By maddalena
Originally Posted Wednesday, June 3, 2009
LIBIA sino al Jebel Uwaynat (il viaggio visto dal “navigatore”) – autunno 2008
di MADDALENA
APPUNTI DI VIAGGIO
Sabato 25 ottobre 2008 finalmente si parte per questa nuova avventura nel deserto libico. In questo viaggio non siamo col solito gruppo di amici, quindi siamo curiosi di vedere come ci troveremo con i nuovi colleghi di avventura; infatti per ora ne conosciamo solo un paio. Saliti in nave incontriamo i nostri nuovi compagni di viaggio: in totale siamo una decina ( quasi un mega-gruppo ).
La traversata in mare e’ tranquilla, si arriva a Tunisi domenica pomeriggio, uscita dalla Dogana veloce e partenza per l’Hotel Oasis di Gabes. Ci aspettano cinque ore di macchina alleviate dall’apertura del nuovo tratto autostradale che ora arriva fino a Sfax.
Lunedì 27 0ttobre e’ il giorno della dogana libica che anche stavolta ci fa penare. Il pensiero va ai tanti chilometri che ci separano da Zliten dove si trova l’albergo dove passeremo la notte.
Martedì: anche oggi e’ una lunga giornata di trasferimento. All’ora di pranzo prendiamo una stradina secondaria che passa attraverso delle case ed arriviamo in riva al mare; siamo nel golfo della Sirte . Al momento di ripartire tutte le cinque macchine sono bloccate: evviva è la prima insabbiata generale !
Riprendiamo la strada e ci fermiamo a fare il primo campo; conosciamo la zona in quanto ci abbiamo già passato una notte nell’inverno del 2005.
Mercoledì 29 ottobre dopo aver raggiunto Jalu e aver fatto il pieno, finalmente si entra nel GSS dove si fa il secondo campo pronti poi domani ad affrontare il viaggio vero.
Giovedì si inizia l’attraversamento del GSS. Prima si passa su una piatta distesa di sabbia e solo in lontananza si intravedono bassi cordoni di dune. Poi i cordoni si avvicinano e così’ iniziano gli scavalcamenti che diventano sempre più intriganti. Usciti dall’erg attraversiamo una vasta zona piatta tutta sassolini che dobbiamo passare per raggiungere il relitto dell’aereo “Lady Be Good”. Qui , in un viaggio precedente, avevamo interrato un sacchetto contenente una bottiglietta e un foglio firmato.
Dopo un breve scavo lo ritroviamo tra lo stupore dei presenti.
Riprendiamo il viaggio ed arriviamo nel “paleomare” ; attraversiamo quindi anche una serie di “paleolaghi” fino a raggiungere un buon posto per fermarsi e passare la notte.
Venerdì 31 ottobre; il panorama è anche oggi molto vario: prima si attraversa un’ampia vallata con in lontananza nere montagne di basalto, poi si raggiunge il relitto di un altro aereo del 1940 con accanto una tomba che si dice essere del pilota.
Ci dirigiamo poi verso un cratere meteoritico che si trova molto ad est vicino al confine con l’Egitto. Per raggiungerlo attraversiamo una suggestiva piccola gola tra grandi rocce.
La visita del cratere è indubbiamente da non perdere!
Si riprende il percorso e si arriva nei pressi di un altro relitto aereo. Questo è un “Romeo” aereo del 1930 circa.
Alla fine di questa intensa giornata raggiungiamo l’Oasi di Cufra dove passeremo la notte all’Hotel Sudan.
Sabato 1 novembre prima di lasciare Cufra dobbiamo attendere il timbro della polizia.
Finalmente partiamo e nell’uscire dall’oasi incontriamo numerosi camion che fanno la spola col Chad, passiamo davanti ai recinti dove vengono ricoverati i cammelli provenienti dal sud e destinati ai mercati del nord, vediamo particolari coltivazioni d’erba ad irrigazione circolare.
Lasciato l’asfalto seguiamo la pista che ci porterà a sud. A circa 150 km da Cufra incrociamo una “vera” carovana di cammelli. Ci fermiamo per fare foto e cercare di “fare due chiacchiere” e veniamo a sapere che è composta di circa 1000 animali accuditi da 33 cammellieri, provengono dal sud del Sudan e alla fine del viaggio avranno percorso 1500 km circa in una trentina di giorni.
