Originally Posted Tuesday, July 20, 2004
L’acqua è senz’altro uno dei veicoli più comuni delle malattie a trasmissione orofecale.
Il viaggiatore dovrà scegliere con attenzione dove acquistare cibi e bevande: è buona norma diffidare dei venditori ambulanti che spesso preparano i cibi in locali poco idonei dal punto di vista igienico. Utilizzando ingredienti di dubbia qualità. In questi paesi sono molto diffuse le malattie trasmesse tramite l’acqua e gli alimenti
Al di fuori dei centri abitati dotati di un servizio di approvvigionamento idrico in grado di garantire la potabilità dell’acqua erogata si devono bere esclusivamente bevande, preferibilmente gassate (l’acido carbonico ha un certo effetto battericida), in bottiglie sigillate, in altre parole acqua adeguatamente disinfettata, senza mai aggiungere ghiaccio, che potrebbe essere contaminato.
Esistono attualmente diversi metodi per trattare e disinfettare l’acqua:
Bollirla per almeno cinque minuti
Trattarla con iodio, prodotti clorurati, o pergamanato di potassio
Lo iodio è facilmente reperibile in commercio sotto forma di soluzione acquosa al 2%: basta aggiungere otto o dieci gocce di soluzione ad un litro d’acqua ed attendere mezz’ora per avere una bevanda sufficientemente sicura; ATTENZIONE, lo iodio può dare origine a reazioni di ipersensibilità, e il suo uso prolungato altera la funzionalità della tiroide.
L’Euclorina, lo Steridolo e l’Amuchina, prodotti a base di cloro utilizzati per potabilizzare l’acqua, presentano l’inconveniente di dare alla bevanda un sapore sgradevole e non sono attivi sulle cisti amebiche.
I filtri “Katadyn” e “Pocket Purifier”, e tutti i filtri in porcellana in genere, molto pubblicizzati negli ultimi tempi. funzionano egregiamente nel trattenere le particelle corpuscolate, i protozoi ed i batteri, ma lasciano passare i virus (enterovirus, virus dell’epatite A, rotavirus…).
Oltre alle bevande, anche gli alimenti naturalmente possono dimostrarsi ottimi veicoli di organismi patogeni. nel nostro paese come in tutto il mondo, sarà quindi opportuno consigliare di mangiare solo cibi ben cotti e di recente preparazioni, evitando assolutamente molluschi e frutti di mare crudi, latte non bollito, latticini freschi, gelati e dolciumi, frutta già sbucciata, nonché insalata, se non accuratamente lavata con acqua addizionata di succo di limone o aceto.
Numerosi sono i microrganismi potenzialmente patogeni trasmissibili tramite alimenti.
Oltre a quelli universalmente riconosciuti, quali le Salmonelle, le Sighelle, lo Stafilococco (enterotossico). L’Escherichia Coli, altri germi nuovi come la Yersinia enterocolitica, il Campylobacter Jejuni, la Listeria Monocytogenes e alcuni vibrioni sono stati recentemente segnalati come agenti di tossinfezioni alimentari. Da non dimenticare anche le infestazioni da parassiti quali il Toxoplasma Gondii, la Trichinella Spiralis e le Tenie, dovute alla ingestione di carni non cotte. Nella tabella è riportato l’elenco dei principali microorganismi patogeni e relativi veicoli più frequenti.
Ricordiamo alcune norme igieniche generali per la prevenzione delle malattie infettive:
Usare ogni precauzione nell’utilizzo dei servizi igienici pubblici. e curare la propria igiene e pulizia personale più dei consueto (es. lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone prima di ogni pasto);
Non fare il bagno un acque stagnanti e non camminare mai a piedi scalzi su terreni umidi e sabbiosi: ciò eviterà il rischio di contrarre malattie quali la Bilharziosi o Schistosomiasi, miasi varie, la malattia da Larva Migrans, l’Anchilostomiasi il cosiddetto piede di Madura, le pulci penetranti, ecc.
Indossare scarpe di provata comodità, che permettano una idonea traspirazione proteggendo contemporaneamente il piede: ciò al fine di evitare la comparsa di fastidiose vesciche ed eventuali micosi (piede d’atleta)
Non trascurare di pulire e disinfettare accuratamente, anche con solo acqua e sapone, le ferite che, nei climi caldi. tendono, se trascurate, a trasformarsi in dolorose ulcere
Non dimenticare mai che, dove le più elementari norme igieniche tengono trascurate, anche le malattie veneree abbondano
Prestare attenzione ai contatti con animali, anche domestici, per la possibilità di trasmissione di malattie, in forma diretta attraverso il morso (rabbia), o indiretta da artropodi (zecche. pulci, … ) parassiti degli stessi.
