By Massimo Grassi
Originally Posted Tuesday, April 22, 2008
GRAN TOUR DELLE OASI E DEI CASTELLI – TUNISIA MAR 08
Questo viaggio è nato dopo una minuziosa ricerca dei luoghi più belli ed interessanti da visitare in Tunisia con la volontà di accostare al fuoristrada nel deserto, una conoscenza più dettagliata del territorio, gli scopi primari sono svago, spensieratezza e conoscenza di culture diverse dalle nostre. Le tappe di visita per scelta sono state organizzate una parte all’inizio del viaggio e l’altra alla fine con l’intermezzo di 5 giorni di deserto e con tempi un po’ serrati per farci rimanere comunque la sensazione di sazietà e non di ingordigia, come si fa d’altronde nei migliori banchetti, si mangia poco, ma si prova di tutto.
22 Marzo
Partiamo con largo anticipo verso Palermo dove prenderemo la nave che ci porterà a Tunisi, luogo d’inizio dei nostri viaggi africani, una bella giornata di sole ci fa da cornice su una strada poco trafficata. Alle 17,00 arriviamo a Palermo e purtroppo non è un felice arrivo perchè da subito negano a Franco di salire sulla nave per problemi ai documenti d’imbarco, sono momenti di tensione mentre pensiamo a come poter risolvere. Alla fine dopo aver sofferto per tre ore, riusciamo ad imbarcare per ultimi 5 minuti prima della partenza grazie ad un “Angelo” di Palermo che è riuscito a risolverci il problema. Gaetano, un nostro amico che partiva con un altro gruppo, non è riuscito ad arrivare in tempo per la partenza a causa di noie meccaniche al proprio mezzo perdendo la nave che sfortunatamente per lui è partita in perfetto orario. La traversata con mare calmo ci ha fatto riposare dopo lo stress accumulato, anche l’arrivo è puntuale ed i controlli in dogana molto veloci.
23 Marzo
Domenica di Pasqua la trascorriamo trasferendoci da Tunisi a Gabes con una temperatura di 26° ed un vento che soffia fortissimo da sud. Unica fermata ad El Jem per la pausa pranzo.
24 Marzo
Oggi partiamo presto da Gabes perchè già sappiamo che sarà una gionata lunga ed intensa, anche se i km percorsi saranno poco più di 200. Ci allontaniamo dal mare facendo rotta verso sud-ovest, la prima tappa è Matmata, ci fermiamo in un bel prato appena entrati in paese con la voglia di bere un caffè di quelli fatti in casa e mentre ci apprestiamo a prepararlo ci raggiunge un fuoristrada della polizia turistica che dopo averci chiesto il motivo della nostra presenza ci “scorta” fino in piazza dove abbiamo potuto visitare alcune abitazioni troglodite, in pratica delle case scavate sottoterra per difendersi dalle forti escursioni termiche, una in particolare usata come scenario del famoso film “Guerre Stellari” ora trasformata in una sorta di albergo. Dopo solo 25 km, la seconda tappa è Toujane con le sue case di pietra incastrate sul fianco di una montagna arida, alcuni bambini che corrono sulle strade impolverate e qualche anziano seduto all’ombra danno vita a questo autentico villaggio dove si può ancora ascoltare un silenzio che sembra regnare da secoli.
Siamo ad un’altitudine di circa 600 mt s.l.m. ed iniziamo a scendere verso valle, arriviamo a Medenine dopo 40 km e cerchiamo un posto per mangiare all’aperto, oggi è giorno di pasquetta e le donne del gruppo hanno provveduto a rendere più verosimile questa giornata, Giovanna con degustazioni tipiche, salame “di casa”, formaggio di pecora, fave ed ottimo vino che non può mancare in queste occasioni, mentre Ida ha provveduto a non farci mancare i dolci tipici, colomba rigorosamente classica con granella di zucchero, uova di cioccolato fondente e pastiera napoletana accompagnata da liquore alla liquerizia.
