By Francesco Fanchin
Originally Posted Friday, August 30, 2002
Resoconto del viaggio organizzato dal sodalizio Vicentino in agosto 2002.
EQUIPAGGI: Canale Angelo con Silvia, Renato e Luca su Toyota HZJ 95
Stimamiglio Gianluca con Vilma su Toyota HZJ 95
Illesi Fabio con Lorena, Simone e silvia su Toyota HZJ 95
Perdoncin Mauro con Roberta, Bruna, Riki e Martina su Toyota HZJ 95
Libanora Giancarlo con Chiara su Toyota HZJ 95
Ballico Paolo con Marie su Nissan Terrano 2.7 TD corto
Ranieri Mirco con Laura su Nissan Terrano 2.7 TD corto
Fanchin Francesco con Nadia, Anna e Laura su Mitsubishi L200
(casa.fanch@tin)
11/8/02 domenica: Si parte da Vicenza alle 6 del mattino sotto un’acqua torrenziale che non ci lascerà fino a Genova. Tralasciamo la descrizione del percorso tra la Francia e la Spagna in quanto è stato fatto tutto in autostrada con pernottamenti vicino a Perpignan (F), in Spagna a Denia e al camping la Casita a 10 minuti dal porto di Algeciras.
14/8/02 mercoledi: ci svegliamo all’alba (prima) e dopo colazione usciamo dal campeggio La Casita per dirigerci al porto. All’imbarco neanche ci fermano, giusto il tempo per consegnare i biglietti che avevamo acquistato in autostrada il giorno prima. Una volta dentro al traghetto ci mettiamo in fila per il timbro sul passaporto e la fiche di entrata per l’auto: la traversata dura circa 2.5 ore. A Tangeri veniamo subito assaliti da diversi scrivani pubblici che si offrono di accompagnarci al posto di polizia e dogana; essendo la prima volta (che veniamo in questo paese) accettiamo. Avviso gli altri che ci sarà da dare una mancia, purtroppo sono capito male e le mance che vengono date superano notevolmente lo stipendio giornaliero di questi personaggi. Mandiamo indietro gli orologi di 2 ore e partiamo alla volta di Fes dove arriviamo alle 18 al camping International. In serata si fa una piccola festa per Laura Fanchin che compie oggi 12 anni.
15/8/02 giovedì: oggi dormiamo un po’ di più, nonostante ciò alle 9.00 siamo pronti all’ingresso del campeggio dove troviamo la nostra guida……………. Contattata la sera prima: breve consulto, trattazione del prezzo e si parte con dei grand taxi. Andiamo a visitare Fes vecchia dove assaporiamo i vari sapori e colori del suk Marocchino. Quello che a tutti noi resterà sempre a mente sono la lavorazione delle ceramiche, la concia delle pelli, i tappeti, la gran confusione, l’insistenza dei vari negozianti, le varie puzze o profumi, il the alla menta del venditore di tappeti. Alla sera dopo una buona doccia rinfrescante andiamo tutti al ristorante marocchino del campeggio dove mangiamo un buon Tajine, l’unico a non gustarlo è Luca che deve aspettare più di un’ora perché il cameriere capisca che lui il tajine lo vuole con la carne di manzo e non con il pollo, alla fine tutti contenti e a letto domani sarà una dura giornata.
