By Sahara.it exclusive
Originally Posted Tuesday, October 25, 2005
TUNISIA, Grande Erg Orientale
resoconti a cura di Fabio Tessarollo su fonti di Stefano Laberio
GIOVEDI’ 11-14 APRILE 2004 Diretta online: Il gruppo, partito da Tunisi, ha raggiunto nell’ordine Kairouan e l’oasi di Douz, e da lì si è insinuato verso sud tra le dune del deserto per raggiungere il pozzo di Tembaine; confidiamo che entro domani sera potranno raggiungere il fresco palmento e le calde piscine naturali di Ksar Ghilane, dal quale prendere successive mosse per i giorni di viaggio a venire. Il dettaglio di questo itinerario è stato esposto nella carta consultabile sull’indice nella quale si può individuare con maggiore precisione i singoli punti di interesse che verranno toccati nel corso del viaggio e le principali località cui essi fanno riferimento. Da oggi e per i prossimi giorni, Sahara.it seguirà in diretta on line i principali avvenimenti della giornata confidando che il gruppo sappia fornirci in tempo reale ed in anteprima notizie salienti di particolare interesse per tutti quanti hanno in programma un viaggio avente il grand erg come destinazione finale, o sono in procinto di partire per la Tunisia e gradiscono quindi ricevere eventuali aggiornamenti legati alla situazione generale del “paese delle sabbie bianche” !..to be contenued
10 aprile 2004
Trasferimento di tutti gli equipaggi a Genova per l’imbarco sulla nave Victory della Grimaldi.
Partenza ore 18:10. Arrivo previsto a Tunisi alle 15:00.
Durante la navigazione sono stati messi a punto gli ultimi dettagli del viaggio. Stefano ha consegnato le cartine relative ai territori da attraversare ed ha spiegato le difficoltà che avremmo potuto incontrare lungo il percorso.
11 aprile 2004 – Pasqua
Sbarco a Tunisi alle 15:45 locali .Circa un’ora per le pratiche doganali ed alle 17:10 partenza per Kairouwan dopo aver fatto rifornimento ed installato le apparecchiature elettroniche (CB, rilevatore di posizione satellitare, computer, palmari,GPS…). Lungo la strada sosta per la prima cena tunisina a base di agnello (ladrati 14 dinari per tre pezzetti di agnello bruciato senza bevande). Unica consolazione il primo mitico “Prosecco Time” del viaggio (3 bottiglie).
Alle 22 circa arrivo al bellissimo Hotel Kasbah (5 stelle) ex fortino, sistemazione nelle camere e prima di andare a dormire caffè e the nel suggestivo bar dell’albergo ricavato nelle ex stalle.
Percorsi 202 Km
Temperatura 15-16 gradi.
Nota sulle formalità
L’uso di apparecchiature elettroniche è subordinato alle normative locali.
L’uso di qualsiasi apparato rictrasmittente rientra nell’applicazione della normativa locale; per la Tunisa è vietato qualsiasi apparato, omologato e non, su qualsiasi frequenza e lunghezza d’onda.
E’ vietato anche l’uso di apparecchiature di localizzazione globale.
12 aprile 2004 Sveglia alle 8:30. Visita alla Medina di Kairouan. Molti negozietti per turisti con venditori aggressivi. Visita del ex Palazzo del Governatore ora adibito ad esposizione e vendita di tappeti. Michele inizia le riprese dei diversi locali caratterizzati da decorazioni tipiche in legno e maioliche che testimoniano l’importanza e la ricchezza del palazzo. Dal terrazzo superiore bellissima vista panoramica dei tetti. Visita della Moschea Grande; molti capitelli di origine Greca, Romana e Bizantina erano stati utilizzati nella costruzione. Divieto di ripresa “professionale” della Moschea dall’interno.
Partenza alle 12:00 con destinazione Douz. Arrivo nel villaggio alle 18:30 e prima dell’Hotel sosta alla pista di volo di un deltaplano guidato da un singolare italiano non più troppo giovane. Giorgio costretto a volare per riprendere l’oasi del villaggio e l’inizio del deserto. Vista la foschia si decide di sospendere le riprese e tornare la mattina successiva. Incontro con Hedi nel suo negozio situato nella piazza centrale di Douz. Hedi è la guida che ci avrebbe portato all’incontro con gli R’baja.
