By Alessandra e Renato
Originally Posted Tuesday, December 31, 2002
GSS 2002
a cura di Alessandra e Renato
Mezzo : Land Rover TD90
Totale percorso GSS : ca. 1000 km fuoripista
Consumo medio : 5 km / l
Gasolio : 350 l
Acqua : 180 l
GPS : Sony PYXI – attenzione: punti espressi in gradi – minuti – secondi.
Tempo impiegato GSS : 3 1/2 giorni da Al Jagbub a Kufra
Il percorso della relazione sul GSS é di ca. 1000 km effettuati completamente in fuoripista.
Si raccomanda un’autonomia di almeno 1500 km e un convoglio di 2/3 auto.
Maggiori difficoltà: nessuna possibilità di rifornimento di gasolio e nessun pozzo acqua fino a Kufra.Tratti improvvisi di sabbia molle non riconoscibili. Orientamento dei cordoni dunari obbligati, molto lunghi e con dune alte e passaggi non sempre evidenti. L’itinerario prevede lo sconfinamento e la permanenza in territorio egiziano, in una zona potenzialmente pattugliata.Ufficialmente occorrerebbe un doppio visa d’ingresso libico ed un visa egiziano.
Il percorso tra Jalo e Al Jagbub di ca. 300km é interamente su pista e fuoripista, contrariamente a quanto indicato sulla 953.
CARTOGRAFIA
NUMERO
NOME
H34G
Jalo – Al Jagbub
1:500.000 russa
H35B
Siwa
1:500.000 russa
G53A
Maasul
1:500.000 russa
G35B
Djebel Zaada
1:500.000 russa
G34r
El Djof
1:500.000 russa
953
Africa nord-ovest Michelin
1:4.000.000
BIBLIOGRAFIA
Autore Data Titolo Pubblicazione
Desio Ardito 1950 Le vie della sete Dar al Fergiani
Negro Giancarlo 1992 Il GSS e la sua esplorazione Sahara n. 4 pag. 71
Negro Giancarlo 1992 Il silica park un centro di lavorazione del LDSG nel GSS Sahara n. 5
Boccazzi Aldo De Michele Vincenzo Negro Giancarlo 1992 Un’esplorazione geoarcheologica nel GSS Sahara n. 4 pag. 89
De Michele Vincenzo 1998 The lybian desert glass-scarab in Tutankhamen’s pectoral Sahara n. 10 pag.107
Gandini J. 1997 La Libia del sud-est Polaris
Dal Bosco O. Grassi MT 1998 Libia mediterranea e romana Polaris
Bagnold R.A. 1935 Lybian sands travel in a dead world Immel pub.
Malatesta S. 2001 Il grande mare di sabbia Negri Pozza
Migliorini E. 1961 Esplorazione del Sahara Utet
NOTE DI VIAGGIO
Si parte per le vacanze!
Che fatica dopo mesi e mesi di programmazione e preparativi.
L’ultimo brivido alle 2.00 di notte con il compressore che non parte! Sicuramente servirà…..sarà meglio che funzioni.
Partenza di buon mattino alle 6.00 e via verso Genova in compagnia di 1000 Tir. Noi naturalmente viaggiamo sulla corsia dei camion lenti. Traghetto molto più piccolo della Cartage con solo 245 vetture tunisine e 5 europee da imbarcare, conseguentemente l’imbarco e le formalità risultano un po’ più facili del solito.
28.07.2000 Solito sbarco a Tunisi nel pomeriggio, riusciamo a percorrere un po’ di Km e a sud di Sfax ci accampiamo in un qualsiasi campo di ulivi. Consiglio: data l’estrema densità di popolazione, specialmente nei campi di ulivi, vi raccomandiamo di raggiungere il campeggio di Gabes: centralissimo, carino ed economico. Sembra un oratorio alla mussulmana, ma funziona.
Centre de stages et des vacances Gabes – rue de l’oasis Djara Gabes – Gabes 6001 Tel. 05/270271
29.07.2000 Partenza verso il confine libico. Sono le 6.00 e già servono gli occhiali da sole. Cambio nero lungo la strada leggermente sfavorevole rispetto all’anno precedente. Dogana con solito hangar, solito sole cocente e solite 4 ore. La sterilità burocratica della giornata é riscattata dal bel tramonto sul teatro di Sabratha.
