Originally Posted Saturday, January 8, 2000
LIBIA 2000
dicembre 99 – gennaio 00
Equipaggi
- RoboGabr’Aoun/Antonella monella (Nissan Patrol 3.3)
- Kanister/Dani “senti-senti” (Toyota HDJ80)
- Palà ‘d brasa/EdiSbrodoledi (Mithsubishi Pajero 2.8)
- DarioDromedario/Stefalander(Daihatsu Rocky 2.8 Td)
Diario di viaggio
25 Dicembre: piove a dirotto sul porto di Genova. C’è una coda pazzesca di fuoristradisti all’imbarco dell’Habib.
Il nostro gruppo da 4 vetture si è ridotto a 3 per gravi problemi famigliari di un equipaggio.
Peregriniamo da un ufficio all’altro per fare apporre al biglietto l’annotazione di mancata partenza di persone ed auto, per poter ottenere un rimborso al ritorno.
La traversata è movimentata,mare forza 8,ma noi 6 ci si diverte come pazzi e diveniamo protagonisti di un torneo di pinacola, gioco di carte che ci impegna per tutte le 30(!!!) ore della traversata.
Mauro con la moglie Edi e Kanister con la compagna DaniDani si rivelano ottimi compagni…Non avendo mai viaggiato insieme il rischio di non intenderci c’era!
Tunisi. Corsa alla ricerca del gabbiotto per l’ormai mitica marca da bollo da 1 dinaro!
Due ore e siamo fuori.
Abbiamo accumulato sei ore di ritardo sulla mia tabella,ed il problema è che l’amico Akim ci attende l’indomani mattina a Ras El Jedir.
Così partiamo nella notte e ci fermiamo solo a Gabes. Cena a base di formaggi e scatolette seduti sui comodini della stanza dell’Hotel Oasis,l’unico aperto alle 24.
Alle 10 del giorno dopo siamo in frontiera. Sono sollevato dall’onere di sbattermi da un ufficio all’altro grazie al mio “gancio” Libico, il già citato Akim,che per 50 dollari ad auto sbriga tutte le pratiche in mezz’ora e ci consegna le targhe:pronti a partire e voliamo la coda mostruosa al casello.Sono di nuovo in Libia!
Si aggiungono a noi Dario e Stefania,che in origine dovevano seguire un altro itinerario ma scelgono di seguire il mio.
Incappiamo in un problema a Zwara: ricevo una telefonata per un colloquio di lavoro da svolgersi a Cuneo il giorno successivo, lavoro che ho atteso per anni…Niente da fare, non aspettano il mio ritorno ed il mio bel lavoro me lo fumo così, seduto su un guard-rail di Zwara, insieme ad una camel che per colmo di sfiga fa pure schifo!
Viene buio presto:abbiamo fatto sosta per acquistare pane e verdure.
Dario fa rifornimento di acqua perché l’amico che doveva condurlo in Libia gli aveva detto di non portarsela dall’Italia!
Apriamo le Air Camping in un uliveto alle porte di Sabrata. Cena,fuoco,partita a pinacola.
Alle 5 partiamo: abbiamo appuntamento a Brak alle 12 con Moahamed, la guida con cui mi sono accordato già dall’Italia.
Ci spariamo tutti i 900 km di asfalto riuscendo ad arrivare con sola mezz’ora di ritardo.
Moahamed è un omone con l’ormai classico Land Cruiser Toyota camioncino dell’ancor più classico colore blu.
Trasferimento immediato a Maharouga, verso Edri.
Entriamo nell’Erg a sud del villaggio. Gomme a 0,9: non basterà, almeno a me!
I miei compagni sono alla prima esperienza Africana,e l’emozione li travolge.
Le radio si riempiono di esclamazioni di meraviglia, risate, allegria: la “dunite” imperversa tra noi!
Campo sotto il secondo cordone. Dal sif si vedono risplenere a sud-est le luci di Sheba, a nord quelle di Bergen.
Cacchio,ma che freddo fa qui stamattina? Si parte alle 8 con 0 gradi.
Da vere volpi dopo 600 metri ci piantiamo tutti quanti, ben bene allineati in una buca di fech fech!
Battesimo delle piastre, delle pale,e delle bestemmie!
Passaggi tosti per tutta la mattinata, diveniamo esperti nell’uso delle piastre; la sabbia è troppo molle, le auto un po’ troppo cariche. Ma va bene ugualmente, perché ci si diverte comunque.
Arriviamo a Tademka, laghetto meraviglioso, alle 12,con 30 gradi di temperatura. Sosta doverosa per pranzare tra i giunchi. Tutt’intorno sabbia vergine, senza tracce…
Si va’! Succede di tutto da Tademka a Gabraoun.
