Tunisia 2004 in BMW 1150
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L’Africa ha sempre esercitato un potere d’attrazione su molti motociclisti magari amanti di grandi spazi, di libertà ed il desiderio d’avventura, ovviamente Walter ed io apparteniamo a questi e così lo scorso anno abbiamo cominciato ad ipotizzare il viaggio in Tunisia. Scherzando scherzando l’idea ha mano a mano preso corpo.
Dopo aver venduto la mia adorata 1100 GS mi decido a ritirare la nuova 1150 GS (era in concessionaria dall’autunno), bellissima color grafite doppia candela e tutto come la volevo, mi decido ad immatricolarla il 23 gennaio e la ritiro il 31 dello stesso mese ma non è ancora la mia, ancora non la sento nel cuore ed ogni volta che vedo una 1100 nera mi giro per vedere se è lei….. ci vuole un battesimo come si deve! L’idea di un collaudo in africa mi eccita moltissimo così dopo aver fissato i criteri base ovvero contenere il più possibile i costi, visitare siti storicamente importanti, percorrere qualche facile pista desertica adatta alle nostre pesanti bicilindriche tedesche, visitare qualcuna delle mete proposte nei depliant delle agenzie turistiche, infine e soprattutto cercare di permearsi con la popolazione locale senza quindi chiudersi nei ghetti occidentali in queste terre, in sostanza cercare di approfondire la conoscenza del mondo islamico in particolare in questo momento storico. Intanto percorro poco più di 3.000 Km in poco meno di due mesi per accertarmi dell’affidabilità, tutto è ok quindi si procede!!!
Per il viaggio scegliamo la nave della Grimaldi sulla rotta Salerno – Palermo – Tunisi e viceversa, parte di lunedì ed arriva di martedì, al ritorno partenza martedì ed arrivo in Italia mercoledì, se torniamo entro il 31 marzo abbiamo uno sconto del 50% così decidiamo di partire lunedì 22 marzo e tornare dopo una settimana e paghiamo 212 euro a persona per la moto ed un posto in cabina interna da quattro. Ricordarsi sulla nave di raccomandarsi alla reception per avere altri europei o magari proprio italiani nella cabina insieme con voi. (C’è anche un’altra nave a mezza settimana con scalo a Malta invece che a Palermo e sempre con il criterio che la partenza del ritorno è lo stesso giorno della settimana dell’arrivo al porto di Tunisi)
Fissati i criteri base cominciamo ad entrare nei dettagli del viaggio, nella preparazione della moto, di cosa portare come medicine parti di ricambio ecc. così fra studio delle cartine e della Lonely Planet e le altre citate attività arriviamo la settimana prima della partenza è brutto tempo e la mattina c’è sempre nebbia poi le previsioni danno pioggia per lunedì così comincio a preoccuparmi, infatti, l’agenzia di viaggi mi comunica che dovremmo presentarci al porto di Salerno alle 08,00 del mattino significa partire da Roma alle 05,00 massimo e fare il viaggio di notte con la nebbia o con la pioggia non è il massimo! Il primo colpo di scena arriva a metà della settimana antecedente la partenza, infatti, l’Agenzia mi contatta e mi comunica che la nave partirà in ritardo così noi ci dobbiamo presentare per le 12,00 in porto, tiriamo un sospiro di sollievo!!!
Lunedì 22 marzo
Appuntamento alle 09,30 all’area di servizio Casilina Est sulla Roma – Napoli, così parto per tempo da casa e uscendo penso che in fondo ogni viaggio o mia avventura recente è cominciata varcando quella porta e si terminerà rientrando in quella stessa porta fra poco più di una settimana, ma con un bagaglio di esperienze notevolmente superiore!
Dopo esserci incontrati e preso il caffè di rito cominciamo il viaggio insieme il tempo è buono e solo poche gocce d’acqua ci bagnano appena per pochi Km tanto da decidere che è superfluo indossare le tute da pioggia, ma le previsioni non davano pioggia per tutto il giorno? Meglio così!
Alle 12,00 circa arriviamo al porto di Salerno, passiamo subito i controlli doganali e c’imbarchiamo in fretta la nave è bella accogliente e di recente costruzione (è in servizio da circa un anno) alle 13,30 siamo già al self-service della nave.