Astenersi nelle acque dei mari tropicali dal toccare con le mani o con altre parti dei corpo pesci o coralli sconosciuti: numerose sono infatti le specie munite di organi difensivi urticanti se non addirittura velenosi
Lo stesso dicasi nelle visite della giungla equatoriale, dove flora e fauna spesso nascondono insidie conosciute soltanto alla gente dei luogo, da cui è sempre conveniente farsi accompagnare o attingere informazioni
I viaggi organizzati con soste negli alberghi delle grandi città o presso centri turistici residenziali espongono a meno rischi che non i viaggi avventura, e safari, che implicano soggiorni in aree rurali a più diretto contatto con potenziali vettori o veicoli di malattie
Che comunque è sempre consigliata per tutti la vaccinazione orale contro la febbre tifoide, con vaccino vivo attenuato.
Generalmente sconsigliata la vaccinazione anticolerica
Non trascurate, ove è necessario, l’attivazione di sistemi di protezione passiva (zanzariere, repellenti cutanei, insetticidi a base di piretro) nei confronti di zanzare, pappataci, zecche pidocchi e pulci, vettori della malaria, della febbre gialla, della leishmaniosi, di encefaliti virali, come pure della peste e del tifo esantematico.
Igiene dell’acqua per uso alimentare:
a) fate sempre grande scorta di acqua potabile, superiore al fabbisogno stimato;
b) usate acqua sicuramente potabile e usate quella che trovate in fonti non sicure solo per lavarvi;
c) portate con voi Amuchina o qualche altro disinfettante per garantire un minimo di igiene;
d) in caso di incertezza, fate bollire l’acqua prima di consumarla;
e) esistono n commercio cannucce dotate di filtri, che consentono di bere da qualsiasi tipo di fonte, purché non salata;
f) grandi filtri in ceramica sono venduti in tutta l’Africa e l’Asia e sono particolarmente utili per campi a lunga permanenza;
g) quando raccogliete dell’acqua cercate di farlo da punti in cui essa corre e non stagna.
Tutte queste avvertenze possono sembrare scontate, ma devono essere tenute sempre presenti, poiché dimenticarsene potrebbe causare grossi problemi.
Per ciò che riguarda l’abbigliamento, poche indicazioni: prima di tutto, munirsi di abiti molto comodi (di preferenza pantaloni corti tipo militare e slip a calzoncino, che sono più freschi e proteggono da infiammazioni e micosi). Il copricapo è pressoché obbligatorio il colore bianco è senz’altro il più adatto, ma se volete avvicinare animali, è consigliabile verde o cachi.
Ed ecco qualche consiglio su come e dove montare il campo:
· lontano dall’acqua, almeno ad 1 Km. da essa per evitare il più possibile insetti e zanzare
· lontano da villaggi abitati o abbandonati, che sono spesso ricettacolo di insetti e topi: il governo indiano, ad esempio, vieta alle sue forze armate l’alloggiamento a meno di 700 metri dai centri abitati per evitare la contrazione di malattie epidemiche
· se potete, piazzate il campo in una zona più alta rispetto al territorio circostante, esposta alle brezze
· consigliabile che il vento spiri dal campo verso l’acqua (o le altre aree di provenienza degli insetti) e non viceversa
· per tenere lontane le zanzare è meglio piazzarsi vicino a piante od erbe con forte aroma: in questo modo gli insetti avranno maggior difficoltà a percepire l’odore della vostra traspirazione, che serve loro da guida
· in zone a clima tropicale (foreste brasiliane o dell’Africa centrale o indonesiane), per campi a lunga permanenza, è consigliabile un disboscamento radicale per 20/30 metri attorno al campo, tale da impedire il passaggio degli insetti nelle ore diurne. Essi infatti rischiano, compiendo lunghi tragitti sotto l’esposizione diretta dei sole, di bruciarsi
· se vi sono pozze d’acqua stagnante in prossimità dei campo, sarà bene gettarvi dentro benzina o simili, per formare sulla superficie un velo che impedisca la deposizione e la crescita delle larve di zanzara.
· sono ovviamente utili anche zanzariere ed insetticidi
· le latrine devono essere allestiste lontane dal campo (almeno 1 o 2 Km) e sottovento. Accanto ad esse va mantenuto un secchi di acqua di calce, con la quale vanno cosparsi i rifiuti organici.
· è inutile seppellire i rifiuti: animali come gli sciacalli scavano anche fino ad un metro di profondità per riportare in superficie rifiuti organici!
