tedesco. Il Duca di Blangis nelle 120 giornate di Sodoma, che è uno dei carnefici più feroci, dice de Sade, è uno che si sarebbe fatto spaventare da un bambino un po’ deciso se non aveva il potere in mano... Che li squalifica moralmente, al di là dei loro crimini. L’unico che è stato coerente è stato Hitler che si è suicidato, ciò non lo assolve dai suoi crimini, però perlomeno è stato coerente con la sua storia.
Per la classe dirigente tedesca, nazista è stata una Gotterdammerung però si sono uccisi, insomma Goebbels si suicida, la moglie si suicida, uccidono i loro sei figli, ripeto non è che li assolva da alcunché, però è una fine coerente con le crudeltà che tu hai usato sugli altri, no? Però non riguarda questi qua che ho nominato prima. Del resto c’è una differenza, cioè la gente semplice sa bene al momento del dunque quali sono i suoi doveri, se tu leggi le lettere dei condannati a morte della Resistenza o anche dei ragazzi di Salò, ugualmente condannati morti, che sono giovani di vent’anni circa, sono tutte lettere estremamente dignitose. Se tu leggi le lettere di Moro nella prigione delle Brigate Rosse fai il confronto insomma. Evidentemente il potere aiuta a diventare vigliacchi o forse si va al potere perché si è vigliacchi.

A volte ritornano (espandi | comprimi)
Forse lo diventano per le mollezze del potere, per le cose, per gli affari, ma insomma, ripeto, che non ce ne sia uno che affronta in battaglia il nemico e muore, tanto sa che ormai è spacciato e lascia molto perplessi sulla loro reale personalità. Perché poi quando invece c’è da sacrificare la vita altrui non hanno esitazione alcuna.È chiaro che nel momento della sconfitta, anche com’è stato qui in Libia, cioè finché non si sapeva chi vinceva la popolazione è stata sostanzialmente a guardare, poi si è gettata tutta da una parte più che degli insorti, della Nato, perché la guerra l’ ha vinta la Nato. Gli insorti sono un optional. Io non ho molta stima, devo dire, di questi insorti libici, anche perché diciamo che i capi sono tutti ex gheddafiani che si sono levati al momento opportuno, quindi ci sarà una classe dirigente gheddafiana senza Gheddafi; anche se sostanzialmente credo che diventerà un protettorato occidentale, insomma, come l’Iraq, come sostanzialmente la Serbia, come vorrebbero fosse l’Afghanistan, ma lì non ce la fanno perché gli afgani hanno un’altra tempra.
C’hanno una storia in questo senso: hanno cacciato gli inglesi, nell’800, han cacciato i sovietici, con tutto quello che voleva dire l’armata sovietica, e cacceranno anche questi, li stanno per cacciare, nonostante la disparità enorme di armamenti; in Afghanistan questa storia degli aerei per cui si è votato “no fly zone” per Gheddafi, questi la subiscono da dieci anni, loro non hanno né aviazione né contraerea e devono battersi con gente che usa solo praticamente l’aviazione.
L’unica cosa che posso dire è che chi sta trattando per l’Italia sul... è Scaroni, quindi Bisignani, perché noi abbiamo visto dalle intercettazioni che Scaroni per fare dei contatti coi Libici aveva bisogno del consiglio decisivo di Bisignani. È una cosa che fa un po’ impressione, devo dire, che il Presidente dell’Eni non sappia agire da solo.
Nell’80, che si scoprì che il padrone di Italia non stava né a Torino né a Roma né a Milano, ma stava a Castiglion Fibocchi e si chiamava Licio Gelli. E adesso abbiamo scoperto che uno dei padroni è questo Luca Bisignani, che già era compromesso, condannato, non importa, tornano sempre

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#109453 - 09/01/11 03:02 PM Re: Crisi in Libia [Re: Stefano Laberio]
Stefano Laberio Offline

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Registered: 12/12/01
Posts: 4861
[14:54:44] Zecchini: ANDIAMOCI PIANO PRIMA DI DIRE CHE IN LIBIA GLI INSORTI LOTTANO PER LA LIBERTA’