Anche se un po’ appesantiti, ci ritroviamo presto fra le ghorfas di Medenine, antiche case berbere a più piani, dei quali quello al livello del terreno era abitato, mentre i piani sovrastanti avevano la funzione di granaio e deposito per le dispense. Proseguiamo il nostro viaggio odierno e dopo altri 25 km incontriamo Ksar Djouama ad un’ altitudine di 500 mt s.l.m. da quì si domina tutta l’incantatevole vallata sottostante, 28 km più avanti Ksar Haddada, decisamente più turistico con evidenti lavori di restauro ed una parte adibita ad hotel, anche quì sono state girate alcune scene del film “Guerre Stellari”, ancora 24 km per Guermessa antica, villaggio rude ed arroccato molto in alto, altri 18 km per il villaggio berbero di Chenini, con le sue case che si confondono con le pareti della montagna e visita alla moschea dove esiste una leggenda antica di sette dormenti che si rifugiarono in una grotta per sfuggire ai loro persecutori e lì si addormentarono per sempre.
Purtroppo il sole continua la sua discesa e ci dobbiamo affrettare se vogliamo vedere Douiret di giorno, infatti dopo 22 km incominciamo a vederla da lontano con il suo aspetto irreale, saliamo in cima a piedi per visitarla e quando ci apprestiamo a riscendere un favoloso scenario si apre davanti ai nostri occhi, ormai il sole calante sta colorando di rosso l’intera montagna e tutta la vallata circostante, non c’è modo migliore per chiudere una giornata sicuramente faticosa ma segnata da ricordi indelebili nella nostra memoria. Ci separano gli ultimi 22 km da Tataouine dove ci aspetta una bella dormita per ricaricarci ed avere il tempo di fissare bene in mente tutto quello che abbiamo visto.
25 Marzo
Stamattina la colazione è servita a bordo piscina e l’azzurro dell’acqua si confonde con quello del cielo di questa bellissima giornata finalmente senza vento, appena pronti andiamo all’ufficio del turismo a ritirare le autorizzazioni per il deserto e contattare la guida che da domani ci seguirà per i 5 gg. di dune, purtroppo la guida è stata resa obbligatoria da poco a causa di recenti avvenimenti e ci spiegano che si tratta della nostra sicurezza quindi accettiamo di buon grado e ci apprestiamo ad iniziare il tour dei ksour (plurale di ksar) intorno a Tataouine che in pratica sono delle fortificazioni berbere costruite per proteggersi dalle razzie degli attacchi nemici, il primo è Ksar Tounket costruito in cima ad una montagna ed eroso dal tempo, dopo è la volta di Ksar El Awadid ben conservato e pulito con una fotogenica piazzetta, Ksar El Khadim solo dopo 800 mt, intanto la pausa per il pranzo e soprattutto una ricarica di caffeina ci aiutano a continuare la giornata. Ksar Soltane che incontriamo subito dopo è senza dubbio la più affascinante e gradevole di queste costruzioni, sembra di essere all’interno di un luogo fiabesco in cui la leggenda racconta la storia della vita di questi luoghi ed è per questo che fatichiamo ad allontanarci da ogni sito, ma non si fa in tempo ad uscire da uno che praticamente siamo già catapultati in un’ altro di questi veri monumenti, servirebbero intere settimane per vedere tutte le bellezze di questi posti e visitare i molti villaggi berberi arroccati sui fianchi delle colline che stiamo attraversando. Un’altra costruzione che a me è piaciuta molto anche se non conservata come la precedente è Ksar Ezzahra, questo ksar è intrappolato al centro del nuovo villaggio ed è vissuto dalla gente del luogo come posto di ritrovo, Ksar Kathima invece è una roccaforte abbandonata. Siamo ormai a pochi km da Tataouine la nostra base degli ultimi due giorni quando arriviamo a Jelidat per visitare uno dei tre ksar di questo villaggio, purtroppo non abbiamo più le forze per continuare e non ci resta altro da fare che rientrare in albergo per una tonica doccia calda.