Nel suo negozio avviene anche l’incontro con Gianfranco, grande viaggiatore e conoscitore del deserto Sahariano che accetta di seguirci assieme ad Hedi. Vengono realizzate le prime interviste ad Hedi e pianificato il viaggio. Sempre nella piazza centrale del villaggio, luogo di ritrovo di tutti i viaggiatori prima del deserto, incontro con Cinzia, motociclista solitaria alla guida di una Guzzi Falcone del 1957 (uguale a quella usata da Sordi nel film “Un americano a Roma”) vestita di una tuta in pelle nera e priva di qualsiasi bagaglio, orologio, tachimetro, cartina stradale. Unico ricambio un casco integrale da utilizzare in Italia al posto dell’inconsistente casco stile anni 50.
Raggiunto l’hotel Saharienne, costruito in un bellissimo palmeto. Alla cena nel ristorante dell’hotel hanno partecipato sia Hedi che Gianfranco e quest’ultimo ha iniziato i suoi racconti di viaggio che ci avrebbero accompagnato durante tutte le cene successive.
Tutti a letto verso le 23:30.
Percorsi 350 Km
Temperatura 21 gradi.13 aprile 2004
13 aprile 2004 Sveglia alle 8:00 e subito al campo di volo per le riprese. Nuova intervista di Hedi presso il suo negozio e partenza alle 12:00. Appena raggiunta la sabbia si sgonfiano le gomme portandole a 1,5 bar. Primo waypoint “freccette” alla ricerca dei paleosuoli. Trovati diversi reperti in selce lavorata. Hedi cattura uno “scinco” o pesce della sabbia, una piccola lucertola ricoperta da una pelle lucida grazie alla quale riesce a muoversi a pelo di sabbia come un pesce nell’acqua.
Attraversamento di dune basse ma molto fitte che impegnano non poco gli equipaggi. Alle 18:30 si fa campo tra le dune.
Persorsi 57 Km
Temperatura 25 gradi
14 aprile 2004
Si lascia il campo alla 8:40 per raggiungere la montagna del Tembaine, massiccio roccioso formatosi dall’emersione dal mare e modellato dall’erosione circa 100 milioni di anni fa. Tracce di fossili marini sono presenti sui lati del massiccio.
Raggiunta la vetta si spazia con un panorama mozzafiato sull’erg tutto intorno. La montagna trova anche una sua posizione nella tradizione degli R’baja, infatti legati a un cespuglio troviamo nastrini lasciati dalle giovani spose degli R’baja in segno di augurio e prosperità.
Tuffatici nel groviglio delle dune e superato un passo si fa il campo alle 18,30 senza raggiungere l’obiettivo prefissato nella mattinata.
Un vento a raffica si è levato ma grazie a una leggera tenda (5×3) di Gianfranco riusciamo ad avere una cena al riparo. Ovviamente il prosecco ha deliziato i racconti di Gianfranco.
Nella nottata una tempesta di sabbia ha costretto i “tendaroli” a rinforzare e a spostarsi in un luogo più riparato.
Percorsi 70 Km
GIOVEDI’ 15 APRILE 2004
Sono stato raggiunto telefonicamente, tramite la rete Iridium, da Stefano questa sera.
La loro posizione, verificabile in tempo reale sul sito grazie al collegamento veramente utile, pratico ed interessante garantito tramite un servizio Touratech, è quella riportata nella mappa sottostante.
Tutto procede bene, gli operatori hanno già collezionato ben oltre dieci ore di riprese, tra primi piani delle dune, di pozzi, di gubbe ricovero estatico di santi e marabutti, e ancora frammenti di pietra lavorata, freccette, uova di struzzo, perline, conchiglie fossili e conglomerati di coralli.
Douz, qualche giorno fà, è stata letteralmente presa d’assedio da uno sciame di cavallette che, come nuvole minacciose sospese tra la terra ed il cielo, hanno portato ad oscurare in pieno giorno, con lunghe e tenebrose ombre, le bianche case dell’oasi del Nefzawa.
La temperatura è mite, ma sono frequenti le piogge notturne e la presenza di un vento teso.
Nomadi Rbaja ancora non se ne vedono, ma gli incontri non mancano!Gianfranco Basso, per esempio, un nostro compatriota che con una 2 cavalli ha girato il mondo e che ora, incontrato casualmente a Douz a bordo del suo fuoristrada, si è unito al gruppo allietandolo con i suoi racconti incredibile ed avvincenti fino a notte fonda.
