Sahara.it

Sahara.it

il sito dedicato al sahara, alle sue genti ed ai suoi viaggiatori

Tunisia in camper – dicembre 2002

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By Nicola e Clara
Originally Posted Tuesday, December 31, 2002

Viaggio in Tunisia dicembre 2002 – gennaio 2003

di Nicola e Clara

Mezzo: Superbrig 678 (anno 2000)

Partecipanti: il sottoscritto, moglie, suocera, due figlie (9 e 11 anni) e … i nostri due gatti siberiani, Greggy ed Helena detta “Eli – Eli”

24 dicembre – Partenza da Genova ore 13. Volendo arrivare la sera prima è possibile dormire all’interno del porto. Comunque i camper e i veicoli grossi sono caricati per ultimi sul traghetto per cui è possibile presentarsi anche un paio d’ore prima.

25 dicembre 2002 – arrivo al porto “La Goulette” di Tunisi verso le ore 11.

Ci vogliono un paio d’ore per lo sbarco e il disbrigo delle formalità doganali. Subito dopo lo sbarco partiamo per Sousse via autostrada (l’unica, che costa circa 1,5 DT). Arriviamo nel pomeriggio e su indicazione della polizia ci fermiamo per la notte in un grande spiazzo vicino all’hotel “Royal Beach” (di fianco al casinò). Si trova proprio a ridosso dell’ingresso del parcheggio dell’albergo dove c’è sempre un guardiano. Nello stesso spiazzo parcheggiano sempre i pullman che portano i turisti al casinò e ai locali vicini. Poiché è ancora presto facciamo una lunga passeggiata fino ad arrivare alla Medina (circa 2 km) ma è troppo tardi per la visita.

Verso cena un altro camper si affianca al nostro. E’ una famiglia francese che viaggia con i suoi tre bambini. E’ il primo dei pochi camper che incontreremo.

26 dicembre 2002 – La mattina ci spostiamo per visitare la città vecchia. E’ possibile parcheggiare sul lungomare, poco distante. Si potrebbe anche sostare anche qui per la notte, però la strada è molto trafficata e il rumore non farebbe dormire.

Giriamo per le stradine della Medina piene di negozietti, visitiamo la Grande moschea e il Ribat, il monastero-fortezza. Poi in tarda mattinata partiamo per El Jem per la visita al colosseo romano.

Arriviamo in breve tempo e ci fermiamo nel parcheggio proprio davanti al colosseo. L’ingresso al monumento costa 4,50 DT persona + 1 DT per “diritto di fotografare”. Sono esentati i bambini di età inferiore a 6 anni. L’arena è veramente splendida, grande quasi come quella di Roma ed è stata ristrutturata molto bene. Peccato che ormai sia circondata dalle case della cittadina.

Il colosseo di El Jem

Dopo la visita partiamo per Sfax dove arriviamo la sera. Trovare un posto per fermarsi a dormire è problematico. Da tenere presente che quando si arriva, poco prima di entrare nella città, sulla sinistra c’è una caserma della polizia e una caserma della Protezione Civile (i nostri vigili del fuoco). E’ meglio fermarsi subito e chiedere di pernottare lì vicino.

Noi invece siamo entrati in città e … ci siamo persi. Dopo un girovagare a vuoto abbiamo trovato un’altra caserma della Protezione Civile e abbiamo chiesto di poter passare la notte nel loro parcheggio proprio davanti all’ingresso. Non ci sono stati problemi, a patto che partissimo entro le 7 della mattina per lasciare il posto alle auto del personale del nuovo turno.

27 dicembre 2002 – La mattina verso le 6.30 partiamo per Gabes. Non è però una meta molto interessante. Abbiamo fatto un giro per l’oasi e poi abbiamo preso la strada per Chenini, un piccolo villaggio in collina dove è possibile avere una visione dell’oasi dall’alto.