· se non avete o non volete portare con voi acqua di calce, gettate benzina sui rifiuti e fate bruciare il tutto aggiungendo sterpaglie o altro materiale infiammabile. Nel campo andrebbe sempre tenuto vivo, anche di giorno, un piccolo falò: la sua presenza tiene lontani gran parte degli insetti e dei piccoli animali, come roditori
Un ultimo cenno al problema dell’acqua per l’igiene personale e dei campo: anch’essa necessita di qualche controllo. Ripeto: non prendetela da acque ferme!
NOZIONI SANITARIE PER VIAGGI AVVENTURA
Parliamo delle malattie tropicali più frequenti.
La malaria, diffusa in quasi tutto il mondo è senz’altro la più nota fra queste.
Trasmessa all’uomo dalle zanzare del tipo anofele, che hanno precedentemente succhiato il sangue di un altro uomo infetto, è dovuta ad un parassita che si riproduce e si moltiplica all’interno dei globuli rossi umani.
Questo parassita, il plasmodio, pur essendo ben identificato, non è ancora così conosciuto da consentire la produzione di un vaccino.
Così, per evitare la malattia è necessario assumere farmaci che uccidano il plasmodio prima che arrivi ai globuli rossi (Pirimetamina) oppure quando è al loro interno (Clorochina).
Si tenga presente, tuttavia, che alcuni plasmodi sono diventati con il tempo insensibili alla Clorochina ed altri, sebbene più rari, lo sono diventati verso la Pirimetamina.
Comunque le regole per evitare il contagio sono chiare e ben definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
-eliminazione della zanzara con piretroidi (derivati dei piretro: in pratica i comuni zampironi o spirali) e aerosol (che andrebbero spruzzati per 5 secondi ogni 30 metri cubi);
– allontanamento della zanzara con zanzariere (la maglia deve avere undici-dodici fori per centimetro quadro) e repulsivi (tipica è l’essenza di limone): questi ultimi però funzionano solo in luoghi poco ventilati ed hanno breve durata d’effetto;
– profilassi medica: Metakelfin in compresse (2 per settimana per un uomo di 70 Kg. circa) dalla partenza fino a quattro settimane dopo il rientro a casa. Se si è certi che vi siano ceppi di plasmodi resistenti a tale farmaco nella zona dove ci si vuole recare, allora bisogna assumere Clorochina in compresse (due per settimana) da due settimane prima della partenza a quattro dopo il ritorno;
– se si ha il sospetto di aver contratto la malaria (i sintomi sono: brividi, cefalea, temperatura che sale rapidamente a 40° per poi scendere altrettanto rapidamente) andate al più presto da un medico e chiedete l’esame del sangue positivo per il plasmodio (sono sufficienti un microscopio, vetrini e coloranti tutte cose reperibili in qualsiasi Laboratorio, anche nei paesi più disagiati);
– se non avete la possibilità di consultare un medico in breve tempo, rifornitevi prima di partire di una confezione in più di Clorochina e di Metakelfin.
A proposito di sintomi, sappiate anche che spesso febbri alte insorgono in climi tropicali accompagnate da altri segni quali tumefazione e dolore ghiandolare, diarree, vomito ecc. Non pensate, pertanto, alla malaria per qualsiasi tipo di rialzo febbrile Le dosi terapeutiche sono: due compresse di Clorochina ed una di Metakelfin per 3/4 volte al giorno, sempre per una persona dal peso di 60/70 Kg.; – infine sappiate che anche il comune “Bactrim” ha proprietà antimalariche, soprattutto preventive.
Tutti questi farmaci hanno effetti collaterali: pertanto, non continuate la loro assunzione se vi creano problemi quali: affaticamento, disturbi visivi o difficoltà digestive.
Altra malattia che va tenuta in gran conto è la Bilharziosi. E’dovuta anch’essa ad un parassita (lo Schistosoma) che vive nelle acque ferme e aggredisce anche alcune lumache che vivono sulle rive di laghi e fiumi ed in genere nelle acque dolci: la loro presenza è, pertanto, segno certo della presenza dello schistosoma (ma la loro assenza non dà però la certezza della sua assenza).
Evitate perciò le acque dolci in tutta la fascia tropicale e, se ciò non v’è possibile, state molto attenti alle lumache. Poi lavatevi con cura e fate rifornimenti idrici in punti ve la corrente è piuttosto forte.