26 Marzo
Oggi sveglia alle 6 ed appuntamento con la guida alle 7, ieri prima di rientrare in albergo abbiamo fatto scorta di frutta e verdura mentre il pane lo prendiamo a Remada 75 km più a sud dove c’è il primo controllo dei permessi per il deserto e poi rotta ad ovest dove ben presto inizieremo a cavalcare le dune in direzione nord passando dall’oasi di Ain Ouadette, infatti alle 12,00 dopo altri 120 km siamo al secondo controllo militare quello di Bir Aouine alla fine della piana dove iniziano le dune e dopo 15 min ci fermiamo per la pausa pranzo ma intanto ci assale un dubbio che ben presto diventa realtà, la macchina della guida una Toyota HDJ 80 che da fuori appare ben messa e con ruote nuove, in effetti non è in grado di affrontare le dune perchè ha il radiatore marcio e con l’ innalzamento della temperatura spruzza “liquido” da tutte le parti, in aggiunta Mamhoud che è colui che ci avrebbe dovuto accompagnare nel deserto evidenzia grosse difficoltà sulla sabbia e quì la domanda nasce spontanea…..
ma la guida non doveva servire (a detta dell’ufficio per il turismo di Tataouine) per la nostra sicurezza???
La risposta sembra scontata e nonostante la delusione decidiamo di non continuare per non compromettere il resto del viaggio, invertiamo la rotta e prendiamo la pista che ci porta a Kamour dove arriviamo quando è già buio, essendo questo un altro posto militare spieghiamo tramite la guida (almeno è servita a qualcosa) che abbiamo dovuto cambiare itinerario per evitare il peggio, quindi con il loro permesso decidiamo di fare campo accanto alla caserma, la pancia piena ed una buona dormita ci consentiranno di riordinare le idee e prendere la giusta decisione sul da farsi.
27 Marzo
Ci svegliamo abbastanza tardi e senza fretta, dopo aver salutato i militari con i quali ieri sera abbiamo socializzato con lo scambio di alcune degustazioni tipiche, decidiamo di puntare ancora a nord e dopo circa 50 km di pista ci fermiamo alla sorgente di Ain Essbat N32 49.978 E9 37.991 per fare la pausa pranzo con uno squisito Cous-Cous preparato dal gentile propietario del campeggio, intanto nell’attesa visitiamo le “camere” composte da tende a 4/6 posti e Ida approfitta per farsi una doccia. A metà pomeriggio arriviamo all’oasi di Ksar Ghilane N32 59.315 E9 38.388 dove “licenziamo” la nostra guida e dopo aver predisposto per il campo cerchiamo di fare un riepilogo della situazione, ci rimangono ancora 3 dei 5 giorni messi in preventivo per il deserto e non abbiamo nessuna voglia di sprecarli infatti abbozziamo l’itinerario dei prossimi giorni segnando come tappe El Mida, Tembaine e Douz per poi arrivare a Tozeur via asfalto e fare base lì per altri 2 giorni.
28 Marzo
Ksar Ghilane essendo un luogo molto trafficato c’è gente che arriva e che parte a qualsiasi ora quindi risulta difficile dormire tranquilli la notte specie se si ha un sonno leggero come il mio, mi sento come un operaio dopo che ha smontato dal turno di notte, ad ogni buon modo, dopo colazione raccogliamo velocemente le nostre cose e ci dirigiamo 10 km più a sud sulla pista che abbiamo percorso ieri per poi puntare su El Mida, da subito le prime dune ci fanno capire che dobbiamo agire con le dovute cautele perchè a causa della sabbia finissima riportata in superfice da questi giorni di vento, spesso rimaniamo insabbiati e purtroppo non potendoci stroppare (tirare) uno con l’altro, perchè essendo solo due macchine si rischia di rimanere bloccati entrambi, la soluzione che ci rimane è spalare o usare il vericello quando possibile.
Facciamo il nostro 3° campo poco prima di El Mida N32 49.856 E9 28.311 la serata è un po’ fredda e soffia un fastidioso vento che porta la sabbia dapertutto, disponiamo le macchine a riparo per la cena e collochiamo un tendone che ci permetterà di cucinare senza problemi un bel piatto di penne allo speck e gorgonzola.