Proseguiamo il nostro di viaggio per raggiungere la nostra mitica meta: il “JEBEL UWAYNAT”. Per farlo passiamo prima in prossimità del “Jebel Arkanu”; per fotografarlo ci fermiamo su di un’alta duna da dove si può ammirare un panorama mozzafiato.
Ci inoltriamo poi in un canalone del J. Arkanu per vedere un mezzo blindato abbandonato durante la guerra tra Libia e Chad degli anni ’80.
Finalmente raggiungiamo la nostra meta; ci arriviamo col buio quindi la sorpresa è rimandata a domani.
Domenica: il risveglio ci offre un meraviglioso spettacolo. Ieri sera avendo risalito l’uadi al buio non potevamo immaginare quello che avremmo poi visto: una mano gigantesca sovrasta il campo, un’alta catena di montagne forma un grande anfiteatro, mucchi di grandi massi sembrano essere stati fatti da un gigante per gioco.
Dopo aver ammirato il panorama iniziamo la visita del Jebel e in una piccola grotta a pochi metri dal campo troviamo delle magnifiche pitture di animali in due colori: ocra e bianco. Lasciamo quindi questo uadi per raggiungerne uno parallelo dove possiamo visitare un anfratto con magnifiche pitture di stile molto simile a quelle che abbiamo già visto nel Gilf Kebir. Fra un gruppo di bovidi risalta una bellissima mucca pezzata, più in là si distingue una processione di danzatori; poi ancora due figure che si tengono per mano, quindi un recinto di animali ed altro ancora.
Insomma veramente spettacolare!
Usciamo infine dall’uadi per andare alla ricerca di un altro relitto di “Gobbo” che ci è stato segnalato. Non solo troviamo il suo relitto diviso in più parti anche molto distanti tra loro, ma anche la pista d’atterraggio usata nel periodo coloniale dagli italiani come aeroporto d’appoggio tra Cufra e l’Etiopia.
Torniamo all’uadi precedente per la pausa pranzo e decidiamo di seppellire proprio nei pressi della grotta dipinta una bottiglia con le firme di tutti nella speranza di ritrovarla in un futuro viaggio. Nel primo pomeriggio si riprende il nord; si farà il prossimo campo sulla sabbia in direzione Rebiana.
Lunedì 3 novembre è iniziato il viaggio a ritroso, ma prima della partenza dal campo c’è il tempo per un giretto nei paraggi e così troviamo ai piedi di una montagnola delle sfere di pietra lavica tanto perfette da sembrare biglie. Il percorso che stiamo affrontando è ancora un grande pianoro con cumuli sparsi qua e là e con cordoni di dune in lontananza. Poi finalmente dopo circa 210 km di monotonia si entra nell’erg di Rebiana formato da grandi ed insieme dolci dune bianche. Passiamo quindi alla sinistra dell’oasi che guardiamo dall’alto e ci dirigiamo verso Buzema. Ci fa piacere rivisitare questa graziosa oasi col suo antico villaggio abbandonato, ma ci impressiona la scarsità d’acqua. Il lago che pochi anni fa era ampio si è ora ridotto a lastra di sale.
Riprendiamo il viaggio perché dobbiamo arrivare a Tazerbo, quindi usciti dall’erg ci ritroviamo nel desolato pianoro nel quale sono disseminati i pozzi del “Grande Fiume“ artificiale che porta l’acqua fossile di Cufra alle città del nord.
Martedì 4 novembre lasciamo la casa dell’amico di Enrico Manfredini che ci ha ospitato ed usciamo dall’oasi verso nord. Ci troviamo ad attraversare un curioso spazio fatto di cumuli di tamerici disposte come a formare un labirinto.
Passiamo poi di fianco ad un capanno per cacciatori che qui aspettano gli uccelli che migrano transitando da questa zona.
Seguiamo quindi la pista verso nord che alterna paesaggi sassosi a cordoni di dune bianche. Un guasto alla macchina guidata da Helmut, prontamente riparato, ci costringe però ad un’ora di sosta.