La Bilharziosi è pericolosa sia per il fegato (specie la varietà asiatica) sia per la vescica (specie la varietà africana): attenti a sintomi quali il bruciore durante la minzione, la perdita di sangue con le urine e i disturbi intestinali associati a quelli urinari in genere.
Non è possibile la prevenzione medica. E’ possibile solo la terapia con sostanze, che prese a dosi errate, possono essere pericolose! Perciò consultate sempre uno specialista.
Altre malattie molto frequenti in climi tropicali sono quelle dei tubo gastroenterico (in pratica il mal di pancia è all’ordine del giorno. se non si osservano precise norme igieniche). Colera, Febbre Gialla, Tifo, Paratifo, Salmonellosi, Amebiasi, Giardiasi e varie intossicazioni alimentari, sono frequentissime ovunque nella “Tropical Beit”. Attenti! Curate al meglio la preparazione dei vostri cibi. Cuocete bene ed a lungo le carni dopo un attento controllo delle stesse. Congelate le carni in piccoli pezzi e non ricongelatele. Preferite scatolame di sicura provenienza ad alimenti freschi, dei quali non siete certi.
Lavate verdura e frutta con acqua ed Amuchina oppure con acqua e bicarbonato.
Per alcune di queste malattie, come colera e febbre gialla, esistono vaccinazioni che danno una discreta immunizzazione. Per la maggior parte, però, tale possibilità non esiste: pertanto ricordatevi di portare con voi, oltre ad un antidiarroico, anche un disinfettante intestinale (Bimixin, Bactrim) da usare in dosi generose, ma non per lunghi periodi. Inoltre rimanere uno o due giorni a dieta liquida, con solo un poco di zuccheri, risulterà salutare. Al ritorno non trascurate un esame parassitologico e batteriologico delle feci, se avete avuto qualche problema di questo tipo in viaggio: alcune forme come ad esempio la Giardiasi possono rimanere senza sintomi per mesi.
Ancora una malattia molto nota: quella “del sonno”.
La Tripanosomiasi (questo è il suo nome scientifico), anche se debellata in molte zone, è ancora presente in buona parte del continente africano ed in Sud-America.
Anche qui un parassita (il tripanosoma brucei) usa un altro animale, in questo caso la mosca, per giungere all’uomo.
Nel nostro organismo danneggia vari organi e poi, anche dopo vari mesi, giunge e si localizza nel cervello, dando luogo a quei sintomi che venivano volgarmente spiegati come “sonno”, ma che sono molto più simili al coma. i segni iniziali sono dolori e gonfiori ghiandolari, arrossamenti cutanei con notevole prurito, dolori al capo, alla schiena, ai muscoli.
Anche qui la terapia è a base di farmaci piuttosto pericolosi, se male usati. La cosa migliore è la prevenzione: in zone ove la malattia è endemica usate abiti che coprano buona parte del corpo, zanzariere, moschicidi.
Sono state accennate solo i principali gruppi di malattie, ma ve ne sono almeno altri cento, alcune sono malattie gravi e rare, altre frequenti, ma “benigne”; queste ultime si risolvono da sole o con una terapia semplice, in pochi giorni.
Malattie come la Tubercolosi, la Lue e addirittura il Morbillo, che in alcune zone del mondo minacciano l’esistenza degli individui, in altre zone come quelle tropicali, al massimo obbligano a lunghi cicli di iniezioni o, come il Morbillo, possono venire prese come affezioni dei tutto normali.
Attenzione perciò: quando viaggerete siate prudenti anche verso i contagi interumani, ma non per questo disdegnate le popolazioni locali. Queste ultime, anzi, vanno ammirate una volta di più, non solo per gli usi esotici e le nobili tradizioni, ma anche per le situazioni precarie in cui agiscono. Situazioni che, aggravate da scarsità di cibo e malattie, a noi non consentirebbero spesso la sopravvivenza!
MALARIA
La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi dei genere plasmodio. Sorgente di infezione è l’uomo malato, da cui il protozoo si trasmette al soggetto sano mediante la puntura di zanzare femmine del genere anophetes. Entrato nell’organismo. dopo una breve fase esoeritrocitaria epatica, il plasmodio entra e si riproduce ciclicamente all’interno dei globuli rossi, dando origine alla caratteristica febbre intermittente, terzana o quartana.
Chemioprofilassi antimalarica
Purtroppo allo stato attuale non esistono farmaci che prevengono sicuramente la malaria o che siano privi di effetti collaterali.
Si ricorda che è necessario rivolgersi urgentemente ad un medico se durante o dopo il viaggio compare qualche sintomo allarmante, qualsiasi manifestazione febbrile deve sempre far sospettare un’infezione malarica quando compaia da una settimana dopo la prima possibile esposizione a molti mesi dopo l’ultima possibile esposizione.
