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Mauritania Senegal Guinea 1998 by Maurizio Dall’Oglio

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

MAURITANIA / SENEGAL / GUINEA 1998

  • Resoconto con foto e dati generali del viaggio compiuto da:
  • Maurizio e Ivana Dall’Oglio – Brescia­ Land Rover 110
  • Beppe e Patrizia Rossi ­ Bergamo ­ Land Rover 110
  • Contatto: Maurizio Dall’Oglio e ­ mail : mdall@libero.it
  • Periodo:da 11 settembre a 10 ottobre 1998 ­ durata 4 settimane
  • Tot.km.: ca.9.000
  • Costo visti: tramite IAS di Roma (06/5413445 sig.Campana) L.1.050.000 ca. per 2 auto e 4 persone.
  • Costo aereo: L.3.000.000 a coppia. Costo auto: da chiedere.
  • Cambi: 1 FRF=100 CFA 1 CFA= 2 F.GUINEA (cambi fissi)

Fase 1: Trasferimento Brescia/Bergamo ­ Dakhla (Marocco)

Lungo trasferimento stradale. Siamo partiti Venerdì 11/9 con l’intenzione di arrivare a Dakhla nel primo pomeriggio del mercoledì seguente, per essere sicuri di essere ammessi al convoglio del venerdì. Bisogna solo guidare, guidare e ancora guidare. Attenzione lungo le autostrade Francia (Nimes) e Spagna se ci si ferma per dormire (furti !!). Ricordo che Ceuta (spagnola pur in Marocco) è porto franco ed il rifornimento costa poco, così come nell’estremo sud marocchino. Arrivo a Dakhla primo pomeriggio di mercoledì 16/9. Iscrizione al convoglio del venerdì, presso il posto di blocco all’inizio del paese. Formalità da eseguire. Police, Douane (che riusciamo a fare la sera stessa) e Gendarmerie che faremo in mattinata. Qui ci indicano ulteriore formalità che però si rivela errata e quindi non da fare. Posto tranquillo, con buon campeggio, l’ideale per rilassarsi dopo la monotonia del viaggio.

Fase 2 : Mauritania

Appuntamento al mattino presso il posto di blocco all’ingresso del paese. Il numero delle vetture può variare e di molto, comunque molti locali (commercianti) e peugeottari. Si consegnano i passaporti e si parte non prima delle 10/11.00 circa. Salvo inconvenienti (macchine che si fermano ecc.) si arriva all’ultimo avamposto marocchino. Noi siamo arrivati che ormai era buio, abbiamo fatto campo e all’indomani di buon ora i militari ci hanno consegnato i passaporti, invitandoci a proseguire da soli, con la solita raccomandazione di non abbandonare la strada segnata, causa mine (vedi alcune carcasse di auto !!!). Dopo pochi km primo posto di blocco in terra mauritana e ritiro dei passaporti. Piccola fossa di sabbia da superare, nessun problema per 4×4 ma per gli altri sono guai. Quando TUTTI sono passati (ormai è pomeriggio inoltrato) un militare sale per indicare la retta via e si parte. Arrivo a Nouadibou alle 17.30, ritiro dei passaporti e consegna dei libretti di circolazione (che ritireremo all’indomani in dogana). Qui vi attenderanno un sacco di persone con l’intenzione di guidarvi al miglior camping, al miglior ristorante (ricordiamo le aragoste a prezzi modesti !!!), ecc. ecc. Ultime formalità, vari gabbiotti uno in fila all’altro e via per la città dove passeremo la notte. Cambio obbligatorio (da verificare) di 2.000 FRF. Al mattino si consiglia di provvedere per tempo alle residue formalità, Assicurazione (ca.3.400 ouguya), Dogana (dove riconsegnano libretti) e Gendarmerie. Noi abbiamo fatto contratto per campeggio comprensivo di assistenza ad espletare le pratiche. Se va tutto bene (si è tra i primi e il capitano della Gendarmerie firma in fretta i passaporti) verso mezzogiorno si può partire. Soliti tre gabbiotti in fila e via direzione Banc d’Arguin o Choum.

Noi siamo andati a Choum. Pista tutto sommato non difficile, con qualche tratto di sabbia molle (in verità pochi) si può tranquillamente fare senza guida, basta stare alla DESTRA delle rotaie (SX = MINE !!) Davvero caratteristico il lungo treno che nel giorno e mezzo di pista si incontra più volte.

Choum luogo dimenticato da Dio, posto di blocco. Campo appena fuori dietro collinetta.

Per Chinguetti si possono fare due piste una più corta ma più brutta e l’altra viceversa. Noi abbiamo fatto quella corta, tutto sommato niente di particolare, basta andare piano. Prepararsi alla famosa tole mauritana, che è andato al vulcano libico è avvantaggiato. Chinguetti molto bella, con bel camping. Molto bella la parte vecchia e le dune che l’assediano. Consigliata visita a Ouadane, in mezzo alle dune, ca 100 Km., se il tempo lo consente.