16/8/02 venerdì: sveglia all’alba e finalmente alle 7.30 si parte in direzione di Ifrane. Seguendo il Road Book di Cattone arriviamo a Sefrou e qui visitiamo la cascata, è presto e così non veniamo assaliti dai vivaci ragazzini marocchini. Ci rechiamo poi a Ifrane, è un paese di mantagna come i nostri, qui c’è la residenza estiva del re. Il paesaggio è tutto verde, c’è molta acqua, i cedri sono enormi. Questa cittadella ostenta una ricchezza che non incontreremo in nessun’altra parte del paese. Seguiamo ancora un po’ il tracciato di Cattone, ma poi lo abbandoniamo, in prossimità del Cedro Goudard, in quanto piuttosto datato e non più affidabile. Puntiamo su Midelt (alcuni di noi scalpitano dalla voglia di mettere le ruote fuori dall’asfalto) e da qui cerchiamo la pista per il circle de Jaffar: troviamo delle guide che a tutti i costi ci vogliono accompagnare, ma quando sentono che vogliamo arrivare a Imilchil ci dicono che la pista è franata in più punti e non è fattibile. Breve consulto, pausa pranzo e quindi decidiamo di partire alla vota di Imilchil; le guide ci avvertono che ci apetteranno qui perchè secondo loro fra 2 ore saremo di ritorno in quanto il percorso non è fattibile. Mandiamo davanti Mirco che con il suo agile Terrano può sondare meglio il terreno, io con il satellitare gli sono a ruota per indicare il percorso. Dopo circa 12 Km troviamo la prima di una serie di frane: al Km 20 troviamo un fuoristrada con dei francesi che non sono più capaci di avanzare, noi aggiriamo l’ostacolo con un passaggio mozzafiato e proseguiamo. La pista è sempre più stretta, rovinata e pericolosa: con passaggi degni della miglior gara di Trial riusciamo a superare vari punti veramente tosti. Durante questo percorso veniamo assaliti da una miriade di bambini e adulti che ci pregano di fermaci a dormire da loro (c’è una piccola radura con acqua), sarei propenso a fermarci, ma i miei compagni mi sollecitano a proseguire. E’ in questo frangente che Fabio nel tentativo di schivare una bambina non si accorge di una pietra e taglia il fianco della gomma anteriore sinistra, veloce sostituzione e quindi ripreso il percorso dopo 30 minuti ci fermiamo in uno spazio abbastanza pianeggiante. Sono le 19 ed è subito buio, abbiamo percorso circa 1/3 di pista e siamo molto stanchi quindi cena e poi tutti a letto.
17/8/02 sabato: come al solito sveglia all’alba e, dopo aver smontato il campo si parte. Il percorso è molto suggestivo , ma meno impegnativo del giorno precedente. Siamo costantemente sopra ai 2000 mt contornati da pini e da cedri altissimi: incontriamo grossi camion carichi di tronchi. Sono ancora numerose le frane che ostruiscono il passaggio; leggeremo poi su alcuni vecchi quotidiani che in dicembre ci sono state delle alluvioni con alcuni morti e feriti nonché ingenti danni materiali. Miriadi di bambini tentano in tutti i modi di fermarci per chiederci qualsiasi cosa: sono veramente un incubo, specie per l’ultimo equipaggio che rischia ogni tanto qualche pietra tirata dai ragazzini. Dopo una curva scopro due giovincelli che stanno posando delle pietre sulla pista, le tolgono all’arrivo di una macchina sperando in una ricompensa, scendo dal fuoristrada e li sgrido: colti sul fatto non tentano neppure una qualsiasi reazione e restano ammutoliti. Nella tarda mattinata cede il sistema portabagagli del vano di carico della Toyota di Mauro, approfitterà della pausa pranzo per sistemare meglio il carico. Alle 17 finalmente arriviamo a Imilchil e qui troviamo degli amici di Modena ed un altro gruppo di Milano. Andiamo a vedere il secondo lago, ma poi ritorniamo al primo (Tislit) e facciamo campo in una specie di camping, in realtà è solo un piccolo spazio i mezzo a degli alberi, almeno siamo un po’ riparati dal vento. E’ al secondo lago, Isli, che in settembre si festeggia il Mussen dei fidanzati.
18/8/02 domenica: ore 7 si parte. Nel centro di Imilchil mi fermo presso un cartello su cui capeggia la scritta Gazoil, mi viene incontro un ragazzo e acquisto 20 litri di gasolio. Vengono erogati da un fusto con una pompa a mano epoca anni 50. Scendiamo da Imilchil verso Agoudal e da qui verso le Gorges du Todra, ormai la pista non esiste più, penso che tra un anno anche i pochi tratti di sterrato ancora esistenti saranno coperti di asfalto. A ½ giorno arriviamo alle gole del Todra e qui andiamo subito al camping Atlas dove troviamo acqua in abbondanza per lavarci e ristorarci: i bambini ne approfittano per fare il bagno nel piccolo fiume che scorre dentro il palmeto. Al pomeriggio manutenzione alle vetture e alla sera brochettes e patatine fritte preparate dal ristorante del campeggio ci sembrano piatti luculliani.
