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Namibia 2002 di Maurizio Dall’Oglio

– Posted in: Africa, Africa Australe, Resoconti di viaggio

By Maurizio Dall’Oglio Originally Posted Saturday, August 14, 2004

 

NAMIBIA – 2002

Viaggi effettuato dal 18/11/2002 al
10/12/2002 da:
Maurizio Dall’Oglio – Ivana Soncina – Claudio Pelizzari – Francesca Colosio.
Fuoristrada: Nissan pick-up 2.4 16v doppia cabina noleggiato completo di tutta l’attrezzatura per il campeggio per 4 persone presso la Campingcarhire (www.campingcarhire.com.na)
Costo noleggio per 21 gg. Ca 1.800 € tutto compreso.
Inoltre questa agenzia può effettuare le prenotazioni dei vari parchi, di alberghi e tutto quanto può servire.
Il gps non e’ necessario, ma male non fa averlo.
Possibilità di trovare in rete punti wpt (ca.800) delle principali località, nonché la traccia di tutti i possibili itinerari (ca.30.000 punti)
Volo a.r. Francoforte-Windhoek con Air Namibia ca. 620 € cad.
Bergamo – Francoforte a.r. con Ryan air ca. 20 € cad.
Km. percorsi: ca. 6.650
Il viaggio non necessita di visti d’ingresso.

LUNEDI 18 NOVEMBRE BERGAMO – FRANKFURT

Incerti fino all’ultimo ma finalmente si parte. Quest’anno arriveremo in aereo ed affitteremo un fuoristrada, attrezzato per il capeggio.
Partenza da Orio al serio. Volo breve e tranquillo, solo che causa nebbia atterriamo a Saarbrueken. Poco male il volo è alle 23. Prendiamo prima il bus e poi il treno che ci condurrà proprio all’aeroporto di Francoforte.
S’inganna l’attesa fino alle 24, quando si decolla.

MARTEDI 19 NOVEMBRE FRANKFURT – WINDHOEK

Gran parte del viaggio è di notte per cui si dorme.
Arriviamo di prima mattina guadagnando un’ora per via del fuso orario. Formalità praticamente inesistenti. L’incaricato dell’agenzia di noleggio ci preleva per accompagnarci alla sede. Primo impatto con la guida mancina. La città è circa a 60 km. dall’ aeroporto.
La macchina è pronta, sembra nuova fiammante, un Nissan pick up a benzina, doppia cabina, 2 serbatoi + 3 taniche, 2 air camping, congelatore, e tutta l’attrezzatura per il campeggio. La Campingcarhire, consigliataci dalla “nostra Ivana di S.e.K.”, che ringrazio ancora per la gentile disponibilità, e’ ben organizzata. Infatti dopo una breve spiegazione ed aver sottoscritto il contratto si è pronti per partire. Come in tutta la Namibia la carta di credito è bene accetta e la utilizziamo anche per il deposito cauzionale. L’agenzia ci cambia della valuta, ad un cambio, scopriremo poi, molto vantaggioso rispetto a quello delle banche. Eventualmente approfittarne.
La prima sera la passiamo alla pensione Steiner, (una doppia con prima colazione ca. 45 €) a due passi dal centro ed a 300 mt da un centro commerciale dove si può trovare di tutto, come da noi. Per i cibi bisogna solo abituarsi ai gusti “teutonici”.
Vicino c’è anche un ristorante per la sera.
Il costo di una cena abbondante e di ottima qualità sarà costante per tutta la vacanza, ca.8/12 € a testa.

MERCOLEDI 20 NOVEMBRE WINDHOEK – WATEBERG PARK KM.347

Dopo un’abbondante colazione a buffet si parte verso nord. Attenzione alla guida a sinistra, non è difficile ma bisogna prestare una cera attenzione soprattutto alle rotonde. Subito si vedono i primi animali, scimmie e struzzi. Paesaggio brullo della savana.
In Namibia le strade che siano asfaltate o sterrate hanno due caratteristiche: non hanno curve e scorrono tra infinite recinzioni che delimitano le sterminate proprietà dei latifondisti. Si arriva al Plateau Wateberg Park nel primo pomeriggio.
C’è un ottimo ristorante e ne approfittiamo.
Ottimo e corposo il vino sudafricano, altra piacevole costante del viaggio la birra…..
Il posto è bello come struttura, ma come paesaggio un po’ meno, il seguito offrirà molto di più.