Nel pomeriggio facciamo subito amicizia con gli altri motociclisti. Tre sono di Padova con le KTM caricate sul furgone, andranno a Ksara Ghilane e faranno solo sabbia e dune per conoscere il deserto in previsione della partecipazione ad un rally, poi Geppo e ….. di Adventure Bike di Roma che portano le moto sul carrello per il gruppo che li raggiungerà in aereo, anche loro faranno solo o quasi piste desertiche ed infine ci sono quelli di Moto for Peace che stanno partendo per il loro viaggio “Un Ponte per l’Africa”.
Forse per il tipo di moto (Aprilia Caponord Rallye) assimilabili per dimensioni e peso alle nostre o per il tipo di percorso più simile al nostro fatto sta che la maggior parte del tempo lo possiamo a parlare con loro.
Martedì 23 marzo
La nave arriverà con notevole ritardo, purtroppo non ha recuperato nulla, anzi…..
Attracchiamo alle 13,00 circa, poi iniziamo la lunga trafila burocratica per i visti, c’immettono in un circuito e ogni 50 mt c’è uno step ora ci ritirano un modulo che avevamo compilato sulla nave, ora ce ne compilano un altro poi ci mettono un visto e così via. Infine ci rechiamo all’ufficio cambio ed io ottengo poco più di 450 Dinari Tunisini (TD) in cambio di 300 Euro, è bene ricordarsi che i TD non si possono cambiare fuori dalla Tunisia e quindi l’ufficio cambio è presente vicino alla dogana sia in ingresso che in uscita, per altro conservate le ricevute di cambio e/o prelevamento per poter sempre dimostrare che non si sono fatti cambi fuori dai canali ufficiali che è severamente vietato.
Quindi ci dicono che abbiamo finito e possiamo andare mettiamo via i documenti ci mettiamo le tute da pioggia poiché c’è un temporale fortissimo e finalmente ci dirigiamo all’uscita del porto, ma sorpresa ci fermano e ci chiedono di vedere tutti i documenti che ci hanno rilasciato circa 15 0 20 mt prima, alla faccia della burocrazia italiana!!!
Finalmente siamo fuori (sono le 15,00 circa), la strada verso Tunisi è battuta da un vento fortissimo (siamo in piega perenne per poter andare dritto) e piove fortissimo come inzio per essere in Africa non c’è male!
Finalmente entriamo a Tunisi, facciamo subito il pieno (10 TD). Proviamo a destreggiarci nel traffico, anche complici informazioni errate, sbagliamo strada e ci troviamo sulla Superstrada che poi s’immette sull’Autostrada per Hammamet così giriamo subito verso Est ed incominciamo ad abbandonare le richieste d’informazioni (abbiamo capito che se non sanno cosa dire ci rispondono sempre di andare dritto!!!) ed incominciamo a leggere la carta stradale, a consultare la bussola e quindi ad orientarci per conto nostro, arrivati ad El Fahs ci fermiamo in una caratteristica trattoria locale per il pranzo, sono circa le 16,00 ha smesso di piovere anzi il sole prova a fare capolino fra le nuvole, ma quanto fango per terra!! Mentre mangiamo un pollo arrosto e dell’insalata commentiamo la burocrazia del porto e conveniamo che probabilmente ha il duplice scopo di creare posti di lavoro e che controllandosi uno con l’altro cercano di ridurre la possibilità di corruzione sempre molto diffusa in paesi a basso reddito!!! Dopo aver pagato la bellezza di 15 TD in due ed aver concordato le modifiche al percorso studiato in Italia, infatti, visto il ritardo della nave dobbiamo recuperare così decidiamo di dirigerci verso Kairouan dove giungiamo all’imbrunire dopo aver percorso una bellissima strada ben asfaltata e con continui e piacevoli sali scendi tanto che complice il verde dei prati ai lati della strada sembra di essere nelle campagne del senese.
Per dormire vogliamo andare all’Hotel El-Hema, come ci fermiamo ad un incrocio in città arriva subito un ragazzo che si offre di accompagnarci quindi sale sulla sella posteriore di Walter e ci accompagna, ma visto il freddo e la mancanza di riscaldamento nell’Hotel optiamo per “Hotel Tunisine” costo 35 TD per la camera doppia con prima colazione, il ragazzo che fa da guida si offre per farci da guida domani nella Medina, accettiamo e gli diamo appuntamento per domani.