Direzione Noukhchott. Campo a Terjit, (bivio sulla strada principale a SX N 20 16 190-W 13 11 627) bella oasi con palmeto e cascata in una gola. Fin qui strada brutta, anche se in rifacimento.

Alla sera del 24/09/98 arrivo a Nouakhchott. Strada prima brutta, poi bella asfaltata (ma chiusa al traffico) infine aperta. Probabilmente ora sarà interamente completata. Sempre se il tempo lo consente si può risalire il la spiaggia dell’oceano (per il Banc d’Arguin servirebbe il permesso) informandosi sull’orario delle maree. Passaggio per accesso a spiaggia N 18 06 440 – W 16 01 310

Visita al mercato, carino, e cena in ristorantino. Sosta al Park Hotel decoroso, con guardiano.

Se si va sulla spiaggia raccomandazione di lavare poi l’auto in uno dei numerosi lavaggi. Partenza per il Senegal. Mauritania bella, buona accoglienza, militari e simili, sempre più che nella norma africana, anzi. (contrariamente a notizie raccolte, che confermano come difficilmente due viaggi dallo stesso identico itinerario siano uguali)

Fino alla frontiera di Rosso, la strada è bella. Se possibile poco prima della frontiera deviare a destra e cercare la diga, sulla quale si può transitare fiume e confine. Noi non abbiamo potuto causa l’acqua alta. In ogni caso a Rosso (prassi confermata anche dopo da amici) assisterete alla sceneggiata del traghetto che c’è e poi non c’è, poi forse, però se si paga arriva. Qui dipende dallo spirito con cui si arriva. Noi abbiamo comunque pagato qualche cosa, non ricordo la cifra ma poca cosa, anche perché era pomeriggio inoltrato ed in un battibaleno abbiamo fatto dogana, police, gendarmerie e chi più ne ha più ne metta e ci siamo imbarcati.

Fase 3 : Senegal

Fin dalla discesa dalla chiatta ci si accorge che si è in Africa Nera. Dogana chiassosa, caotica, ma tutto sommato divertente. Si fanno tutte le formalità compresa l’assicurazione. Il permesso dell’auto dovrà essere rinnovato a Dakar (non si capisce perché non lo facciano più lungo, forse conviene dichiarare subito come destinazione la quella finale in uscita).

Prima sosta a St.Louis città in stile coloniale purtroppo in decadimento (si consiglia un drink all’Hotel de la Poste) Attenzione a rispettare rigorosamente tutta la normativa stradale (cinture, stop, precedenze, ecc.) altrimenti sono multe. Sosta in campeggio sulle rive dell’Oceano (Camping de l’ocean ­ chez Dior). In città c’è anche un centro dell’artigianato da visitare.

In direzione Dakar, strada bella anche se monotona, sosta a Rufiske in campeggio gestito da tedesco, squallido, se possibile arrivare a Dakar.

Arrivo a Dakar, caos indescrivibile, sosta all’Hotel Lagon II’. Bisogna prorogare il permesso dell’auto e, se si va in Guinea, bisogna andare a richiedere all’ambasciata un Laissez-passer speciale, che servirà MOLTISSIMO una volta là. Niente di bello se non la visita all’ile de la Gorè.

Partenza per Tambacounda. Solita strada monotona, tutto piatto, attenzione al traffico. Noi abbiamo fatto campo ospiti di un villaggio (poche case) situato N.14° 08′ 093”/W.15° 50′ 805”. C’è una tal M.me Mbodi, che parla un po di francese.
Serata con cordialità, doni, ecc.

Arrvio al Parco del Niokolo Koba e sosta al campement touristique di Cimenti, in riva al fiume, molto carino. Tantissime scimmie.
Per arrivarvi non serve la guida, che però conviene prendere per fare un escursione nel parco. Nel nostro periodo la vegetazione era molto alta, quindi nascondeva in parte gli animali, comunque con un po’ di fortuna e pazienza..

Fino a Kedoudou, dove si espletano le formalità in uscita, la strada è nuova e bellissima. Da qui in poi, in direzione dell’ultimo avamposto senegalese di Segou il discorso cambia. Pista di terra rossa che si staglia nel verde della vegetazione, piena di enormi pozzanghere, almeno nel nostro periodo.

Arrivati a Segou si consiglia di fare campo a Dieffellou, tipico villaggetto sperduto, però con tanto di campeggio carino, la cui attrattiva principale è una cascata nel bel mezzo di una foresta tropicale.

Fase 4 : Guinea

Si ritorna a Segou ed al bivio anziché ritornare a Kedougou si gira a destra in direzione Guinea (incrociando le dita), non dopo aver espletato le ultime formalità. Si dovrebbe pagare una tassa di 2.500 CFA. Da noi non l’hanno voluta in quanto convinti di dovercela restituire la sera stessa, non credendo che saremmo riusciti a passare, visto lo stato delle strade. Un bell’augurio, non c’è che dire. Effettivamente parlare di strade, di piste, è un eufemismo. Si blocca tutto quello che si può bloccare, si mette la prima ridotta e si cerca di seguire le tracce che si inerpicano su per la montagna che segna il confine. Alla sommità la pista è più bella. O forse è prima che è tanto brutta!

