Originally Posted Wednesday, June 9, 2004
Preparazione di un Toyota per il desetro
a cura di Andrea D’ambrosio
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE:
Ben trovati a tutti Voi,
mi presento prima di tutto visto che probabilmente non avete mai sentito parlare di me. Io invece so molto di Voi e quasi tutti i giorni da molti mesi ormai visito il Vostro sito meraviglioso e ricco di stupendi racconti e informazioni, specie per me che sono principiante. .
Mi chiamo Andrea D’ambrosio, sono di Pescara, ho 34 anni e come Voi tutti sono appassionato di viaggi in fuoristrada in Africa.
Sicuramente, considerando le località da me visitate sono l’ultimo di tutti voi, per esperienza, avendo viaggiato solo in Libia Marocco e Tunisia.
La Tunisia in particolare mi ha ospitato ben 5 volte sempre in moto, con meta estrema, nel 1997, la punta sud della Tunisia, Bordj el Khadhra, punto di confine tra Tunisia, Libia e Algeria. Lo stesso dicasi per l’unica volta in Marocco, mentre la Libia è stata meta del mio primo viaggio in vettura(rubatami poi a Roma dopo 20 gg dal rientro in Italia) una Toyota Land Cruiser LJ70 2.5TD.
Successivamente ne ho presa un’altra, sempre di seconda mano con qualche anno in più ma con molti meno Km all’attivo.
LA PREPARAZIONE DEL MEZZO
Sia per la preparazione della moto che della macchina ho cercato sempre di fare tutto da me, eccettuando la preparazione meccanica finale del mezzo 4wd (cambio olio, filtri, ingrassaggio giunti), affidata ad una officina meccanica della mia zona, di proprietà di 2 amici fuoristradisti espertissimi nella preparazione meccanica delle vetture off-road, nonché amanti dei viaggi in Africa e non .
Per la moto ho sempre provveduto io e il solo inconveniente che ho avuto in questi anni è stata la rottura di una staffa del “silenziatore”. Per quanto riguarda la macchina, ho anche li cercato di ottimizzarla ricalcando sulla seconda macchina i lavori già effettuati su quella che mi è stata rubata, facendo in modo di sfruttare al massimo gli spazi interni (ed esterni) evitando di appesantirla con scomparti in legno o altri materiali simili che comunque prendono peso e spazio.
Esteriormente la vettura si differenzia poco dal modello originale. Naturalmente le fatidiche sospensioni sono state realizzate per un uso in fuoristrada “duro” considerando anche la presenza nella macchina di un serbatoio per gasolio supplementare da 210 litri, acqua 90 litri, tenda sul tetto, cibo, gomme di scorta ecc ecc.
Utilizzo cerchi in ferro, più pesanti ma sicuramente più affidabili specie su piste sassose,
le lampade di serie da 55/60W sono state sostituite con le 80/100W, il che non crea sovracarichi dell’impianto elettrico.
Ho rimosso accessori vari come pedane, paraurti posteriore basso, paraurti anteriore.
PARAURTI
Quest’ultimo è stato sostituito da un paraurti “doppio uso” di mia ideazione, costituito da un tubo in ferro di diametro esterno 8 cm, spessore 2mm, lungo quanto il paraurti originale, chiuso ad entrambe le estremità, con due tappi di carico e scarico ed utilizzato come serbatoio per olio di scorta del motore. | |
Sul paraurti posteriore ho provveduto a realizzare un supporto per il montaggio di una morsa per lavori di meccanica. Naturalmente avendo rimosso il paraurti basso posteriore, ho dovuto provvedere a montare le luci posteriori alte.
SERBATOI
Il primo serbatoio interno per il gasolio era stato realizzato sull’altro fuoristrada da un altro caro amico fuoristradista che di saldature ne sa molto, essendo un fabbro molto in gamba. E’ in fase di realizzazione anche il “clone” per la vettura che ho attualmente. Il serbatoio segue la forma del pianale e dei passaruota, con la forma di una T molto schiacciata (lo vedrete in una prossima foto al termine della realizzazione).
Tramite raccordi metallici, valvola a sfera e tubo in gomma per alta pressione, il suddetto serbatoio accessorio viene raccordato con il serbatoio originale.
Si può pertanto effettuare il rifornimento del serbatoio originale mentre si viaggia, aprendo la valvola e controllando il segnalatore di livello del serbatoio di serie posto sul cruscotto. Essendo dotato di telaio interno in tubi in ferro, il nuovo pianale di carico della vettura diventa quindi la superficie superiore del serbatoio.
