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Mauritania le antiche citta carovaniere e le loro biblioteche By Felice Doria

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By Felice Doria
Originally Posted Sunday, July 11, 2004

Aggiornamenti utili per il viaggio :

– Autonomia necessaria di carburante: km 600 (tratto Tidjikja-Nema)

– Si trova gasolio con relativa facilita’ in tutti i paesi piu’ importanti (compresi Tidjikja e Ouadane); il costo varia da 110 MRO a 130 MRO (nei punti piu’ lontani)

– Si puo’ cambiare l’euro un po’ dovunque: a Nouadhibou e Nouakchott e’ vantaggioso il libero mercato piuttosto che la banca

– Oltre al visto sul passaporto, bisogna fare l’assicurazione auto (6700 MRO per 20 gg) a Nouadhibou, pagare una tassa di 20 euro alla frontiera (10 police e 10 douane), fare il biglietto per l’ingresso al Parc d’Arguin (2 persone x 2 gg = 4800 MRO), (consegnano un opuscolo con gli orari delle maree, indispensabile per chi voglia seguire la pista sulla spiaggia per raggiungere Nouakchott)

– a Nema ricordarsi di passare al posto di polizia per la registrazione sul passaporto con relativa tassa di 2000 MRO (in pratica un rinnovo di visto)

– All’uscita si fa dogana solo in Marocco; forse si tratta di una soluzione temporanea, visto che stanno asfaltando la strada nella zona di confine che si puo’ gia’ percorrere proprio nel tratto che porta quasi fino alla barra marocchina, senza passare per l’accampamento mauritano di frontiera che bisogna invece raggiungere in ingresso (seguire l’indicazione su cartello)

Le antiche citta’ carovaniere e le loro biblioteche

Viaggio effettuato dal 19.12.2003 al 16.01.2004 con partenza e arrivo a Treviso

Mezzi utilizzati: toyota BJ71 e toyota HZJ78

4 partecipanti: Nelson Z., Lorenza S., Cristiano R., Felice D

Giorni effettivamente trascorsi in Mauritania: 16, dal 25.12 al 09.01

Trasferimento in andata: 6 giorni, via Ceuta

Trasferimento al ritorno: 7 giorni, per una splendida escursione in Marocco a Cap Draa e alla Plage Blanche (consigliata)

Percorsi complessivamente 14.000 km, dei quali 4600 in Mauritania, e di questi ultimi 3000 su pista

Bibliografia essenziale:

• Attilio Gaudio, MAURITANIA, polaris 2002

• Jacques Gandini, MAROCCO, polaris 2002

• Cyril Ribas & Silvie Beallet, MAURITAINE AU GPS, livret 1 e 2, 1998

APPUNTI DI VIAGGIO, giorno per giorno

Trasferimento

25.12.03 dopo la lunga discesa di Spagna e Marocco e il bel campo fatto di fronte alla penisola di Dakhla la notte del 24 (umido ma non freddo) arriviamo nel pomeriggio alla frontiera con la Mauritania; formalita veloci (1/2 ora) e discrete; raggiungiamo Nouadhibou con pista sabbiosa di poco piu di 40 km; sistemazione al piccolo campeggio “baie du levrier”, pulito e ben gestito, in pieno centro, a pochi metri dal posto di polizia, l’ufficio delle assicurazioni e la direzione del parco d’Arguin; in ognuno di questi luoghi facciamo il dovuto.

26.12.03 traversata del Parc d’Arguin tra dune, villaggi di pescatori e voli di uccelli di ogni tipo; arriviamo con il buio al piccolo villaggio di Nouamghar, sull’oceano; controllo di polizia e sistemazione nel recinto-campeggio, gestito da una gentile signora che si premura di cucinare per noi, sulle braci, due grossi pesci appena pescati

27.12.03 partenza prima dell’alba per non mancare la bassa marea che ci permette di percorrere i 160 km che ci separano da Nouakchott sulla spiaggia umida a 60 all’ora; un unico passaggio delicato per aggirare uno scoglio troppo avanzato; l’oceano a destra, le dune a sinistra, dietro di loro il sole che sorge e davanti un continuo volo di gabbiani a frotte di migliaia; uniche pause per salutare i pescatori imraguen che mettono le barche in mare; arriviamo a Nouakchott dopo 3 ore; si attraversa una immensa, misera, periferia per arrivare ad un piccolo centro ordinato dove risolviamo qualche problema tecnico, cambiamo soldi e facciamo qualche spesa; ripartiamo prendendo l’unica grande strada di collegamento ovest-est, asfaltata; facciamo campo poco dopo Aleg, in direzione di Tidjikja