GIOVEDI 21 NOVEMBRE WATEBERG – ETOSHA NAMUTOMI KM.399

Il percorso ormai si snoda su strade sterrate, in perfetto stato di manutenzione.
Tappa intermedia per vedere la meteorite di Hoba, un enorme pezzo di metallo piovuto dal cielo.
In seguito ci fermiamo a Tsumeb per fare acquisti. Siamo già nella zona di etnia herero.
Si vedono le prime donne con i lunghi vestiti, dai colori sgargianti e dal caratteristico copricapo a forma di corna di bue.

 

Arrivo nel tardo pomeriggio al parco dell’Etosha, appena entrati veniamo accolti da un branco di giraffe.
Nel parco, come nel resto di tutta la Namibia, non si può andare fuoripista.
Inoltre bisogna restare nell’auto, il perché se pur ovvio, lo capiremo meglio in seguito.
Visto che abbiamo un paio d’ore di tempo decidiamo per un itinerario ad anello, di ca.60 km. che ci riporterà al campo in serata . Avvistiamo molte zebre, antilopi di tutti i tipi, infiniti gnu, una iena e dei facoceri. Bella, anche se cruda, la scena di uno sciacallo intento a sbranare la carogna di uno gnu, con decine di avvoltoi, fermi immobili in attesa del loro turno.
Il campo di Namutomi è perfettamente attrezzato, con campeggio, lodge, ristorante, bar e tutte le strutture necessarie, perfettamente in ordine e funzionanti. Tutto il perimetro è protetto da intrusioni indesiderate con recinzioni elettrificate.
Come in ogni campo c’è pure una pozza d’acqua illuminata, dove la sera si possono vedere gli animali che vengono ad abbeverarsi. In quella di Namutomi però non c’era anima viva.

VENERDI 22 NOVEMBRE NAMUTOMI – HALALI KM. 347

Oggi abbiamo girato questa zona del parco in lungo ed in largo, in cerca di animali.
Le ore migliori sono il mattino presto ed il tardo pomeriggio.
Infatti appena partiti, delle tracce fresche “biologiche” ci hanno indicato un tranquillo pachiderma che stava passeggiano in direzione e della savana. E dire che è talmente grosso, eppure eravamo a pochi metri e non si notava, tanto è perfetto il mimetismo.
Poi per tutto il giorno abbiamo visto solo i “soliti” animali che abbondano.
La zona è la classica savana piatta, con vista sgombra fino all’orizzonte, ed animali che brucano l’arida erba. In queste zone ci siamo arrischiati a scendere, ma con cautela, viste le impronte dei grandi felini impresse nel terreno.
Verso sera abbiamo notato un flusso di animali, soprattutto gazzelle e zebre, in fila lungo la strada.




Di sicuro stavano andando ad un pozza per bere. Ed è stato proprio presso la pozza che abbiamo visto, vicinissima, una leonessa con il suo piccolo, intenta ad abbeverarsi. CHE EMOZIONE !!!
Solita abbuffata serale presso il ristorante (a buffet!!!) del campo e poi tutti a godersi lo spettacolo alla pozza, con un enorme branco di elefanti, rinoceronti e iene durante l’abbeverata.