19/8/02 lunedì: da Tinerhir ci dirigiamo a Bolmane dove arriviamo alle 8, subito in banca e poi acquisti di acqua, gasolio, frutta e pane. Rimpiazzate le scorte partiamo alla volta di Zagora via Iknioun, Nekob, Tazzarine: la pista è molto sassosa e così Fabio non trova di meglio di forare, questa volta è solo un piccolo forellino e così ripariamo lo pneumatico con il kit che il Ns amico Bepi gommista ci ha preparato. La gente che ci vede riparare la gomma con questo sistema rimane esterrefatta (per la verità anche qualcuno di noi era un po’ scettico). Arriviamo al passo Tizi n Tazazert all’una, il paesaggio è di una bellezza unica e ci fermiamo per fare diverse foto. Fino ad ora la pista è stata molto bella e non particolarmente impegnativa. Iniziamo la discesa verso Nekoub e qui invece di prendere l’asfalto per la valle del Draa decidiamo di arrivare a Tazzarine e da qui a Zagora via pista. Purtroppo ci sono diversi cantieri lungo la pista in quanto stanno asfaltando una nuova strada, seguiamo a tratti la pista, a tratti la nuova strada, in alcuni casi delle tracce che sembrano accorciare il percorso. Arriviamo a Zagora alle 19 passate e andiamo alla ricerca del campeggio che la guida Lonely Planet ci da come il migliore, quando lo troviamo scopriamo che è chiuso in totale abbandono; ritorniamo quindi in centro e andiamo al campeggio Sinibad, niente di particolare ma almeno c’è l’acqua calda.
20/8/02 martedi: scendiamo da Zagora fino a Mhamid (soffermandoci alle dune di Tinfou) e qui prendiamo la pista per Foum Zguid. Ad un certo punto mi trovo con tre ragazzi attaccati all’auto, inavvertitamente avevo lasciato il finestrino aperto e così mi trovo a parlare con Jamal: mia moglie cede il posto di copilota e cosi lo faccio salire davanti: ha 16 anni e cerca di convincermi che è una guida locale, in realtà mi dirà poi essere uno studente in vacanza che cerca di guadagnarsi qualche soldo. Percorriamo dei bei tratti di pista molto sabbiosa e ci divertiamo un sacco. Poco prima di ½ giorno arriviamo all’oasi sacra dove stanno preparando un matrimonio berbero, chiediamo il permesso e fotografiamo sia la tenda dei maschi sia il piccolo accampamento dove ci sono le donne con i bambini. vado con Jamal a presentarmi al circolo degli uomini che sono sotto alla tenda, mi offrono dei Datteri caramellati che non ho mai avuto la fortuna di assaggiare prima, c’è un uomo sdraiato e da diversi giorni con un gran mal di testa, facciamo raccolta di medicine specifiche e le diamo al capo assieme alle spiegazioni tradotte da Jamal. Visitiamo l’oasi con le relative tende e la sorgente, poi ci dirigiamo alla grande duna di Cha ga ga, qui beviamo il the preparato da Jamal e quando stiamo per partire arriva occhio di lince. (chiamato così da me perché è un po’ strabico e non riesco a ricordarmi il nome anche se me lo ha detto diverse volte). Occhio di lince si offre di accompagnarci a Foum Zguid attraverso una pista sabbiosa, io conosco solo quella rilevata dalla carta IGN francese, pertanto dopo breve consulto decidiamo assoldare la guida. Unico sbaglio non aver contrattato il prezzo prima. Durante il tragitto o.d. Lince mi spiega che esistono 3 piste per Foum Zguid, la più a sud è detta pista dei militari, un po’ più in su c’e la pista su sabbia e più a nord c’è la pista su pietra e sassi ( è quella riportata dalle carte, ma è anche la più scassamacchine). E’ in questo tratto di pista che io e Fabio vediamo delle gazzelle che ci attraversano la pista. Attraversiamo il lago Iriki e passiamo 2 posti militari ove consegniamo la solita lista dei partecipanti quindi arriviamo a Foum Zguid, cerchiamo un posto per accamparci, l’unico sarebbe in mezzo al palmento, ma alcuni di noi vorrebbero un doccia rinfrescante (fa molto caldo, oggi abbiamo toccato i 50°); decidiamo allora di alloggiare all’albergo Iriki che però ha solo sette camere. I più fortunati prendono subito le tre con l’aria condizionata, altri quelle rimaste, mentre io, Angelo, Fabio, Mauro decidiamo di dormire nelle nostre maggioline e tutto sommato considerando che c’è vento non si dorme male.
