– Passati 50 anni dal viaggio “Trans Africa Tour” vissuto con Nino Cirani ripercorro con amici, Andrea, Augusto, Giba, Gigi – anche loro malati d’Africa – l’attraversata Africana sud/nord seguendo circa lo stesso intinerario.
Nonostante in questi anni abbia viaggiato molto in questo continente volevo avere una idea “generale” dei cambiamenti avvenuti dal viaggio del 1964, periodo in cui molti stati africani avevano appena ottenuto l’indipendenza, e rivivere quel bellissimo e in alcuni punti difficile viaggio.
Come prima osservazione noto un aumento impressionante della popolazione. Negli anni 60 gli africani erano circa 350 mil. Oggi sono circa 1 miliardo!! In giugno siamo partiti da Lusaka dove nel 64 io e Nino avevamo incontrato 3 ragazzi arrivati li’ con un cammioncino 110 Fiat!! Nello Casilli, uno di questi ragazzi, vive ancora a Lusaka dove avevamo lasciato nella sua bellissima casa le macchine dopo il giro in Sud Africa fatto questo inverno. Da Lusaka scendiamo alle cascate Vittoria, scoperte da Livingstone nel 1850, sempre affascinanti (un amico non le aveva ancora viste); Dopo soli 50 anni gli inglesi trasportano in Africa e montano un ponte sulle gole dello Zambesi ancora oggi in attivita’.
Proseguiamo con visita al parco Luangwa ,e poi lago Malawi molto bello e con molte “storie” di esploratori, battelli inglesi e tedeschi.Le piroghe sono corte e col tronco svuotato con sezione molto particolare, che non conoscevo (le ho trovate nella completa raccolta dello studio sulle barche africane di A. Cherini). Visitiamo l’interessante museo di “arti” africane dei “Padri Bianchi” di Mua. Proseguiamo facendo anche un giro sul fiume ricco di animali e paesaggi bellissimi. A Lichinga siamo ospiti nella missione di padre Giuseppe e Vescovo.
Risaliamo il lago sul lato est confidando sull’ esistenza del “ponte Segundo Congresso” lo passiamo e troviamo una dogana “moderna” dove ci fanno un bel Visa “adesivo” con foto, impronte digitali, e scannerizzano il passaporto, il tutto per 50 US.$. A Mkoa troviamo un alberghetto dove ci servono la cena con “brochettes” e frittata con patate. Passiamo la serata in compagnia di Ali’, simpatico e intraprendente giovane africano che dopo aver lavorato in Italia in campo turistico, vista la situazione italiana e’ rientrato in Africa dove ora commercia con successo in cipolle e ha in programma di acquistare un mulino per pannocchie bianche e vendere la farina per la loro “polenta” nei villaggi isolati. Un imprenditore tanzaniano con molte attivita’ commerciali nei trasporti e in edilizia produce una bibita con una bella bottiglia ‘’simile ‘’a quella della coca cola con grande successo. (ha vinto la causa con Coca Cola!!) Arriviamo al parco Ruaha, 8gli animali attirano sempre) segue il parco Mikumi e accompagnamo l’amico Gigi che deve rientrare partendo da Dar Es Salam. Io, Andrea, Augusto e Giba proseguiamo per Dodoma con sosta alla missione “Village Of Hope” gestito con grande bravura da don Vincenzo e suor Rosaria. Verso nord percorriamo strade con vecchio asfalto e deviamo su piste che scorrono ai piedi di montagne e sulla destra inizia la ”Masai steppe” descritta da Hemingway. Arriviamo a Itololo (S. 4* 31’ 2” / E. 35* 47’ 24’’) missione dove padre Riccardo sta costruendo un ospedale e ristrutturando la vecchia missione scacciando babbuini che devastano l’orto e il leopardo che cerca di rubare un maialino.
Arriviamo ad Aruscia ripasso dalla piazza dell’orologio dove c’e’ sempre il benzinaio che pero’ non e’ piu’ Agip come nel 64. Passiamo la dogana e arriviamo a Kitenghela da Leo Murotto e famiglia, Maria, Lucia e il piccolo e vivace Alex; sempre molto ospitali. Lasciamo li’ le macchine in attesa di continuare verso nord dove passeremo dal lago Turkana a mio avviso il tratto piu’ difficile e interessante per quanto riguarda le popolazioni, i paesaggi e piste impegnative. Avendo vissuto in Ethiopia per qualche anno dopo il viaggio con Nino negli anni 60 ripensando al mio soggiorno vedo un reale ed evidente sviluppo che si sta realizzando come conferma la crescita del Pil in molti paesi africani.
Oggi quasi tutti gli africani hanno un cellulare, io nei miei 3 anni di vita in Ethiopia non avevo mai telefonato in Italia… Ora riscontro la presenza diffusa della TV nei bar e ristoranti anche piu’ isolati forniti di pannelli solari e batterie che permettono la diffusione di notizie, idee e sogni anche nei luoghi piu’ lontani. La rete stradale e’ migliorata con presenza di moltidistributori di carburante, nelle citta si costruiscono metropolitane di superfice e enormi palazzi di vetro, centri commerciali, universita’ ecc. in tutte queste opere vi e’ una grande presenza di manodopera e investimenti cinesi. Vedo citta’ ingigantite, africani intraprendenti e pieni di entusiasmo, cantieri stradali, ferroviari, agricoli e la costante presenza delle solite piccole attivita’ normalmente femminili. In Togo e’ nato un importante Head Quarter della EcoBank diffusa in piu’ di 30 paesi africani. Gli 8 piani di uffici sono stati realizzati da una esperta ditta italiana con la quale io collaboro e con grande “dispiacere” ho seguito i lavori per quasi 3 anni.
Un altro esempio dello sviluppo africano e’ la compagnia aerea Ethiopia Air Line Negli anni 60 quando vivevo in Ethiopia la compagnia aveva 2 aerei “707” per voli a lungo raggio e dei vecchi ma robusti DC3. L’aeroporto era isolato fuori citta’, gli equipaggi erano multietnici con i primi equipaggi etiopici. Ora la citta’ si estende fino al grande nuovo aeroporto con i parcheggi sempre pieni di nuovi e grandi aerei che volano in tutti i continenti con validi equipaggi prevalentemente etiopici. Questi esempi mi sembra rappresentino l’Africa che nonostante errori, contraddizioni e contrasti avanza piena di opportunita’ e speranze per il suo futuro.
Forse in questo millennio non sara’ piu’ valida la teoria di T.Monod secondo cui l’Africa sara’ sempre ricca di imprevisti e difficolta’ nel fare programmi… dato il ritmo di crescita e modernizzazione raggiunto ultimamente grazie anche a computer, telefonini reti stradali ecc. Negli anni ‘60 la presenza del personale di tutte le ambasciate e rappresentanze straniere presenti in Addis Abeba con Haile Selassie imperatore completavano il simpatico e vivace ambiente della vita in questa capitale africana con concorsi ippici, rally, e avventurose gite “africane” fuori citta’. Ora e’ una grande citta’ cosmopolita ma resta sempre per me un luogo carico di bellissimi ricord e dove soggiorno con piacere.