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Marocco in estate (facile) di Gaetano Passigato

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By Gaetano Passigato
Originally Posted Wednesday, July 30, 2008

MAROCCO IN ESTATE, FACILE

Non voglio proporvi una descrizione dettagliata di eventi, ma solo evidenziare le cose rilevanti e utili per chi volesse progettare un viaggio analogo nel periodo estivo, senza troppe difficoltà tecniche ma il più possibile fuori dai tracciati del turismo organizzato. In particolare, trovate informazioni aggiornate sulle piste che abbiamo percorso. Le foto danno un’idea degli ambienti e delle condizioni delle strade. Lascio alle guide cartacee e virtuali le informazioni turistiche più tradizionali.

Il viaggio è durato tre settimane a cavallo tra giugno e luglio 2008, l’equipaggio era formato da genitori e due ragazzi di 16 e 17 anni.

L’auto utilizzata è una Land Rover Discovery II senza particolari modifiche, salvo una seconda batteria per alimentare un frigorifero e le utenze da campeggio, un compressore d’aria, una ruota di scorta aggiuntiva (solo il copertone senza il cerchio – è stato utile), una tanica da 20 litri per il gasolio e due da 15 litri per l’acqua (non sono state usate – il carburante e l’acqua potabile si trovano frequentemente).

Il programma prevedeva di passare circa il 50% delle notti in campeggio (Air Camping per due, più una tenda igloo per i ragazzi), ma il clima sfavorevole (caldo) e la disponibilità di sistemazioni accoglienti e relativamente economiche (esempio i “riad” nelle medine delle città) hanno ridotto a sei le notti passate in tenda.

L’itinerario e il calendario sono riportati di seguito (ho usato la toponomastica della carta Michelin 956):

giorno descrizione km

1 – 3 Verona – Genova – Tangeri (nave)

4 Tangeri – Chefchaouen – Fes 370

5 Fes (visita della città) 20

6 Fes – Midelt – El Rachidia (camping Source Bleue de Meski) 368

7 El Rachidia – Erfoud – Merzouga – Taouz – Tinerhir – Gorges du Todra (camping Le Soleil a Tamtattouchte) 432

8 Tamtattouchte – Tinerhir – traversata del Jbel Sarhro (pista) – Nekob – Zagora 243

9 Zagora – Foum Zguid (pista) – Tata 272

10 Tata – Bouizakarne – Guelmin – Fort Bou Jerif (camping) 454

11 Fort Bou Jerif – Plage Blanche – Fort Bou Jerif (camping) 88

12 Fort Bou Jerif – Sidi Ifni – Tiznit – Tafraoute – Agadir 358

13 Agadir – Tizi-n-Test – Marrakech 360

14 – 15 Marrakech (visita della città) 0

16 Marrakech – Tizi-n-Tichka – Telouet – Ait Benhaddou (pista) – Ouarzazate (camping Municipal) 276

17 Ouarzazate – Boumaine Dades – Gorges du Dades (Ait Houdinar – camping) 151

18 Ait Houdinar – Msemrir – Agoudal (pista) – Imilchil – El Ksiba – Azrou 413

19 Azrou – Meknes (visita della città) 70

20 Meknes – Volubilis – Tangeri 331

Totale km in Marocco 4206

21 – 22 Tangeri – Tarifa (ferry) – Verona 2300

GUIDE E CARTE

Per trovare le sistemazioni notturne, i ristoranti e le altre informazioni logistiche abbiamo usato la guida Lonely Planet (edizione italiana EDT): tutti i commenti si sono dimostrati appropriati. Per le informazioni turistiche abbiamo usato la guida verde del Touring Club Italiano. Probabilmente la guida migliore e più completa è la Routard, visto che la frequentazione francese in Marocco è la più massiccia.