29 Marzo
Stamattina la sveglia è puntata per le 7,00 e la colazione possiamo consumarla con molta calma, ieri a causa del forte vento abbiamo preferito fermarci all’interno di un catino circondato da dune prima della grande spianata di El Mida che intercettiamo 3 km più avanti. L’incontro con una famiglia di R’baja che sono nuclei familiari che vivono nel deserto con il minimo indispensabile per la sopravvivenza, ha contribuito a stemperare la tensione di Giovanna accumulata dopo lo scavalcamento delle recenti dune. Dopo 10 km di piana ci troviamo a superare altre dune arrivando a Tembaine che oltrepassiamo puntando a nord nell’intento di arrivare a Douz per dormire in albergo, nel frattempo incontriamo un gruppo di italiani che si apprestano a fare campo N32 55.719 E9 08.298 salutiamo con dei colpi di clacson e proseguiamo, ma ben presto siamo “inseguiti” da un Pick-Up che ci corre dietro suonando per richiamare l’attenzione, ci fermiamo un po’ stupiti dalla situazione e con grande sorpresa vediamo scendere il nostro amico Gaetano che avevamo lasciato a Palermo dopo che aveva perso la nave, è davvero piccolo il mondo. Ci invita a fare campo insieme a lui e noi accettiamo di buon grado anche dopo aver conosciuto il gruppo dei suoi amici capitanati da Marco Stefani e sua moglie. La serata è piacevole perchè ci troviamo tra persone gradevoli e simpatiche, dopo cena siamo tutti intorno al fuoco a raccontare episodi di viaggi passati sorseggiando il gustosissimo e fiammeggiante Parampampoli, un liquore tipico delle loro parti che si beve caldo.
30 Marzo
Finalmente dopo una gran dormita, aiutati forse dall’abbondante dose di Parampampoli bevuta ieri sera, facciamo colazione con il sole alto all’orizzonte. Partiamo tardi e dopo un po’ di strada fatta insieme agli amici di Gaetano, ci salutiamo nei pressi del Parco di Jebil non prima comunque di aver fatto le foto di gruppo, ripartiamo e dopo 20 km di pista Franco mi avvisa via radio di avere un problema al suo Toyota, purtroppo è saltato il cuscinetto del semiasse e non può più continuare, intanto si fermano due fuoristrada, uno trainato dall’altro, perchè anche loro hanno avuto un guasto, sono persone locali che cercano di aiutarci, fra loro c’è un meccanico di Tunisi molto disponibile ed insieme a Belgacem, che dopo scopriamo essere fratello di Ahmed della Sud-Extreme, chiamano un meccanico di Douz spiegando la situazione ed i pezzi che servono per la riparazione. Sono le 14,00 quando vado con la mia macchina a prendere il meccanico ed i pezzi di ricambio a Douz distante 80 km lasciando Franco, Giovanna e Ida nella macchina in panne ferma vicino la porta d’ingresso del parco, ritorno dopo tre ore con Montozer, il meccanico, che inizia a smontare individuando un guasto ben più grave, non riparabile sul posto perchè serve il tornio per fare la filettatura del mozzo. Oggi è domenica è non c’è la sicurezza di trovare qualcuno disponibile per il lavoro ma Belgacem che nel frattempo si è autonominato nostro tutore riesce a rintracciare il tornitore e convincerlo a darci una mano, quindi smontaggio del mozzo e ritorno a Douz. Il lavoro del tornio è inesorabilmente lento e l’orologio segna la mezzanotte quando arrivo alla macchina in panne trovando con mia grande sorpresa due operai del parco che hanno fatto compagnia al resto del gruppo confortandoli con il calore del fuoco che hanno acceso. Montozer inizia la riparazione mentre uno degli operai del parco “sforna” il pane fatto sotto la brace del fuoco. Alle 2,00 finito il lavoro siamo costretti a rientrare a Douz per riaccompagnare i ragazzi che ci hanno aiutato (fra qualche ora li aspetta un’altra giornata di lavoro) noi invece decidiamo di dare l’ultimo colpo di coda per arrivare a Tozeur.
