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Marocco dicembre 97

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By RoboGabr’Aoun
Originally Posted Monday, December 18, 2000

MAROCCO

Dicembre 1997

A cura di RoboGabr’Aoun

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Partecipanti:

ROBOGABRAOUN – LELLINA BIRICHINA

“CAMILLA”,IL NISSAN PATROL

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Tappe:

  • CEUTA-OUEZZANE-FES
  • FES-FRIOUATO-TAZA
  • TAZA-GUERCIFF-ERRACHIDIA-ERFOUD
  • ERFOUD-MERZOUGA-TAOUZ-M’FIS-MERZOUGA
  • MERZOUGA-FEZZOU-ALNIF-TAZZARINE-TIZ ‘N TAFILALT
  • TIZ ‘N TAFILALT- ZAGORA-OUARZAZATE
  • OUARZAZATE-DADES-TODRA-OUARZAZATE
  • OUARZAZATE-AIT BEN HADDOU-MARRAKECH
  • MARRAKECH–CASABLANCA-CEUTA

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La mattina del 18 Dicembre partiamo alla volta di Ventimiglia con Camilla,il nostro nuovo Patrolone bianco. Nevica fitto, ed i valichi sono chiusi. Ci tocca allungare di 300 km verso Genova e poi ritornare ad ovest. In Francia diluvia, ma continuiamo fino in Spagna, senza soste fino a Tarragona, dove ci fermiamo nel più squallido Hotel che io mai abbia visto. Mangiamo malissimo e paghiamo salato.

Alle 5 del mattino ripartiamo ed alle 22 ci imbattiamo in una spaventosa coda sulla statale oltre Motril .Giungiamo ad Algeciras verso le 2 del mattino dove pernottiamo. Alle 7 del 20 dicembre siamo già in porto .Ancora diluvio. Sbarchiamo verso le 10 in Terra d’Africa(che poi è Spagna, ancora).Sbrigo le formalità ed usciamo dalla zona franca intorno alle 11.Il traffico è una bolgia, e non smette di piovere. Parecchi incidenti lungo il tratto Ceuta-Tetouane.

Tagliamo verso il Riff ,superiamo Chechaouen e saliamo verso Ouezzane.

Ci fermiamo a comperare del pane e mangiamo per strada: vorrei essere a Fes in serata. A sud di Ouezzane diversi allagamenti; ad un tratto un vero e proprio torrente taglia la strada. Supero la colonna di auto ferme e passo.

 

La corrente mi sposta un po’ verso valle e mi strizzo non poco. Ma va tutto bene.

Altro guado 20 km più a sud ,ma meno impegnativo. Passiamo su ponti che mettono i brividi tant’è minacciosa l’acqua che vi scorre sotto, quasi all’altezza della strada! La frizione diviene di pietra, forse a causa della perdita dei tappi durante il primo guado.

Arriviamo a Fes verso le 20.Ho il quadricipite della gamba sinistra indolenzito tanta forza devo usare per schiacciare il pedale della frizione.

Vaghiamo nella medina col Patrol che appena ci passa, finchè troviamo un alberghetto dove ci fermiamo e mangiamo una tajine davvero ottima.

 

Il 21 dicembre partiamo presto, facciamo una bella colazione in un baretto lungo la strada per Taza, appena fuori le mura.

Ancora allagamenti. Deviamo per le Gole di Friouato. Niente di impressionante fino all’altopiano della vetta, davvero mozzafiato: pare di essere in Nepal!!!

L’altopiano è lungo diversi km, verdeggiante nel mese di dicembre. Alla sua estremità occidentale, sulla sinistra, una carrereccia polverosa porta all’imbocco della Caverna di Friouato. Non è una bella grotta, checcè dicano le Guide Edt ed altre. Il percorso più tecnico, che parte dal salone di crollo terminale, è accessibile con attrezzature adeguate.

Scendiamo dall’altopiano lungo una stradina a tornanti. Molte cascate invadono i declivi dei boschi circostanti.A Taza ci fermiamo e prendiamo una stanza in un alberghetto della città nuova. Siamo gli unici occidentali della città. La sera vaghiamo per il mercato nelle viuzze e ceniamo in un ristorantino con TV, anche se tutti passano la sera a guardare noi più che lo schermo!!!

Nella città vecchia troviamo una giostra vecchissima con i cavalli di legno, ricolma di bimbi in festa, subito fuori della medina in rovina. Il giorno seguente partiamo ed a Guerciff, riempite un pèaio di taniche per ogni evenienza, ci gettiamo nella strada che senza una curva, porta alla statale Ifrane-Midelt in circa 270 km. Paesaggio meraviglioso, con colline tabulari, hammada, dromedari selvatici. Ad oriente, sull’orizzonte, svettano le cime innevate dell’Atlante.