SABATO 23 NOVEMBRE HALALI – OTJITOTONGUE KM.466

Oggi lasceremo il parco dell’Etosha. Ci dirigiamo verso una pozza e notiamo un branco di zebre ferme, immobili, quasi a scrutare un pericolo. Infatti a poca distanza da noi stanno sopraggiungendo a dissetarsi due leonesse, ancora con il muso sporco di sangue, a testimonianza del pasto appena consumato. Si fermeranno a pochi metri da noi.
Non ci fermiamo ad Okaukejio perché non c’è posto nel campo.
Tra la l’altro questa sembrerebbe la zona meno interessante del parco, almeno a giudicare da ciò che abbiamo visto finora.
La sera abbiamo prenotato all’ Otjitotongue lodge. In questo lodge recuperano i ghepardi catturati nelle proprietà agricole, che altrimenti sarebbero uccisi, per reinsediarli in luoghi sicuri a loro riservati. E’ una fattoria sperduta a venti chilometri dalla strada principale. Bisogna arrivare entro le quattro del pomeriggio e dopo una corsa frenetica vi arriviamo con precisione teutonica.
Ci accoglie il proprietario, lo stereotipo del colone tedesco, alto, secco abbronzato.
Dopo opportune raccomandazioni, ci fa entrare nel giardino dell’abitazione, dove vi sono già altri turisti.
Salta subito all’occhio che invece dei soliti cani da guardia ha quattro magnifici esemplari adulti di ghepardo, con un cucciolo di poche settimane.

Passiamo cosi mezzora in compagnia degli animali e con cautela possiamo anche accarezzarli. Assistiamo al loro pasto ed alle evoluzioni della piccola peste, che ha la vivacità e le movenze di un gattino.

Poco distante dalla fattoria c’è l’area destinata al campeggio ed il lodge.
Tutte le attrezzature sono in stile “fai da te”, ma c’è proprio tutto, pulito ed ordinato, persino una piscina.
Più tardi, sul cassone di un pick up, visitiamo gli altri ghepardi, accompagnati dal figlio del titolare nel suo giro quotidiano per l’ora del pasto. Vivono in una grande area, delimitata da filo elettrico. Questi non sono domestici, lo si vede dalla loro espressione. A tutti viene distribuito, velocemente, un pezzo di carne, che azzannano al volo per scomparire nella savana.

DOMENICA 24 NOVEMBRE OTJITOTONGUE – OPUWO KM.408

Questa sera arriveremo ad Opuwo, ultima cittadina verso il nord. Solito
trasferimento sulle grandi e diritte strade sterrate. Arriviamo nel pomeriggio. La città non è un granché, però è pittoresca, qua cominciamo a ritrovare la vera africa.
Vi sono molte donne Himba, un’etnia nomade la cui caratteristica è quella di spalmarsi la pelle con grasso e terra rossa. Sono a seno scoperto, vestono un ridotto gonnellino di pelle di capra e sono ornate con collane ed anelli dalla simbologia disparata.
Tutte ovviamente hanno una pelle liscia senza rughe, ma emanano una puzza di formaggio troppo stagionato che dopo un po’ entra nelle narici nauseandoti. Ovviamente sono lì per farsi fotografare in cambio di pochi spiccioli.
Il paese in ogni caso è fornito di tutto, per cui possiamo reintegrare le provviste, soprattutto la birra che consumiamo in quantità industriale, ed acquistare i regali da donare ai capi Himba, per visitare i loro villaggi.
A tal proposito resteremo delusi, solo poche capanne e con persone nemmeno troppo cordiali.
Forse siamo ancora in una zona turistica, scopriremo in seguito che i villaggi sono sempre costituiti da poche abitazioni.
Anche qua l’immancabile campeggio, lindo ordinato anche se con il minimo indispensabile.

LUNEDI 25 NOVEMBRE OPUWO – EPUPA FALLS KM. 247

Oggi arriveremo alle Cascate Epupa. Lungo la strada è un continuo susseguirsi di incontri con popolazioni himba.




Mercanteggiamo per i primi acquisti, ora siamo veramente in Africa. Decidiamo per una deviazione che ci porta direttamente al fiume Kunene, circa ottanta chilometri a monte delle cascate. Arriveremo alle Epupa Falls costeggiando il fiume.
Il paesaggio e’ splendido, il fiume propone scenari incredibili.

