Posso immaginare che qualcuno possa vedere negli intensi rapporti commerciali con la Libia, recentemente rafforzati dai cordiali rapporti fra Gheddafi e Berlusconi, una sorta di complicità con il regime che sta finendo o è già finito.
Del resto mantenere buoni rapporti con chi da un ventennio ci fornisce circa il 25% del nostro fabbisogno energetico mi sembra opportuno, e bisogna anche valutare il peso delle importanti commesse ottenute da nostre grandi aziende che garantiscono poi di riflesso lavoro a molti italiani.
Quindi mi riesce abbastanza difficile condannare la prudenza con cui le nostre autorità hanno affrontato la situazione, un diverso comportamento a seconda del concludersi degli eventi poteva attirare identiche critiche ma di segno opposto.
Del resto è stato abbastanza evidente che gli stati europei che si sono schierati più prontamente in un aperto appoggio ai manifestanti sono quelli che non avendo rapporti economici privilegiati con la Libia non avevano nulla da perdere, anzi da un cambiamento di regime avevano solo da guadagnare.
Senza contare poi che non sarebbero stati la meta più a portata di mano per le inevitabili migliaia di profughi.
Può non sembrare un concetto condivisibile, ma alla fine si chiama ragion di stato, in cui contano solo fredde considerazioni di quella che viene definita "realpolitik".
E non c'è nazione al mondo che ad essa non si ispiri quando gli torna utile.
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raskebir
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