In tutto il tragitto incontriamo solo un’auto. A pomeriggio inoltrato giungiamo ad Errachidia. La luce è buona e decidiamo di andare direttamente ad Erfoud, allungando ulteriormente il già lungo “tappone” del giorno. Vi giungiamo verso il tramonto. Alle prime dunette, prima dell’abitato, giriamo un po’ sulla sabbia Ed il differenziale posteriore incomincia a lamentarsi!!!

Rumore di lamiera e mia grande angoscia. Poi cessa. Pernottiamo al Tafilalet. E’ il 24 Dicembre, e festeggiamo così il Natale. Alle 8 del 25 partiamo per Merzouga. Seguiamo i pali della linea telefonica fino in vista delle dune all’orizzonte.

Poi, facendo riferimento a loro, puntiamo a sud est.

Deviamo ancora per addentrarci nella zona dei fossili, e facciamo tappa presso il palmeto che si trova a nord di Merzouga.Cerchiamo posto per la notte ed, accordatici, ripartiamo (sono le 14) verso Taouz, che raggiungiamo in un’ora. Alla torre hertziana volgiamo a nord est, in cerca dei siti rupestri che, nonstante le coordinate non troviamo. Ritorniamo verso l’Erg Chebbi tenedolo a sud, giungendo così a M’fis.

Tagliamo poi attraverso i primi contrafforti sabbiosi per ritornare sulla pista Taouz-Merzouga pochi km prima del paese. Ci fermiamo tra i giardini a sud dell’abitato e, sul tetto di “Camilla”, seduti sulla bagagliera, ci gustiamo il tramonto oltre il Jebel. Ceniamo nel ristorantino del Campo Attrezzato(ottima cena!), e crolliamo distrutti. Sveglia all’alba per cuccare l’alba.

Freddo veramente polare: piumini, cappelli e guanti non servono: ci sono 6 gradi sotto zero! Dopo l’aurora caffè fumante e partiamo verso Erfoud. Incrociamo la pista per Rissani, ma torniamo ad Erfoud, dove vogliamo acquistare un tappeto da un amico del posto. Poi via, a Rissani e Mecissi, dove imbocchiamo la pista per Fezzou. Viaggio con la bussola perché sono sprovvisto di GPS.

Oltre Fezzou tiro dritto anziché svoltare a ovest, e mi ritrovo in un chott sabbioso dove sprofondo ogni metro. Il differenziale torna a rumoreggiare, la sabbia si fa fech fech ed io mi cago sotto: piede a tavoletta ed in cinque chilometri esco dal catino, per ritrovarmi su un’hammada priva di tracce. La bussola indica una direzione impossibile da tenere per via dei Jebel circostanti, così tento di correggere, ma derivo sempre più ad est. Dopo due ore di ricerca di un passaggio torniamo al chott, lo riattraverso ed essendo senza Gps,non ritrovo il punto d’entrata precedente, né altre tracce. Panico. Punto a nord, direzione Fezzou, ma nuovamente i Jebel mi sbarrano la strada.

Non c’è pista e mi ritrovo in una spiananta di piccole dune bianchissime. Corriamo tra gli ampli corridoi. Qui ci sono tracce, ma la direzione è ancora troppo ad est.Mentre guidiamo,e siamo soli, giuriamo di acquistare al ritorno un GPS! Fine delle tracce in un reg grande come la Pianura Padana. Lellina scruta dal tetto col binocolo, mentre io sto seduto sulla sabbia a pensare a quanto sono rincoglionito per ritrovarmi in questa situazione. Polvere all’orizzonte: un camion! Lo raggiungo dopo un’ora (!!!) quasi a manetta.

Ok, siamo giusti, la bussola diceva il vero. Stiamo andando verso Alnif. Mi rilasso, ma imparo la lezione: mai sottovalutare il rischio nelle regioni desertiche. Ne farò tesoro e mi sorbirò, negli anni a venire, libri su libri di navigazione ed orientamento!!!! E tuttora mi aggiorno.

Saliamo al colle ed, all’imbrunire, incominciamo la discesa a sud. Zagora è a tutto sud, ed io vado a sud su un reg privo di tracce, che con i km diventa un greto asciutto di torrente sempre più insidioso.

I sassi diventano macigni, e rallentiamo la marcia.

Saliscendi pazzeschi e macigni da spostare con corde e leve per far passare Camilla. Voglio togliermi dalla montagna prima di notte, ma il buio scende velocemente. Ancora niente tracce ma la direzione è senz’altro giusta. Il Patrol tocca sotto tra i sassi e perdo la ruota di scorta. Mentre la recupero (è ormai buio) mi trovo di fronte una persona sbucata dal nulla. Spavento indicibile!!! Poi, passato, saluto e me ne vado a cercare una piana dove piantare l’igloo. Troviamo alla confluenza con la pista principale un campo di bikers Olandesi. Ci accampiamo con loro. Risotto alla Milanese e gran dormita ristoratrice. All’alba siamo già in viaggio.