Di fronte a noi c’è l’Angola, paese martoriato dalla guerra civile. Non si vede anima viva. Sulla nostra sponda invece, come sempre lungo i corsi d’acqua, la vita scorre. Uomini ed animali si dividono la ricchezza del fiume.
Il problema però è che quasi subito la pista scompare. Crediamo di esserci persi, invece proseguendo lungo la riva sabbiosa troviamo le tracce del nuovo percorso. D’ora in avanti non sarà molto semplice.
A volte una mulattiera sassosa che si arrampica tutto d’un fiato lungo i costoni rocciosi della riva, per evitare anse del fiume insuperabili. Altre volte distese di sabbia molle che seguono la riva, con solchi che si snodano tra palme, scavati dal fiume quando è in piena. Ora le persone che incontriamo sono veramente poche, i villaggi rarissimi.
C’è solo il nulla, che affascina e inquieta. Scenari indimenticabili.
Dire che alle Epupa Falls vi è un villaggio forse è troppo, però anche qui non mancano i generi di prima necessità. Ci accampiamo tra le palme, proprio in riva al Kunene, a poche decine di metri dalle cascate. Probabilmente non è il periodo migliore per l’imponenza del salto d’acqua, ma le abbiamo trovate comunque carine.

MARTEDI 26 NOVEMBRE EPUPA FALLS – OTITINGUE KM.347

Oggi ci aspetta il terribile Van Zylt Pass. Staremo a vedere. Prima di lasciare le Epupa ne approfittiamo per fare shopping in un mercatino himba. La prima parte della strada, quella che avremmo dovuto seguire ieri, se non avessimo compiuto la deviazione, è la solita bella strada sterrata. Ben presto l’abbandoniamo e subito diventa una pista, che si snoda tra i promontori collinosi.
E’ comunque ancora facile, anche se la velocità è calata notevolmente.
Quando bisogna attraversare delle collinette rocciose si fa più brutta, più o meno con i passaggi incontrati il giorno prima. Il tempo non promette niente di buono, comincia a piovere forte.
Certo attraversare il passo sotto un nubifragio non è il massimo ed inoltre la terra non assorbe l’acqua per cui potrebbero crearsi sulla strada dei veri e propri torrenti. Per fortuna come al solito in un lampo il cielo si squarcia ed arriva il sole. Meglio così perché ora ci sono un paio di discese veramente brutte.
La pista sembra migliorare ma è un falso allarme, siamo solo in una zona pianeggiante, anche la cartina ci conferma che non siamo ancora arrivati al famoso passo.
Ci si presenta poco dopo con un paio di salite e discese mozzafiato. Sono veramente toste però le superiamo brillantemente.
Arriviamo al punto panoramico tanto decantato dalla guida, ci appare la vallata del Marienflus in tutta la sua vastità. Bello.
Manca però l’ultima discesa, che si para davanti minacciosa. Piano piano si supera anche quella, ormai il Van Zylt è andato.
Alla fine c’è un cumulo di pietre con incisi i nome ed i commenti di chi è passato di là. Ovviamente dopo il nostro passaggio ce n’era uno in più!
Adesso la strada continua in pianura, una sconfinata vallata chiusa tra due catene montuose, che terminerà tra circa sessanta chilometri, sempre sulle rive del fiume Kunene.
Si arriva che ormai è buio, trovare il campeggio ci costa un’insabbiata notturna in riva al fiume. Usciamo agevolmente dopo aver sgonfiato le gomme e ci accampiamo. E’ stata una costante di tutti i campeggi ed anche questo, se pur situato in un luogo sperduto, non sfugge alla regola: doccia calda e servizi igienici candidi. Davvero incredibile.
Si va a nanna presto la giornata è stata dura, domani avremo tempo per guardare il panorama alla luce del sole.

MERCOLEDI 27 NOVEMBRE OTITINGUE – PUROS KM. 237

Il paesaggio al mattino è bellissimo.
Ci colpisce un cartello di attenzione, raffigura un coccodrillo che azzanna la gamba di un uomo. Credo sia chiaro.