Sia per la pianificazione che per il viaggio abbiamo usato la carta Michelin 959 (Marocco 1:1.000.000 con dettagli 1:600.000): in verità, in alcuni casi, sarebbe stata utile una carta più dettagliata. in aggiunta, avevamo sul computer le mitiche carte russe, sulle quali abbiamo programmato il GPS con Ozi Explorer.

Per le informazioni sulle piste, inclusi i punti GPS, abbiamo usato la guida Maroc – Premiere Pistes (in lingua francese) di Jacques Gandini (che ho scoperto essere una specie di guru del turismo 4×4 in Marocco, almeno per i francesi e per i marocchini). Altre informazioni le abbiamo raccolte dai resoconti nel sito sahara.it.

IL PERCORSO DI AVVICINAMENTO

Per il viaggio Italia Tangeri abbiamo usato il servizio di Grandi Navi veloci (GNV) che parte da Genova il sabato pomeriggio e arriva a Tangeri il lunedì pomeriggio (circa 48 ore di viaggio con scalo a Barcellona, più il viaggio fino a Genova per un totale di tre giorni). Non mi sento di raccomandare questa soluzione: la nave è grande, abbastanza veloce ma male gestita. Il 90% dei passeggeri è formato da famiglie marocchine che tornano a casa per le vacanze: probabilmente per questo motivo, il servizio a bordo è minimo e prevede pasti gratuiti con menu fisso. Il personale di bordo (italiano) è ridotto all’osso. Questo mix comporta lunghe code al self service che impegnano quasi tutto il tempo a disposizione. A questo si deve aggiungere un’altra gigantesca coda per sbrigare a bordo le formalità di frontiera (un solo poliziotto deve verificare i passaporti di oltre 1500 persone).

Per il viaggio di ritorno abbiamo utilizzato il ferry veloce da Tangeri a Tarifa (35 minuti di traversata, non occorre la prenotazione). Le formalità di frontiera sono state veloci. Da Tarifa a Verona sono circa 2300 km. Da Tangeri, inclusa la traversata, sono sufficienti due giorni pieni. Raccomando questa soluzione anche per l’andata.

IL CLIMA

Il clima ha condizionato significativamente la scelta dell’itinerario e delle sistemazioni. Siamo arrivati a Merzouga verso mezzogiorno ed eravamo gli unici viaggiatori, sulla sabbia a 45°C, circondati dai procacciatori a piedi, in motorino, in quad. Il clima e non invitava ne’ alla sosta ne’ a qualsiasi escursione fuoristrada. Siamo fuggiti a Todra (Gorges du Todra) dove il clima era migliore e il campeggio (vuoto) aveva una splendida piscina. Vuol dire che a Merzouga ci torneremo in una stagione migliore.

Lo stesso a Zagora. Lì abbiamo trovato un’altra ottima sistemazione con piscina, aria condizionata, cucina casalinga e non abbiamo fatto grandi escursioni nei dintorni.

Al mare e sull’Atlante, invece, il clima è perfetto. Bisogna solo stare attenti al sole: qualche ora a Plage Blanche nel solstizio d’estate (con il sole sulla verticale) ci ha sistemato per il resto del viaggio.

LE PISTE

Per una serie di ragioni, abbiamo evitato i percorsi più impegnativi nel deserto: per il clima, perché eravamo soli, per la consapevolezza di non essere molto esperti.

Per le piste 1) 2) 3) ho registrato i punti GPS di Gandini, per la pista 4) ho registrato i waypoint più importanti: vi posso fornire tutto su richiesta.

Pista 1) Traversata del Jbel Sahrho (da Tinerhir a Nekob, km 120)

Si tratta di una magnifica opportunità per attraversare il massiccio del Jbel Sahrho, catena montuosa che separa l’Atlante dal Sahara, tra paesaggi lunari, greggi di capre e rari villaggi dove sembra che il tempo si sia fermato (se non ci fossero le parabole sui tetti a certificare la contemporaneità). Si consiglia di percorrerla in direzione nord-sud (quella descritta).