PNEUMATICI
Per il discorso pneumatici la scelta è molto varia, ferma restando la misura 7.50R16, almeno per le macchine tipo LJ70, DEFENDER, HILUX, PAJERO ecc ecc. Ho visto montati sulle HDJ80 pneumatici 9.00R16.Nel viaggio del ’98 in libia avevo montato le PIRELLI DAKAR che hanno un grosso pregio e un grosso difetto a mio modestissimo parere: Il pregio e che producono una pancia laterale pronunciatissima a bassa pressione, consentendo cosi un notevole galleggiamento; di contro hanno, secondo me, una congenita debolezza delle tele immediatamente sotto il battistrada, tanto che tutti noi che le utilizzavamo (ben 3 macchine su 5) abbiamo avuto un altissimo numero di forature, mediamente 5 a testa in tre settimane di viaggio. Sul nuovo treno di gomme da sabbia che ho approntato mi sono orientato sulle DUNLOP SAND GRIP che hanno lo stesso disegno delle MICHELIN XS, ormai fuori produzione.
Altri pneumatici interessanti sono i DUNLOP TG21 alias BRIDGESTONE M755. Utilizzatissimi dai toyota dei libici sono dei pneumatici completamente lisci, eccetto per la presenza di 3-4 scanalature che percorrono tutta la circonferenza, con un profilo perfettamente circolare, come se avessero montato un salvagente sul cerchio………Un utile accorgimento che vi consiglio di adottare è quello di sciogliere in acqua una bella manciata di borotalco, agitare bene fino a creare una specie di crema e passare con un pennello questo composto nella parte interna della carcassa del copertone. Dopo aver fatto asciugare il tutto, vi troverete ad avere l’interno del pneumatico coperto di un velo bianco di borotalco così da ridurre lo sfregamento della camera d’aria dentro il copertone quando si viaggia con le camere a bassa pressione; tutto questo allo scopo di evitare il surriscaldamento della camera d’aria che alla lunga potrebbe avere dei cedimenti. Se vi è capitato di forare avrete sicuramente notato, smontando la camera d’aria che essa presentava dei “grumi” di gomma causati dall’attrito tra la camera e la parte interna leggermente a rilievo del copertone.
Questo accorgimento è necessario solo se dovrete effettuare percorsi dove prevedete di sgonfiare le gomme, altrimenti se percorrerete solo piste dure o se avete una macchina con parecchia potenza in grado di trarvi di impaccio da qualsiasi insabbiamento………..potete evitarlo, a patto di utilizzare pressioni di gonfiaggio da 2atm in su . Ad ulteriore supporto di questo accorgimento da adottare vi basti sapere che le mousse MICHELIN sulle moto venivano fornite un po di tempo fa con un corredo di grasso particolare da cospargere all’interno del mitico MICHELIN DESERT 140/80-18 .Non mi risulta che la Michelin fornisca ancora questo grasso, ma volendo potete facilmente ovviare con del grasso alla vaselina, che però presenta il limite……almeno sul fondo da noi tutti….adorato… di trattenere la sabbia, vi consiglio pertanto il solito buon borotalco e acqua…..che come si dice da noi……”costa poco e abbotta(riempie) la pancia!!” letteralmente parlando……costa poco e fa la sua figura!!
INTERNI
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L’interno della vettura differisce poco dal modello di serie, le sole modifiche apportate riguardano l’aggiunta di 2 piccoli faretti alogeni a 12v 20w fissati tramite silent-block al montante superiore degli sportelli cosi da avere una sorgente di luce all’interno tale da avere anche di notte una illuminazione “diurna”. | |
Come potete vedere il tettuccio e’ stato ricoperto con un materiale fonoassorbente e isolante. |
In questo periodo sto studiando uno “pseudo condizionatore” che non ruba potenza al motore sfruttando il principio della cella Peltier, che può essere utilizzata anche per realizzare un piccolo frigorifero per conservare medicinali. In caso di esito positivo dell’esperimento, sarà mia premura proporvi in un altro scritto i dettagli della realizzazione.
Sempre nell’ottica di sfruttare al meglio lo spazio esistente, magari apportando le solite modifiche home made, ho ottenuto altro spazio utilissimo in 2 zone della vettura di solito non utilizzate in alcun modo.
Il primo spazio che ho recuperato è il volume interno del portellone posteriore più grande, per intenderci quello che ha il porta ruota di scorta. Rimuovendo il pannello di faesite si accede alla copertura metallica del portellone. Rimuovendo con una mola per metallo questo foglio di chiusura si evidenzia la struttura metallica che serve per sorreggere il porta ruota. In definitiva l’interno del portellone è diviso in 3 settori ben distinti, delineati appunto dalle flange metalliche molto robuste del portaruota.
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anche in questo caso la lavorazione interna ha richiesto varie fasi.
Dopo una accurata pulizia ho proceduto a coibentare accuratamente l’interno del portellone con il solito materiale fono-termoisolante utilizzato per i serbatoi acqua.
I bordi affilati della lamiera tagliata con la mola sono stati ricoperti con della guaina di gomma, la medesima utilizzata sui bordi degli sportelli per evitare gli urti accidentali.