28.12.03 Tidjikja, capitale del Tagant, paese della pietra, e’ la prima delle citta’ storiche che intendiamo visitare, e anche la piu’ “grande” (qualche migliaio di abitanti, ma sta crescendo in questi ultimi anni); la citta’ vecchia e’ in gran parte in rovina; pure ogni rudere e’ abitato, la moschea e alcuni edifici sono stati restaurati; in uno di questi veniamo accompagnati a visitare la nostra prima biblioteca: quella privata (tutte lo sono) di un notabile che ci introduce alla storia della sua famiglia attraverso lo sfoglio di vecchi libri, mai rilegati, scarsi di decori e disegni, fitti di scrittura a inchiostro nero su pergamene, pelli e carte di varia provenienza; trattati religiosi per lo piu’, ma anche grammatiche, poesie, storia; non abbiamo mai visto libri di conti o elenchi di proprieta’;prima del tramonto prendiamo la pista per Tichit, non quella dei francesi, ma quella alta, balista, sabbiosa ma scorrevole; attenzione ai sassi affioranti dalla sabbia molle

29.12.03 da Tidjikja a Tichit, 240 km di pista balista (pali di cemento a striscie bianche e rosse + o – ogni km), piuttosto piatta a fondo prevalentemente sabbioso; gli ultimi 50 km scorrono tra dune basse con sabbia molle (sgonfiare); facciamo campo in alto su una duna in vista di Tichit

30.12.03 Tichit appare al mattino, bellissima arroccata in cima alla collina; bella e angosciosa in uno stato di abbandono struggente; il migliaio di persone che la abitano ci vengono tutte incontro, ci accompagnano in giro tra rovine divorate dalla sabbia e pochi magnifici edifici in pietra, isolati, perfettamente ricostruiti, attorno al minareto tra i piu belli di tutta la Mauritania; al maestro della scuola pubblica lasciamo uno scatolone di materiale per scrivere e disegnare confezionato dai ragazzi di una scuola elementare di Udine; per raggiungere Oualata lungo la pista, difficile, che corre a ridosso della lunga falesia dell’Aoukar ci facciamo accompagnare da una giovane guida, che deve comunque raggiungere la famiglia a Nema; la scelta si rivelera opportuna data l’incertezza delle tracce in molti punti; raggiungeremo Oualata in due giorni, quando avremmo potuto impiegarne anche il doppio da soli, pur avendo la rotta dei francesi; la prima deviazione per visitare i resti dell’antica Aghrijlt (N 18° 22.974’ O 9° 9.055’), grande arroccata, di pietra scura, con una breve escursione a piedi per salire sulla falesia; facciamo campo a ridosso di alcuni grossi massi emergenti dalle dune; con sorpresa nostra e soprattutto della nostra guida scopriamo alcuni magnifici graffiti con dromedari, cavalli e giraffe, che segnaliamo a chiunque voglia approfondirne l’esame (N 18° 22.974’ O 8° 41.630’)

01.01.04 arrivo a Oualata nel primo pomeriggio; citta strappata alla sabbia da un intervento di qualche anno fa dell’Unesco, che l’ha dichiarata patrimonio dell’umanita; a buona ragione; e’ stata riportata alla luce, letteralmente, una piccola citta’ medievale percorsa da strette vie, tra basse case di pietra, spesso intonacate e dipinte, attorno ad una magnifica moschea e al suo poderoso minareto, ricostruito per opera di artigiani locali con l’assistenza di un architetto delle Nazioni Unite nel 1990; qui si incontravano le carovane dal sud con oro e schiavi e quelle dal nord con cereali e sale; popoli neri e popoli bianchi che hanno dato i colori ai mauri; lasciamo il secondo scatolone alla scuola pubblica, visitiamo il museo etnografico, la biblioteca e ci sistemiamo al campeggio comunale da poco aperto, confinante con le abitazioni locali

02.01.04 una bellissima pista ci porta rapidamente a Nema; al posto di polizia va fatto un aggiornamento dei visti (2000 MRO) senza il quale non si puo’ proseguire; andiamo a fare il campo vicino alla falesia di Ayoun, in un oued sabbioso, decisi l’indomani a cercare i resti della mitica Aoudaghost