Siamo poi partiti per Matmata, famosa per le sue abitazioni troglodite sotterranee, crateri profondi una decina di metri dove sono ricavate le abitazioni. La strada è molto buona e nella parte finale è in leggera salita; il panorama sul deserto è magnifico. Poco prima di arrivare sulle colline sulla sinistra della strada c’è uno spiazzo, punto di sosta dei turisti, dove si ha una bellissima vista e si possono fare foto del panorama. Purtroppo il paesaggio è stato deturpato da una grossa scritta “MATMATA” con caratteri in rilievo, tipo quella che c’è a Hollywood.

Sulla strada di Matmata

Qui si trovano le guide che propongono la visita al paese e alle abitazioni. Abbiamo “trattato” con una di loro e per 10 DT ci ha guidato nella visita.

La visita è durata circa un’ora e mezzo ed è stata molto interessante. La guida ci ha portato in giro per il villaggio narrandone la storia e le caratteristiche. E poi siamo entrati a visitare direttamente un’abitazione ricavata in una di quelle grotte sotterranee. Non è mancata naturalmente una puntata all’albergo “troglodita” dove sono state girate alcune scene di “Guerre Stellari”.

Nel pomeriggio, verso le 15 partiamo diretti a Douz. La strada attraversa delle zone bellissime dove si possono ancora vedere sulle colline circostanti le caratteristiche abitazioni nella roccia e si attraversano anche piccoli paesini. Si comincia anche ad entrare nella zona desertica. Lungo la strada la sabbia portata dal vento crea effetti bellissimi nella luce del tramonto.

Sulla strada per Douz

Arriviamo verso le 17,30. Poco prima di entrare in paese sulla destra c’è il campeggio “Campement touristique saharien”, ma noi siamo diretti al “Desert Club” di Lorenzo Bonfatti, che si trova vicino alla piazzetta centrale (ci sono le indicazioni per raggiungerlo). Purtroppo non abbiamo potuto conoscere Lorenzo perché era via per alcuni giorni.

Il campeggio, situato nell’oasi, dispone di un ristorantino (non l’ho provato per cui non so come sia) e i servizi sono discreti per gli standard locali. Se non c’è troppa gente è anche possibile fare una doccia calda.

Qui troviamo un camper di una giovane coppia veneta, Francesca e Michele. Con loro cerchiamo di organizzare per il giorno dopo tramite un’agenzia locale un’escursione a Ksar Ghilane ma non hanno fuoristrada disponibili. Sono tutti occupati per i turisti dei vari alberghi. I prezzi chiesti dalle agenzie sono circa 150/200 DT per 6–7 persone.

A cena volevamo mangiare qualche piatto locale ma il ristorante aveva in menù … gli spaghetti, per cui abbiamo deciso di cercare un’alternativa fuori. Ci hanno consigliato il ristorante Ali Babà poco distante dal campeggio. Ci hanno fatto accomodare nel giardino all’aperto e dal menù abbiamo scelto il classico cous-cous con la carne (costo circa 6 DT a persona). Un piatto mediocre: non bisogna aspettarsi molto da questi localini. Per mangiare con uno standard abbastanza buono è meglio andare nel ristorante di qualche albergo.

(NDR mangiare piatti locali a volte puo’ risultare deludente per chi e’ abituato a cucina piu’ “complessa”. Nelle transumanze nelle carovane la dieta puo’ sembrare non molto appetitosa, gallette di grano macinato, burro fuso normalmente conservato in una pelle di capra, arachidi, zucchero, datteri (non quelli che vediamo nei supermercati ma una nera pasta di datteri in otre ricavato da pelle di capra e in ultimo ma di primaria importanza tea, che con il suo contenuto di teina aiuta a marciare per diverse ore al giorno. In posti non toccati dal turismo una gallina e del riso sono da considerare un piatto della “domenica”. In alberghi e’ possibile trovare piatti che sono destinati a grandi occasioni (matrimoni, festivita’ etc) che sicuramente possono dar ragione alla ricchezza della cucina maghrebina. Non disdegno le gallette cucinate sulla sabbia o sui sassi roventi anche se i denti scricchiolano un po’, forse preferisco bocconi di carne di montone cotti in un orcio sepolto tra le braci del fuoco serale anche se richiede 4 ore prima di poter essere consumato, e’ un piatto speciale, specialmente perche’ durante le 4 ore di preparazione si ha tempo di parlare discutere e ridere davanti al fuoco A).