Primo posto di blocco dimenticato da Dio. Abbastanza scorbutici. Ispezione completa, ma proprio completa, anche dentro le singole scatole di medicinali, di pasta, in tutti i vani. Piccola tassa da pagare, che da qui in avanti sarà la costante, almeno come richiesta, degli innumerevoli posti di blocco. Dopo pochi chilometri primo villaggio, si fa dogana. Sorpresa: le auto nuove (entro il tal anno) devono pagare il 2% del valore. Le nostre sono una vecchia ed una nuovissima. Come sempre ci si accorda, per 1.000 FRF per entrambe. Doganieri comunque cordiali, soprattutto M. Pascal, si fa campo davanti alla dogana. E’ il 03/10/98 ormai siamo in Guinea.

La pista, ormai si può almeno definire così, è sempre brutta, con diversi guadi, dovuti alla stagione, punti difficili, però va costantemente migliorando, il che ci fa sperare che il peggio sia passato.

L’itinerario prevede l’attraversamento del Fouta Djalon, toccando le città di :

Mali – situata a 1.500 slm, campo nel cortile dell’unico Hotel del quale consigliamo un pittoresco utilizzo delle docce e della sala pranzo, visita alla Dame de Mali volto di donna scolpito nella roccia, con vista mozzafiato. Non lasciare NULLA a portata di mano, neanche nel piazzale dell’albergo perché rubano.)

 

Labe – qui inizia l’asfalto. Niente di particolare. Sosta a l’hotel del l’Independence, squallido. Vicino all’hotel, ci si arriva a piedi, una pizzeria (chez Tata) gestita da un italiano, tal Flavio Callegarin con consorte e prole!!!
Inoltre qui si fa l’assicurazione per l’auto (ca.32.000 F.Guinea). Problema: poco prima di Labe ad un posto di blocco, paghiamo l’ennesima gabella concordata perché non abbiamo l’assurance; ma come si fa a farla se prima non vi sono uffici d’assicurazione?

Kindia ­ sempre più grande. Niente di particolare. Bello comunque giro per la città sui mezzi pubblici, che consigliamo caldamente. Poco prima di Kindia deviazione per vedere la cascata di Kinkon (bisogna fare permesso-chiedere). Caruccia. Si possono solo fare foto ma non filmati. Provate a non dichiarare l’esistenza di camera video, può darsi che non vi accompagnino e allora

A Kindia si possono fare molti acquisti di arte africana, se interessa. Alloggio presso Hotel Phare du Guinee, brutto. Cena presso hotel disastrosa. Appena fuori città però dovrebbe esservi un nuovo hotel. Informarsi.

Da qui in poi ci si avvicina alla capitale, con conseguente aumento dello squallore del paesaggio.

Città caotica, situata su una lingua di terra estesa in mezzo al mare. Niente di bello, anche perché quando si arriva qui il viaggio è ormai finito.

Per imbarcare l’auto contate almeno 2/3 gg. per “tempi tecnici”. Noi ci siamo affidati alla Getma, (sig.Daniel Lafargue) corrispondente in Guinea della Messina, e siamo rimasti soddisfatti.

Blvd.du Commerce, 60-tel.(224) 41.32.05/41.42.78-fax 40.42.00 email getma.gui@eti-bull.net

Per ultimo l’aeroporto, caos immane. Bisogna arrivare per tempo perché si dice che a volte vendano più biglietti dei posti disponibili e quindi chi tardi arriva.. Meglio comunque confermare il ritorno in città, presso l’ufficio della compagnia (Air France o Sabena di solito). Inoltre nascondere soldi, di ogni tipo e portare il minimo indispensabile, per non dar adito alle ultime richieste di gabelle delle e polizie varie, visto che li hanno l’appoggio dell'”aereo che parte”. Si può alloggiare all’Hotel Cesar (tale Cesare di Rimini) tutto sommato niente male anche se situato tra le favelas.

La Guinea è molto bella, soprattutto fino a Labe, dove il turismo è inesistente. Il comune denominatore, anche per il periodo da noi scelto, è stato il verde. E’ un’unica grande foresta con la strada che vi scorre dentro. A proposito occhio ai serpenti perché qui vene sono un’infinità.

E’ vera Africa nera, sicuramente diversa dai deserti, ma vera Africa.

La gente e cordiale e disponibile, per niente assillante, a volte addirittura scappava anziché fermarsi per un regalo. I controlli sono stressanti, sempre prima e dopo e dopo gli agglomerati urbani, comunque alla fine ci si abitua, a volte si paga per guadagnare tempo (sempre cifre ridicole) a volte si rifiuta, a volte si da un cadeau, anche non richiesto.c’est l’Afrique.
Si consiglia comunque, se possibile, di posticipare il periodo causa il gran caldo e le abbondanti piogge.

Per ulteriori informazioni : Maurizio e-mail mdall@libero.it

 

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