La pista si stacca dalla strada asfaltata Tinerhir- Boumaine Dades e sale fino al colle Tizi n’Tikit (1700 m). Dopo circa 50 km, al villaggio di Iknioun, incontra la strada asfaltata (nuova) che proviene da Boumaine Dades. Lasciato di nuovo l’asfalto dopo qualche centinaio di metri, si svolta a sinistra verso il villaggio di Douar Ait Mersid, dove si viene immediatamente circondati da un nugolo di fabbricanti/venditori di bicchieri in legno di abete (è l’unico posto dove abbiamo trovato questo tipo di artigianato). La pista sale quindi fino al colle Tizi n’Tazazert (2283 m).

Una scritta su una roccia indica un hotel a due chilometri: sembra uno scherzo ma, effettivamente, dopo due chilometri appare una piccola costruzione sul ciglio di uno strapiombo. Hotel berbero, ristorante berbero, negozio di artigianato berbero in meno di 50 mq. In aggiunta, pannello fotovoltaico berbero e antenna satellitare berbera. Due donne e alcuni bambini (berberi). Come minimo, bisogna onorare la sosta con un te’ alla menta (quello acrobatico, lanciato con virtuosismo a grande distanza dalla teiera al bicchiere) e perdere qualche minuto osservando questo posto fuori dal mondo. La pista quindi costeggia uno straordinario canyon con le pareti di basalto e continua a scendere fino al villaggio di Ouarourite, dove risale sul plateau per terminare sull’asfalto a circa 12 km da Nekob. In tutto il percorso, abbiamo incrociato solo qualche scassato furgone Mercedes (di quelli che fanno il servizio collettivo tra i villaggi).

2) da Zagora a Foum Zguid (130 km)

Questa pista non sembra molto apprezzata dai viaggiatori del deserto, ma è la via più breve per collegare Zagora alla strada asfaltata che porta a Bouizakarne a all’oceano Atlantico. Si snoda a nord della catena del Jbel Bani, che la separa dal grande deserto del Sahara. In questo momento, una strada è in costruzione parallelamente alla pista e se ne percorre una buona parte (sterrata ma larga e liscia, tipo Namibia) sia in partenza da Zagora che arrivando a Foum Zguid. La pista vera e propria si riduce quindi a circa il 30% del totale, e non si discosta dal tracciato della futura strada, evidenziato dai manufatti in cemento già realizzati. Lungo tutto il percorso non abbiamo incontrato nessuno. In compenso, abbiamo macinato un copertone perchè non ci siamo accorti che si stava sgonfiando. Il gommista di Foum Zguid, nella sua spelonca nera, ha sostituito il copertone distrutto con la nostra sesta ruota (si dovrà tornare a casa con una ruota diversa dalle altre …).

3) da Telouet a Ait Benhaddou (60 km circa)

Questa è la famosa pista che scende verso Ouarzazate in alternativa alla strada asfaltata del Tzi n’Tika. Segue il tracciato dell’antica via carovaniera, scendendo la valle Asif Ounila tra granai in terra cruda e burroni. Degno di visita il castello (kasba) di hadj Thami el-Glaui (a Telouet), quartier generale dell’ultimo grande capo tribale del sud e caduta in rovina dopo il 1956. In questo momento, l’asfalto finisce 11 km dopo Telouet e ricomincia qualche km prima di Ait Benhaddou: complessivamente meno di 30 km di sterrato, ma abbastanza impegnativo (per capirsi, non ci sono i furgoni Mercedes). La pista termina presso il famoso villaggio di Ait Benhaddou, immortalato da numerosi film e meta del turismo organizzato.