Eli Eli a spasso per il campeggio

28 dicembre 2002 – Siamo rimasti in paese e abbiamo girato per le botteghe delle piazza principale. Siamo poi stati al mercatino del “Festival International de Sahara”, allestito intorno al “Museo del Sahara”, pieno di bancarelle che vendono di tutto e frequentato dai locali, con una musica assordante (ingresso 0,300 DT). Abbiamo però perso l’attrazione del Festival che si tiene tutti gli anni a dicembre: la corsa dei dromedari e dei cavalli che viene fatta appena fuori paese in una zona chiamata “La porta del Deserto”. La corsa infatti si era svolta il giorno prima.

La Porta del Deserto

29 dicembre 2002 – La mattina presto, in previsione della partenza per Tozeur, ci siamo spostati col camper e siamo andati a vedere le dune là dove inizia il deserto. E in effetti è uno spettacolo bellissimo. Il posto si può raggiungere a piedi anche dal campeggio (circa 2 km) prendendo il sentiero nell’oasi subito a destra uscendo.

Qui abbiamo visto parcheggiati 4 camper stranieri. Uno di questi era di proprietà di un anziano signore olandese che trascorreva il periodo invernale viaggiando per la Tunisia. E con questi sono cinque i camper che abbiamo incontrato finora.

Sul luogo ci sono tanti cammellieri che propongono una escursione dorso di dromedario. Noi invece abbiamo fatto una camminata fino a raggiungere le prime dune da dove abbiamo potuto prendere molte foto.

In tarda mattinata partiamo per l’oasi di Tozeur. La strada attraversa il Chott El Djerid, il lago salato in uno scenario veramente bello. Ai lati della strada si possono vedere, durante la stagione invernale, le pozze di acqua salata.

Arriviamo nel primo pomeriggio. Entrando nell’oasi si deve seguire l’indicazione “route turistique” sulla sinistra. Si passa per il centro (grande confusione), si passa vicino alla medina, e proseguendo lungo la strada si trova un indicazione del campeggio. In realtà in quel punto il campeggio non c’è: bisogna percorrere ancora un centinaio di metri più avanti e l’ingresso lo si trova sulla sinistra

Il campeggio si chiama “Beaux Reves” ed è posizionato in mezzo alle palme. Il proprietario Ammar Bey parla italiano ed è gentilissimo. I prezzi del campeggio sono più o meno gli stessi di quelli di Douz; i servizi leggermente inferiori. Anche qui con un po’ di fortuna si può fare una doccia calda.

Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro per il paese. Volevamo visitare lo zoo di cui parlano le guide turistiche ma dopo quasi un’ora di camminata non lo avevamo ancora raggiunto, per cui abbiamo desistito. La prossima volta ci andremo in taxi.

Siamo allora andati verso il centro del paese per una visita e per cercare qualche souvenir. Abbiamo trovato alcune ceramiche molto belle, che non avevo mai visto in altri luoghi. “Amhed Taleb” è il negozio qualitativamente migliore che ho visto: si possono trovare pezzi di qualità e anche oggetti antichi in argento, molto meglio delle cose abbastanza dozzinali che sono vendute nei negozietti del souk.

Ottimi anche i datteri (3 DT al kg) di cui abbiamo fatto una scorta notevole.

30 dicembre 2002 – Nella mattinata altro giro turistico e poi partenza per Gafsa. Usciti da Tozeur dopo una decina di km circa si trovano le indicazioni per l’altro campeggio “Desert Club”, in direzione El Hamma.