Tramonto su Sabratha
Per le nozioni storiche vi rimandiamo alla guida “Libia Romana e Mediterranea” edita da Polaris.
Notte passata nell’ostello della gioventù della repubblica popolare della Jamahiria, con vista sul mare e rovine romane. Noi abbiamo preferito dormire nel giardino sul retro e non nelle stanze che sono molto basic, così come i bagni. D’altronde per 3 dinari cad. cosa pretendere….Temperatura fresca abbastanza ventilato.
30.07.2000 Bellissima Sabratha! Non é facile dire quale fra Sabratha e Leptis sia più bella. Sicuramente Leptis é più “Magna” più vasta ed anche più completa a livello scavi. Sabratha nella sua maggior semplicità é forse più vera, soprattutto nella zona a ridosso del mare.
Sabratha rovine sul mare
Visita nel pomeriggio alle rovine di Leptis. Per noi é la seconda visita e approfondiamo alcuni angoli del sito, ma consigliamo come prima visita di dedicare una giornata intera. Raccomandiamo inoltre una visita al negozietto di souvenir dove abbiamo trovato il libro “Le vie della sete” di Ardito Desio, introvabile in Italia. C’é anche il libretto verde in italiano.
Leptis Magna – il teatro
31.07.2000 Le procedure burocratiche per il timbro triangolare ci prendono quasi tutta la mattina, poi via verso Benghasi. Campo lungo la costa qualche km dopo Sirte. Doccia con primo scorpione sotto i piedi.
01.08.2000 Trasferimento – Braygah N 30°24″16′ – E19°39″10′. piccole provviste al mercato. Arriviamo a Jalo e mancano ancora ca. 300km a Al Jagbub. Cerchiamo la strada, che sembrerebbe asfaltata o in costruzione, non la troviamo (perché non c’è) e prendiamo invece la pista. Campo.
02.08.2000 Ci accorgiamo che una delle macchine (guarda caso una Toyota) ha rotto la balestra principale senza ancora aver fatto un metro di pista (affidabilità giapponese..) Torniamo a Jalo e grazie alla laboriosità di un siriano estremamente capace e gentile ripariamo le balestre. Già che dobbiamo aspettare, approfittiamo anche noi per mettere una doppia molla al Land. Il pomeriggio trascorre molto tranquillamente sotto un albero di carrube; il siriano ci offre una colazione e verso sera riprendiamo la pista per Al Jagbub.Campo.
03.08.2000 Primi 20km in mezzo al cram-cram, poi sabbia più compatta e dune.
Balise N 29°24″28′ E 21°48″43′. Fondo duro scorrevole velocità 60km – cap 40°-50°.
Seguiamo sempre le tracce cap 60°-70° sabbia molle N 29°34″10′ – E 22°07″50′.
Balise sabbia dura N 29°34″49′ E 22°11″18′.
Passaggio fra le dune, balise N 29°39″20′ E 22°28″33′.
Termine dune N 29°44″31′ E 22°33″36′.
Seguono poi dei passaggi misti dove suggeriamo un gonfia/sgonfia e si procede in una zona vulcanica nera con cairn ben visibile sulla pista. N 29°46″41′ E 22°38″55′.
Depressione di antico lago dove facciamo una sosta. N 29°51″05′ E 23°07″20′.
A 5km boosting station N 29°52″09′ E 23°12″06′.
Dopo la boosting station la pista gira tutta ad est verso un aeroporto abbandonato. N 29°52″26′ E 23°21″02′
Purtroppo perdiamo la pista e mancano ca.100km ad Al Jagbub. Probabilmente la pista corretta aggira l’aeroporto da sud. Da verificare. Il nostro percorso risulterà completamente in fuoripista e disagevole, per cui non lo relazioniamo. Campo alle 20.00 e mancano ancora ca. 50km ad Al Jagbub, arriveremo ai bordi dell’erg domani? Serata di stelle e di vento, non fa caldo anzi di notte in tenda sarebbe necessaria una coperta. Campo ai bordi di un antico lago, nelle vicinanze si trovano conchiglie fossili. N 29°50″34′ E 24°18″55′
04.08.2000 Scorpione giallo verde con terminale di coda nero, che si aggira tra le tende. Siamo a quota due, chi diceva che non se ne vedono mai? Finalmente raggiungiamo Al Jagbub. Piccolissimo villaggio vi si trova tuttavia gasolio (pompa all’inizio del paese) e acqua.