Visitiamo un po’ i dintorni, il fiume forma delle strette anse. L’acqua è limpida e di coccodrilli nemmeno l’ombra, ma è meglio non fidarsi. Si ritorna, ripercorriamo a ritroso la stupenda vallata della sera prima. D’ora in avanti il percorso sarà piuttosto facile, si viaggia in ampi spazi di savana tra i rilievi montuosi.
La strada si inoltra nel greto sabbioso di un fiume. Vi resterà per molti chilometri e non sarà una guida piacevole. Finalmente ritroviamo la strada sterrata, ormai possiamo dire che i problemi del viaggio sono finiti, d’ora in avanti percorreremo solo vie principali.
Siamo diretti a Puros, dovrebbe esserci un campeggio. Vi arriviamo, è situato poco prima del paese, e ci siamo solo noi. Anche qua tutto ordinato e pulito alla perfezione, c’è anche un bar con generi di prima necessità e birra ghiacciata. Notiamo uno strano cartello appeso ad un albero. Dice che in quella zona vivono gli elefanti del deserto, che potrebbero passare di qua per cui mantenere la calma, non fare rumori o gesti improvvisi. I gestori del campeggio confermano, ogni giorno passano degli elefanti, attirati sia dal fresco delle piante che dai loro germoglio, di cui sono ghiotti.
Sarà la solita bufala per turisti creduloni?
Comunque il campeggio non ha la benché minima recinzione. Staremo a vedere. Cala la notte, e chi ci pensa più agli elefanti.
E’ ormai notte fonda quando veniamo svegliati da un rumore secco, sembra un albero sradicato.
Dai rumori sordi capiamo invece che è un elefante intendo a mangiare le fronde degli alberi, a pochi metri dalla nostra auto.
Si pensa che gli elefanti barriscano solamente, non è vero.
Hanno una gamma di brontolii e gorgoglii a frequenze sub soniche da effetto Jurassik Park.
Chiusi nella nostra tenda ad ascoltarli incute un certo timore. Domani troveremo le prove “naturali” del suo passaggio.

GIOVEDI 28 NOVEMBRE PUROS – KHORIXAS KM. 403

Prima di continuare il viaggio cerchiamo gli elefanti, per ammirarli alla luce del giorno.
Dopo aver seguito le indicazioni della gente del posto, su dove potessero essere, riprendiamo la strada sconsolati. Quando meno te l’aspetti un puntino scuro all’orizzonte si materializza in uno splendido esemplare che cammina lentamente.
Riusciamo ad avvicinarci fino a pochi metri.

Tappa serale a Khorixas, nel campeggio. Stasera dopo tanti campi si ritorna al ristorante.

VENERDI 29 NOVEMBRE KHORIXAS – SKELETON COAST KM.476

Ci dirigiamo verso la costa, ma prima visitiamo la foresta pietrificata e le pitture rupestri. Niente di particolare, e un caldo cocente.
La temperatura cambia drasticamente quando ci si avvicina all’oceano, e negli ultimi chilometri si dimezza, non supera i 20 gradi.
Il paesaggio è desolante ed il freddo certo non lo aiuta. Immense spiagge vuote e nient’altro, vento a parte.
Ci sono dei campeggi, ma sono senza la minima attrezzatura. Vengono utilizzati solo in alta stagione, quasi esclusivamente da pescatori.

Alcuni sono ancora chiusi. Il campo serale sarà con felpe e calzoni lunghi.

SABATO 30 NOVEMBRE SKELETON C. – SWAKOPMUND KM.445

Entriamo nel parco della Skeleton Coast, per scoprire che non c’è assolutamente
nulla. Un po’ di uccelli, fenicotteri, un relitto minuscolo, e tanto freddo.

L’unica cosa pittoresca è la colonia di otarie che vivono a Cape Cross.

Sono migliaia, vivono e muoiono tutte addossate l’una all’altra, fanno uncasino infernale ed emanano una puzza che fa dare di stomaco, senza esagerare.

Lasciamo velocemente questo posto infernale e ci dirigiamo verso Swakopmund,una cittadina turistica, in stile tirolese.
Se si vuole esagerare si può cenare nel locale più esclusivo della città,ricavato da un peschereccio arenatosi sulla spiaggia ed adattato a ristorante.Molto bello e caro, unico caso anche se alla fine paghiamo il prezzo di unamedia cena di pesce in Italia.
E’ tutto molto buono, anche il vino sudafricano, sempre presente e che fasentire i suoi 12 e passa gradi.

