Da Niamey, dove atterrano i voli intercontinentali, ad Agadez, porta d’ingresso ai grandi Tenerè, ci sono mille chilometri di noia. Dodici ore di macchina in un territorio piatto, ricco solo di coltivazioni agricole, con un solo punto interessante, Abalak, il più grande mercato ad uso e consumo dei Tuareg.
Ad Agadez siamo nel centro del Niger, grande repubblica nord africana, quattro volte la superficie italiana. La città è quanto di più classico in fatto di urbanistica sahariana, case basse intonacate di bianco, vie invase da una eterogenea popolazione in maggioranza tuareg, poi bororo, peul, tebu, kanuri, hausa. Qui più che mai questa riflessione è vera: “quando visitiamo luoghi lontani pensiamo di muoverci nello spazio mentre in realtà ci spostiamo nel tempo”. Alcuni artigiani tuareg, i forgerons, un po’ fabbri, un po’ orafi, fondono strane leghe di metalli per fabbricare le “croci di Agadez” monili di una forma che ricorda la croce, diverse per ogni kel tuareg, che, portata al collo, definisce la loro tribu di provenienza. Su tutto, ad Agadez, domina un grande minareto di “banco” vecchio di cinquecento anni e da sempre faro di riferimento per chi arriva dal grande deserto.
By Nadia e Francesco Originally Posted Wednesday, February 20, 2008 TANGERI – LOME’ 28 settembre – 31 ottobre Venerdì 28 settembre ritrovo a Genova al porto per l’imbarco sulla nave della CMN per Tangeri Sabato 29 settembre navigazione, la nave non è proprio il massimo ed il tempo scorre lentamente, ma riusciamo comunque a [...]
Da tempo volevo spingermi molto più a sud, oltre il deserto dell’Hoggar nel Sahara Algerino. Due miei amici Enrico e Riccardo dovevano raggiungere con un fuoristrada la Missione dei Fratelli della Sacra Famiglia nello sperduto villaggio di Nanorò in Burkina Faso, in quell’Africa “nera” forse poco conosciuta ai motociclisti e non facile da raggiungere, ed io con la mia moto decisi di seguirli in questo lungo viaggio.
14 agosto – Questa mattina ad accompagnarci nel tour alla guelta di Archei non è stato il vecchio con il bastone, ma il suo aiutante di ieri il quale, giunto in prossimità del laghetto dove si abbeverano i cammelli e nuotano i coccodrilli, si è sfilato i pantaloni e si è tranquillamente immerso nell’acqua invitandoci a fare lo stesso per giungere sull’altra riva ed iniziare il percorso. Immaginatevi la nostra sorpresa, visto che ieri scherzavamo su quanto fosse poco profumata quella stessa acqua e sull’impossibilità di immergerci anche solo un dito: bè, oggi ci siamo immersi sin quasi alla vita, sfidando anche un accesso roccioso precario che ha richiesto l’aiuto degli uomini del gruppo per la discesa e la risalita … Per fortuna il bagno melmoso è stato compensato dal bellissimo paesaggio che si è aperto davanti a noi dopo aver attraversato qualche passaggio roccioso…
Alle porte del 2000, quando le fantasie di Verne sono diventate realtà, andare per le strade del mondo può sembrare fuori dal tempo, può sapere di favola, può considerarsi inutile. Non è così, almeno non lo è per me che, stanco di una vita soffocata dal consumismo, stanco di tutto ciò che sono le regole, stanco di tutta quella gente che rincorre miti di cartapesta, decide di partire. Partire…. Lasciare tutto per seguire un orizzonte, un orizzonte che forse riuscirà a darmi la libertà, una libertà vera. Fuggire… fuggire lontano, fuggire dalla noia cupa che nasce dalla routine di ogni giorno che scorre sempre uguale ai precedenti. Il bisogno di evadere, il desiderio di avventura è qualcosa che si agita in noi e stimola giorno dopo giorno a scoprire, a conoscere la vita per essere padroni della propria esistenza, essere quindi “se stessi”, in ogni circostanza, è il vero significato della parola “libertà”
Ancora una volta partiamo per un’immersione totale, anche se solo per una decina di giorni, nell’amatissimo deserto del Sahara.
La meta del nostro viaggio è il NIGER e più precisamente il massiccio montuoso dell’AIR e le dune del Ténéré che, in continuo movimento e spinte dal vento, qui vi si addossano.
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