Nota storica: in passato, precedentemente all’insediamento dei Senussi nel 1855, Jagbub non possedeva una popolazione propria. Solo con la morte del fondatore della confraternita Sayed Ibn Ali es Senussi e l’avvento del suo successore crebbe rapidamente fino il 1880/1885. Per molti anni questo luogo fu il centro spirituale dei Senussi, tanto che coloro che visitavano la tomba di Sayed ottenevano gli stessi meriti di coloro che si recavano nelle città sante dell’Islam come Medina e La Mecca. Accanto alla moschea dalla cupola bianca é sepolto, in un mausoleo, il fondatore della setta. Grande maestro dei senussi dell’epoca, il suo successore Mohamed el Mahdi, nell’aprile del 1895 decise improvvisamente di trasferirsi a Kufra per sfuggire ad una probabile cattura da parte dei turchi. La carovana impiegò quasi due mesi per raggiungere l’oasi, attraversando il GSS. Di fatto il trasferimento della zauia a Kufra, segnò la fine dell’importanza di Al Jagbub.
Controllo polizia, praticamente obbligatorio, nel senso che non é possibile passare inosservati. Vi chiederanno documenti e faranno un’ ispezione sull’equipaggiamento auto, autonomia, acqua e sistemi di navigazione e dichiarazione dell’itinerario ed in quanti giorni si intende effettuarlo. Dicono che avvertono Kufra del nostro arrivo.
Punto acqua N 29°44″38′ E 24°31″36′
Attacco della pista per Kufra N29°45″39′ E24°30″38′. Questo é un punto molto importante in quanto permette percorrere la pista di ca. 35km aggirando sebke e piccole montagne, prima di “tuffarsi” nel grande mare di sabbia. Questa pista conduce ad un pozzo non agibile, una volta arrivati girare a sinistra per 10/15 km.
WP NORD EST COMMENTO
1 29°45’39” 24°30″38′ 05.08.2000 – attacco pista per Kufra. Carta Siwa
2 29°32″04′ 24°24″27′ punto sulla pista
3 29°28″16′ 24°22″44′ balise
4 29°27″55′ 24°22″00 balise
5 29°26″06′ 24°20″41′ campo nero
6 29°19″00 24°21″00 punto sulla pista
7 29°11″21′ 24°24″30′ balise
8 29°07″05′ 24°24″45 balise
9 29°00″00 24°26″00 punto sulla pista
10 28°57″21′ 24°28″16 punto sulla pista
11 28°52″04′ 24°30″25′ cairn – tracce
12 28°50″00′ 24°30″00′ pistone scorrevole, cordone interdunare di 5/6 km con tracce
13 28°44″29′ 24°33″39′ pistone
14 28°36″12′ 24°36″26′ bidone
15 28°26″19 24°41″00′ pistone, cordone interdunare di ca. 2km
16 28°06″54′ 24°50″27′ pistone
17 28°06″12 24°50″00 balise
18 28°00″04′ 24°54″06 campo sulle dune
19 27°59″34′ 24°55″09′ 06.08.2000 – balise con scritta araba. Passare alla carta Maasul
20 27°58″46′ 24°56″55′ balise
21 27°56″05′ 24°58″29′ balise
22 27°53″11′ 25°00″56′ resti di campo
23 27°51″29′ 25°02″36′ bidoni
24 27°49″35′ 25°04″04′ bidoni, cordoni molto ampi, dune tipo onde del mare, pista scorrevole
25 27°43″22′ 25°06″15′ bidone, passaggio in territorio egiziano, direzione sud/est
26 27°36″18′ 25°08″39′ copertone camion
27 27°36″05′ 25°15″12′ copertone
28 27°35″39′ 25°18″03′ bidone di segnalazione di passaggio ad altro cordone
29 27°34″36′ 25°18″53′ bidone
30 27°23″46′ 25°20″51′ bidone
31 27°21″04′ 25°23″24′ bidone
32 27°20″00′ 25°25″14′ punto sulla pista
33 27°14″08′ 25°29″11′ residuo campo militare e bidoni
34 27°13″37′ 25°37″11′ sabbia molle
35 27°01″18′ 25°39″24′ bidone