21/8/02 mercoledi: da Foum Zguid a Fort Buo Jerif. Si parte presto anche oggi. È tutto asfalto, passiamo per Tata, Akka, Icht, Bou Izakarn. Il caldo è insopportabile, ma più ci avviciniamo all’oceano e più la temperatura scende. Arrivati a Guelmim ci riforniamo di frutta e dei viveri di prima necessità nonché di gasolio (per la verità qualcuno si mangia anche un bel gelato); prendiamo quindi prima la strada e poi la pista per Fort Buo Jerif dove arriviamo alle 16 circa. E’ un bel campeggio, gestito da una coppia di Francesi, tenuto bene e con i servizi molto puliti. Il vento soffia incessantemente così decidiamo di cenare al ristorante del campeggio, il piatto di tajine di dromedario è molto buono e lo annaffiamo con alcune birre fresche al punto giusto. Possiamo ben dire che questo campeggio è il migliore di quelli incontrati in Marocco.
22/8/02 giovedì: oggi ci si alza con un po’ di ritardo rispetto agli altri giorni, ma ormai la parte difficile del viaggio è stata fatta e quindi ce la prendiamo comoda. Prima di partire il proprietario del campeggio ci fornisce le indicazioni necessarie per raggiungere plage blanche. Partiamo e verso le 10 arriviamo in vista dell’oceano, è una visione fantastica, non fa caldo, ma i bambini pensano bene di andare a giocare sulla spiaggia e anche noi prendiamo la palla e iniziamo alcuni passaggi di pallavolo. Per arrivare a Foum Aoreora ci sono circa 50 Km di spiaggia, iniziamo a percorrerla ma dopo un po’ nel passare un oued sbaglio pista e mi trovo nel Plateau sopra la spiaggia, cerco un passaggio ma sono costretto a tornare fino alla foce del oued: abbiamo perso circa un’ora. Si decide ora di mangiare e poi di ripartire lungo la spiaggia; il mio pik up purtroppo è stracarico e appena rallento l’andatura sulla sabbia tende a infossarsi, dovrei sgonfiare le gomme, ma poi penso che metterei in difficoltà anche gli altri se dovessi insabbiarmi; decido così di non proseguire su sabbia ma di fare la pista sul soprastante plateau.
Mirco e Paolo non vedono l’ora di far correre le proprie Terrano sulla spiaggia, mi chiedono consiglio ed insieme stabiliamo il loro percorso, il punto di ritrovo sarà a Notfia. Noi percorriamo la pista alta, ogni 2 Km chiamo al CB Mirco e Paolo per sapere se sono insabbiati, non mi rispondono, così deduco che sono avanti a noi (essendo partiti un’ora e mezza prima ). Arriviamo alla P41 sentiamo Mirco e Paolo che stanno raggiungendo anche loro la statale, hanno avuto problemi nel risalire il letto di un Oued. (Paolo si è impantanato e Mirco ha dovuto usare le maniere forti per toglierlo dai guai). Ora il gruppo è ricompattato e velocemente ci dirigiamo verso Tiznit, arriviamo che è già buio, ma il campeggio municipale ha una buona illuminazione così non abbiamo problemi: l’unica noia è che dobbiamo pagare anche la doccia calda con il custode che ci viene a controllare se effettivamente facciamo una o più docce a testa. Comunque il campeggio in generale non è male, anche la cittadina si presenta bene, domani la visiteremo.