03.01.04 una nuova pista, non segnalata nelle carte michelin, 115 dopo Ayoun verso Kiffa, sale a Tamchekket, dove chiediamo indicazioni per Aoudaghost; raggiungiamo un altro piccolo villaggio, Mobruk, ma qui le tracce si perdono; un ragazzo si offre di accompagnarci, sembra sicuro di se’, lo facciamo salire con noi e con lungo aggiramento di colline rocciose arriviamo alla piana dove sorgeva l’antica capitale degli Almoravidi, conquistatori berberi ai quali gli storici assegnano il ruolo di unificatori del paese attorno al X? secolo; nel cuore dell’Aoukar sabbioso, circondata e protetta in ogni lato da montagne aspre e scoscese, la piana appare ancora oggi come un’isola quasi-verde, di cui si intuiscono giardini e piantagioni passate; i resti della citta’ sono naturalmente miseri, tranne per la moschea ricostruita nelle sue strutture essenziali, ma lo scenario e’ grandioso; in una grotta vicina il nostro giovane amico ci rivela l’esistenza di una bella giraffa dipinta che andiamo ad ammirare

04.01.04 a Tamchekket ci parlano di una pista che raggiunge direttamente Tidjikja attraverso le dune, ma potrebbe prendere 2 o 3 giorni; non li abbiamo e quindi scegliamo l’asfalto e in poche ore siamo di nuovo a Tidjikja e pernottiamo al caravan, accogliente e attrezzato per una rimessa a punto generale

05.01.04 qualche difficolta’ la mattina a trovare la pista buona per Rachid: chiedere informazioni al gestore del caravan e attenti a seguire le tracce giuste (vedi track); fino a Rachid la pista corre per lo piu’ dentro l’oued sabbioso, largo e dal fondo abbastanza duro; le rovine della citta’ vecchia e abbandonata stanno dalla parte opposta dell’oued rispetto al piccolo centro attualmente abitato; entrambi meritano una breve visita;

06.01.04 riprendiamo la pista nel letto dell’oued Rachid; quando ne usciamo, dopo 50 km scorrevoli, la pista affronta alternativamente qualche duna di facile superamento a tratti a fondo duro e sassoso; fino al passo di Zarga con bella, ripida discesa alla piana; facciamo campo sotto una duna, 80 km prima di incrociare la nuova strada che collega Atar a Chinguetti

07.01.04 raggiungiamo velocemente Cinguetti e di qui Ouadane; due bellissime citta’ vecchie, antiche per l’austerita’ che esprimono, abbandonate e poi recuperate; piene di fascino per la localizzazione, la struttura urbana, i singoli edifici fatti di pochi essenziali dettagli – i muri, i serramenti, la luce, l’acqua raccolta per climatizzare-; a Guadane ci sono diverse soluzioni per dormire: noi abbiamo scelto il caravan in basso, il primo arrivando da Cinguetti, e siamo stati bene

Independent from France in 1960, Mauritania annexed the southern third of the former Spanish Sahara (now Western Sahara) in 1976, but relinquished it after three years of raids by the Polisario guerrilla front seeking independence for the territory. Opposition parties were legalized and a new constitution approved in 1991. Two multiparty presidential elections since then were widely seen as flawed, but October 2001 legislative and municipal elections were generally free and open. Mauritania remains, in reality, a one-party state. The country continues to experience ethnic tensions between its black minority population and the dominant Maur (Arab-Berber) populace.

08.01.04 per raggiungere Atar prendiamo la vecchia pista del passo di Amogiar; qualche ora in piu’ rispetto alla nuova strada ma una splendida gita tra canyon e vallate mozzafiato; ci portiamo fino a Choum, troviamo la ferrovia che ci accompagnera’ fino al confine e ci accampiamo vicino

09.01.04 un forte vento freddo da nord non ci dara’ tregua tutto il giorno, rendendo difficile seguire le tracce (molte e diverse, sempre comunque sulla sinistra delle rotaie, meglio non troppo vicino per la presenza di traversine e altro materiale residuo affiorante dalla sabbia); dopo 370 km di inferno spunta improvvisa la nuova strada in costruzione che porta diretta al confine con il Marocco; si esce dalla Mauritania senza formalita’ e si raggiunge il posto di controllo marocchino, lo stesso dell’andata; la procedura e’ rapida e cortese. Ancora qualche giorno e saremo… a casa.

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