All’orizzonte la macchia scura del palmeto di Zagora, che raggiungiamo verso le 10.Il Patrol fa un rumore di ferraglia ad ogni curva. A Zagora lo lavo per bene, controllo gli olii dei differenziali ed il rumoraccio diminuisce. Partiamo per Ouarzazate e, senza tappe, raggiungiamo Boulmane du Dades, dove ci inerpichiamo lungo la vallata. E’ di nuovo buio e ci fermiamo in una locanda sulla strada.

Ci siamo solo noi e due francesi. La corrente elettrica non c’è, e si cena al lume di candela. Cena ottima ed ottima compagnia dei proprietari. La Lellina è distrutta e si addormenta cadendo quasi con la faccia nella chorba. Nella notte ancora un bel diluvio ma dormiamo della grossa. Alle 7 del mattino partiamo per raggiungere Tamtattouche, nella Valle di Todra. Di nuovo il differenziale rumoreggia, ma compiamo il giro in una giornata. Nel tardo pomeriggio siamo a Thinerir e decidiamo di scendere a Ouarzazate per vedere di trovare un meccanico per Camilla.

Prendiamo una stanza al Gazelle e ci fermiamo ad una Stazione di Servizio che è ancora aperta. Sono le 21 ed è Domenica. Un ometto tutto coperto di grasso butta Camilla sul ponte, smonta la scatola del differenziale e mi uccide con una smorfia di ribrezzo quando guarda gli ingranaggi: i satelliti sono partiti, l’autobloccante disintegrato e frammenti di lamelle vagano in tutta la boccia! Mi dà circa 2000 km di vita, poi diagnostica il blocco totale del ponte!!!

Disperazione. Imbottisco il differenziale di grasso per macchinari, cercando così di ridurre gli attriti. Decidiamo di lasciar perdere il recupero con ACI Passport e tentiamo la sorte provando a tornare con la nostra Camilla.Il mattino presto saliamo al Tiz’N Tika, raggiungendo Marrakech verso le 12.Ad ogni rotonda il differenziale posteriore geme come un animale ferito ed ho i brividi nella schiena.

Anche a Marrakech diluvia. Posiamo Camilla di fronte ad un alberghetto della città nuova e, a piedi, raggiungiamo Jema EL Fna. Giriamo in lungo ed in largo per tutto il souk, per la piazza, per le vie adiacenti e nessuno ci disturba…I procacciatori d’affari e le pseudo-guide tanto temute non le vediamo, così come non le vedremo nei tre viaggi successivi!!!

Leggenda? Mha La sera ci prepariamo cena nella stanzetta dell’alberghetto: il profumo della pasta al pomodoro inonda le scale interne Ma nessuno per fortuna protesta.Faccio che dare un’ulteriore ingrassata agli ingranaggi e andiamo a dormire, con il profumo del brodo di lumache che inonda la stanza: le vendono proprio sotto le nostre finestre.

Alle 6 del mattino partiamo per Casablanca: voglio andare a prendere l’autostrada della costa Atlantica, per evitare più curve possibile. Diverse autobotti rovesciate per l’asfalto viscido. Quasi a Casablanca, ad un semaforo rosso mi sento una gran strombazzata di clacson e, dal retrovisore, vedo un camion Berliet stracarico che arriva a missile, intraversandosi con le ruote inchiodate che scivolano sull’asfalto fradicio. Non ho tempo per fare niente, solo lo guardo dallo specchietto mentre mi arriva addosso.

Mi passa accanto di traverso senza toccarmi, staccandomi soltanto il retrovisore con la coda del cassone, finendo la corsa oltre l’incrocio. Ci è andata decisamente bene. Raccolgo lo specchio, mando l’autista a cagare(vorrei ucciderlo a morsi, ma Lellina mi convince che, forse, non è il caso!) e via, attraverso il diluvio più fitto ch’io ricordi di aver visto. Alle 20 sono a Ceuta, Camilla ce l’ha fatta, fin qui. Mentre attendiamo la nave nel porto vediamo una marea di clandestini salire sotto i teloni dei TIR in attesa. L’atmosfera è tesa, diversi vengono a bussare ai finestrini per avere soldi, qualcuno tira pure calci e sono così in tanti che nessuno osa scendere dall’auto.

Finalmente c’imbarchiamo verso le23.Ad Algeciras alcuni clandestini verranno arrestati, altri riusciranno a farla franca Qui dev’essere ormai una prassi.Camilla, poi, ce la farà a riportarci a casa, sotto piogge torrenziali, senza lasciarci a piedi. Sostituito il differenziale, Camilla ci porterà ancora tre volte in Marocco e due in Libia.Senza mai mollare

La sabbia è in me.

 

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