Le moto le parcheggiamo a fianco all’ingresso dell’albergo e le leghiamo accuratamente mentre un vecchio ci offre di guardarle in cambio di una mancia, ovviamente accettiamo (temiamo ritorsioni), ma la mancia domani quando vedremo che è tutto a posto! Per la cena andiamo al “Restaurant Sabra” proprio a fianco dell’albergo dove alloggiamo, mangiamo un ottimo Cus-Cus di carne e oltre alle sempre presenti olive e piccante d’antipasto ci portano anche delle uova che non ci ricordiamo di aver chiesto, ma….., in ogni modo paghiamo 16 TD in due ovvero 5 Euro pro capite !!! Ovviamente nessuna traccia del vecchietto che doveva guardare le moto, ma non aveva giurato di restare qui tutta la notte?
La giornata in cifre: spese 43 TD a testa, percorsi Km 190 circa.
Mercoledì 24 marzo
Quando scendiamo dall’albergo troviamo la nostra guida che ci aspetta nella Hall dell’albergo con almeno mezz’ora d’anticipo rispetto all’appuntamento che gli avevamo dato, ma da che ora ci starà aspettando?
Come usciamo ci viene immediatamente incontro il vecchietto che doveva guardarci le moto sostenendo di essere stato lì tutta la notte……!!!Comunque le moto sono ok e noi vogliamo andare a vedere la Medina quindi gli diciamo di continuare a guardarle e quando torniamo gli daremo la mancia, in questa maniera ci sentiamo al sicuro. Il giro della Medina è interessante, visitiamo un souk coperto e dei negozi dove fanno tappeti artigianali e poi guarda caso il giro finisce con una visita sulla terrazza di una palazzina che casualmente è anche un negozio di tappeti il cui proprietario è un amico della nostra guida!
Rifiutiamo con decisione, ma garbo, ogni acquisto sia perché ci siamo sentiti raggirati che con la scusa della visita alla Medina ci ha portato nel negozio dell’amico e sia perché abbiamo tutto il viaggio davanti, ma devo confessare che l’idea del tappeto mi intriga!!! La guida ci lascia davanti alla moschea anche se alla fine ci ha un poco deluso decidiamo in ogni modo di premiare la disponibilità dalla sera prima con 5 TD, quindi entriamo nella moschea, si paga il biglietto per l’ingresso ed uno per poter effettuare foto!!! In ogni modo è la quarta moschea più importante dell’Islam quindi entriamo volentieri e rimaniamo affascinati da questo luogo di culto.
Notiamo quasi subito che c’è una scolaresca italiana di un liceo artistico del nord così ci avviciniamo al professore contando sulle sue conoscenze di storia dell’arte e confidando che a scuola avranno approfondito cosa andavano a visitare per chiedere alcune spiegazioni, ma fa di meglio ci mette a disposizione il loro guida/esperto, non mai capito bene se è un professore d’origine tunisina che insegna anche lui in Italia (parla perfettamente l’italiano) o si tratta di una guida turistica, ma d’alto livello anche per la ricchezza d’informazioni e curiosità che sa darci in poco tempo sia sulla moschea stessa che sull’Islam in generale.
Ringraziamo e velocemente torniamo alle moto, le carichiamo velocemente e dopo aver fatto il pieno partiamo verso Touzer passando per Sbeitla e Gasfa la strada è tanta quindi dobbiamo sbrigarci. Mentre camminiamo noto che la strada è sempre più dritta e la vegetazione comincia ad abbassarsi, arrivati a Sbeitla vorremmo vedere le rovine romane, ma non le troviamo subito (dovevano essere ben segnalate, abbiamo non visto noi i cartelli indicatori o non sono così ben segnalate?!?) quindi vista l’ora tarda decidiamo di proseguire saltando la visita, ci fermiamo a vedere un mercatino all’aperto e veniamo subito circondati da bambini curiosi, ma il tempo è sempre tiranno così ci rimettiamo subito in marcia e poco dopo essere usciti dalla città ci fermiamo in un chiosco a mangiare qualcosa, gustiamo degli spiedini alla brace fra i più buoni mai assaggiati!!! Proprio non me lo aspettavo!!!