36 26°56″04′ 25°44″19′ dune alte e sabbia molle
37 26°54″35′ 25°46″15′ campo Spencer. Purtroppo non troviamo alcun segno del campo Spencer ma solo il fondo di una cassa di legno e il becco con poche piume di un uccello
38 26°43″43′ 25°4″26′ cordone interdunare n. 1
39 26°42″13′ 25°46″00 cordone interdunare n. 2
40 26°39″43′ 25°46″06′ cordone interdunare n. 3
41 26°37″19′ 25°44″09′ cordone interdunare n. 4
42 26°33″42′ 25°44″16′ cordone interdunare n. 5
43 26°31″27′ 25°43″31′ valico di cordone interdunare
44 26°30″38′ 25°39″36′ campo sulle dune
45 26°22″50′ 25°39″04′ 07.08.2000 – trovate le prime fulgoriti
46 26°14″33′ 25°39″16′ bidone rosso – Foto
47 26°03″49′ 25°37″02′ due bidoni, residuo di campo militare
48 26°00″00′ 25°37″39′ cambio cordone – fine carta
49 25°53″56′ 25°38″17′ punto sulla pista – passare alla carta Djebel Zaada
50 25°48″00′ 25°38″37′ cordoni color cipria invalicabili
51 25°46″00′ 25°38″41′ cippo
52 25°36″05′ 25°39″12′ due bidoni
53 25°34″00′ 25°39″12′ passaggio cordone
54 25°24″00′ 25°38″00′ punto sulla pista
55 25°04″00′ 25°36″00′ punto sulla pista
56 25°08″00 25°34″18′ pista sassosa
57 25°04″00 25°23″36′ campo
58 25°03″22′ 25°21″51′ altopiano sassoso
59 25°02″02′ 25°18″35′ pista scorrevole
60 24°51″49′ 25°02″36′ ampie vallate – pista scorrevole
61 24°51″43′ 25°00″00′ confine libico con segnaletica
62 24°12″19′ 23°19″54′ arrivo in un’oasi periferica di Kufra
Bidone rosso nel GSS
Lungo tutto il percorso, la sabbia ha una consistenza molto variabile. Da dura e molto compatta, che ha permesso una guida veloce, a molle a tratti improvvisi non riconoscibili né dal colore né dalla formazione morfologica. Contate sicuramente di utilizzare qualche volta le piastre e la pala e ancora più spesso l’operazione gonfia/sgonfia al fine di evitare insabbiamenti fino ai mozzi.
Sabbia molle
Contrariamente ai dati metereologici di molte pubblicazioni, che danno il GSS come una delle zone più calde e aride della terra, il nostro mese di agosto é probabilmente stato molto anomalo, ma di fatto le temperature che ci aspettavamo salissero fino a ca. 60° non hanno mai superato i 40° / 42°. Durante la notte l’escursione termica era notevole ed abbiamo sofferto più il freddo che il caldo. E’ necessaria una coperta o sacco a pelo leggero (in Maggiolina).
05.08.2000 Siamo finalmente nell’erg! Sognato ed immaginato per molti mesi; davanti a noi si distendono ca. 1000 km di dune. La vastità e la grandiosità del mare di sabbia nel quale ci siamo appena tuffati, ci coglie impreparati ad ogni razionalità. I pensieri svaniscono e lasciano il posto ad una vertigine emozionale. Vari insabbiamenti ci riportano bruscamente alla realtà e fra pala, piastre e ridotte non é sempre facile mantenere una vena romantica. I passaggi non sono difficili, ma la sabbia a tratti é veramente molle. Per la colazione, inauguriamo con successo un grande tendone teso fra le auto. Nel pomeriggio troviamo un cordone interdunare molto scorrevole ed a tratti ben tracciato, che ci fa terminare la cartina “Siwa” in un batter d’occhio
GSS
Campo sulla pista ai margini delle dune; bellissima sera con numerose stelle cadenti.Ognuno esprima i suoi desideri!