4) dalla gola di Dades a Imilchil (100 km circa)

Di queste zone avevo trovato informazioni contraddittorie sullo stato e la difficoltà delle strade. Oggi, in realtà, l’asfalto ha coperto gran parte delle piste dell’Atlante. Nel nostro percorso, che risale la valle di Dades, L’asfalto arriva fino a Msemrir e riprende all’incrocio con la strada Imilchil-Rich. Complessivamente saranno rimasti circa 50 km di sterrato (i più complicati da “modernizzare”). Dalla gola vera e propria, la strada sale sovrastando il canyon di Dades e si snoda con una pendenza costante fino a raggiungere il passo Tiz-n-Ouan (2800 m).

Si incontra solo qualche ragazzino che conduce il suo asinello per trasportare enormi carichi di fieno. Scendendo verso Agoudal, si incontra ancora qualche bambino intraprendente che rimuove le pietre dalla pista davanti all’auto per pretendere un compenso. Pochi chilometri dopo Agoudal si ritrova la strada asfaltata (bivio) che in 20 chilometri porta a Imilchil (oppure a Er-Rich, 118 km sulla P21 tra Midelt e Er Rachidia). Da Imilchil l’asfalto prosegue verso nord est fino a El Ksiba e alla strada P24 Marrakech –Fes.

IL RAPPORTO CON I LOCALI

Leggendo i racconti di altri viaggiatori e ascoltando le lamentele di amici, mi aspettavo di peggio. L’invadenza degli indigeni “affaristi” nei confronti del “turista” rimane entro limiti ragionevoli e controllabili. I peggiori sono i ragazzini, arroganti e maleducati, che pretendono lapis, cadeau, bonbon, dirham, qualsiasi cosa, come se fosse dovuta. Probabilmente è anche colpa di chi è passato prima di noi, ma sicuramente questi comportamenti non giovano all’immagine di accoglienza del paese, che in altre occasioni si è dimostrata sincera e disinteressata.

In alcuni casi, l’assistenza di una guida diventa necessaria, come nella medina di Fes (per orientarsi e per trovare tutte le cose notevoli della città), nel palmeto di Skoura (per trovare e visitare le kasbe disseminate nell’oasi), a Foum-el-Hisn (per trovare ed apprezzare le incisioni rupestri). Spesso, è la guida a trovare noi e, dopo un primo approccio un po’ rude e diffidente, si scopre la sua passione, la sua competenza e la sua umanità. In aggiunta, la guida protegge dagli altri importuni e semplifica la vita. Per avere un’idea dei costi, mezza giornata a Fes costa 15 Euro, una giornata 25, per un paio di ore si possono proporre 10 Euro (forse si potrebbe dare di meno, ma per noi non è un problema e il nostro interlocutore è felice).

Segnalo le seguenti persone:

Abdul, guida ufficiale di Fes (parla italiano) tel. +212 61356862

Oussiblal El Hassan (parla francese), per le incisioni rupestri attorno a Foum-el-Hisn (tra Akka e Bouizakarne) tel +212 68065754.

Abdellatif (parla francese), per la visita dell’oasi di Skoura (tra Ouarzazate e Boumaine Dades, sulla “via delle Kasbe”), tel +212 66934039. Abdellatif possiede un piccolo e accogliente alberghetto a forma di kasbah (Auberge Kasbah La Datte d’Or) e organizza escursioni nei dintorni.

Buon viaggio a tutti!

Ma ricordate che il Marocco è un grande paese che offre ben più che strade ancora impervie e paesaggi cosmici.

Troverete centri storici (medine) labirintici e misteriosi, dove meravigliose architetture sono nascoste dietro a muri e porte insignificanti e dove migliaia di artigiani lavorano ancora con antica sapienza.

Troverete villaggi che conservano ancora fantastiche e fragili costruzioni in terra e paglia (kasbe e agadir) che servivano a custodire e difendere i beni della collettività.

Troverete le testimonianze di grandi civiltà come quella romana e quella islamica.

Troverete gente semplice, che vive in modo essenziale cercando il compromesso tra progresso e tradizione.

Gaetano Passigato

Mezzane di Sotto, Verona

Per eventuali contatti: felisgradi@virgilio.it

 

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