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#102521 - 06/03/10 05:40 PM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: bomboliere]
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Senior
Registered: 12/29/02
Posts: 1414
Loc: Piemonte
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Conosco abbastanza bene la storia (parlandone col dovuto rispetto, tutto quello che di più sbagliato si può fare) ed ho partecipato al finanziamento per la costruzione di un pozzo dedicato a Manuel Rumi in collaborazione con l'Associazione fondata dai familiari che ha già costruito oltre 50 pozzi in Africa. Rricordo alcune balises dell'IGF, ricordo l'acacia che compare nell'ultima foto scattata da Manuel che è stata scelta come logo dell'associazione, posso andare a ripescare la traccia, noi l'abbiamo percorsa in senso inverso la pista (le dune sono evitabili) partendo da Illizi verso Bordj Omar Driss ma avevamo dovuto deviare parecchio dalla pista causa grandi allagamenti, non ricordo se da una balise si vedesse la successiva in quanto seguivamo dei punti GPS, che comunque se ti servono potrei mandarti. Purtroppo poi c'è stata la storia dei 21 rapiti, della chiusura ai turisti del Tifernine per cui non ci siamo potuti più tornare, però nel viaggio nell'Erg Occidentale da cui sono appena rientrato la guida Tuareg diceva che in qualche modo ora la zona è praticabile. Quando l'abbiamo percorsa noi non abbiamo incontrato nessuno. A disposizione x info.
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raskebir L.R.Def 90 200 TDI "Jamais Contente" L.R.Def 110 Puma "Desert Queen" Toy L.C.125 Autom.
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#102523 - 06/03/10 07:46 PM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: bomboliere]
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Senior
Registered: 12/17/01
Posts: 3594
Loc: lago maggiore
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la Gara Kranfussa e' una dele piu' belle piste che abbia mai visto, ho amici che l'anno solcata ancora da nord a sud, notizie della scorsa estate. cosi come l'erg Tifernine e Thiodaine...quest'utlimo e' un posto incantevole
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Saluti Marco
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#102524 - 06/03/10 08:47 PM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: marko]
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Senior
Registered: 12/29/02
Posts: 1414
Loc: Piemonte
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Riporto quanto so per aver seguito la vicenda da vicino come Presidente dell'Associazione Latitudini, sperando di evitare imprecisioni. Avevo sentito che Manuel si era presentato alla frontiera Tunisia-Algeria con un amico motociclista canadese, che non era stato ammesso a causa di irregolarità del visto. Manuel aveva proseguito da solo verso sud, era caduto non so dove senza conseguenze apparenti, sempre da solo aveva continuato verso sud sbagliando pista (avrebbe dovuto imboccare quella per Amguid), la moto si era fermata a causa di una scheggia di vetroresina (probabilmente dovuta alla caduta) che ostruiva il rubinetto del serbatoio, Manuel aveva tentato in tutti i modi o con l'avviamento a pedale o spingendola di rimetterla in moto, con uno stress che a quelle temperature gli è stato fatale. Era stato ritrovato qualche ora dopo da alcuni motociclisti tedeschi, la moto era appoggiata alla balise, aveva scorte di acqua e di viveri, avrebbe potuto aspettare che passasse qualcuno che gli desse una mano ma si è stremato cercando di risolvere il problema da solo. Mi pare che i famigliari siano stati avvertiti con un certo ritardo del decesso, senza avere molti altri particolari sull'evento tranne che era stato ritrovato da motard tedeschi. La famiglia faticò non poco a ritrovare la salma, la moto, gli effetti personali fra cui lo zaino con macchina fotografica che riportava come ultima foto un'acacia solitaria che si trova a qualche km. dalla balise ed è diventata il logo dell'associazione in seguito fondata. Il padre pubblicò dei messaggi sulle riviste di moto tedesche per ritrovare quei motociclisti e saperne di più, partecipò in Germania ad alcuni raduni finchè riuscì