Chiunque sospetti di aver contratto la malaria dovrebbe spontaneamente consultare un medico prima di assumere farmaci antimalarici, alcuni dei quali possono avere effetti collaterali.
Solo se non è possibile rintracciare un medico, si dovrebbe ricorrere , di propria iniziativa, alla terapia farmacologica. Alla prima opportunità si dovrà comunque sottoporsi ad una visita medica.
La chemioprofilassi antimalarica non è obbligatoria, ma consigliata ai viaggiatori diretti verso regioni endemiche. Anche se tendono sempre più a diffondersi ceppi di Plasmodium Falciparum clorochino-resistenti, il farmaco di prima scelta resta la Clorochina (Clorochina Bayer, Dichinalex), lasciando gli altri farmaci antimalarici alle pratiche terapeutiche, in quanto il loro uso avventato nella profilassi ha portato alla comparsa di ceppi di P. Falciparum polifarmacoresistenti, il cui trattamento pone non pochi problemi.
Solo se diretti in aree dove è stata riscontrata una forte resistenza alla Clorochina è opportuno portare con sé l’associazione Pirimetamina 25 mg + Sulfametopirazina 500 mg in compresse (Metakelfin), da assumere in un’unica dose di tre compresse in caso di episodio febbrile sospetto ed in assenza di servizi diagnostici a disposizione.
Un ottimo farmaco antimalarico si sta rivelando la Meflochina, alla dose unica di 25 mg/kg di peso corporeo, ma anche questo è da considerare un “farmaco di emergenza”, da portare con sé nelle zone dove esistono plasmodi Clorochino Metakelfin resistenti, oppure da prendere in considerazione come alternativa al Metakelfin nei soggetti sulfamidico-sensibili, ma non come chemioprofilattico.
Ancora sulla malaria
Scelta del tipo di profilassi
Va ribadito che:
allo stato attuale non esistono farmaci che prevengono sicuramente la malaria e che siano privi di effetti collaterali.
La scelta del Farmaco va fatta in relazione all’arca di destinazione, al periodo e al programma di partenza, alle condizione di salute, all’età, alla condizione lavorativa del viaggiatore.
Va ricordato che un incongruo uso dei farmaci antimalarici (dosaggi inadeguati, profilassi eseguita “irregolarmente”, ecc.) ha favorito la progressiva diffusione della resistenza a questi farmaci a livello mondiale.
In zone dove è basso il rischio malarico e dove è ancora poco diffusa la resistenza alla clorochina, quest’ultima costituisce il trattamento di profilassi da preferire.
E’ indispensabile assumere scrupolosamente e coli meticolosa regolarità il farmaco, nonché continuare la profilasi consigliata anche dopo il rientro in patria: infatti molti disattendono proprio questo consiglio, permettendo lo sviluppo di una malaria che durante il soggiorno era ancora in incubazione.
In zone dove il rischio di contrarre la malaria è ancora basso, ma in cui esistono ceppi di P. Falciparum clorochino resistenti si assumerà comunque la, Clorochina portando di scorta ama dose terapeutica di Meflochina (Lariam) o di una associazione Pirimetamina-sulfamidico (Metakelfin). l’assunzione dì Clorochina è infatti consigliata al fine di attuare una protezione contro le altre specie di plasmodio (vivax, ovale, malariae) e contro i ceppi di P. Falciparum non resistenti.
In zone dove il rischio di malaria è elevato e la diffusione di ceppi di P. Falciparum resistenti alla Clorochina è ampia si adotterà la chemioprifilassi a base di Meflochina (Lariam).
Nelle zone dove sono segnalati ceppi dì P. Falciparum resistenti alla Clorochina, in caso di controindicazioni individuali alla assunzione di Meflochina (Lariam), potrà essere adottato uno schema di chemioprofilassi in associazione, comprendente la stessa Corochina al consueto dosaggio settimanale e il Proguanil (Paludrin), da assumere non settimanalmente ma giornalmente. L’efficacia protettiva di questa assocìazioiie risulta ovviamente maggire rispetto a quella della sola clorochina, ma minore di quella ottenibile con la Mefochina.
Misure, di prevenzione contro la malaria:
La prevenzione dell’infezione malarica assume priorità assoluta tra le precauzioni di carattere sanitario che ogni viaggiatore internazionale deve assumere quando viaggia n zone tropicali.
La prevenzione dell’infezione si basa soprattutto sull’uso di precauzione che evitano di essere punti da zanzare.