Ma l’episodio che ci ha colpito di più è stato quando terminato di mangiare ci siamo alzati da tavola e la ragazza che è venuta a sparecchiare la tavola dopo essersi sincerata che non volevamo finire la coca cola avanzata nei bicchieri se la beve lei davanti a noi dagli stessi bicchieri nostri!!! Ripartiti continuiamo su bellissimi rettilinei sempre più spogli di vegetazione e sempre più isolati, cambia anche l’asfalto a grana sempre più grossa ne deduciamo che in questa maniera assorbe meglio la polvere e la sabbia che ci si deposita sopra questo crea un’aderenza in curva perfetta, ma sentiamo che aumenta di molto la resistenza per l’attrito e soprattutto a termine viaggio vedremo chiaramente il risultato di questo asfalto sull’altezza del battistrada rimasto!!! Passando per Gasfa facciamo il pieno alle moto poco dopo troviamo un letto di un fiume prosciugato che attraversa anche la strada, l’occasione è ghiotta il terreno asciutto e compatto finalmente mettiamo un poco le ruote fuori strada per una corsa sul letto di questo fiume! Arrivati a Touzer andiamo ad alloggiare all’Hotel-Residence Niffer dove paghiamo 20 TD in due per la camera e la prima colazione.
Le moto le fa parcheggiare in uno scantinato accanto all’albergo, se intendete usufruire di questa soluzione attenzione che vi parcheggiano le auto davanti all’ingresso. Per la cena siamo andati Restaurant de la Repubblique abbiamo mangiato bene ma per i nostri gusti c’erano troppi turisti in ogni modo abbiamo pagato 14 TD in due (meno di 5 euro a testa) per il nostro classico cus-cus, le solite olive d’antipasto e qualche dolcetto dopo cena accompagnati da un buon tè (ricordatevi che siamo in un paese islamico e qui gli alcolici non li servono al ristorante, almeno al sud ed in quelli meno occidentalizzati.
La giornata in cifre: spese 50 TD a testa, percorsi Km 350 circa.
Giovedì 25 marzo
Quando ci svegliamo facciamo colazione e cerchiamo di partire, cerchiamo perché c’è la solita macchina davanti al nostro improvvisato garage! Ci tocca aspettare con tranquillità e filosofia prettamente orientale!
Finalmente arrivano i proprietari dell’auto, tra sorrisi e saluti si sposta e noi riusciamo a tirar fuori le moto!
È inutile andare di fretta e scaldarsi per i disagi perché non rientra nella loro cultura, in Italia il proprietario dell’Hotel si sarebbe arrabbiato, almeno avrebbe fatto finta, per dimostrare l’interesse verso i clienti, qui ci hanno dimostrato interesse aspettando insieme a noi e ridendo della faccenda, ma i tempi islamici sono flemmatici, siamo molto lontano dalla nostra cultura che va sempre di corsa e sempre pronti ad arrabbiarsi con il prossimo! Finalmente partiamo destinazione oasi di montagna, percorriamo una strada deserta, non c’è nulla davanti dietro a dx e sx a perdita d’occhio e se non fosse per un poliziotto all’unico incrocio in 60 Km! Per 2 o 3 carovane di Toyota carichi di turisti che con l’aria condizionata corrono avanti e dietro a 6 o 7 alla volta (ma veramente questi turisti credono di essere stati in Tunisia e di conoscerla?) non avremmo incontrato anima viva! Poi la strada comincia a salire in montagne brulle, senza un filo di vegetazione, fanno veramente impressione! Una strada bellissima da vedere ma molto stretta con curve a gomito un asfalto pieno di buche ed una carovana di Toyota che corrono ed in curva arrivano contromano con estrema indifferenza! Facciamo alcune foto peccato che oggi è nuvolo, i colori non sono eccezionali, ma la temperatura è comunque sui 30 gradi circa! Arrivati a Tamerza (la maggiore delle oasi di montagna) ci soffermiamo a vedere il vecchio paese abbandonato dopo l’inondazione di fine anni sessanta ci colpisce avendo ancora tutto lo sviluppo verticale, quindi entriamo nel paese ricostruito e contattiamo una guida che ci accompagna a percorrere la pista fatta costruire da Rommel durante la guerra d’africa per collegare l’Algeria alla Libia nella parte sud dello schieramento, così passiamo a pochissimi Km dal confine con l’Algeria (5 al massimo). La pista è con lastroni di cemento, la vista è da rimanere senza fiato, poi il cemento lascia il posto ad una pista sterrata, dopo parecchi Km incontriamo un’oasi, ma sono tutti in tenda, ci fermiamo per scattare delle foto ed immediatamente veniamo circondati da bambini ed a seguire da adulti che c’invitano a pranzare con loro od almeno a bere un te con loro, l’idea ci alletta, ma la paura di essere “alleggeriti” ci preoccupa, siamo spersi fra le montagne e non abbiamo incontrato nessuno da almeno 30 Km, così andando contro il loro spiccato senso d’ospitalità respingiamo l’invito ed andiamo via velocemente, incontriamo anche un monumento di una mano che sorregge un fucile e la guida ci dice essere stato fatto erigere da Rommel, su un lato c’è una pianta della Tunisia, dal lato opposto uno stemma riconducibile alle forze armate e sul fronte è stato chiaramente stato staccato un’altra parte che fosse una svastica od un fascio? Forse staccato dal successivo passaggio degli alleati? Comunque dopo un’altra decina di Km torniamo sull’asfalto e torniamo velocemente a Tamerza, ormai lo stomaco brontola sono le 15 circa!
