Tra genti Tuaregh c’è un antico detto che dice “… il deserto fu donato da Dio agli uomini per ritrovare la loro anima”. Durante la prima volta di un viaggio nel Sahara, si può rimanere catturati dalla sua misteriosa bellezza, così prima o poi saremo costretti a tornarci una seconda volta e poi magari sempre più spesso. Il Sahara, è il deserto per antonomasia, ed un viaggio alla sua scoperta è molto più di un’avventura; la sua vastità ed immutabilità di questo mondo senza tempo, la si può avvicinare al nostro concetto di perfezione.
Perché l’ Erg Chech ? Non è facile dare una risposta certa alla domanda; possiamo dire che ci sono svariati motivi per pensare ad un viaggio con questa destinazione ma, come al solito, il colpevole principale, la causa scatenante, la forza trainante è sempre la solita “Michelin 953”
A nostro parere, essa costituisce la migliore medicina per chi veramente soffre di “mal d’Africa”; sì, perché solamente chi ha contratto questo morbo contagioso non può fare a meno di averla tra le mani per sognarci sopra almeno una volta al giorno, fosse solo per un attimo; è una malattia, una forma di dipendenza che può produrre alterazione della psiche e talvolta della carne; un malessere che può essere curato solo con l’assuefazione ad una congrua dose quotidiana di questa droga, che ci catapulta la mente in una proiezione a volo d’angelo, sui grandi spazi aperti e sotto gli infiniti cieli d’Africa, alla ricerca di qualcosa sempre nuova, sempre diversa, imprevedibile o nascosta, capace di catalizzare e calamitare i nostri desideri, i nostri pensieri, le nostre passioni.
L’Hoggar (o Ahaggar) è una immensa regione vulcanica nel centro-sud dell’Algeria. Il termine arabo“Ahaggar” significa “luogo della paura” probabilmente per gli impressionanti paesaggi che lo caratterizzano. Erodoto localizza proprio lì il popolo degli Atlanti dove vi erano le “COLONNE CHE REGGEVANO IL CIELO”(evidente riferimento ai picchi dell’Atakor)
By Autori vari maghrebini e nonOriginally Posted Tuesday, August 24, 2004 Categoria………..Guida Titolo…………..MAGHREB .sottotitolo……..Algeria, Libia, Marocco, Mauritania e Tunisia Editore………….Il Saggiatore- Bruno Mondadori Autori…………..Le guide del saggiatore – Autori vari maghrebini e non Anno ……………1993 prima edizione 1991 ISBN ……………88-428-0110-0 Recensione di migliazz@mbox.vol.it Recensione: Guida socio-economico-culturale. Interessante per chi volesse approfondire argomenti non trattati [...]
Pubblicato per la prima volta in Francia nel 1936, è il racconto della prima spedizione dell’autore e delle sue arrampicate su numerose cime dell’Hoggar, la regione montagnosa nel cuore del Sahara algerino.
By Stefano Laberio Minozzi e Fabio Tessarollo Posted Monday, August 23, 2004 Algeria: in auto e moto su piste e deserti Vol. 2° con CD di Stefano Minozzi – Fabio Tessarollo Numero Pagine: 304 Formato: 13×21 cm Lire 58.088 (Euro 30) Naturalmente un’ottima guida scritta dai “nostri” Stefano Laberio e Fabio Tessarollo che raccoglie alcuni [...]
Originally Posted Friday, August 13, 2004 Marocco-Mauritania-Senegal-Mali-Mauritania-(Algeria)-Marocco RESOCONTO DI VIAGGIO a cura di Stefano Laberio PERIODO : 21 Luglio 5 Settembre 1997 Partenza da Padova via terra per Francia e Spagna, attraversiamo Gibilterra e proseguiamo per tutto il Marocco fino a Dackhla dove formiamo il convoglio e ci scortano al confine Mauro. Con la [...]
Un classico Diario di viaggio di qualche anno fa
Partenza da Torino alle 7 del mattino e appuntamento con Tiziano, proveniente da Verona, al casello dell’autostrada. Buio e nebbia fino ai primi contrafforti delle montagne verso la Liguria.