Prima di raggiungere Tembain, un’altura dalla quale godere a 360° un fantastico panorama sulla distesa di dune sottostante, il gruppo ha intercettato una macchina di turisti accompagnati da una guida tunisina; la ragazza che era a bordo accusava malori e disturbi preoccupanti, a quel punto l’equipe medica di Qubi Soft ha imbastito sul campo un vero e proprio laboratorio di analisi che, tramite l’utilizzo di sofisticati sistemi di rilevazione, macchinari e l’ausilio della telemedicina, ha permesso in men che non si dica di effettuare sul campo ben 38 accertamenti su parametri vitali della ragazza.
Il positivo riscontro dei valori testati ha permesso di rassicurare la paziente, esclusivamente affaticata da improvvisi cali di pressione, certamente da non sottovalutare ma nemmeno da temere particolarmente, probabilmente riconducibili alla forte escursione termica e al calore del giorno nonché, per chi come lei non ancora avvezza ai “tormenti e alle piacevolezze del deserto”, all’emozione della sua prima, indimenticabile avventura tra le sabbie. A proposito, la vostra come è stata ? Beh per ora tutto qua.
Mentre loro saranno lì, vicino al fuoco, a godersi le stelle ed il calduccio tra le dune di el Mida….
…noi rimaniamo qui, ancora aspettando l’arrivo della primavera, a fantasticare e a sognare le nostre prossime avventure!
..to be contenued
Pozzi usati dalle popolazioni nomadi erano ricchi di acqua e nelle vicinanze un piccolo cimitero, una decina di sepolture, era la testimonianza della presenza degli R’baia.
Ripartiti, sciami di gialle locuste voraci hanno scioccato noi tutti. In alcuni punti sembrava un tappeto di incredibile orrore.L’erg ci è venuto incontro, dune molto ravvicinate non troppo alte hanno messo a prova tutti i nostri mezzi e la nostra abilità. Anche alcune contro pendenze sono state affrontate con estrema perizia.
I land con la loro coppia motrice hanno superato queste difficoltà di percorso.
Il vento è ancora presente. Il campo viene fatto alle 18.
Percorsi 50 Km.
16 aprile 2004
Questa notte è stata la peggiore del viaggio, raffiche fino a 120 Km/ora hanno reso estremamente difficoltoso riposare in tenda aggrappati ai paletti per evitare di essere portati via.
Finalmente Hedi individua un pastore che fa parte di una famiglia di R’baja che ci porta presso il suo accampamento.
La distanza era più di 10 Km. Gli R’baja vivono separatamente famiglia da famiglia.
Si pensa che siano circa 3000 sparsi su un territorio tra la Tunisia e l’Algeria. Sono pastori nomadi che non usano tende per ripararsi. Le origini di questa comunità pare che sia lo Yemen che a seguito di continui attacchi si è spostata sempre verso ovest fino a raggiungere l’attuale locazione.
L’incontro con il capo famiglia ha permesso, tramite la traduzione dall’arabo di Hedi, di conoscere più a fondo le loro abitudini. Il gruppo famigliare era composto da giovani spose con tanti bambini incuriositi nel vedere individui così diversi e poi così attrezzati.
Alcuni generi di sussistenza come sale, zucchero, the, inoltre vestiario e scarpe sono stati doni che li ha resi felicissimi.
Il più vecchio della famiglia ci ha chiesti discretamente del collirio per alleviare l’irritazione dovuta al vento della notte precedente anche un giovane R’baja con ascesso dentario ci ha chiesto aiuto
ma come poterlo aiutare senza mezzi a disposizione.
Lasciati il gruppo nella direzione per raggiungere la pista che si sviluppa lungo la pipeline il primo check point verso sud controlla i nostri documenti di viaggio.
Si rientra nell’erg per raggiungere un laghetto formatisi dopo una perforazione petrolifera effettuata nel 1984. Un bellissimo laghetto si è formato in mezzo a una corona di dune, prime tracce di vegetazione è presente ma la cosa più piacevole è che l’acqua che sgorga ad alta pressione da una valvola di testa pozzo ha una piacevole temperatura di 38/40 gradi.
