By Andrea Scabini
Originally Posted Thursday, February 6, 2014
La mia Africa Live
Secondo mese di viaggio, tutto è cominciato ai primi di Dicembre all’arrivo a Gjibuti per sdoganare le 4 macchine imbarcate ai primi di novembre.
Le macchine tre Toyota di amici e la mia Defender insieme faranno un bel giro veloce fino a Khartoum poi verso il deserto Occidentale per poi rientrare attraverso il Bayuda Desert a Meroe e scendere fino alla capitale Sudanese dove i miei amici lasceranno le macchine mentre io rientrerò in Etiopia da dove vi sto scrivendo.
A Djibuti è stato abbastanza stressante restarci 20 giorni, non tanto per viverci ma per tutte le pratiche doganali che sono state fatte sopratutto se i documenti come i nostri erano stati fatti sbagliati, alla fine però ci sono riuscito e le macchine sono state portate nel parking di Vittorio un amico incontrato a Djibuti che a un buon ristorante italiano.
La città non è male ma è tutto molto caro prezzi da infarto per dormire e prezzi europei per mangiare e poi un caldo bestia anche se qui è inverno e dalle 1 alle 5 tutto fermo e tutti o quasi si ritanano in qualche buco a bere e masticare il Katts poi tutti rincoglioniti, alla sera però grandi feste e tutti in giro anche perchè qui fra basi americane italiane giapponesi e molte altre c’è un gran casino, ristoranti sempre pieni e locali notturni al completo con tante donnine pronte a rilassarti e massaggiarti insomma un gran casino nel vero senso della parola.
C’è anche il più bel albergo della zona il Kampischi che dopo averlo visitato non capisco come possa essere pieno di marinai di varie nazioni anche italiani e visto che costa oltre 300 dollari a notte mi domando chi paga il conto dei anche semplici marinai. Per la sicurezza non c’è nessun problema tutto tranquillo ho anche incontrato dei yemeniti che mi hanno assicurato che andando alla città di Obock avrei potuto chiedere il visto e prendere il traghetto per lo Yemen e attraversarlo senza nessun problema. La cosa mi tenta pensando poi al ritorno comunque lo ripeto, visto i problemi al nord Africa per chi però a molto tempo davanti si può arrivare in Iran e poi arrivare a Dubai e con meno di 300 dollari si arriva qui, ho incontrato due tedeschi che lo hanno fatto, insomma incomincia a essere il modo più semplice per arrivare qui se si vuole fare molta strada via terra.
Comunque i giorni passati a Djibuti sono stati piacevoli anche se molto costosi e un po’ noiosi nonostante la vita frenetica della città, è per questo che mente aspettavo i miei compagni di viaggio me ne sono andato con Aleper un francese incontrato qui prima a nord sulle spiagge quasi deserte del nord e poi al lago Assal, un vero e proprio deserto di sale e la strada per arrivarci molto panoramica la consiglio per chi viene da queste parti.
Mentre aspettavo volevo andare anche nella regione del Somaliland ma ho trovato difficoltà per andarci comunque per il resto tutto è andato bene e arrivati i miei compagni di viaggio subito siamo partiti per il confine Etiope. La strada asfaltata e piena di buche rallenta molto il tempo per arrivaci e in più sono centinaia i cammion che si devono sorpassare.
Al mattino arriviamo in dogana e in poco tempo riusciamo tranquillamente entrare in Etiopia e incominciare la lunga attraversata che ci porterà in Sudan. Qui le strade sono belle e si può andare abbastanza veloci anche se bisogna stare molto attenti alle persone e agli animali che stanno sulla strada.
Con gli amici va tutto bene e visto il loro poco tempo in tre giorni arriviamo al confine sudanese a Gallabat e qui rimaniamo bloccati nella terra di nessuno per circa 16 ore per problemi burocratici e chiusura frontiera che alla fine tramite conoscenze a Khartoum riusciamo a passare e proseguire verso la capitale.
Fin qui tutto bene salvo rottura del cambio di uno dei Totota che riesce ugualmente proseguire, poi in un solo giorno viene trovato un cambio nuovo completo e sostituito in poche ore. Qui le Toyota abbondano e si trova di tutto a prezzi bassi mentre per la Defender non si trova quasi nulla. L’indomani si parte finalmente per il deserto occidentale a nord, il primo pezzo è su strada asfaltata poi si entra verso il plateau Jebel Abiyad e per 4 giorni giriamo all’interno incontrando solo quache cammelliere con la sua mandria di cammelli.
Stefano che è quello che conosce bene la zona e è già stato parecchie volte in Sudan ci porta verso una fortezza abbandonata dal nome a me sconosciuto ma dall’atmosfera magica e qui passiamo un bel ultimo dell’anno andando poi a nanna un po’ tutti storti visto l’abbondare di vino e altro.
L’indomani si prosegue sempre fuori pista passando su varie pietraie e aggirando le molte piccole dune che ci sono, si passa poi su una zona di alberi fossilizzati. Molte sono le macine che si trovano tutte molto grosse o rotte comunque bello passare la giornata a cercare e guardare questi oggetti millenari, poi finalmente si arriva a Dongola e si prosegue verso Karima che dopo averla visitata rientriamo in un bel deserto fuoripista. Il Bayuda Desert per me è la zona che mi è piaciuta di più anche qui molte pietraie e molti wadi da attraversare il posto migliore una guelta nascosta in un posto magnifico vicino a un vulcano difficile da vedere stando anche a poche centinaia di metri per fortuna Stefano sapeva alla perfezione dove si trovava.