E’ stato calcolato che se si adottano queste sole misure il rischio di contrarre la malattia si riducono almeno di dieci volte.
Come evitare le punture di zanzara.
per ridurre il rischio di puntura di zanzara si consigliano le seguenti precauzioni:
I. evitare, se possibile, di uscire tra il tramonto e l’alba, quando le zanzare di solito pungono
2. quando si esce di notte, indossare abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi ed evitare i colori scuri che attirano le zanzare
Uso dei repellenti
1. applicare alla cute esposta repellenti a base di N, N-dietil-m-toluamide o il dimetilitalato
2. attenersi scrupolosamente, nell’uso di repellenti, alle raccomandazioni della ditta produttrice, sono possibili infatti reazioni tossiche anche gravi, soprattutto nei bambini nei casi di sovradosaggio
3. applicare i repellenti solo nella cute esposta e sui vestiti evitando la applicazione sulla cute dei prodotti ad elevata concentrazione di principi attivi, si raccomanda di non inalare e di non ingerire o spruzzare siigli occhi prodotti repellenti
4. nei bambini evitare l’applicazione di prodotti repellenti sulle parti delle mani che più possono venire a contatto con gli occhi o con la bocca
5. non usare mai repellenti su ferite o sulla cute irritata
6. lavare accuratamente, al rientro, la cute trattata con repellenti
7. se si manifestano reazioni sospette ai prodotti repellenti, lavare accuratamente la cute trattata e consultare un medico
8. Vestiti coprenti di colore chiaro, pantaloni negli stivali, non usare profumi, lacche ecc. perché attirano gli insetti.
Il rischio della Bilharzosi è alto nei paesi tropicali e subtropicali e questa è una malattia non facile da diagnosticare, con decorso subdolo e notevolmente invalidante.
Se proprio siete obbligati a rifornirvi di acqua stagnate, fate attenzione a due cose:
1) lungo le rive dei fiume o dei lago non vi devono essere lumache o chiocciole: esse sono portatrici della malattia e la loro presenza è segno sicuro (ma non è vero il contrario!) della presenza dei microrganismo patogeno
2) se vi sono, copritevi le mani con guanti impermeabili: il microrganismo infatti penetra attraverso la cute, anche se integra.
Successivamente disinfettate l’acqua con Amuchina o, se vi serve un detergente, usate sostanze come la Ciorexidina (nomi commerciali: Dettol, Savion), che costituisce contemporaneamente un ottimo detergente ed un buon disinfettante d’uso generale dagli alimenti ai pavimenti, agli abiti è sufficiente variare i dosaggi seguendo le istruzioni sulle confezioni.
Quando si rimane in ambiente chiusi:
· se c’è la possibilità di scegliere la sistemazione, alloggiare preferibilmente in edifici ben costruiti e in buono stato di conservazione, nei quartieri più moderni e in migliori condizioni igieniche
· usare durante la notte un efficiente condizionatore d’aria, se disponibile. Usare zanzariere per porte o finestre, se non sono disponibili le zanzariere, le porte e finestre durante la notte devono essere tenute ben chiuse
· se la sistemazione consente alle zanzare di entrare, usare zanzariere sopra il letto, rimboccare i margini sotto il materasso. Verificare che la rete non sia bucata e che nessuna zanzara sia rimasta all’interno, per una migliore protezione si può impregnare la zanzariera con prodotti insetticidi come la permetrina o la deltrametrina
· durante la notte usare in camera spray anti zanzare o diffusori di insetticida (operanti a corrente elettrica o a batteria), che contengono tavolette impregnate con piretroidi (ricordarsi di sostituire le piastrine esaurite) oppure accendere una spirale (tipo zampirone) che emetta del fumo repellente. In quest’ultimo caso, però, si deve tenere conto che tali spirali raramente restano efficaci per l’intera notte.
FEBBRE GIALLA
La Febbre Gialla è una antropozoonosi causata da un virus dei gruppo B degli ARBOVIRUS (ARthropod BOrn VIRUS). Sorgenti di infezione sono l’uomo e la scimmia malata; il vettore è una zanzara, della specie Aedes in Africa e della specie Il Haemagogus in Sud America. che trasmette con la puntura l’infezione dal malato al soggetto sano. Entrato nell’organismo, il virus si diffonde ai linfonodi regionali, dove si moltiplica. e quindi raggiunge per via ematica la milza, il midollo osseo e gli altri “organi bersaglio”: reni e fegato, dando origine al caratteristico quadro clinico di epato-nefrite emorragica.