Finalmente si prospetta una nottata piacevole dopo una più piacevole doccia ristoratrice.
Dopo più di 20 anni l’ambiente circostante si è modificato e questo processo non si arresterà fino a quando la sorgente di acqua fossile sarà attiva.
Percorsi 220 Km
17 aprile 2004
Ripreso il percorso che ci porta a sud est, usciti dall’erg la direzione ci porta verso El Borma. Evitati alcuni muri incontrati nel percorso verso la sorgente artesiana raggiungiamo la pista che affianca la pipeline.
El Borma è una postazione petrolifera dove è possibile trovare rifornimento, meccanici, gommista e generi alimentari.
Riparato le 3 gomme forate.
Anche qui i documenti vengono controllati, appena fuori la postazione un palmeto rigoglioso utilizza le acque dei pozzi presenti nell’area.
In pista per raggiungere un altro laghetto, sempre nato da una ricerca petrolifera, il campo viene allestito verso le 18:40.
Anche se l’ambiente non è piacevole come il precedente laghetto (troppi scarti della ricerca petrolifera presenti) una bellissima vasca raccoglie acqua a oltre 40 gradi permettendoci la delizia di un bagno turco.
Percorsi 97 Km
Report OnLine Domenica 18 APRILE 2004 Avevamo lasciato i ragazzi al campo di El Mida, ad ovest di ksar Khilane; beh, quella notte non è stata delle migliori: un vento forte, molto forte non ha permesso loro di chiudere occhio, anzi, nel cuore della notte sono stati costretti a smontare il campo e le tende e a rifugiarsi nelle macchine. All’alba, come spesso accade, tutto era finito, il vento ha smesso di soffiare, è rispuntato il sole, è ritornato il caldo e della notte in bianco sono rimasti solo i fantasmi e i visi stremati dal sonno. Ripresa la marcia, il gruppo ha incontrato finalmente un piccolo clan di nomadi Rbaja con il quale si è soffermato a lungo per approfondirne la conoscenza, le loro rotte di nomadismo, i loro costumi e per far apprezzare ai reporter i loro monili ed i loro gioielli di famiglia di pregevole fattura. Raggiunta la pipe line, si è provveduto a rabboccare i serbatoi presso la stazione di pompaggio di Kamour, punto di controllo della gendarmeria dei permessi di transito per il “paese delle sabbie bianche”.
E via, ora a sud, sempre sulla pipe line, sempre più veloci fino ad incontrare il raccordo per el Borma, un brusca sterzata di novanta gradi a destra e avanti, sempre su pista, correndo e zigzagando tra le dune che ora cominciano a presentarsi con tutta la loro maestosità. Ma el Borma può aspettare; immerso tra le dune immutabili e silenziose del grand erg, ad alcune decine di chilometri a nord della pista che porta verso gli insediamenti petroliferi in prossimità del confine algerino, un meraviglioso lago alimentato da una sorgente di acqua sulfurea a 38° di temperatura costituisce il luogo ideale per godersi un bel bagno ristoratore e per trascorrere un’indimenticabile nottata in assoluta solitudine, il resto a domani. Al risveglio i motori tornano a ruggire; si ripercorrono a ritroso le tracce lasciate sulla sabbia il giorno precedente e in men che non si dica si ritorna sul raccordo per el Borma.
Ancora pochi chilometri di pista velocissima che si snoda in un paesaggio incantevole tra le dune dell’erg ed il gruppo approda al secondo punto di controllo dei permessi di transito: ora sono nel grande “bracere di el Borma”, pochi chilometri ad est dell’aeroporto. Rapide formalità di controllo e via, verso il villaggio e fin dentro le basi petrolifere in cerca di gasolio, innanzitutto; poi tutti alla ricerca di pane fresco e di pochi altri generi alimentari utili per ripristinare “la cambusa”. Ora si può ripartire, direzione Bordj el Khadra.
Uscendo dal villaggio, cap 180, ci si lascia alle spalle i grandi insediamenti petroliferi e si raggiunge un nuovo punto di controllo, in prossimità di un bel fortino che ricorda tanto il set di un cortometraggio della legione straniera in pieno periodo coloniale.
E’ quasi sera, ed un nuovo pozzo con relativa sorgente sulfurea a 38° costituisce il luogo ideale per trascorrere la notte.
Dune, dune, dune. Oggi si vedranno solo quelle!