DOMENICA 01 DICEMBRE SWAKOPMUND – MALTAHOE KM.453

Partiamo, in direzione del Fish River canyon, oggi è solo una tappa ditrasferimento.
Per passare la notte cerchiamo una guest farm gestita da italiani, ma nonriusciamo a trovarla.
Per fortuna invece troviamo la stazione di servizio di Solitarie, dove sembrapreparino la miglior torta di mele della Namibia.
E’ proprio vero.
Arriviamo a Maltahoe e ci accampiamo presso una guest farm.
Come sempre tutto lindo ed accogliente. Il tempo non né dei migliori è tutto ilpomeriggio che ogni tanto piove, anche forte.

LUNEDI 02 DICEMBRE MALTAHOE – FISH RIVER CANYON KM. 468

E’ da stamattina che piove. Giornata grigia. Arriviamo al Fish River canyon.
Lo spettacolo è bello ma sarebbe meglio se non piovesse, la luce non è dellemigliori.

Campo al riparo delle tende aperte. La pioggia comunque non toglie l’appetito.

MARTEDI 03 DICEMBRE FISH RIVER CANYON – LUDERITZ KM.454

E’ ritornato il sole, facciamo un salto a rivedere i posti di ieri con la luce,sono decisamente meglio. Puntiamo verso Luderitz, sull’oceano, porta della zonadiamantifera. Ritorna il caldo.
Poco prima ci fermiamo per vedere una mandria di cavalli selvaggi che resite inquesti posti aridi. Pare siano gli unici cavalli selvaggio esistentinell’africa australe.
Anche Luderitz è una bella cittadina, semplice ma meno turistica di Swakopmund.
Il camping è bellissimo, posto su un promontorio proprio sull’oceano.
Peccato che ci sia un vento che strappa le tende. Per fortuna ci sono dei massidietro ai quali ci si può riparare.
Visitiamo la città, facciamo le provviste ed i permessi per visitare la cittàfantasma di Kolmanskop.
La sera, è ovvio, cena a base di pesce, questa volta ad un prezzo normale perquesti posti.

MERCOLEDI 04 DICEMBRE LUDERITZ – NAUKLUFT PARK KM.352

Visitiamo la città fantasma di Kolmanskop. Mi aspettavo una vera cittàmineraria abbandonata.
In pratica è un museo, con alcune strutture perfettamente conservate ed altrelasciate al loro destino.
Comunque è un luogo che merita di essere visto.

Facciamo una deviazione lungo la costa, vi sono diverse insenature da visitare,ma fa freddo, questa zona non è probabilmente riparata dalle correnti freddedell’oceano.
La prossima meta sono le dune di Sousousvlei. Decidiamo un strada alternativa,nel Naukluft.
Sarà un scelta fortunata che ci porterà dentro scenari con colori di terra ecielo finora mai visti.
Ci accampiamo presso una guest farm, sperduta in mezzo alla campagna. Un postoveramente unico nel suo genere.

GIOVEDI 05 DICEMBRE NAUKLUFT – SESRIEME KM.374

Arriviamo a Sesrieme, dove abbiamo una prenotazione nel campeggio.
Da qui alle dune di Sossusvlei vi sono ancora ca. 60 km di strada asfaltata,più altri sei o sette in mezzo a sabbioni.
In pratica la strada si corre in mezzo a due catene di dune rosse, fino a sfociarein un catino circondato da rilievi sabbiosi.
L’ultima parte della strada bisogna farla con veicoli 4×4, oppure a piedi.Anche qua non è possibile mettere le ruote al di fuori del percorso tracciato.Alla fine non è poi male, è bello vedere tutte queste dune senza il benchéminimo segno di pneumatici.
Aspettiamo che la luce serale allunghi le ombre per fare le migliorifotografie, poi ritorniamo al campeggio.
Questo è uno dei posti più turistici della Namibia, una tappa obbligata.