31 Marzo
Alle 6,00 del mattino ci presentiamo alla reception dell’albergo che sembriamo dei profughi, ci facciamo consegnare le chiavi delle camere e dopo aver fatto una ricca colazione ci lasciamo rapire da un sonno profondo, due giorni a Tozeur ci avrebbero dato modo di visitare con il primo le Oasi di montagna e con il secondo le Gole di Selja ma ormai la tappa odierna è saltata. Stranamente mi sveglio alle 10,00 e decido di andare in piscina per una tonica nuotata ma con stupore vedo che anche il resto del gruppo è sveglio, c’è chi passeggia curioso per l’albergo e chi invece ha preferito un massaggio rilassante. Per non perdere capra e cavoli decidiamo di rinunciare alla visita delle Gole di Selja optando per le Oasi, quindi cercando di anticipare i tempi di domani, ci rechiamo all’Oasi di Nefta distante solo 25 km, arriviamo all’ora di pranzo e mangiamo qualcosa al volo, dopo ci facciamo accompagnare da un ragazzo in motorino che parla perfettamente l’italiano a visitare l’immenso palmeto e dopo l’oasi resa artificiale da una grande vasca di raccolta delle acque. Rientriamo a Tozeur e facciamo un giro per le vie del centro ma mentre pensiamo di prendere un thè in un bar della piazzetta ci sorprende una tempesta di sabbia che oscura quasi il cielo, quindi decidiamo di rientrare in hotel.
01 Aprile
Partiamo alle 7,30 dopo aver fatto colazione e ci sentiamo più tonici del solito, l’albergo in cui siamo stati ha contribuito al nostro benessere con piscina, massaggi, buona cucina ed ottima colazione. Alle 9,00 iniziamo il Tour delle Oasi di montagna partendo dalla più alta e lontana, l’Oasi di Mides distante 80 km da Tozeur e 800 mt dal confine algerino, una cascata con poca acqua che sfocia all’interno di una stretta gola, scendiamo più giù incontrando il villaggio berbero di Tamerza nella valle dell’oasi e subito dopo la prima cascata molto suggestiva ed organizzata dal punto di vista turistico 2 km più a valle c’è la seconda ma non meno interessante cascata di Tamerza. L’Oasi di Chebika con il suo villaggio berbero arroccato in alto e la sorgente dell’acqua incastrata in un canyon profondo è secondo me la più bella ed affascinante di tutte, l’acqua man mano che scende a valle forma più cascate contribuendo a rendere questo sito più idilliaco, non a caso è stato eletto come location per un film che stanno girando in questi giorni di cui noi abbiamo potuto vedere alcune scene.
Ci fermiamo a Metlaoui per il pranzo mangiando riso con montone e l’immancabile brikaloef il tutto contornato da patate fritte e coca cola dopo ripartiamo verso Hammamet 350 km più a nord dove pernottiamo.
02 Aprile
Siamo nuovamente sul mare dopo averlo lasciato a Gabes circa 10 giorni fa, oggi la giornata è splendida e verrebbe voglia di fare un bagno invece dopo colazione decidiamo di “coccolarci” su di un calesse trainato da due splendidi cavalli facendo un giro per le vie di Hammamet. Consumiamo il pranzo a Nabeul (12 km) capitale tunisina della ceramica e dopo curiosiamo tra i negozietti per comprare qualche souvenir, Giovanna intanto chiede il permesso per visitare un laboratorio artigianale che ci viene accordato di buon grado mentre Ida con grande gioia prende qualche lezione pratica.
Prima di sera arriviamo a Tunisi nell’ultimo albergo di questo viaggio e per cena andiamo a mangiare un pò di pesce fresco in un ristorante alla Goulette, domani abbiamo la nave alle 21,00 e quindi ci rimane ancora una giornata a disposizione.
03 Aprile
Sveglia e colazione con calma ci rimane da vedere Cartagine, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove ci rechiamo in tarda mattinata per visitare le Terme di Antonino con accanto l’Anfiteatro dei Martiri, pranziamo a Tunisi e dopo facciamo un giro per i souk della Medina, arriviamo al porto alle 18,00 e le procedure per l’imbarco avvengono a rilento infatti la nave parte alle 24,00 accumulando tre ore di ritardo, intanto seduti attorno ad uno dei divani nella sala del bar ci scambiamo alcune impressioni sul viaggio concordando che nonostante il vento che è stato presente quasi tutti i giorni, il problema della guida inesperta e con macchina inadeguata ed il guasto alla macchina di Franco, abbiamo raggiunto ciò che cercavamo: la gioia di un viaggio vissuto con serenità e spensieratezza che ha aperto nuovi capitoli nel libro delle nostre conoscenze.