I chilometri incominciano a essere tanti e anche i giorni passano veloci quindi è l’ora di incominciare a ritornare a Khartoum dove tutti ritorneranno in Italia tranne me, prima però fermata obbligatoria alle piramidi di Meroe dove facciamo un bel campo in un posto molto bello e come al solito prima della nanna un buon pasto e tanto vino. Le piramidi molto belle in una bella zona anche se quasi tutte distrutte per metà.
Al mattino si prosegue unico problema trovare carburante, costa molto poco 3,11 ma difficile da trovare e infatti per pochissimo non rimango a secco, si trova facilmente solo nella capitale, comunque senza altri problemi arriviamo in città dove si passa la giornata a ripulire i mezzi che vengono lasciati li tranne un toyota che viene ripulito per dare il cambio con un nuovo equipaggio che ritornerà con me in Etiopia e che poi scenderà fino in Tanzania. Anche loro però tutto di corsa con le tre settimane di tempo. L’ultima sera grande cena in un ristorante libanese e dopo un saluto a Stefano, Arrigo, Ludovico, Fabrizio e alle loro simpatiche signore, bè ora sono quasi solo e per fortuna la macchina va ancora bene salvo la perdita di poca acqua da O-Ring di un radiatorino.
Si riparte ma ancora abbastanza di corsa per stare insieme ai due nuovi amici Roberto e Rita, si ritorna alla frontiera e in due giorni arriviamo a Lalibela per passare li il Natale Copto, il 07/01/14, io sono un po’ stufo di correre e quindi rimango da solo per tre giorni a riposare a Lalibela mentre i due amici se ne vanno di corsa verso sud.
Ora sono solo veramente e quindi avendo tutto il tempo che voglio vado con calma e mi fermo finalmente a incominciare a fotografare come voglio e con tranquillità. Ripartito da Lalibela ma con l’intenzione di ritornarci per il TimKat mi dirigo verso Kombolcha dove arrivo a tarda sera a dormire nel parking di un piccolo albergo, fin qui nulla di nuovo e avendo tempo mi dirigo all’indomani verso Bati dove di solito al lunedi c’è un bel mercato che non vedo ma che avevo già visto anni prima.
Anche qui nulla di nuovo tranne la pista molto polverosa e che si incominciano vedere popolazioni Afar. Dopo il paese decido di proseguire verso Mille da dove ero già passato, ma molto più difficile a arrivare sia per la pista e sia per i molti Afar che incontro per la strada…. bè averla fatta da solo e che sia andato tutto bene mi fa stare più tranquillo, anche alla sera fermandomi in un piccolo villaggio divento una attrazione quando il mio tetto della Land si alza per andare a nanna, tutti li a guardarmi…. l’indomani verso sud per visitare popolazioni Afar e per dirigermi verso un posto ancora più caldo e finalmente senza montagne l’Awash, già perche’ di montagne ero stufo in nord Etiopia si viaggia quasi sempre su e giù dai 2000 mt ai 3800 mt e a salire pesante come sono faccio un gran fatica.
Finalmente arrivo a Awash e mi dirigo al National Park dove resto per tre giorni accampato e in compagnia solamente di coreani e Struzzi. Le cascate sono molto belle e tanti anche gli animali nel parco, gazzelle, coccodrilli, Dik Dik, Kudu il waterbuck (l’antilope nera) babbuini e Oriper… certo che a fotografarli è difficile se non hai un bel cannone che io non ho, come ti avvicini se ne vanno di corsa nonostante cerco di non farmi vedere e sentire. Visto che la cosa che non mi manca è il tempo cerco anche di andare a fotografare i pastori nomadi Kereyu sempre alla ricerca di nuovi pascoli e che si spostano sempre all’interno e all’esterno del parco.
Anche qui i tre giorni passano veloci riposandomi e pagando pochissimo il parking nel Lodge, unico problema la perdita d’acqua aumenta e quindi decido di andare a Addis Abeba in cerca di una concessionaria Land Rover che non trovo da nessuna parte, tutti mi dicono nessun problema ma in realtà non trovo neppure un meccanico attrezzato bene finchè decido di andare a una delle tante officine Toyota ma il caso vuole che mentre gironzolo da una parte all’altra di Addis trovo una officina meccanica con dei bravi meccanici veramente esperti e per farmi stare male a poche centinaia di metri dall’officina mi accorgo di perdere parecchio olio.
Alla fine credendo al peggio stavo già pensando alle cose più brutte che potevano succedere invece era solo, il filtro olio allentato, non soperchè è la prima volta che mi succede, comunque in poche ore O-Ring cambiati e stagnati con pasta nera, filtro olio a posto e controllo generali di tutto, spesa totale 16 euro, visto che ci sono e che con tutta la fretta di partire ho dimenticato un filtro aria spero che me lo procurano per domani visto che sono giorni che cerco di trovarne uno ma niente da fare, qui di defender TD5 non penso ce ne siano…… Bè domani riparto verso nord non so ancora di preciso dove, forse ritorno a Lalibela per il TimKat la strada è ancora lunga e i mesi per restare in Africa sono tanti.
Per adesso un ciao a tutti