L’erg è veramente bellissimo, le dune imponenti, slanciate, insidiose.
Nelle formazioni elissoidali ai piedi delle dune si possono trovare numerose freccette, scarti di selce lavorata e….meteoriti !
Sì è sicuro, i geologi della spedizione confermano che quelli ritrovati sono proprio meteoriti, ora non ci resta che attendere le foto ( previste entro la serata di oggi, così come garantitomi da Stefano ieri sera ), ed alcune note di testo esplicative per consentire a noi di capirci di più.
Non basta ! Cercavano gli incontri, e gli incontri non si sono fatti aspettare: una bella vipera cornuta è passata a salutarli in occasione di una sosta, poi è stato il turno di un varano che si aggirava nei dintorni, tra le dune.
L’animale è stato subito circondato, con pazienza e senza necessariamente incutergli troppo timore; la manovra ha richiesto tempo, così che la troupe è stata in grado di imbastire con tutta calma il set delle riprese sistemando cavalletti e telecamere pronte per ritrarre al meglio ed immortalare definitivamente la visita del gradito ospite.
Poi come se nulla fosse, tutti in macchina per un nuovo, interminabile giro in ottovolante fino a pomeriggio inoltrato tra gli anfrati e le zemlet più alte delle dune del grand erg. In questa porzione tunisina di Sahara, stando leggermente più lontani dalla linea immaginaria di confine con l’Algeria, esse certamente non sono seconde a nessuno, per maestosità e fascino
Conoscendo Stefano, ed avendone viste e scalate tante insieme a lui (anche qui in Tunisia, qualche anno fa), non ho proprio motivo di dubitarne!
Ora sono lì a godersi la sabbia bianca e soffice, pochi chilometri a nord di Bordj el Khadra dove, a partire da questa sera stessa, raggiunta con tutta calma l’oasi e presovi opportuno soggiorno, dovrebbe cominciare a spedire finalmente foto e dati, operazione fino ad ora naufragata per problemi occorsi con gli inverter che non sono risultati in grado di supportare ed alimentare con assoluta continuità tutti i computer e tutte le diavolerie che si son portati dietro.
Rimaniamo in fiduciosa attesa…. ..to be contenued
Report OffLine 18 aprile 2004
All’alba, verso le 6, un hammer militare ci è passato alla distanza di 500 metri ha proseguito la sua corsa senza fermarsi.
Il tempo nuvolo minaccioso di pioggia.
Lungo il percorso che si snoda nell’erg, durante una sosta, abbiamo trovato una vipera cornuta. Bellissima nel colore sabbia, elegante nei suoi movimenti, minacciosa verso di noi che disturbavamo il suo territorio, era lunga circa mezzo metro. Dopo averla ripresa si è diretta con estrema velocità nella sua tana tra un cespuglio.
Ripreso il viaggio verso El Khadra, dopo una decina di chilometri, individuiamo un varano; fermati i mezzi si è tentato di catturarlo per poterlo fotografare. Marco con una abilità di cacciatore esperto riesce a catturare il varano che con immediata reazione gli morde i guanti in pelle.
In questo modo riusciamo a valutare le dimensioni del varano, circa mezzo metro, dopo le riprese viene lasciato libero.
Oggi è stata una giornata indimenticabile e fortunata per aver fatto tutti questi incontri: speriamo di imbatterci in uno scorpione, anche se appena ora viene fuori dal suo letargo.
Hedi con estrema precisione prosegue verso sud est tra cordoni di dune e gassi’ ricchi di resti neolitici e fossili di coralli.
Il campo è stato fatto a una decina di chilometri prima di El Khadra.
Il vento ha soffiato continuamente.
Percorsi 160 Km
19 aprile 2004
Il mattino nuvoloso e, appena pronti per partire, ha incominciato a piovere. Che strano deserto è questo!
Finalmente raggiungiamo la postazione di Bordj El Khadra. Annesso al presidio militare e alla stazione di estrazione gas c’è un piccolo villaggio. Ci siamo recati alla scuola incontrando il preside insegnante e le tre classi con una decina di bambini in tutto.
I bambini incuriositi da noi hanno anche cantato una canzoncina di benvenuto.
Lasciato questo punto più estremo della Tunisia si riprende la pista di rientro che corre lungo un’altra pipeline. A poche decine di chilometri un chott (lago salato) viene visitato ed è ricco di rose del deserto (sono formazioni di sale-gesso-sabbia in un ambiente salmastro).