Arriviamo a Gafsa verso le 17,30. Abbiamo cercato il campeggio “La galia” nell’oasi ma era chiuso. Dopo un girovagare nella confusione della città ci siamo fermati nel parcheggio di un albergo, proprio sulla piazza principale, vicino ad una fermata di taxi, e abbiamo chiesto se potevamo fermarci per la notte. Non c’è stato nessun problema (mancia di 2 DT al guardiano). Peccato però che il rumore del traffico è continuato per tutta la notte e ci ha fatto dormire malissimo.

31 dicembre 2002 – La mattina verso le 7 siamo partiti per Kairouan. L’intenzione è di fare una visita e ripartire in direzione della costa. Sembra infatti che sia poco sicuro fermarsi in questa città.

Arriviamo verso le 12. Ci fermiamo a visitare il Mausoleo del Barbiere, così detto perché vi si trova la tomba di un seguace di Maometto che, secondo la leggenda, custodiva alcuni peli della barba del Profeta. Vicino all’ingresso c’è un ampio parcheggio dove è possibile fermarsi senza problemi. Il biglietto di ingresso (circa 4,5 DT) è cumulativo per una serie di luoghi da visitare.

Successivamente andiamo alla Grande Moschea Okba. E’ possibile parcheggiare proprio vicino all’ingresso. Abbiamo messo il camper vicino a dei fuoristrada di un gruppo organizzato che erano guardati a vista da una guardia armata. Poiché avevo visto lo stesso gruppo e la stessa guardia presso la prima moschea visitata, ho pensato che l’organizzazione avesse concordato “una scorta” per il periodo di permanenza a Kairouan. Comunque noi non abbiamo avuto problemi. E non siamo neanche stati “assaliti” da folle di venditori di tappeti come mi era capitato in passato, durante il periodo estivo. In effetti, tranne il gruppo di turisti menzionati, noi eravamo gli unici turisti presenti.

La moschea di Kairouan

In ultimo visitiamo il bacino degli Aglabiti, che si trova poco lontano dal Mausoleo del Barbiere e proprio dietro l’ufficio turistico. Si ha una visione migliore dei bacini dall’altro salendo (gratuitamente) sul terrazzo dell’ufficio. Volendo, presso questo ufficio è possibile chiedere una guida ufficiale per visitare i vari luoghi.

Verso le 16 partiamo per la costa. Lungo la strada incrociamo una colonna di una dozzina di camper italiani, un gruppo organizzato, che va in direzione opposta alla nostra. Sono gli ultimi camper che incontreremo.

Arriviamo verso le 17,30 ad Hammamet. Per curiosità passiamo dalla zona turistica di Hammamet sud. E’ piena di enormi alberghi nuovi e… vuoti. Sembra una Rimini fuori stagione. Da quello che poi ci hanno detto dopo gli avvenimenti dell’11 settembre, l’affluenza di turisti stranieri si è notevolmente ridotta

Decidiamo di passare l’ultimo dell’anno a Nabeul, al campeggio “Les Jasmines” che si trova di fianco all’omonimo albergo, all’inizio del paese, sulla destra. Come riferimento si deve cercare il ristorante “Slovenia” che è dello stesso proprietario dell’albergo e del campeggio, mr. Rafik Ttatli.

Il campeggio non è molto grande, ma bene organizzato. Ci sono molti servizi e docce, i migliori tra quelli finora trovati. C’è possibilità di avere la corrente elettrica.

Il camping Les Jasmins a Nabeul

Facciamo la conoscenza di due italiani simpaticissimi, Silvano e Mario, che passano il periodo invernale in Tunisia. Chiediamo a Silvano dove si può fare il cenone di capodanno e lui ci assicura che ci farà preparare dal ristorante dell’albergo una cena apposta per noi.

All’ora di cena andiamo al ristorante e devo dire che quello che ci hanno servito è stato veramente eccezionale. Un cenone a base di carne, pesce ed altri piatti locali. Il tutto per 25 DT a persona più le bevande (la birra costa poco, il vino è molto caro).

