15 mesi di preparazione, ricerca di cartografie, informazioni, documentazione di ogni genere. La ricerca di uno spedizioniere, di chi avrebbe preparato la cassa per il trasporto, dei ricambi giusti. In questi mesi ho trovato la guida, verificato e modificato con lui i percorsi ed organizzato la logistica in Namibia. Poi i contatti con il regista, la pianificazione del video ed i contatti con MotoTV. Un lungo lavoro preparatorio ma parte integrante del divertimento, dello spirito del viaggio. Ne è nata un avventura meravigliosa. Ho percorso 3400 km di cui 2840 off-road, su sabbia, ghiaia, rocce e con tanti guadi. Giornate intere, in piedi sui pedali per avere il massimo controllo della moto. Giornate intere quasi sempre passate senza incrociare nessun altro veicolo.
By Gian Casati Originally Posted Thursday, November 11, 2010 TRANSAFRICA L’EPILOGO: NAMIBIA E SUDAFRICA Partecipanti: Gian Casati e G.Carlo Mazzari su Toyota hj61 10 ottobre 2010 Dopo un viaggio abbastanza assurdo Milano-Londra-Johannesburg arriviamo puntualissimi a Windhoek dove ci aspetta qualcuno del Transkalahari Inn, la bella struttura che ha ospitato per circa sei mesi la [...]
Come iniziare? Come descrivere questo progetto al quale pensiamo da tanto tempo: la traversata integrale del continente africano da Nord a Sud, tutta in una volta e in un tempo abbastanza limitato vista la portata dell’impresa. Un arco di 80 gradi di latitudine, dai 45° Nord di Milano ai 35° Sud di Cape Town. Dall’inverno all’estate, dal Sahara al Kalahari, dalla sabbia al fango della stagione delle piogge, dalle antiche civiltà mediterranee all’Africa nera dove l’uomo apparve 100.000 anni fa. Insomma un viaggio fino all’altra parte del mondo attraverso quasi 18,000 km di micidiali “strade” africane, monumenti, antiche rovine, animali, popoli, religioni, natura selvaggia, montagne, laghi, fiumi e oceani. Ve lo raccontiamo così.
Il sommesso ronfare del motore del Land Cruiser è un sottofondo piacevole, quasi parte di questa immensità che si apre intorno come un abisso…La strada per Mamuno taglia la pianura sterile come una retta perfetta, senza curva alcuna, mentre dai finestrini via via che ci si spinge ad Est il bush di spini lascia campo alla savana di erbe, infinita, un grande mare giallo oro che si perde all’orizzonte.
Mamuno, frontiera; siamo in Botswana, proprio sul margine della depressione del Kalahari meridionale. E la mente sogna le sabbie ambrate che so estendersi a sud, mentre montiamo il campo. La morsa gelida delle tipiche notti desertiche saluta il primo bivacco nei dintorni di Ganzi in una piana cespugliosa che è come un balcone sul baratro di dune del profondo sud. Ma non è che un attimo e le ruote ci portano velocemente a Nord, a costeggiare il margine occidentale del Delta dell’Okavango, il più esteso delta interno del Mondo, 12000 chilometri quadrati di paludi e canali in pieno Kalahari; un universo d’acqua nel cuore del più grande deserto della Terra…e noi ci stiamo andando proprio nel cuore!