23/8/02 venerdì: subito dopo colazione andiamo alla medina per visitare Tiznit, siamo meravigliati di come questa cittadina sia ordinata pulita: non ci sono i soliti questuanti e procacciatori (a parte un signore che ci propone i gioielli berberi). Visitiamo il souk e lungo la via principale acquistiamo della carne che poi cucineremo la sera, qui troviamo anche una bella pasticceria dove possiamo sbizzarrirci in fatto di ghiottoneria. Nel pomeriggio partiamo alla volta di Essaouria dove arriviamo verso le 16, la parte più giovane della compagine va in spiaggia anche se c’è un forte vento, io e gli altri andiamo al campeggio di Magdoul e iniziamo a preparare il campo. Troviamo i servizi igienici abbastanza recenti, ma tenuti in malo modo, c’è una puzza, non proprio di colonia. In compenso passiamo una buona nottata.
24/8/02 sabato: il nostro obiettivo odierno è quello di risalire verso Nord. Passiamo varie spiagge, vediamo la riviera di Agadir e poi cerchiamo un campeggio nella zona di Mohammedia a nord-est di Casablanca, quello che le guide ci propongono come un posto bello con vari campeggi si rivela essere un sovraffollamento di persone accampate senza nessuna regola. E’ in questo frangente che facendo un apprezzamento ad una ragazza del posto vengo riconosciuto (come Italiano) da un Marochino residente in Cusano Milanino, dopo vari saluti e convenevoli l’amico ci porta in quello che secondo lui è il miglior campeggio della zona; lo visitiamo e poi decidiamo di proseguire verso nord. Prendiamo l’autostrada e giunti in prossimità di Kenifra ci fermiamo in un’area di servizio dove, dopo aver chiesto, facciamo campo; almeno ci sono i servizi igienici puliti ed un bar cui rifornirci, tutto sommato non è poi tanto male. A farci compagnia ci sono delle cicogne appollaiate negli alberi vicini.
25/8/02 domenica: le vacanze stanno terminando e così ci presentiamo al porto di Tangeri (non prima di esserci fermati ad acquistare oggetti di artigianato locale) pronti per la partenza della nave: questa volta le formalità sono molto più semplici e nel primo pomeriggio siamo già in Spagna, mandiamo avanti l’orologio e prendiamo l’autostrada: arrivati a Malaga cerchiamo un campeggio, è domenica non è molto facile ma poi troviamo posto al camping Vallenizza . La proprietaria fa spostare alcune macchine e così possiamo fare campo tutti assieme.
26/8/02 lunedi: subito dopo colazione Giancarlo e Chiara ci lasciano (faranno tutta una tirata fino a casa), noi proseguiamo in autostrada e per sera arriviamo a Tarragona dove ancora prima di andare in campeggio ci fermiamo in un simpatico ristorante (già conosciuto da Mauro) a gustare una buona paella.
27-28/8/02 martedì e mercoledì: giornate interamente dedicate al mare per la gioia dei bambini e per le irriducibili della tintarella. (sfide a pallavolo)
29/8/02 giovedì: si parte di buon mattino, il traffico è abbastanza scorrevole e ci permette di mantenere una buona media così che alle 20,30 arriviamo a Vicenza.
Fine della vacanza.
E’ stata una faticaccia, un’ avventura breve ma intensa, ci siamo tutti divertiti e abbiamo visto cose e luoghi che forse non vedremo più. Ci resta solo il rammarico di non avere avuto più tempo a disposizione, ci piace pensare che l’anno prossimo saremo ancora assieme per un altro viaggio..