By Francesco Fanchin
Originally Posted Monday, September 13, 2010
CLUB FUORISTRADA VICENZA
MAROCCO 2010
OTTO ANNI DOPO
Eh si, otto anni dopo ritorniamo a fare lo stesso tour effettuato nel 2002: questa volta lo abbiamo gustato ancora di più, abbiamo scoperto che il progresso aumenta, che alcune piste sono diventate strade, che altre piste sono diventate sentieri impraticabili, ma anche che i colori, le sensazioni e la totalità dei percorsi off road solo il Marocco li sa dare.
Venerdì 13 agosto
Partiamo da Vicenza, siamo in 2 equipaggi, altri 2 sono partiti sabato 7 per imarcarsi a Sete: l’appuntamento è a Midelt per domenica 15 agosto.
NADIA E FRANCESCO su Isuzu D.Max
MAURIZIA e FRANCESCO su Toyota LC 90
ALESSANDRA E MANUEL su Nissan GR
PAMELA ED ENRICO su Land Rover Defender
La traversata dello stretto con il Ferry Boat è molto veloce (40 min) e le formalità al nuovo porto di Tangeri ancora più celeri, in 10 minuti siamo fuori dal porto e subito in autostrada: da non credere.
Domenica 15 agosto
Siamo diretti a Midelt, lungo il percorso passiamo per Ifrane e qui troviamo delle scimmie lungo il tragitto. All’incontro a Midelt troviamo un nuovo equipaggio, è Giorgio di Mestre con Nicoletta e due figli molto simpatici, chiedono di potersi unire e noi accettiamo di buon grado la loro compagnia. La nostra meta odierna è Imilchil e la raggiungiamo passando per il Circle de Jaffar.
E’ una pista di montagna che nel viaggio precedente ci aveva dato parecchi timori, il percorso è franato in diversi punti, si procede in 1a ridotta e si passano ostacoli a prima vista insormontabili, piove e la mia paura e che possa franare ulteriormente il terreno: fortunatamente riusciamo a raggiungere il lago Tilsi prima che cominci a piovere alla grande. Fa molto freddo e così alcuni di noi dormono nel piccolo hotel a bordo del lago, io e Manuel preferiamo aprire le ns. columbus e passiamo una bellissima notte, le stelle prendono il posto delle nuvole prospettandoci una buona giornata per l’indomani.
Lunedì 16 agosto
Lasciamo Imilchil e scendiamo verso la valle del Dades, lungo il percorso possiamo vedere i danni delle alluvioni causate dalle piogge dei giorni precedenti, ponti, strade e coltivazioni sono parzialmente distrutti: ci rendiamo conto che la vita è dura per le popolazioni locali che sono carenti anche di mezzi adatti alla lavorazione della terra ed al ripristino delle strade.
In serata arriviamo a Boulmane, facciamo i dovuti rifornimenti e poi via; il ns. campo è nel valico tra due alture, comincia piovere e abbiamo paura di una eventuale inondazione. Prepariamo dei teli per ripararci e togliendo delle pietre per zavorrare i tiranti facciamo conoscenza con uno scorpione, nei giorni successivi ne vedremo parecchi. Durante la notte il tempo si sistema e tende al miglioramento globale.
Martedì 17 agosto
La nostra meta odierna è Alnif che contiamo di raggiungere passando per la pista del Jebil Iknou: appena imboccata la pista si fa inconto un pastore che ci sconsiglia di andare avanti in quanto la strada è franata: non mi conosce, sono testardo e voglio andare a vedere: tempo e carburante non ci mancano, nella peggiore delle ipotesi ritorneremo indietro. Verso mezzogiorno riusciamo, non senza problemi, ad arrivare al passo.
Cominciamo la discesa e ad un certo punto vedo in lontananza che la pista è effettivamente distrutta, scruto con il binocolo e vedo una piccola dimora in pietra con alcune persone che ci guardano: faccio fermare il resto del gruppo e vado fino in fondo alla casa a vedere, parlano solo arabo ma a gesti e segni riesco a farmi accompagnare verso un nuovo sentiero che loro usano per le capre, una volta ritornato sulla pista faccio avanzare il resto del gruppo: sono convinto che è da diverso tempo che non passa nessuno da queste parti. Dopo il rifornimento ad Alnif prendiamo la direzione di Merzouga e facciamo campo sulle prime propaggini di sabbia.
Mercoledì 18 agosto
Continua il trasferimento verso Merzouga con altri passaggi insidiosi a causa delle recenti piogge, ma giunti a destinazione un bel bagno ristoratore nella piscina del campeggio ci rigenera: andiamo a Rissani a far rifornimento e facciamo il giro della palmerarie per vedere vari Ksar. Al ritorno vediamo in lontananza i lampi del temporale che si stà scaricando sul deserto, è molto suggestivo.