La vaccinazione è obbligatoria per chi si reca in area endemica
La vaccinazione si effettua con vaccino virale vivo attenuato coltivato su uova embrionate, somministrato per via sottocutanea o intramuscolare. La protezione si ottiene nel 97 -100% dei soggetti trattati, e dura almeno 10 anni; nel 10%,dei vaccinati sono state osservate reazioni febbrili, mentre rare sono le reazioni di ipersensibilità, particolarmente nei soggetti allergici alle proteine dell’uovo.
COLERA
Il colera è una malattia infettiva a diffusione orofecale dovuta al Vibrio Cholera di cui distinguiamo due biotipi, quello classico ed il ceppo El Tor, responsabile dell’ultima pandemia che ha investito l’Europa.
Unica sorgente d’infezione è l’uomo, malato o portatore temporaneo, che diffonde, il vibrione con le feci.
L’infezione si contrae, prevalentemente attraverso l’assunzione di acqua o alimenti ti contaminati dalle deiezioni dei malati o dei portatori, o meno frequentemente tramite l’interposizione di vettori meccanici quali le mosche.
Entrato nell’organismo, il vibrione si localizza e moltiplica nell’intestino tenue elaborando la enterotossina colerica responsabile del drammatico quadro di diarrea profusa acquosa. Si verifica cosi la cosiddetta fuga intestinale di liquidi accompagnata dalla deplezione di ioni K+, CI- bicarbonati. a cui spesso si associa vomito, e che conduce il soggetto ad uno stato di shock.
La vaccinazione
Esiste un vaccino costituito da una sospensione di vibrioni uccisi. La somministrazione avviene per via sottocutanea o intramuscolare in due dosi a distanza di 1 – 4 settimane l’una dall’altra: dolore in sede locale, febbre, cefalea e malessere generale sono effetti collaterali frequenti.
L’efficacia è valutabile intorno al 50 – 60%, ed è limitata ad un periodo di solo mesi. mentre molto pericoloso è l’illusorio senso di sicurezza che ne riceve il soggetto. il quale, convinto di essere protetto dalla vaccinazione, allenta le precauzioni igienico-sanitarie e si espone a inutili rischi.
Per questo ed altri motivi I’OMS ha escluso la vaccinazione anticolerica dalla lista delle vaccinazioni obbligatorie contenuto nel regolamento Sanitario Internazionale.
La vaccinazione anticolerica non e’ dunque indicata come pratica routinaria prima di recarsi all’estero.
Solo se diretti in zone dove vi è una epidemia in corso è consigliabile sottoporsi a vaccinazione. integrata da chemioprofilassi con sulfamidico ritardo (Fanasil), cotrimossazolo o tetracicline, senza mai dimenticare che la migliore profilassi si effettua rispettando norme di igiene personale e di controllo sulla assunzione di cibi e bevande.
Diarrea del Viaggiatore
Una evenienza frequente per chi si reca in paesi tropicali proveniente da regioni ad elevato livello igienico è la cosiddetta “Diarrea dei Viaggiatore”.
Il quadro clinico, sostenuto da batteri quali l’Escherichia coli enterotossica ma anche da salmonelle, shigelle, campylobacter, e più raramente da virus e protozoi, compare solitamente qualche giorno dopo l’arrivo, ed è caratterizzata dalla emissione di feci liquide (4/8 scariche al dì) accompagnate da nausea e dolori addominali, in assenza di febbre; la sintomatologia tende quindi a regredire spontaneamente e ad autolimitarsi nel volgere di due – tre giorni.
Buona norma profilattica è attenersi a quanto indicato in materia igienico sanitaria nel paragrafo sui rischi collegati all’assunzione di cibi e bevande. limitandosi, in caso di necessità. ad attuare una opportuna reidratazione orale, mentre è da sconsigliare una chemioprofilassi specifica.
Solo nei casi più severi. o qualora ad esserne affetto sia un bambino o un anziano, soggetti notoriamente più sensibili ai rischi di una disidratazione, sarà opportuno ricorrere all’uso di farmaci quali il cotrimossazolo o la doxiciclina a dosi terapeutiche per almeno 5 giorni.
Malattie Sessuali
Le malattie sessualmente trasmesse, diffuse in tutto il mondo ed attualmente in netta recrudescenza, sono rappresentare un problema sanitario per chi si reca all’estero, particolarmente in quei paesi dove la liberalità dei costumi e l’assenza di tabù sessuali facilitano il verificarsi di rapporti con partner occasionati. Anche in questo caso, l’evitare rapporti occasionali, l’attenersi scrupolosamente alle norme di igiene intima prima e dopo il rapporto sessuale, e l’uso dei profilattico da parte dell’uomo contribuiscono non poco a diminuire il rischio di contrarre queste malattie. E da ricordare che alcune MST non sempre si manifestano con sintomi eclatanti, per cui sarà opportuno invitare il paziente che ha avuto rapporti sessuali occasionali a sottoporsi ad accertamento medico specialistico.