1 – 2 gennaio 2003 – Giornate di riposo. Ne approfittiamo per fare un giro turistico a Nabeul e Hammamet, peraltro già visitate in un viaggio precedente. Il centro di Nabeul puo’ essere raggiunto a piedi dal campeggio (circa 1 km). Per Hammamet sulla strada principale c’è la fermata dell’autobus che porta vicino alla Medina. Non si sa però quando passerà per cui prendiamo 2 taxi (un taxi porta al massimo 4 passeggeri): costo 5 DT a vettura. Comunque il capolinea degli autobus si trova all’inizio di Nabeul.

Per il ritorno la fermata è sulla strada a senso unico che esce dal paese; il biglietto costa 0,500 DT a persona e si compra a bordo. La fermata è a 100 mt dal campeggio, poco prima del ristorante “Slovenia”

La sera prima di partire abbiamo conosciuto mr. Tlatli, un cuoco di fama internazionale. E’ anche il padrone dell’altro albergo di Hammamet, il “Samaris”, dove c’è anche un campeggio. Però questo è situato in una zona molto trafficata, all’incrocio di due grandi strade e senz’altro meno tranquillo del “Les Jasmins”.

3 gennaio 2003 – La mattina partiamo verso le 7 per raggiungere il porto di La Goulette. Le indicazioni sul biglietto dicevano di presentarsi almeno tre ore prima dell’imbarco. Perfettamente inutile. Dopo le formalità doganali ci hanno fatto mettere in angolo assieme al altri mezzi grossi e siamo stati imbarcati per ultimi, dopo un’attesa di quasi 4 ore.

4 gennaio 2003 – arrivo a Genova a metà mattina e ritorno a Milano

Informazioni generali:

Ente del Turismo tunisino di Milano

Via Baracchini, 10

20123 Milano

Tel. 02 86 45 30 26

Traghetto “Chartage” della Compagnia di navigazione Tunisina (CTN)

Agenzia CTN a Milano:

SNCM

Via Angelo Belloni, 1

20162 Milano

tel. 02 – 66 117 104/131

fax 02 – 643 12 36

Prezzo: andata e ritorno camper, 3 adulti, 2 bambini in cabina di 1a classe esterna 1.200 euro

Poiché le cabine sono da 4 posti un biglietto era “passaggio ponte”. Abbiamo comunque dormito tutti nella cabina.

Sul traghetto è possibile usufruire del ristorante a prezzo fisso. Presso il bar sul ponte più alto della nave sono in vendita dei buoni a 25 euro per pranzo, cena e colazione. Ne vale la pena perché la cucina è veramente buona. I buoni sono in numero limitato, per cui è necessario procurarseli appena saliti a bordo. In alternativa c’è un self service (mediocre) e un ristorante alla carta (prezzi elevati)

Documenti:

passaporto con iscrizione dei figli; la carta di identità è valida solo per i viaggi organizzati

Per il camper: libretto di circolazione e carta verde

Dopo la partenza sul traghetto vengono predisposti due uffici (polizia e dogana) per il controllo dei documenti e il rilascio del permesso di importazione per il camper. Informarsi presso la reception quando e dove. Bisogna riempire prima alcuni moduli che sono in distribuzione sempre alla reception

Poi fare una fila per la polizia (tutti i partecipanti con i documenti) e poi per la dogana (solo il conducente con la carta di circolazione). Viene rilasciato un documento (da conservare gelosamente) valido per il camper, che deve essere restituito alla partenza.

Valuta: dinaro tunisino = 0,73 euro

Al porto c’è un ufficio cambio dove è possibile cambiare la valuta. Meglio procurarsi un po’ di dinari per le prime spese. I cambi sono pressochè fissi. E’ importante conservare le ricevute. Servono eventualmente per ricambiare i dinari rimasti in euro. Attenzione: non aspettate di cambiarli al porto il giorno della partenza. L’ufficio cambio è chiuso. E’ meglio rivolgersi il giorno prima a qualche banca.