Giovedì 19 agosto
Partiamo alle 7 verso Zagora, la pista è molto pietrosa e a volte anche insabbiata, qualche piantata non guasta, anzi diverte;
purtroppo il GR comincia a dare i numeri, alle volte si accende la spia di avaria ed il motore non rende, anche la Toyota di Giorgio ha un piccolo problema, si rompe lo stelo di un ammortizzatore, ma nonostante ciò arriviamo a Zagora verso le 18. Il campeggio non è male e ci facciamo cucinare una Tajne al ristorante, purtroppo c’è il Ramadan e prima delle 21 non riusciamo a cenare (prima mangiano loro e poi preparano per i turisti). La pietanza non è male ma ne abbiamo mangiate di migliori.
Venerdì 20 agosto
Il percorso prevede il trasferimento da Zagora a Tata. Passiamo sull’arido lago Iriki e nel mezzo troviamo un chiosco, ci fermiamo a pranzare e acquistiamo qualche Coca, come faranno a stare la’ da soli (sono in due) non lo saprò mai. La stagione è finita da un pezzo, troviamo diversi campi tendati e pseudo hotel chiusi, riapriranno alla fine di settembre con l’arrivo di nuove ondate di turisti. La sabbia lascia il posto ai sassi e sia io che Manuel siamo soggetti a foratura, per fortuna che il kit ripara tubeless funziona ed in poco più di 5 min. la gomma è riparata. Secondo me il tubeless ha più vantaggi che svantaggi rispetto ad una gomma tube Type. Facciamno campo in un Oued vicino a due tende berbere, alla sera ci viene a visitare il capofamiglia di una di queste ma purtroppo non riusciamo a comunicare che poche parole e non sapremo mai che cosa ci volesse dire.
Sabato 21 agosto
Oggi Giorgio ci lascia, porta la famiglia in una spiaggia sull’oceano, l’accordo è di trovarci martedì sera in piazza a Marrakech. Scendiamo nella valle del fiume Draa e lo percorriamo per un po’, poi il fango comincia ad essere tanto ed il Land che fa da apripista si trova piantato fino alle porte.
Aggiriamo l’ostacolo e cambiamo percorso, invece di discendere il fiume restiamo in quota, il caldo comincia ad essere insopportabile, arriviamo a 47°. Alla sera dopo essere risaliti in quota troviamo un bellissimo posto in cui fare campo, cuciniamo anche della carne alla brace che avevamo acquistato in mattinata a Tata, è un po’ sostenuta ma non è male e poi la voglia era tanta.
Domenica 22 agosto
La pista si conclude con l’asfalto della N1 che ci porta a Tan Tan e da qui ci rechiamo a Tan tan plage, la giornata non è delle migliori, c’è una cappa di umidità immensa. Ripartiamo da Tan tan plage e ritorniamo sulla N1, all’altezza di Tadifnit riprendiamo la pista verso la plage blanche, scendiamo dalle dune e ci rechiamo sulla spiaggia, se non fosse foschia il paesaggio sarebbe bellissimo. Sulla battigia veniamo superati da un Toy 80 con dei ragazzi spagnoli che poi troveremo inesorabilmente piantati nel tentativo di guadare il fiume. Risaliamo la spiaggia verso nord fino a foum Aoreora, scendiamo fino all’acqua per riuscire a passare la foce e quindi risaliamo ancora verso nord fino a Sidi Ifni, qui lasciamo la spiaggia per recarci nel migliore campeggio (a mio avviso) di tutto il Marocco, a Fort Bou Jerif, camping gestito da una coppia di francesi dove ceniamo magnificamente. Facciamo le pulizie generali, ormai le piste sono finite, e poi un bel sonno ristoratore.
Lunedi 23 agosto
Dormiamo fino alle 7.30 poi alle 8 partiamo alla volta di Marrakech dove giungiamo nel primo pomeriggio, la piscina è invitante e ci rilassiamo prima di prepararci alla serata nella piazza di Marrakech.
La piazza Djemaa el-Fna è sempre gremita di turisti, ma alla sera è ancora più suggestiva, mangiamo in una delle bancarelle della piazza e poi facciamo un giro per il Souk, sempre molto caratteristico.
Martedì 24 agosto
Prendiamo la strada del ritorno e alla sera facciamo campo vicino a Kenitra in un’oasi bellissima in cui c’è una riserva naturale per gli uccelli, il campeggio è situato in un posto bellissimo, ma è tenuto molto male, i servizi sono praticamente tali solo di nome. Ceniamo in un ristorante carino a base di pesce.
Mercoledì 28 aprile
Oggi ci dividiamo, io e Moresco prendiamo la strada del ritorno via Spagna e Francia, mentre Manuel ed Enrico prenderanno il traghetto fino a Sete. Il viaggio in terra Marocchina è finito, è stato un viaggio intenso, ma che comunque a saputo trasmettere qualcosa di buono ed è riuscito a far capire come vive un paese in via di sviluppo con le sue contraddizioni tra le grandi fabbriche, i grandi complessi turistici, l’industria della pesca, ma anche la pastorizia, le abitazioni rurali che tanto contrastano con i nuovi complessi urbani che stanno crescendo fuori dalle grandi città.
Francesco Fanchin
Tracce e punti GPS a richiesta