VENERDI 06 DICEMBRE SESRIEME – REHOBOTH KM.420

All’alba delle sei si sentono i primi motori accendersi. Bisogna andare alladune per vedere l’alba.
Ci siamo anche noi. Arriviamo che comincia a sorgere.
Decidiamo di scalare la duna più alta. Magnifico il panorama, ma che fatica. Incompenso per la discesa seguiamo la via più veloce.
Ci mettiamo in cammino, con calma, ormai il viaggio volge al termine.
Ritroviamo la stazione di servizio a Solitarie, con la sua torta di mele, cosìcome riusciamo pure a trovare la guest farm gestita dagli italiani. Un posto dasogno, sperduto in tanta malora. I titolari non ci sono e ripartiamo.
Incontreremo il sig. Scarafia sulla strada del ritorno, brevi convenevoli.
La sera ci fermiamo a Rehoboth, una città ormai in prossimità della capitale.
Campeggio in un centro sportivo con tanto di piscina. Inoltre al coperto c’èn’è una termale, con acqua a quaranta gradi. Entrarci è un supplizio, ma unavolta dentro ci si sente bene.

SABATO 07 DICEMBRE REHOBOTH – WINDHOEK KM.98

Siamo di nuovo a Windhoek. Leggiamo di un ostello con possibilità dicampeggiare ed optiamo per questa soluzione.
E’ il classico ostello, attrezzato di tutto punto, frequentato da globtrotters.
Come programmato visitiamo la città, carina e moderna anche se in due ore lavisiti tutta.
Purtroppo è domenica ed i negozi sono chiusi.
Cena in steack house, con ottima grigliata.

DOMENICA 08 DICEMBRE WINDHOEK

Facciamo un altro giro per la città, oggi i negozi sono aperti. Ve ne sonomolti e ci dedichiamo alle compere. Ci si comincia un po’ a stufare, la città èpiccola, l’abbiamo girata e rigirata. Vorremmo essere a casa. La sera si cambiaristorante, ma il risultato è sempre lo stesso, ottima cena con spesairrisoria.

LUNEDI 09 DICEMBRE WINDHOEK

Consegniamo la macchina e paghiamo il conto. Nessuna sorpresa tutto come dacontratto, ottima l’organizzazione. Durante il viaggio abbiamo avuto un piccoloproblema, si è tagliato il tetto in prossimità del fissaggio dell’air campinganteriore. Probabilmente non era studiato per un fuoristrada impegnativo comequello che abbiamo fatto noi. Ci siamo recati in una delle officineconvenzionate, delle quali ci avevano fornito un elenco. Dopo un breve consultotra il meccanico ed il responsabile dell’agenzia, la decisone è stataimmediata. Tentare una riparazione per proseguire il viaggio. Se non fosseriuscita sarebbe partita immediatamente un’altra vettura.
Le ultime ore le passiamo alla pensione dell’arrivo, per cambiarci d’abito epreparare i bagagli.
Lo stesso per la cena, andremo nello stesso ristorante della prima sera.

MARTEDI 10 DICEMBRE WINDHOEK – FRANKFURT

Facciamo l’ultima abbondante colazione in terra namibiana ed arrival’incaricato dell’autonoleggio per accompagnarci all’aeroporto. Alle 11.30 siparte, arriveremo a Frankfurt dopo le nove di sera.
Ci accoglie una temperatura polare. Non riusciremo a prendere il bus perl’aeroporto di Hahn e dovremo ricorrere ad un taxi, spendendo circa 60 euro acoppia.
Arriviamo al piccolo aeroporto che è notte fonda. Poche ore d’attesa e si parteper Bergamo. Siamo a casa.
Quanti documentari avevamo visto prima di partire! Eppure non c’+ immagine,fotografia o racconto che possa descrivere le emozioni provate ogni giorno.
La Namibia resterà sempre nei nostri ricordi per il colore dei paesaggi, pergli grandi spazi incontaminati e gli animali della savana.

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