Strade: C’è una sola autostrada che porta da Tunisi a Sousse. Le altre strade sono tutte percorribili senza problemi. La velocità può andare da 40 km/ora a 60/70, dipende dalla larghezza e dal tipo di asfalto. In alcuni casi l’asfalto è molto grossolano per cui conviene andare piano. Tra Tozeur e Kairouan c’è un pezzo in fase di sistemazione, per cui ci sono una decina di km di sterrato dove si procede lentamente.

Conviene essere fermi entro il tramonto (17.30 circa): sulle strade circolano biciclette, carretti, animali, motorini senza luce con spesso 2 passeggeri e di sera c’è un buio pesto. Meglio partire la mattina molto presto, al massimo verso le 7 per le tappe di trasferimento.

Gasolio: circa 0,450 DT al litro. Le stazioni di servizio sono molto diffuse e non si rischia di rimanere a secco (semprechè non si vogliano fare prove tipo “… vediamo quanto faccio con un pieno…”). Disponibile anche la benzina verde.

Acqua: fermandosi nelle stazioni si servizio più grandi è possibile rifornirsi di acqua. Di solito mi fermavo a fare il pieno di gasolio col serbatoio a metà e approfittavo per fare acqua. Basta dare qualche centesimo di mancia al benzinaio. Solo una volta ho utilizzato il serbatoio di riserva. In alcuni casi è anche possibile scaricare le acque chiare utilizzando lo scarico delle zone di lavaggio delle auto.

Utile una tanica morbida da 25 lt. per riempire il serbatoio dell’acqua senza usare la canna. Basta avere qualcosa che faccia da imbuto. Io uso una prolunga di plastica per tanica (quelle che si possono avvitare sul tappo).

Acqua per cucinare: una tanica morbida da 10 lt dove aggiungere delle pastiglie di micropur per disinfettarla (non si sa mai…).

Acqua per bere: per comodità ho portato un’adeguata scorta di minerale (circa 30 lt) ma si trova dappertutto la minerale in bottiglia.

Scarico acque nere: nei campeggi non si hanno problemi se si ha il wc a cassetta. Se invece si ha il wc nautico bisogna avere un recipiente per il travaso e lo scarico nei servizi, perché non ci sono scarichi a livello terreno. Lo stesso per le acque chiare. Ho sempre usato un secchio di plastica.

Campeggi: l’ufficio del turismo tunisino di Milano, oltre ad una nutrita documentazione turistica, fornisce anche l’elenco dei campeggi. Ne sono riportati 9. Il costo del campeggio è mediamente di 4 DT a persona e 4 DT per il camper.

Elettricità: nei campeggi c’è allacciamento per l’energia elettrica. Bisogna però avere una vecchia presa a due poli, altrimenti non c’è modo di collegarsi.

Per il camper: avevo a bordo una chiave a croce per svitare i bulloni delle ruote in caso di foratura (mai forato e comunque i gommisti sono molto diffusi); un’asse di legno da mettere eventualmente sotto il cric; una pompa a pedale, le 2 cinghie del motore; 1 litro di olio; una piccola pala pieghevole tipo militare.

Utile un tappetino (tipo erba sintetica) per pulirsi le scarpe prima di salire, altrimenti l’interno si riempie di sabbia (si riempie lo stesso, ma magari di meno…)

Temperatura: c’è molta escursione durante il giorno. La mattina presto è più o meno 10°, poi può arrivare a 20–25 specie verso sud, e si sta bene con una camicia; verso sera torna a scendere. Di solito indossavo un giubbotto imbottito senza maniche sopra la camicia jeans. Quando faceva freddo un maglione. Durante la notte alcune volte tenevo la stufa accesa per mantenere all’interno del camper una temperatura gradevole.

Di solito non piove, ma se piove è un’alluvione, per cui un paio di scarpe grosse è utile.

Lingua: quasi tutti parlano francese; nelle zone turistiche parlano anche l’italiano.

Km percorsi: circa 1.800. Costo complessivo gasolio 96 DT. Campeggi: 125 DT. Ristoranti 170 DT. Viveri: ho portato tutto da casa, per cui compravo solo il pane.

0 comments… add one

Leave a Comment