TIFO
Questo gruppo è rappresentato dalla Salmonella, Tiphy, che provoca la febbre tifoide; dalla Salmonella Paratiphy A. che causa il paratifo A.
Dalle Salmonella Paratiphy B e C, agenti eziologici dei paratifi B e C, da oltre 2000 sierotipi di cosiddette salmonelle minori che possono provocare quadri gastroenterocolitici. Sorgente d’infezione della S. Tiphy e della S. Paratiphy A è esclusivamente l’uomo, mentre per le S. Paratiphy B e C e per tutte le salmonelle minori sorgenti d’infezione sono numerosi animali, quali bovini, suini, canidi, felini, volatili ecc.
L’affezione si diffonde per via oro-fecale con l’ingestione di carni provenienti da animali malati o portatori, di acqua e alimenti contaminati da feci di ammalati o portatori sani, direttamente o attraverso l’ausilio di vettori meccanici quali mosche o altri insetti.
Attenzione! In Italia queste affezioni sono ancora di tipo endemico.
La vaccinazione
Esistono attualmente in commercio alcuni vaccini per la immunoprofilassi esclusivamente nei confronti della febbre tiroide e dei paratifi, mentre per tutte le cosiddette salmonellosi minori l’unica profilassi attuabile è l’assunzione di cibi e bevande non contaminati.
Il Vaccino parenterale trivalente (Thyphidrall, Vaccino TAB Berna, vaccino Tifo-Paratifi): composto da S. Tiphy e Paratiphi A e B uccise, si somministra per via sottocutanea in due dosi a. 3-4 settimane l’una dall’altra, ha una efficacia calcolata intorno al 75% nei confronti della S. Tiphy valida per circa 3 anni; numerose le reazioni nella sede di inoculo (dolore e infiltrato locale) e anche quelle generalizzate (febbre alta, cefalea). E’ da sconsigliare prima dei 2 anni e dopo i 40 anni di età, nelle donne in gravidanza e nei soggetti affetti da malattie evolutivi o croniche cardiache, polmonari, renali, epatiche o da diabete.
L’ Enterovaccino (Enterovaccino, Enterovaccino Tifico Sclavo, Taborai). composto da S. tiphy uccise, si somministra per via orale alla dose di 2 compresse la mattina a digiuno per tre giorni, ha una efficacia dubbia e non completamente dimostrata per non più di 6 mesi.
Il vaccino orale (Neotif, Vivotif): è composto da cellule batteriche vive ceppo Ty 2 la di S. Tiphy, si somministra per via orale alla dose di 1 capsula a giorni alterni la mattina a digiuno fino all’assunzione di 3 capsule, ha una efficacia calcolata intorno al 75% nei confronti della S. tiphy e sembra anche delle S. paratiphy A e B valida per circa 2 anni.
Per modalità di assunzione, buona efficacia ed assenza di effetti collaterali è il vaccino da consigliare a tutti i viaggiatori internazionali.
Il vaccino è controindicato in gravidanza, nella primissima infanzia e in presenza di deficit immunologici.
La chemioprofilassi antimalarica va iniziata almeno una, settimana dopo la somministrazione del vivovaccino orale, per evitare interferenze negative con il processo di immunizzazione.
PERIODO D’INCUBAZIONE DELLE PRINCIPALI AFFEZIONI DI ORIGINE TROPICALE
1. Amebiasi da 2 a 4 settimane e oltre
2. Anchilostomiasi da 1 a 8 settimane e oltre
3. Bilharziosi da 4 a 6 settimane
4. colera da 1 a 5 giorni
5. Febbre gialla da 3 a 6 giorni
6. Febbre tifoide da I a 3 settimane
7. Filariosi da 2 mesi a 2 anni
8. Larva migrans cutanea da 2 a 4 settimane
9. Leishmaniosi viscerale da 10 giorni a 24 mesi
10.Leishmaniosi cutanea da 1 a 4 mesi
11.Malaria da 1 a 6 settimane e oltre
12.Peste da 2 a 6 giorni
13.Scabbia da 2 a 6 settimane
14.Triponosomiasi africana da 2 a 3 settimane e oltre
15.Tungosi da 1 a 2 settimane