a ritrovarli, e questi diedero le informazioni sulle modalità del ritrovamento e sul fatto che avevano avvertito le autorità di polizia per poi proseguire il loro viaggio. La famiglia nel ricordo di Manuel fondò' poi l'Associazione Manuel Rumi, che aveva come scopo l'aiutare le popolazioni indigene scavando pozzi, all'inizio anni di questo decennio erano già arrivati a scavarne oltre 50 nell'Africa subsahariana, ma nessuno in Algeria dove era perito il figlio, in quanto non avevano le necessarie conoscenze presso le autorità algerine. L'Associazione Latitudini organizzò fra i propri soci una raccolta di fondi (25-30 milioni di lire) e avvalendosi della collaborazione delle guide algerine che solitamente utilizzava contattò alcune imprese in grado di eseguire i lavori, sceglendo poi il preventivo che sembrava più opportuno. Il primo scavo fu eseguito abbastanza vicino alla fatidica balise, l'acqua venne trovata ma era troppo salata per essere utilizzata. Venne allora scavato un secondo pozzo a qualche km. di distanza, l'acqua aveva un leggero sapore sulfureo ma era bevibile. Fu poi organizzato di un evento per andare a vedere il "nostro" pozzo, che comunque in seguito avrebbe dovuto essere inaugurato in pompa magna con le locali autorità. Quando giungemmo sul posto notammo che le autorità, approfittando della disponibilità del pozzo, unico per una zona molto vasta, avevano fatto costruire poco distante alcuni locali destinati ai veterinari che a scadenze prefissate sarebbero rimasti qualche giorno a disposizione dei nomadi che necessitassero di cure alle greggi. Poi dopo il rapimento dei 21 la zona divenne off limits ed il pozzo non è mai stato ufficialmente inaugurato, l'importante è che sia là a disposizione dei nomadi, chissà che quanto prima riusciamo a ritornarci. Come ho già detto in precedenza, secondo una guida Tuareg che era con noi nel recente viaggio nell'Erg Occidentale, seguendo un determinato percorso ora la zona sarebbe praticabile. Chissà! Vedremo.
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#102525 - 06/03/10 09:19 PM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: raskebir]
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Senior
Registered: 05/22/03
Posts: 391
Loc: Treviso
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In quella zona ho fatto il mio primo viaggio sahariano, in moto (Africa Twin), primi anni '90. Il viaggio purtroppo naufragò. Eravamo quattro moto più una Range Rover che ci accompagnava. A causa di una tempesta di sabbia perdemmo il contatto con la Range a metà pomeriggio, come da accordi rimanemmo fermi ad aspettare il resto del pomeriggio e tutta la notte, ma la macchina non ci ritrovò ed eravamo praticamente senz'acqua. La mattina a maggioranza si decise di ritornare sui nostri passi prendendo come riferimenti le alture viste all'andata e quel che era rimasto delle nostre tracce (non avevamo gps). Avemmo fortuna e ritrovammo l'asfalto e dopo un paio d'ore ritornò anche la macchina, un po' malandata perchè di notte s'era infilata in una buca. Tornando indietro abbandonammo due moto rimaste a secco e andammo a riprenderle il giorno dopo. Avevamo perso tempo, ma tirando un po' potevamo riprendere la pista e recuperare, ma dopo quell'avventura a maggioranza si decise di lasciar perdere... Eravamo tutti al primo viaggio nel deserto e quella notte all'addiaccio senza viveri e con un bicchier d'acqua a testa ci è rimasta ben impressa nella memoria!
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#102527 - 06/03/10 09:47 PM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: Lorenzo_90]
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Registered: 12/29/02
Posts: 1414
Loc: Piemonte
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Sembra quasi incredibile che solo pochi anni fa si andasse per deserti senza l'aiuto della navigazione satellitare, ma solo con bussola e mappe più o meno dettagliate, quelle erano veramente imprese notevoli.
So che in una città nel sud algerino comparivano decine di foto di peugeottari o simili in una specie di bacheca che avrebbe potuto essere chiamata "Chi l'ha visto?".
Purtroppo ancora oggi anche con il GPS qualcuno che si mette nei guai c'è sempre.