Mentre percorriamo i pochi Km che uniscono l’oasi di Redeyef a Tamerza non posso non pensare ad i circa 50 Km della pista di Rommel, che siamo saliti fino ai quasi 1000 mt su questi sterrati e che circa 60 anni fa sulla stessa pista passavano ben altre moto, ma sempre spinte dai mitici boxer BMW che aggiornati equipaggiano ancora oggi le nostre GS, ci sentiamo di aver reso onore ai motociclisti loro malgrado di quella guerra! Pranziamo in un ristorante che guarda caso è della moglie della nostra guida! In ogni caso mangiamo bene anche se Tamerza causa i turisti ha un livello di costo più elevato rispetto a quanto pagato fino ad ora (24 TD per il pranzo e 50 TD per la guida)! Dopo pranzo decidiamo di ripartire subito vogliamo arrivare a Douz saltiamo la visita alle cascate che ci dicono essere molto belle, mi riprometto di tornarci ne vale la pena!
Torniamo indietro per la stessa strada fatta per salire è veramente bella ed anche questa vale la pena di ripeterla! Giunti al bivio fra l’attraversamento di Chott el Jerid e Touzer facciamo il pieno e poi via per l’attraversamento del lago salato, bellissimo! Infinito! In un punto riusciamo a scendere e ne percorro un pezzo sul sale, che sensazione!
Non conoscendo con esattezza la pista dove si può percorrere tutto non vogliamo rischiare di sprofondare così risaliamo sull’asfalto dopo alcune foto, peccato per la luce che fa veramente schifo, ma aumenta il senso surreale cielo nuvoloso dello stesso colore grigiastro della distesa salata non si riesce a capire dove è il confine fra i due! Finito l’attraversamento del lago salato e giunti in un paesino ci fermiamo a bere un tè quindi ripartiamo verso Douz dove giungiamo ormai con il buio.
Qui dormiamo in uno dei grandi alberghi proprio davanti alla grande duna nella zona turistica siamo stanchi e non ci va di cercare altro, l’albergo è bello c’è anche la piscina, ma decisamente caro per gli standard locali (80 TD per la mezza pensione, la camera doppia), al ristorante troviamo cibo europeo così mangio gli spaghetti e mi sembrano buoni, sarà l’astinenza! Scopriamo che le bevande sono escluse 13 TD per acqua e vino però che delusione mangiare gli spaghetti alle porte del deserto! Le moto sono nel parcheggio interno sorvegliato sotto una tettoia. Dopo cena compro anche qualche vestito a mia moglie nel negozio dell’Hotel, sono belli ed il negozio non è caro, ma meno disposto alla trattativa dei suoi colleghi esterni, si vede la massiccia presenza di occidentali!
La giornata in cifre: spese 92 TD a testa, percorsi Km 350 circa.