Riprendiamo la marcia e prima che faccia buio sostiamo per il campo, Questo è l’ultimo vero campo sulla sabbia e per chiudere in bellezza Lenka si esibisce per noi in uno spettacolo di danza del fuoco (con sottofondo di musica indiana).
Mercoledì 5 novembre il viaggio è ormai veramente terminato. Oggi affronteremo l’ultimo tratto di pista prima di raggiungere Zilla e quindi l’asfalto. Ci aspettano parecchi chilometri di polvere, buche, solchi nella pista provocati dal passaggio di enormi camion che vanno verso i vari pozzi di petrolio e uno lo attraversiamo anche noi. Lungo il percorso incrociamo un gruppo tra in quali riconosciamo alcuni amici (è
il gruppo di Cattone che è all’inizio del suo viaggio).
Tra tanta polvere ci fermiamo lungo la pista per vedere dall’alto un inaspettato panorama su un gran “canyon”: ultima sorpresa !
Arrivati a Zilla dopo quasi 2500 km di fuoristrada ci aspetta l’asfalto e la risalita verso Garyan. Ma la giornata non è ancora terminata e poco prima dell’incrocio di Shwayrif ci accorgiamo di avere una gomma a terra. Si sta facendo buio, Garyan è ancora lontana, ma ci dobbiamo fermare e fare campo.
Giovedì 6 novembre si parte con destinazione la dogana libica. Enrico conosce delle scorciatoie che ci fanno evitare l’attraversamento di Garyan, la periferia di Tripoli ed arrivare al mare quasi all’altezza di Sabrata.
Mentre alcuni fanno visita all’antica città romana, andiamo alla ricerca di un gommista: con 40 dl compriamo una gomma di scorta usata.
Dopo un piccolo spuntino ci portiamo in dogana e dopo poco più di un’ora siamo già in Tunisia pronti a raggiungere l’Hotel Oasis a Gabes. Una ventina di chilometri prima di Gabes ci fermiamo a comprare i soliti datteri in ramo; è questa la stagione ideale per acquistarli perché è quella della raccolta. Compriamo anche bellissimi e dolcissimi melograni.
Venerdì 7 novembre è il giorno dell’imbarco. Gabes è abbastanza lontana da Tunis (circa 5 ore di macchina) quindi lasciamo l’hotel presto per poter fare una passeggiata a La Goulette, il villaggio vicino al porto. Entriamo nel mercato del pesce con il suo pescato in bella mostra sui banchi che ti fa venire voglia di comprarlo e portarlo a casa, ma non è possibile e quindi ci spostiamo nel mercato della frutta pieno di colori e di profumi. La verdura si può portare a casa e così compriamo i peperoni piccanti da regalare agli amici.
Usciti dal mercato coperto troviamo un negozio che si può definire il paradiso delle spezie dalla quantità di contenitori e di odori che ha al suo interno. Stavolta è d’obbligo acquistare anche qualche spezia.
Si è fatta l’ora di pranzo e siccome c’è ancora tempo prima di salire in nave, tutti insieme ci sediamo a mangiare in un ristorante proprio di fronte al mercato del pesce cosicché possiamo gustare delle buonissime orate alla griglia. Finito di pranzare è ormai ora di entrare in porto, fare dogana e imbarcare.
Il tutto si svolge velocemente e dopo una ventina di minuti siamo incredibilmentegià in cabina.
Sabato 8 novembre la traversata è stata tranquilla. La nave attracca al porto di Genova quai in orario. Il viaggio è proprio finito, non ci resta che salutare la compagnia ed affronare gli oltre 400 km per tornare a casa.
Anche questa volta abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria.
Allora alla prossima!!
Note “tecniche”
Totale km : 7.082
Di cui (circa) 925 km in Italia, 800 in Tunisia, 5.360 in Libia (2.860 km su strada e 2.500 in fuoristrada)
Cambi : 1 Euro corrisponde a circa 1,76 dinari tunisini e circa 1,65 dinari libici
Il gasolio costa 0,96 dinari in Tunisia (= 0,55 euro) e 0,17 dinari in Libia (= 0,1 euro).
In totale abbiamo consumato circa 1.400 litri di gasolio con un consumo medio di 5,2 Km/litro.