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raskebir L.R.Def 90 200 TDI "Jamais Contente" L.R.Def 110 Puma "Desert Queen" Toy L.C.125 Autom.
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#102529 - 06/03/10 10:31 PM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: raskebir]
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Senior
Registered: 12/17/01
Posts: 3594
Loc: lago maggiore
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Sembra quasi incredibile che solo pochi anni fa si andasse per deserti senza l'aiuto della navigazione satellitare, ma solo con bussola e mappe più o meno dettagliate, quelle erano veramente imprese notevoli. bhe non c'era il gps ma c'era il sestante...il gps rende tutto piu' immediato...se non avessi avuto il wp che ci diede Laberio per uscire dal thiodaine probabilmente sarei ancora la a cercare l'uscita con bussola e cartina e se non avessi avuto una zulo map della zona sul palmare, non avremmo trovato un interessante oued che collega il tifernine al thiodaine..tutto in era pre guida. la tecnologia ci fa osare di piu', bisogna cmq sempre aver timore delle sabbie! il passo all'incoscienza e' breve
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Saluti Marco
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#102531 - 06/04/10 08:44 AM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: marko]
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Senior
Registered: 12/17/01
Posts: 1887
Loc: Milano
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Sono venuto a conoscenza della tragedia di Manuel poco dopo il fatto, ai tempi collaboravo con una rivista del comasco dove il libro fu dato in regalo per la sua diffusione. A quei tempi viaggiavo ancora in moto, due o tre amici, senza auto di appoggio, in totale autonomia, senza gps perchè non esisteva, e la sua storia mi colpi profondamente, ho letto e riletto molte volte la prima parte del libro dove si riassumevano i fatti che hanno portato Maniela a morire su di una pista che ho fatto tre volte da nord e da sud . La pista è molto bella ma anche semplice, con un pugno di wpt la si percorre in tutta sicurezza ma Manuel non aveva gps, naturalmente, nessuna esperienza e, ancora peggio, si era ostinato a continuare un viaggio da solo, in piena estate, insomma un mix di sfiga e ingenuità che non perdonano se succede qualcosa di storto. Non prendetemi per cinico, mi sono commosso più volte pensando a questo ragazzo, alla sua tragedia, a quello che deve avere provato quando si è trovato da solo e in panne.
Tornando a Bomboliere, come ha scritto Marko la pista è stata percorsa ancora di recente, anche dopo il divieto ufficiale, dipende molto da quando ci vai, dalla guida che hai, insomma non vi è certezza. Però, tornando al fatto pratico e tecnico non presenta nessuna difficoltà degna di nota.
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#102537 - 06/04/10 10:09 AM
Re: La pista tra Bordj Omar Driss e Illizi
[Re: Alfredo Crivelli - Milano]
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Registered: 08/25/02
Posts: 178
Loc: milano
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Grazie Raskebir: questa parte: "la moto si era fermata a causa di una scheggia di vetroresina (probabilmente dovuta alla caduta) che ostruiva il rubinetto del serbatoio, Manuel aveva tentato in tutti i modi o con l'avviamento a pedale o spingendola di rimetterla in moto, con uno stress che a quelle temperature gli è stato fatale"
è quella che manca nel libro "Manuel il mio TUareg" e che volevo capire. In effetti da ciò che spiega il tedesco che viaggiava con lui e che ha dovuto mollare il colpo perchè ha piegato la forcella poco dopo Bordj Omar Driss, sembra che Manuel gli avesse chiesto più volte lo stato della pista di Illizi e lui gli aveva detto di lasciar perdere, e di stare su quella per Amguid, più facile come navigazione, e più frequentata. Ma Manuel, da solo, ha tentato lo stesso: non sembra sia stato un errore , ma una scelta (questo scrive suo padre sul libro stesso). La cosa che mi ha colpito subito era il fatto che fosse l'inizio di Agosto; io che sono passato alla stessa latitudine sulla transahariana a febbraio, volevo già morire dal caldo... Ma con che cognizione si progettavano questi viaggi?
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