Venerdì 26 marzo
Quando ci svegliamo e dopo colazione andiamo a vedere la famosa grande duna, il fatto che ci sia solo quella, tutti i cammelli lì vicino ed i segni di moto e Quad che salgono e scendono ci fanno insospettire che non sia del tutto naturale, siamo un poco delusi, lo stesso faccio lo stesso un giretto sul cammello e le foto di rito (anche oggi è nuvolo!) poi facciamo una passeggiata per il deserto con le moto ed ancora foto di rito sulla pista che porta a Ksar Ghilane, ma è troppo sabbiosa per le nostre pesanti bicilindriche con gomme da strada e cariche come animali da soma, ma questa oasi è ancora nei nostri pensieri così prendiamo la strada per Matmata, non dopo aver spedito delle cartoline dalla così detta porta del deserto ed aver fatto il pieno, dopo circa 60 Km di un nastro d’asfalto che attraversa la parte settentrionale del deserto imbocchiamo la PP Laine circa 50 Km di ondulè, ma poco prima della metà una buca presa da Walter in maniera troppo sportiva rompe il supporto della borsa laterale dx, mentre la sx si stacca e la troviamo nel campo laterale, dopo aver legato la borsa dal supporto rotto con una delle cinghie con cui avevo cinghiato le mie borse e con il morale a terra decidiamo di tornare indietro complice anche il tempo per nulla invitante e temiamo anche la pioggia che con le gomme stradali su sterrati e moto cariche potrebbe trasformare il tutto in una situazione difficile! Tornati sull’asfalto andiamo a Matmata, e dopo pranzo, consumato in un restorantino sulla strada e mentre aspettiamo che cucinino il cus-cus ricontrolliamo le moto che non abbiano subito altri danni, ci facciamo accompagnare da una guida che ci fa visitare il paese con le abitazioni troglodite, il famoso albergo dove è stato girato il film guerre stellari, il loro cimitero ed una casa troglodita abitata da una famiglia che ci offre un te con del pane fatto da loro da intingere nell’olio fatto sempre da loro, nel frattempo ci spiega tante piccole/grandi cose della loro popolazione Berbera, della loro cultura, del loro modo di vivere, di conservare le provviste e di tutti gli altri piccoli e grandi problematiche di vivere in questo angolo del mondo!
Dopo aver lasciato una mancia ai proprietari di casa ci avviamo verso le moto, pagata la guida, un ragazzo che ci ha trasmesso una serenità enorme ci dirigiamo verso Gabes dove ci attendono quelli di Moto for Peace conosciuti sulla nave. Come al solito arriviamo con il buio (sarebbe sicuramente da evitare) pernottiamo nel loro albergo prenotato dall’ambasciata (non ricordo il nome) 50 TD camera doppia con prima colazione, poi andiamo a cena con loro e mangiamo a base di pesce 37 TD. Durante la cena parlando con loro ci viene voglia di aggregarci e di tentare di passare con loro il confine con la Libia Walter ne sarebbe entusiasta, domani sera potremmo essere a Tripoli, chissà nel mucchio e con l’assistenza di ambasciate potremmo anche farcela! La sera in albergo ne parliamo con calma e ragioniamo che potremmo sprecare la giornata per arrivare fino al confine per non passare, e se passiamo dopodomani dovremmo ritornare indietro e correre verso nord per arrivare lunedì sera a Tunisi per essere in tempo alla nave di martedì mattina, ne vale la pena? Cosa ci potremmo aspettare da una Libia vista così? Forse solo un timbro sul passaporto e se in uscita dovessimo avere problemi anche in considerazione di non avere il visto precedente dell’ambasciata? Per di più senza assistenza dell’ambasciata italiana?
La ragione prende il sopravvento sul nostro spirito avventuriero e quindi decidiamo di lasciar perdere e di tentare di raggiungere Ksar Ghilane da un’altra pista più corta, ma più articolata passando da una pista all’altra e minuziosamente descritta dalla guida di Matmata! Comunque a Gabes non c’è nulla che vale la pena di vedere e di trattenersi qui domani, se non c’erano loro non saremmo venuti!
La giornata in cifre: spese 61 TD a testa, percorsi Km 200 circa.
Sabato 27 marzo
Dopo colazione decidiamo di fare un pezzo di strada insieme con loro, il cielo è ancora peggio dei giorni scorsi e qualche goccia di pioggia si farà sentire nella giornata, in direzione del deserto è proprio nero nero il cielo, così i soliti argomenti di prudenza (moto pesanti, cariche come animali da soma e gomme stradali) ci fanno desistere e rimandare la visita a questa parte della Tunisia ad un altro viaggio! Decidiamo di prendere direzioni per posti turistici ed andiamo all’isola di Jerba.
Dove giungiamo con un traghettino locale che attraversa lo stretto braccio di mare, come scendiamo dalla nave facciamo il pieno, ma rimaniamo delusi è un posto prettamente turistico, troppo, sembra di essere in un qualsiasi posto europeo così beviamo un te al bar della piazza ad Homut Souk e torniamo indietro riattraversato il braccio di mare direzione nord ed arriviamo ad El Jem nel tardo pomeriggio. Sulla costa le strade sono molto trafficate, con un traffico disordinato e pericoloso, per di più sono brutte e per nulla panoramiche, quanto quelle belle strade percorse a scendere! Mangiamo in un posto che sembra essere la brutta copia dei nostri autogrill e non ha neanche il cus-cus! In compenso paghiamo 5 TD a testa un pranzo a base di carne, circa 3 euro!