E’ vero…Gheddafi è stato il dittatore di un regime nazionalista in cui però il popolo sembrava vivere abbastanza felicemente. Una sorta di Fidel Castro africano. E, come tutti i personaggi diversi dalla consuetudine occidentale sovente diventano scomodi per la politica delle potenze, abituate ad una concorrenza basata quasi unicamente sul profitto: petrolio, risorse energetiche, multinazionali, produttori di armi e altro. Nella recente storia libica l’opposizione al regime di Gheddafi era pressoché inesistente, il popolo viveva in una economia certamente superiore a tutte le altre nazioni nord africane. In occidente invece era diffuso l’informazione che Gheddafi era un pazzo, maniaco e terrorista, alla testa di una dittatura che si manteneva con una repressione implacabile, ed il popolo libico non aspettava che una buona occasione per rivoltarsi e rovesciare questa odiosa dittatura per istaurare la democrazia.
Una visione occidentale comune anche per gran parte del popolo Italiano. Personalmente dopo aver visitato ripetutamente la Libia e conosciuto molti libici mi è sembrato di cogliere che il concetto di democrazia sia abbastanza lontano dalla comprensione popolare, mentre le convinzioni pesantemente religiose giocano un ruolo fondamentale ed hanno profondamente permeato la società creando convinzioni che ostacolano in modo inequivocabile l’instaurarsi della democrazia.
Questa è una rivoluzione appoggiata dall’occidente che secondo molte opinioni non porterà a nulla di positivo. Forse i nostri politici, di destra e di sinistra, sono troppo lontani dal conoscere queste realtà e lo mostrano seguendo analisi socio-politiche che non possono essere calate nel mondo musulmano. Se in Tunisia la lotta di liberazione e la politica di Bourguiba ha prodotto una società in cui il germe democratico era stato inserito, non è la stessa cosa per la Libia. La rivoluzione tunisina con la cacciata di Ben Ali ha in se un valore che si muove verso la libertà , mentre in Libia l’oscurantismo politico e religioso è stato pressoché totale. Ciò nonostante il petrolio ha permesso a Gheddafi e al popolo di beneficiare di una buona e generalizzata economia. Insomma in Libia non si stava male… Allora perché la rivoluzione?...Poi con l’inizio della “rivolta” le leve propagandistiche mosse al momento giusto soprattutto in Francia, negli Stati Uniti ed in Italia hanno anche fatto accettare “l’intervento aereo straniero” al fine di protegge il popolo libico e sostenere la sua resistenza. Oggi in una fase di decantazione degli avvenimenti urlati in ogni direzione dai media, la situazione appare molto diversa. L’incertezza sulla giusta causa di questa strana rivoluzione libica ha iniziato a serpeggiare tra le ipotesi di molti intellettuali d’occidente.
Sembra sotto un certo profilo un colpo di stato, non molto diverso di quelli avvenuti in sud america. Gheddafi è sfinito ma ancora non molla. Gli insorti appaiono con le loro simbologie pesantemente religiose, gli Allah u Akbar sono urlati con gli spari nell’aria, un segno di grande immaturità anche dell’idea religiosa che aborrisce ogni forma di violenza,
la nazione sembra in loro mani mentre la popolazione è confusa.
La classe politica italiana ha dimostrato di aver ormai raggiunto livelli talmente bassi e miserabili che di fronte al dramma libico dubito sia in grado di prendere oggi una posizione chiara. Una posizione che non sia dettata sempre e unicamente da interessi ma che sia finalmente una posizione umana raggiunta attraverso un analisi antropologica e non economica, umana e non “umanitaria”.
Marino Alberto Zecchini

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#109458 - 09/01/11 04:33 PM Re: Crisi in Libia [Re: Stefano Laberio]
gla Offline
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Registered: 12/19/01
Posts: 1579
Caro Marino , la prima cosa che ha fatto l'Italia mentre Tripoli ancora bruciava( arrivando peraltro in ritardo), è stata di rinovare gli accordi dell'Eni sulla importazione energetica, tranquillizzando gli italiani sul fatto che a Natale potermo avere senza problemi i soliti 30° nei centri commerciali. Quindi non è vero che non sia stata fatta una analisi "umana"!
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#109461 - 09/01/11 06:19 PM Re: Crisi in Libia [Re: gla]
onurb55 Offline
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Registered: 01/01/10
Posts: 1454
Loc: torino
...concordo su quanto dice Marino, tranne che Bourghiba fosse un gran campione di democrazia, pur se partecipò alla grande stagione dei movimenti anticolonialisti africani e diede asilo ad esempio ai membri del FLN algerino. Nel 1978 andai per la prima volta in Libia e i tunisini, quelli del popolo intendo, avevano parole durissime verso Bourghiba allora al potere; il loro idolo era Gheddafi. Me lo ricordo benissimo. I libici andavano in Tunisia...ancora vestiti in modo tradizionale...vi ricordate quei larghissimi pantaloni col cavallo bassissimo, e con quella mezza scodella in testa....però erano muniti di tanto denaro. Questo faceva colpo sui tunisini che al sud vivevano in maniera assolutamente misera e Gheddafi era per loro un mito.
Purtroppo la vedo grigia, per la Libia ma anche per la Tunisia. Spero di sbagliarmi ma non mi par di scorgere all'orizzonte movimenti politici in quei paesi in grado di non cadere nella trappola dell'integralismo. Ciao. Bruno

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