Il Patrol scodinzola felice tra le dune fino a piantarsi inesorabilmente in una buca, in perfetto piano, da dove lo tiriamo fuori in due ore!!! La frizione cuoce ed il mio nome da Roby diventa Robogabraoun “disco”, coniato da Mohamed per prendermi un po’ per il culo.
Apriamo le tende col buio e siamo stremati.Gabraoun è a due km.
Summit serale sul giorno che ci attende:cazzo, partiamo verso le sei, la sabbia è più dura e sarà più facile.OK? dai,Ok!
Alle 5 il “chicchirichì” di Dario ci trasforma in belve da competizione: il campo è smontato in mezz’ora, caffè pronto, motori accesi…E Moahmed guarda l’ora, ci guarda col suo sorriso meraviglioso, e si gira dall’altra parte, dormendo placidamente fino alle 8,30,con noi come tanti deficienti intorno al fuoco ad attenderlo!
Alle 9 si parte. Moahmed aveva ragione. Di qui in poi le dune sono una passeggiata: il vallone da Gabraoun a Mandara sembra un’autostrada. Tagliamo allora ad ovest, per arrivare a Oum El Mha da nord. Bei passaggi, ma non mi pianto più.
Fuggiamo da Oum El Mha abbastanza in fretta perché ci troviamo il mondo!!!200 igloo, pulmini, jeep, persino i gendarmi!
Fuga! Tagliamo a sud ovest verso Germa. Di fronte a noi la falesia del Messak.
Alle 13’30 siamo all’asfalto.
Le corse, cavolo! In certi tratti pianeggianti si è viaggiato in quinta lunga sfiorando i 100 all’ora! Spettacolo! L’amico Mauro, detto ormai Palà ‘d Brasa(palata di brace) in onore di un suo sistema di riscaldamento personalizzato per scaldarsi i piedi giocando a carte tra le dune in piena notte, è al settimo cielo: è un pilota del Tout Terrain, ed è eccitato come un bimbo.
Kanister, suo navigatore nonché preparatore, lo segue a ruota.
Tourisxt Camp di Germa. Doccia, oh,che doccia! Cena al ristorante del campo(pollo e patate) e notte ristoratrice.
Da Germa andiamo su asfalto a Ghat.
E’ il 31 dicembre. Visitiamo la cittadina e poi andiamo a fare il campo tra le dune dell’Erg Tannezouft, a pochi km. Fiocchetti di Scottex-Casa per addobbare le auto, tavolini riuniti, fuoco e musica: cena di capodanno fuori dal Mondo, a base di Paella che Dani prepara da vera Chef!
Compaiono i salami dalle portiere del Toyota di Kanister, e riemergono dalle casse le lattine di succo di frutta contenenti vino e spumante.
Cantiamo con Moahamed intorno al fuoco e a mezzanotte, con un telo, facciamo lo scivolo giù dal sif più alto che troviamo.
La mattina dell’1 siamo delle merde, perché non ci teniamo in piedi, ma alle 8 siamo a Ghat, a prendere la guida che ci aspetta, contattata anch’essa già dall’Italia.
Percorriamo la pista per Takarkori incontrando Sahara Dream, Macedonia Tours ed altri. Non mi piace l’affollamento. Ma a Natale qui è così. Sotto il discesone tagliamo fuori il percorso classico e per due giorni d’Akakus riusciamo a non incontrare quasi nessuno, se non a Inn Fozzigiaren e ad Inn Hannia.
Via, ad est,verso l’Erg Ouan Kasa. Cavolo, che spianata! Anche qui si vola sulla sabbia.
Unimog in fila a qualche km verso sud, sotto il cordone di dune. Entriamo nelle dune, ed ancora una vallata interdunaria ampia come una pianura. Dromedari selvatici.
Campo in una barcana. Giochiamo con le auto sulle dune circostanti, piantandoci e ridendo come bimbi: “dunite” all’ultimo stadio!!!
La sera tardi la Pinacola la fa da padrona e non c’è verso di battere Palà ‘d brasa.
La mattina si corre verso il passo di Tahaa, in Messak. Pietraia abominevole ma troviamo un vero giacimento di tronchi fossili.
Sfioriamo le grandi dune di Murzuq per poi scendere in Mathendousch, splendida galleria preistorica.
Passiamo la giornata a visitare i siti finchè non arrivano in pulmino centinaia di giapponesi, che invadono l’area.
Fuggiamo, puntando di nuovo verso l’Edeyen Murzuq.
Ci inoltriamo per un po’ tra i primi contrafforti e facciamo il campo.
La sabbia è durissima e di nuovo giochiamo. Salta fuori una camera d’aria gonfiata a mo’ di salvagente: l’attacchiamo ad una strop dietro un’auto e ci facciamo tirare tra le dune, sotto lo sguardo incredulo di Moahmed e SalaaAlì.