Campo sulle dune
06.08.2000 Riprendiamo il nostro lavoro di viaggiatori fra le dune e ci imbattiamo in una balise con scritta araba. WP 19. Siamo sulla buona strada! I cordoni sono molto ampi e dolci ed il fondo permette un’ottima andatura (70/80 km/h). Quasi ci dispiace perché avevamo pensato di percorrere l’erg in 5/7 giorni. Di questo passo saremo presto a Kufra. Notiamo tuttavia che i cordoni ci obbligano ad una direzione di 165° e quindi sconfiniamo rapidamente in territorio egiziano. Vediamo dei resti di campi militari e ci chiediamo cosa potrebbe succedere incrociando una pattuglia. Fra le solite insabbiature, sabbia molle e dune alte con discese vertiginose raggiungiamo, a mezzogiorno in una luce nella quale cielo e terra non hanno più confine, il punto del campo Spencer-Clayton. WP 37. Tale punto si trova su una grande duna e purtroppo non abbiamo trovato nulla, (almeno senza aver scavato) dei resti del campo della spedizione scientifica, che si proponeva di esplorare il GSS nel lontano 1934 con delle gloriose Ford A due ruote motrici ma attrezzate con balloon tyres 9×13!! Verso sera il panorama si appiattisce ma il cielo é sempre stupendo e più avvolgente che mai. I cieli africani sono i più belli. Stelle cadenti. Domani saremo in zona silica, il desiderio non può che essere quello: trovarla.
07.08.2000 Verso la silica. Al mattino misto al profumo di caffé i nasi più sensibili, già “odoravano” la silica. Uno degli obiettivi del viaggio era di visitare il Silica Park, che come noto si trova in territorio egiziano, ma come punto geografico é più “agevolmente” raggiungibile dalla Libia. L’accesso alla zona é sovente pattugliato da truppe libiche o egiziane e quindi abbiamo preferito attraversare il GSS (idea che per un buon sahariano é già motivo di viaggio e ci piaceva indipendentemente dalla silica). Verso le h. 8 dopo ca. 50km troviamo alcune fulgoriti; certe molto belle ed articolate quanto fragili. Le fulgoriti sono formate dalla fusione della sabbia colpita da un fulmine. Possono essere lunghe da pochi cm a 40/50 cm. All’interno generalmente sono cave ed hanno forma ramificata. La lunghezza e grossezza sono determinate dalla potenza del fulmine. E’ molto difficile vederle perché sono generalmente in parte sotterrate verticalmente nella sabbia e bisogna fare molta attenzione all’estrazione perché hanno la fragilità di un cristallo. Verso le h.14 arriviamo in una vallata stupenda: due cordoni di dune alte e ripide la delimitano. In mezzo uno stranissimo ciottolato dai colori più strani. Rocce vulcaniche scure, sassi rossi, bianchi ed alcuni grandi cristalli che sembrano quarzi. Poi la silica.
Brilla il verde in controluce e l’emozione é fortissima. Bei pezzi levigati e trasparenti. Risaliamo la vallata a piedi e ogni sasso racconta una storia diversa. Vediamo anche dei legni fossili molto belli. Ci si potrebbe fermare quasi una vita a guardare come é bello questo angolo di mondo! Verso sera ripartiamo e ci dirigiamo verso il confine senza raggiungerlo e facciamo campo.