La prima cosa che noto una volta in volo è la quasi totale assenza di volti africani sull’aereo. Mi aspettavo un po’ più di colore, ma a quanto pare, e ripensandoci non stupisce, gli unici sudafricani che possono permettersi di viaggiare in aereo sono di pelle bianca. E anche se non amo confermare i cliché, sono un po’ zotici, pallidi, e persino un po’ limitati. Ma forse sono ingiusta, e dico così perché ne ho uno seduto accanto davvero poco simpatico, che ha commesso il peccato imperdonabile di non farmi guardare il deserto dall’alto. Ha lui il posto accanto al finestrino, e anche quando gli ho chiesto se poteva aprire la tenda, l’ha sollevata per qualche istante e poi, con uno sguardo che credo volesse risultare ironico, ha detto “only desert” e ha richiuso la tendina. Ora invece stiamo sorvolando la Nigeria. Il commento acuto questa volta è stato “only bombs”… dubito che la conversazione possa farsi interessante. Chiudo gli occhi, forse è il momento buono per un pisolino. In un lampo mi tornano alla mente le immagini delle elezioni del 1994, quelle che sancirono la fine dell’apartheid e la designazione di Mandela a primo Presidente nero del Sudafrica. Immagini di uomini e donne in cammino dalle regioni più interne del paese, lontanissime, anche a livello culturale, dall’occidentale meccanismo del voto, in cammino, perché gli africani vanno a piedi, per contribuire al cambiamento, per riappropriarsi della propria dignità.
Arriviamo in Angola passando il confine con la Namibia a Ruacana, cittadina di frontiera stanca e addormentata. La dogana namibiana è pulita, ordinata e di un’efficienza svizzera: ci armiamo di santa pazienza e chewing-gum, ma ci vogliono comunque più di due ore per il disbrigo delle pratiche doganali. Dobbiamo registrare i numeri di serie di tutti i nostri apparecchi fotografici: la dogana namibiana teme l’importazione di elettronica a basso costo dall’Angola.
>By Lone Land Originally Posted Wednesday, August 25, 2004 NAMIBIA 2003 – 19.07.03-12.08.03 A cura di Lone Land e Lalla (loneland@sahara.it) DATI GENERALI: Viaggio compiuto dal 19 Luglio al 12 Agosto 2003 da Lone Land e Lalla. Aerei: Catania Francoforte con volo Aero Lloyd (335.95 €); Francoforte-Windhoek con volo Air Namibia (855 €) Auto [...]
By Maurizio Dall’Oglio Originally Posted Saturday, August 14, 2004 NAMIBIA – 2002 Viaggi effettuato dal 18/11/2002 al 10/12/2002 da: Maurizio Dall’Oglio – Ivana Soncina – Claudio Pelizzari – Francesca Colosio. Fuoristrada: Nissan pick-up 2.4 16v doppia cabina noleggiato completo di tutta l’attrezzatura per il campeggio per 4 persone presso la Campingcarhire (www.campingcarhire.com.na) Costo noleggio per [...]
Dopo una parte di approccio, rappresentata dalla visita al Namib Park di Sossusvlei ed alla cittadina rivierasca di Swakopmund, l’itinerario, previo l’impegnativo “prologo” tra le dune di Sandwich Harbour, si è sviluppato tra gli altopiani del Damaraland e le vette del Kaokoveld risalendo i fiumi ugab, hoanib, huarisib ed altri, fino a raggiungere le meravigliose vallate di Marienflus, al confine angolano. Oltrepassato il temibile Van Zyl Pass ( da ovest verso est) ci si è spinti fino ai dimenticati villaggi Himba di Otjtanda e Othjende, fino a raggiungere Okangwati e la normale pista per le Epupa Falls, sul medio Kunene. Il tutto in 10 indimenticabili giorni di fuoristrada puro e campi al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Per terminare il viaggio sono stati spesi tre giorni per la visita dell’Etosha Park, appoggiandosi alle strutture dei Lodge di Okaukuejio, Halali e Namutoni.
By Robogabraoun Originally Posted Monday, September 29, 2003 La Tana Puntata conclusiva dalla “Namibia Sconosciuta” di RoboGabr’Aoun Cielo grigio su questa Windhoek immobilizzata nell’ultimo Sabato mattina di settembre. Piove, una cascata di gocce sottili, impalpabili, quasi un effetto nebbia, preludio dei temporali che tra qualche decina di giorni inizieranno ad inondare questa terra arida. [...]
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