Moahmed si pianta di brutto, e colgo l’occasione per battezzarlo anch’io Mohamedmathendousch…
La mattina giungiamo a Beriuj, con i suoi campi circolari. Al posto di polizia di Elauen lasciamo alle guardie dei sacchi di piantine medicinali che avevamo raccolto nei pressi di Mathendousch.
Il pistone che porta alla breccia di Germa è polveroso ma scorrevole: la tole ondulè nemmeno poi troppo pronunciata.
In poco siamo a Germa dove salutiamo il buon Moahmed, ricoprendolo letteralmente di doni. Scambio con lui il mio fido coltello Camillus, compagno di tanta Africa, in cambio del suo coltello, che è stato di suo padre, e di suo nonno, nativi di Gabraoun sul lago, e che ora sta incorniciato in casa mia, tra i vari pezzetti di Sahara che stanno un po’ ovunque intorno a me…E in me…
Tappa ristoratrice e campo al Tourit Camp. Becchiamo il mercato settimanale, e girovaghiamo un po’ tra la gente.
Il giorno dopo unica tirata fino a Garyan, a 950 km.
Voglio raggiungere l’albergo che già conosco.Ci siamo intorno alle 19,30.
Cena e camera con tutti i comfort:pare d’essere in Europa!
Ma va bene così: avevamo bisogno di riposare un poco.
E poi ancora su, attraverso il Jebel Nafoussa, per arrivare a Sabrata.
Visita puntigliosa del sito, con pranzo a seguire nel grande parcheggio antistante le rovine, con un gregge di caprette che tentava invano di ciularci il cibo dalle mani.
Alle 14 siamo in frontiera: Akim ci attende ed in 20 minuti siamo fuori. Ma, aimè, la coda al casello Tunisino ci ruba ben tre ore: è festa nazionale: finisce il Ramadan!
Corriamo fino a Gabes, ma di nuovo è tutto chiuso,nonostante siano solo le 19…Un signore gentilissimo ci accompagna fuori città fino ad un albergo aperto,e non vuole in cambio nemmeno un caffè…C’è la tv, e c’è la Dakar….Ci manca tanto la sabbia…
Il giorno successivo saliamo con calma fino a Nabeul, sul mare. Passiamo per El Jem, dove sono in corso i festeggiamenti ed è tutto un succedersi di esplosioni di petardi. Mangiamo brochettes seduti accanto al Teatro. Conosco benissimo Nabeul e porto i miei amici in un camping-albergo bellissimo e tranquillo,appena fuori dell’abitato. La sera tardi molliamo i fuoristrada in albergo ed in taxi ci rechiamo ad Hammamet, a cenare in un ristorantino di mia conoscenza specializzato in pesce e davvero a buon mercato; si festeggia il viaggio a base di branzino,gamberoni e cous cous al pesce per poche migliaia di lire…Passeggiata intorno alla medina subito dopo ma qui non è Africa, semmai è Rimini!
Si dorme e la mattina visitiamo il mercato permanente di Nabeul, capitale della ceramica del Nord Tunisino.Ci carichiamo di anfore ed orci, e ci gustiamo un buon caffè in una bettola non per turisti, un vero caffè come si deve, arabo e nel bicchiere di vetro!
Tunisi dista solo 60 km.Ci mettiamo in viaggio alle 12, e facciamo tappa in un campo, lungo l’autostrada, per fare uno spuntino.
Non è che ci limitiamo ad una scatoletta: giù i tavoli e le sedie, facciamo la pasta e vai, a due metri dall’asfalto, con le anfore scaricate tutt’intorno per poter prendere il necessario per cucinare!!! Siamo matti!!!
E siamo al porto. Chek del biglietto comunitario e ci mettiamo in coda…Che si fa? Giù il primo tavolo e quattro sedie: Pinacola!
Mega partita a carte tra i mezzi incolonnati con fuga improvvisa e carte svolazzanti ovunque al muoversi della fila!
Kanister trova due svizzeri con un Patrol a cui si è spezzato il pignone dell’avviamento…si accordano: se li porta fino a casa, all’officina, e sostituirà loro seduta stante il pezzo rotto!
Ci imbarchiamo. Mare calmo; non c’è l’Habib ma la nuovissima Cartage: che lusso!
Sbarchiamo a Livorno. Tappa in autostrada per caffè. Attentato di Dani e Kanister alle maniglie delle altre auto, con la complicità degli svizzeri: Nutella sotto le maniglie di tutte le portiere!
Inseguimento a piedi tra le pompe della stazione di servizio con nutella volante. Ho visto gente rimanere col panino a mezz’aria a guardarci a bocca spalancata: 36 anni a testa e non sentirli!!!
Fine dell’autostrada. Ci salutiamo con le lacrime agli occhi…E’ stato un bellissimo viaggio, tutti noi abbiamo trovato dei nuovi amici fantastici….E tutti noi già pensiamo a cosa fare la prossima volta…E già si pensa all’Edeyen Murzuq.
La sabbia è in me.