Viaggio senza storia verso Marsiglia, dove giungiamo alle 4 del pomeriggio, in tempo per l’imbarco. Si sbrigano le pratiche doganali e ci si imbarca sulla nave Zeralda (algerina). Si assiste ad un furioso litigio tra un gruppo di italiani che erano stati esclusi dall’imbarco e i marinai della nave. Sapremo, poi, che circa 40 veicoli del gruppo di Torino non sarebbero stati imbarcati per un errore di valutazione delle capacità della nave. Difficoltà con la sistemazione in cabina, appianate da adeguata mancia (iniziano i bakhshish) al cameriere. Le cabine sono luride e maltenute, ricche di suppellettili rotte e lenzuola sporche. Nell’ingresso della nostra c’è una bella macchia di vomito. I servizi sono adeguati al resto della nave.
Noi c’eravamo già messi l’animo in pace poiché la destinazione pareva già decisa da mesi (Tunisi -Dakhla) ed eravamo concentrati sul tris di primi che avevamo nel piatto. In effetti, questi ultimi parevano ben più impegnativi del lunghissimo “trasferimento” che ci sarebbe toccato patire da lì a poco. Ma ecco che il nostro grande Capitano dice (sputacchiando un po’ di prezioso ripieno di tortellino) che aveva cambiato idea e che saremmo andati a GRIZIM. Silenzio di tomba. Sguardi interrogativi serpeggiano per la tavolata. Il Capitano ridacchia. La truppa non si fa’ cogliere impreparata e tosto le mitiche 953 compaiono per incanto e si distendono su piatti e bicchieri. Zero risultati. Ma dove è ‘sto Grizim?! In Algeria, ci viene riferito. Alla fine un fortunato lo becca. La notizia viene diffusa e ritornano gli sguardi interrogativi. Verso il Capitano. Ma non e’ un TANTINO in culo?! Ovviamente si. E cosi’ siamo partiti per Grizim. A Adrar ci si conta: la spedizione è assai variegata. I fuoristrada spaziano da un Pinin al Defender passando per un vecchio Pajero: totale 13. I centauri invece contano su due ramarri, tre indistruttibili dierrini, un navigato TT e due ciccione bicilindriche (Transalp e Africa). Totale otto. Ole’ ole’ che si parte! Tira molla e martella finalmente alle 15 la carovana è in marcia. Non sorprende che il Capitano sbagli immediatamente l’imbocco della pista. Qui bisogna aprire una piccola parentesi riguardo al nostro Condottiero: tra le sue varie deficienze si annovera pure l’assoluta incapacità di seguire una pista. Non lo fa’ apposta, è più forte di lui: se ha anche solo una traccia davanti al muso del Defender va’ in tilt. Il fisico ammosciato e l’occhio spento certificano il grave malessere che lo assale. Ed è curioso come poco alla volta devii sempre più fino a perdere ogni riferimento di passaggio umano. Allora come per magia rinasce. E la sua truppa lo segue ovunque con la certezza che:
Alle porte del 2000, quando le fantasie di Verne sono diventate realtà, andare per le strade del mondo può sembrare fuori dal tempo, può sapere di favola, può considerarsi inutile. Non è così, almeno non lo è per me che, stanco di una vita soffocata dal consumismo, stanco di tutto ciò che sono le regole, stanco di tutta quella gente che rincorre miti di cartapesta, decide di partire. Partire…. Lasciare tutto per seguire un orizzonte, un orizzonte che forse riuscirà a darmi la libertà, una libertà vera. Fuggire… fuggire lontano, fuggire dalla noia cupa che nasce dalla routine di ogni giorno che scorre sempre uguale ai precedenti. Il bisogno di evadere, il desiderio di avventura è qualcosa che si agita in noi e stimola giorno dopo giorno a scoprire, a conoscere la vita per essere padroni della propria esistenza, essere quindi “se stessi”, in ogni circostanza, è il vero significato della parola “libertà”
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