Nota scientifica: la silica o più propriamente LDSG Lybian Desert Silica Glass é costituita da silice praticamente pura, oltre il 98% di SIO2 contenente solo rare e piccole inclusioni. La parte a contatto con il suolo é spesso stranamente erosa, mentre la parte esposta all’aria é levigata. La particolare purezza, trasparenza e colore di alcuni esemplari spinsero gli esploratori, soprattutto Spencer, a voler catalogare questo vetro naturale, tra le pietre preziose: come tutt’ora é segnalato al pubblico in una vetrina del Geological Museum di Londra. L’origine della silica é quanto mai controversa. Alcuni geologi attribuiscono l’origine a formazioni sedimentarie, altri ipotizzano la formazione da una caduta di un meteorite, di una cometa o di un altro corpo celeste il cui impatto al suolo avrebbe provocato la fusione e la vetrificazione delle sabbie delle arenarie nubiane. Un altro fatto insolito é costituito dalle dimensioni eccezionali della silica che nessuna tektite al mondo raggiunge nemmeno lontanamente. L’età della silica é stata determinata con precisione per mezzo dell’analisi di tracce di fissione in 28,5 milioni di anni! Un’altra misteriosa contraddizione con l’età di formazione delle arenarie su cui posa, nettamente più recente. Non ci sono comunque dati certi e la formazione della silica rimane irrisolta e ancora oggi oggetto di studio. La silica era conosciuta ed usata fin dai tempi più antichi, tanto che lo scarabeo che orna il pettorale di Tutankhamon, dapprima scambiato per opale é stato poi confermato essere silica.
08.08.2000 Al mattino la pista prosegue fra splendide montagne coniche erose dal vento, di colore rosso e sabbiose. Probabilmente domani saranno dune. L’erg arriverà anche qui. Mancano pochi km al confine e tutti abbiamo lo stesso timore. Una pattuglia che controlli la pista non potrebbe avere posizione migliore, in quanto i passaggi sono abbastanza obbligati. Finalmente vediamo in lontananza il palo che porta il cartello di confine. Da una parte la scritta in arabo indica l’Egitto e dall’altra la Libia. Bello, bello, anche il panorama. Proseguiamo sulla pista e tra tagli sbagliati, fuoripista, insabbiamenti ecc.ecc. raggiungiamo faticosamente Kufra nel tardo pomeriggio.08.08.2000 Al mattino la pista prosegue fra splendide montagne coniche erose dal vento, di colore rosso e sabbiose. Probabilmente domani saranno dune. L’erg arriverà anche qui. Mancano pochi km al confine e tutti abbiamo lo stesso timore. Una pattuglia che controlli la pista non potrebbe avere posizione migliore, in quanto i passaggi sono abbastanza obbligati. Finalmente vediamo in lontananza il palo che porta il cartello
Confine Egitto Confine Libia
Il nostro viaggio proseguirà poi verso Rebiana per prendere una guida che ci porterà negli stupendi contrafforti del Tibesti libico, Dohone. La zona come si sa é minata e ancora abbastanza controllata da ribelli tebu. La nostra guida stessa, non ha voluto scendere più a sud della latitudine di Erfi. Abbiamo fatto il passo di Arabana, libero da mine e tra l’altro molto bello a differenza di Klingé.
Passo di Arabanà
Dopo il passo ai bordi della pista, vi era un’esca con mina. A poca distanza i resti di un’esplosione di un’auto militare. Oltrepassato Arabana, si raggiungono le miniere di amazzonite di Erghei Zuma scoperte da Monod. La guida ci lascerà proprio a Zuma, per rientrare a Rebiana e noi proseguiremo in totale fuoripista verso Waw an Namus e poi Timissa e Sebha. Da Sebha per risalire verso nord, abbiamo scelto di costeggiare l’erg Oubari per poi attraversare l’Hammada al Hamrah e da lì Gadahmes: la città vecchia merita sempre una sosta. Poi il confine.
Ai margini dell’Oubari
Gadames : architettura Gadames : la moschea
Dopo quattro settimane di vacanze imbocchiamo l’autostrada verso Milano. Non riusciamo ad abituare gli occhi a ciò che vediamo. Guardi i campi verdi e pensi a dunette cosparse di cespugli bassi. Le montagne verso Varese sono l’erg e la rampa dell’autostrada é forse il passo di Arabana? I cartelli stradali sono balise?? E dov’è, in questo cielo afoso, la palla di fuoco che scende all’orizzonte?
Alba a Rebiana