Attraversiamo Sfax, ma non ci dice nulla di particolare così non ci fermiamo proprio!
Giunti ad El Jem dormiamo nell’unico albergo della città (Hotel Julius) che diversamente a quanto riportato sulla Lonely Planet costa 33 TD, la stanza è buona e c’è anche il televisore in camera, riusciamo anche a vedere RAI 1. Ceniamo nel ristorante dell’albergo dove mangiamo bene e spendiamo 13 TD qui vendono anche il vino e ne approfittiamo (10 TD a bottiglia, non è male però).
Dopo le 21 ci fanno mettere le moto nella Hall dell’Hotel, così siamo più tranquilli, ci ritiriamo in stanza contando sul televisore, eccitati della cosa accendiamo e troviamo Raffaella Carrà……….. Dormiamo subito, forse perché siamo molto stanchi o è il vino? Questa notte in Italia entra l’ora legale, ma qui non cambia nulla non hanno ora legale quindi non spostiamo gli orologi!
La giornata in cifre: spese 58 TD a testa, percorsi Km 450 circa.
Domenica 28 marzo
Finalmente oggi è un pochino meglio il tempo, non bello, passeggiamo per le vie di El Jem ed in fondo ad una strada dritta, molto diversa da via dei Fori Imperiali, vediamo lui il più grande dei monumenti romani in terre d’africa il colosseo! Per noi che siamo romani è un mezzo shock, ce ne un altro? Ci avviciniamo e notiamo che è tenuto anche meglio del suo simile romano, seppur più piccolo. Mentre lo visitiamo all’interno mi rendo conto, forse per la prima volta, di quanto sia stato grande l’impero romano.
Commentiamo che in fondo gli antichi romani erano un po’ come gli americani di oggi, dove arrivavano si costruivano un pezzo di Roma, si riportavano dietro le loro abitudini, la loro cultura, il loro modo di divertirsi, ecc. non fanno la stessa cosa gli americani, costruiscono villaggi che replicano il loro modus vivendi negli USA! Insomma questi romani erano proprio grandi e qui siamo davanti ad un pezzo importante del modus vivendi dell’impero Romano in terra d’Africa!
Ma bando alle ciance si riparte e ci riportiamo verso la costa continuando a salire, ci fermiamo a pranzo a Monastir, una cittadina turistica, ma meno invasiva delle altre passate, dopo aver fatto un giro pranziamo al bar-ristorante presente sulla piazza principale per 17 TD in due, prendiamo cus-cus al pesce, alcuni tedeschi vicino a noi prendono una pizza margherita e quando arriva sentiamo il profumo fino a noi e sembra buona, ma che senso ha mangiare qui la pizza?
Dopo mangiato Walter fa fare un giretto in moto ad un ragazzo che ha passato a guardare e ammirare in silenzio le moto, quando scende dopo la passeggiata torna dagli amici come un eroe e notiamo nel suo sguardo una soddisfazione che denuncia il fatto che non dimenticherà per il resto della sua vita questa passeggiata. Riprendiamo la strada e ci dirigiamo verso Hammamet passando per Sousse, un’altra città anonima dove decidiamo di non scendere neanche dalle moto.
Giunti ad Hammamet ci fermiamo in un bar sul mare appena fuori dalla Medina dove beviamo un the e fumiamo un Narghilee alla mela. C’è molta vita, ci sentiamo definitivamente tornati nel mondo così detto civile, decidiamo di fermarci a dormire qui e domani di fare il giro della penisola di Capo Bon visitare Kercouane (che pare essere il più antico insediamento fenicio trovato al mondo) poi andare a Cartagine e Sidi Bou Said dove andare a dormire la notte successiva. Accordatici per l’ultimo giorno africano andiamo a cercare l’albergo prendiamo la stanza al Residence Hammamet, vicino alla Medina, spuntiamo un prezzo di 23 TD per una camera molto grande suddivisa in due ambienti da una grata di legno, unico inconveniente è che c’è solo il letto matrimoniale, ma nel secondo ambiente ci sono due letti singoli con funzione anche da divanetti, uno dei due lo facciamo preparare a letto. Le moto sono sistemate nel giardino in un vialetto laterale con un cancello con lucchetto.