Infine ho realizzato uno sportello in alluminio antiscivolo che tramite due cerniere si apre come un tavolino permettendo cosi di avere un piano di lavoro, sicuramente non robustissimo, ma sufficiente per poggiare fornelli e pentole cucinando protetti dal vento, oppure effettuare piccoli lavori stando un po’ più al riparo.
Ultima, ma solo per adesso, modifica, è la realizzazione in legno compensato di un portaoggetti che sfrutta il volume tra il tetto della vettura e il bordo superiore del portellone posteriore. Mi spiego meglio: i cm di vuoto tra il bordo superiore del portellone posteriore e la parte interna del tetto della vettura, circa 8-10 cm generalmente non vengono utilizzati, per oggettive difficoltà, per caricarci materiale. |
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Ho pensato, allora, di realizzare una specie di “cassetto” che imperniato su tre cerniere fissate alla traversa anti schiacciamento del tetto, potesse aprirsi verso il portellone posteriore; detto e fatto!! In questo modo anche questo “spazio morto” è diventato un ulteriore portaoggetti all’interno del quale potremo stivare oggetti di vario genere, magari non troppo pesanti per non gravare troppo sui rivetti che sorreggono le cerniere. |
SERBATOI ACQUA
Cosa non può mancare in una macchina ( e al suo equipaggio) che si appresta a passare 3 settimane almeno in totale autonomia?? ACQUA!! Non tanto per lavarsi…quanto per cucinare e per bere. A tale scopo, sempre dal mio amico Angelo, il fabbro, mi sono fatto realizzare 2 serbatoi inox rispettivamente da 40 e 50 litri, da montare immediatamente dietro i sedili appaiati e fissati alla grata di metallo, che nelle vetture autocarro è obbligatoria per legge per separare l’abitacolo dal vano posteriore. |
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Ogni serbatoio è stato severamente testato per resistere a grosse sollecitazioni sia da pieno che da vuoto (il sottoscritto che pesa 112 kg ci è salito sopra).Sono stati riempiti con acqua e sfruttando il principio della colonna d’acqua sono stati assoggettati ad una pressione notevole senza denotare segni di cedimento delle saldature. Dopo averli utilizzati in libia nel 1998 ho apportato loro una modifica che sicuramente avrà i suoi effetti positivi: li ho coibentati con un materiale facilmente reperibile in tutti i ricambisti auto. |
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Si tratta di un foglio dello spessore di circa 4-5 mm composto da uno strato di plastica (generalmente grigia) con ottime caratteristiche di fonoassorbenza e isolamento termico e da uno strato esterno di alluminio molto resistente per una ulteriore protezione dalla temperatura circostante (costo circa 20-25 mila al mq). Viene applicato al serbatoio sfruttando l’autoadesività dello strato interno, resiste benissimo al calore tanto che viene utilizzato per isolare il vano motore facendolo aderire alla parte interna del cofano. | |
Tramite due rubinetti a sfera e due tubi in gomma si poteva sia bere stando in macchina che prelevare acqua da fermi semplicemente infilando la manina sotto il sedile e ruotando il rubinetto. |
PRESA E FILTRO D’ARIA
Altra modifica tassativamente obbligatoria per un fuoristrada “desertico” è lo snorkel. Sicuramente tutti sapete cosa è. In commercio ne esistono di tutte le forme e marche con costi che mai scendono sotto le 400.000. |
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E’ costituito da semplici tubi in pvc termosaldati e raccordati alla cassa filtro originale tramite curve varie sempre in pvc ad innesto ermetico che sono facilmente reperibili in tutti i negozi di termosanitari a cifre irrisorie. | |
Il mio lo ho realizzato con l’aiuto di un amico meccanico che ha avuto prima di me il coraggio di forare la carrozzeria. |
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Per il camino di aspirazione mi sono rifatto a quanto visto su un trattore parcheggiato per mesi di fronte casa mia. Mi sono quindi recato presso una rivendita di accessori per macchine agricole e ho trovato il camino, che per forza centrifuga separa le polveri dall’aria aspirata. Costo del camino lire 30.000 circa. |
Tutti i particolari di cui avete qui letto, se avete avuto la pazienza di arrivare fino a qui, li potete vedere chiaramente in tutte le foto.
Questo è anche il mio sogno che spesso traduco in hobby: vorrei tanto avere una officina tutta mia e lavorare per creare equipaggiamenti e allestimenti su richiesta per i fuoristrada, sono stanco di stare dietro una scrivania e visto che non riesco a fare tutti i viaggi che vorrei….almeno sogno, studiando ogni giorno qualche miglioria per la mia moto o per la mia macchina.
Spero di non averVi annoiato e augurandomi che almeno una piccola di quello che ho scritto Vi sia interessato auguro buon viaggio a tutti.
Ciao Andrea