L’obiettivo di raggiungere Tataouine è ambizioso ma possibile.
Il campo viene fatto nel Ksar Ouled Sultana, qui sono state girate alcune scene del film “4 porte nel deserto”. Il Ksar è un granaio del 1400 restaurato creando un ambiente suggestivo.
Percorsi 440 Km
20 aprile 2004 Anche questa notte ha soffiato un vento impetuoso, comunque un cielo azzurro rinfranca tutti noi.
Oggi la giornata è dedicata alla visita di alcuni granai, uno particolarmente antico che risale al 1080 è in corso di restauri.
Il piccolo museo di Tatauoine raccoglie resti di dinosauri trovati nell’area esistiti 190 milioni di anni fa.
Nel recarci alla visita di un altro granaio Hedi ci conduce presso i resti di una foresta pietrificata, parte di questi resti sono stati utilizzati nella costruzione del granaio.
Nel paese di Tataouine l’incontro con due “autostopisti” una svedese, Katia, e un olandese, Dirk, è stato piacevole, cercavano di raggiungere Douz pertanto si sono aggregati a noi.
Il rientro attraverso scenari interessanti e strade sterrate ci porta a Douz.
Stesso albergo dell’andata Hotel Saharienne.
Arrivo alle 19,30
Percorsi 220 Km.
21 aprile 2004
Il gruppo si è sciolto, Hedi è rientrato nel suo ambiente mentre Gianfranco è partito presto nel mattino per Tunisi con l’intesa di ritrovarsi a casa sua.
Il nostro rientro ha una obiettivo di individuare il punto della caduta di un aero durante la seconda guerra il cui pilota, americano, è perito in questo tragico incidente.
La richiesta di individuare questo punto è pervenuta a Stefano dal nipote del caduto.
Il posto è stato individuato a Bir Mirra mentre il “caffè Due Colonne” di Pont Farah non esiste più e i locali interpellati non sono stati in grado di aiutarci.
Il rientro a Tunisi si snoda lungo strade non usualmente percorse dai Sahariani, che hanno comunque mostrato un paesaggio di estrema bellezza per la presenza di verdissimi campi, fiori di ogni tonalità, montagne in lontananze. Uno scenario a noi consueto perché simile ad Alpi svizzere, ma… si era in Tunisia.
L’arrivo a Tunisi è stato alle 19.
L’ospitalità di Gianfranco è stata superba e piena di calore e domani è stato programmato di visitare la Medina di Tunisi.
Percorsi 540 Km.
22 aprile 2004
La giornata con un cielo terso incredibile è stata dedicata alla visita della Medina.
Grazie alla conoscenza dei luoghi di Gianfranco la nostra visita si è snodata lungo percorsi poco battuti dai “normali” turisti.
Visitate case del 1700/1800 restaurate in modo eccellente. Alcune sono adibite a ristoranti – centri di vendita di articoli artigianali di buon gusto come la “Dar El Jeld”, altre a galleria d’arte.
La visita a una vecchia tessitura, gestita da due caratteri particolari appartenenti all’altro secolo, è stata sorprendente.
Il pranzo in una tipica bettola e a contatto con la gente locale ci ha dato la possibilità di essere a contatto con la realtà locale.
La notte trascorsa all’Hotel Sidi Abu Said, come da tradizione e la cena al ristorante le Dune è stata fatta presso un ristorante vicino il Ombrelles.
Un violento temporale si è abbattuto nella tarda serata la temperatura si è notevolmente abbassata, circa 17 gradi.
23 aprile 2004
Il momento dell’imbarco è arrivato. Alle 8,30 al controllo doganale poi imbarcati sulla Victory della Grimaldi. Pioggia a catinelle pieno inverno questo è il momento degli addii pronti a programmare un prossimo viaggio.
Percorsi 2406 Km
Equipaggi:
Defender 110
Stefano Laberio,
Serena Cernuschi
Defender 90
Marco Lombardi
Irene Casarico
Toyota 95
Mauro Debiasi
Roberto Cristoforetti
Michele Codarin
Giorgio Milocco
Defender 110
Luca Quareni
Marco Burgo
Edoardo Rodriquez
Toyota 100
Gianfranco Basso