Andiamo a cena al Restaurant de la Medina attirati dal fatto che secondo la Lonely Planet si cena seduti sui bastioni della Medina, ma fa molto freddo quindi mangiamo dentro. Si mangia bene e spendiamo 41 TD in due, ma non c’è nessuno e tutta la vita di oggi pomeriggio? Andiamo allo stesso bar del pomeriggio è praticamente vuoto ci sediamo pensando che sia presto, altro the e Narghilee, ma non arriva nessuno, anzi cominciano a fare le pulizie per chiudere, ce ne andiamo a letto un po’ delusi ed infreddoliti c’è molto vento!
La giornata in cifre: spese 59 TD a testa, percorsi Km 200 circa.
Lunedì 29 marzo
Quando ci svegliamo abbiamo la brutta sorpresa piove! Andiamo a fare colazione e facciamo il punto della situazione, piove e tanto, non accenna a finire!
Che facciamo decidiamo di annullare tutto non vedremmo niente sotto il diluvio ed è troppo pericoloso. Giornata di noia in Hotel senza neanche televisione, andiamo in centro e troviamo un’edicola che vende riviste italiane, troviamo solo OGGI e L’ESPRESSO della settimana precedente per 18 TD! Poi andiamo a comprare dell’acqua in un supermarket quindi torniamo in albergo, a leggere OGGI mi sento da un parrucchiere per donna in una qualsiasi città italiana.
Andiamo a pranzo in uno dei tanti ristorantini che sono fra l’albergo e la Medina e ceneremo in un altro, tanto per cambiare. Nel pomeriggio io vado a spasso per la Medina e compro qualche altro oggettino per mia moglie e mia figlia cercando così di placare il senso di colpa che sono in vacanza da solo! Walter dorme!
Poi ancora una passeggiata fino a cena poi a dormire, che giornata inutile, mi sento impotente ormai non vedo l’ora di essere sulla nave!
La giornata in cifre: spese 43 TD a testa, percorsi Km 0.
Martedì 30 marzo
Piove ancora, carichiamo le moto, indossiamo le tute da pioggia e partiamo di buon ora per Tunisi, sono solo 60 Km, ma sappiamo che le operazioni doganali sono lunghe, a metà strada smette di piovere ed in un autogrill (del tutto simile ai nostri) ci togliamo le tute da pioggia. Arriviamo a Tunisi ed in effetti le operazioni doganali sono lunghe e nonostante la nave sia in ritardo aspettiamo solo una ventina di minuti al massimo prima che si aprono i cancelli.
Saliti a bordo rincontriamo tutti coloro che abbiamo incontrato all’andata ed in più c’è Andrea che con il suo Unmock arriva dalla Libia dove hanno girato degli spot per Halley Hansen con Pellizzari, Meoni ed altri.
Il viaggio trascorre fra le chiacchiere racconti di esperienze reciproche, consigli per il futuro e promesse di rincontrarci (almeno per i romani) in Italia.
La giornata in cifre: spese 0 TD a testa, percorsi Km 150 circa.
Mercoledì 31 marzo
Arriviamo in ritardo, ormai è un’abitudine, salutiamo i nuovi amici, rapidamente sbrighiamo le operazioni doganali e rapidamente prendiamo l’autostrada per Roma a metà viaggio temporale! Ci mancava!
In ogni modo mentre il nastro d’asfalto dell’autostrada scorre veloce e noioso sotto le ruote della mia bmw, lo sguardo della mente corre lontano, torna al deserto, alle strade delle oasi di montagna, alle abitazioni di Matmata, ai suoi abitanti Berberi così tranquilli e a tutto quello che non ho potuto vedere in questo viaggio, così prometto a me stesso di tornare appena possibile.
IN SINTESI:
Le moto del viaggio BMW R 1150 GS, gomme di serie consumo olio ½ Kg. alla moto mia ancora nuova e si sa che nei primi 10.000 Km consumano un poco di olio. A parte l’inconveniente occorso alle borse di Walter nessun altro problema riscontrato e si sono dimostrate ottime moto per affidabilità, maneggevolezza e possibilità di passare con indifferenza dall’asfalto alle piste sterrate.
Totale Km 2000 circa in Tunisia, spese 406 TD procapite (regali a parte) pari a circa 271 euro a cui bisogna aggiungere 250 euro per il viaggio in nave (abbiamo potuto usufruire di uno sconto del 50 % rientrando entro il 31 marzo) ovvero 520 euro circa nel totale.
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