By Claudio Chiodi
Originally Posted Saturday, August 19, 2006
“DESTINAZIONE CIAD”
Diario di bordo di un gruppo di amici Italiani, Tedeschi, Brasiliani, che insieme attraversando Tunisia, Libia, arrivano in Tchad, per rientrare passando dal Niger e dall’Algeria.
RICORDIAMO A TUTTI I VIAGGIATORI CHE LA POLITICA DI SAHARA.IT E’ DI DIFFONDERE INFORMAZIONI UTILI A VIAGGIARE, POTETE CONSULTARE NELLA APPOSITA SEZIONE IL NOSTRO PENSIERO RIGUARDO AL MODO DI VIAGGIARE . NON SEMPRE I RESOCONTI CHE PUBBLICHIAMO SEGUONO AL 100% QUESTI PRINCIPI, AVENDO VIAGGIATO IN AFRICA SAPPIAMO CHE A VOLTE LA LINEE DI COMPORTAMENTO (ETICO O LEGALE) SONO SOTTILI E IN DETERMINATI AMBIENTI E CIRCOSTANZE VENGONO PRESE DECISIONI DETTATE DALLE NECESSITA’ MOMENTANEE. QUESTI DIARI SERVONO ANCHE A FARCI RIFLETTERE SUL NOSTRO COMPORTAMENTO E AIUTARCI A CAPIRE COME VOGLIAMO VIAGGIARE, BUONA LETTURA.
Potete commentare i fatti e capire forse qualcosa di piu’ andando sul FORUM
P.S. PER GLI AMICI GIORNALISTI SAREBBE GRADITO IN CASO DI UTILIZZO DI MATERIALE PUBBLICATO SU QUESTO SITO DI CONTATTARE L’AUTORE E FARE RIFERIMENTO A DOVE SONO STATE PRESE LE INFORMAZIONI IN MODO CHE I LETTORI POSSANO PERSONALMENTE ANALIZZARE LE FONTI ORIGINALI, GRAZIE Alvise
Riceviamo e-mail a : claudio@safariservice.com
14 agosto – Questa mattina ad accompagnarci nel tour alla guelta di Archei non è stato il vecchio con il bastone, ma il suo aiutante di ieri il quale, giunto in prossimità del laghetto dove si abbeverano i cammelli e nuotano i coccodrilli, si è sfilato i pantaloni e si è tranquillamente immerso nell’acqua invitandoci a fare lo stesso per giungere sull’altra riva ed iniziare il percorso. Immaginatevi la nostra sorpresa, visto che ieri scherzavamo su quanto fosse poco profumata quella stessa acqua e sull’impossibilità di immergerci anche solo un dito: bè, oggi ci siamo immersi sin quasi alla vita, sfidando anche un accesso roccioso precario che ha richiesto l’aiuto degli uomini del gruppo per la discesa e la risalita … Per fortuna il bagno melmoso è stato compensato dal bellissimo paesaggio che si è aperto davanti a noi dopo aver attraversato qualche passaggio roccioso…
Quasi l’emozione non fosse stata sufficiente, ripresa la via siamo stati bloccati da un “mezzo esercito” armato sino ai denti che avvistatici, ha spianato i fucili ed armato un bazooka: solo l’intervento provvidenziale del nostro capo – che ancora non sappiamo cosa abbia detto loro per tranquillizzarli, ma tutti facevano dei gran sorrisoni – ha consentito di risolvere la situazione ed alla fine sembrava un breefing fra amici.
Ripartiti, alle 14.00 circa ora locale, siamo stati letteralmente investiti da una tempesta di sabbia davvero impressionante: tutto ad un tratto, infatti, all’orizzonte è comparsa un’enorme massa di sabbia scura che, muovendosi velocissima, ha raggiunto le nostre vetture lasciandoci completamente al buio per circa una quindicina di minuti, preceduta e seguita da una luce rossastra incredibilmente innaturale; il vento forte e l’oscurità totale hanno contribuito a far emergere i pensieri più strani: c’è chi temeva che le auto sarebbero state sollevate e scaraventate lontano e chi si aspettava da un momento all’altro un dromedario sollevato e scaraventato sul proprio parabrezza … (pensieri da donne, naturalmente …).
Purtroppo le emozioni non erano finite: la pioggia che ha seguito la tempesta ha reso il deserto un immenso tavolato fangoso, scivoloso quanto una saponetta; quasi impossibile tenere le macchine dritte, fino a un brutto doppio cappottamento della macchina di Pino. Consolati dalla mancanza di conseguenze ai due occupanti, in men che non si dica è stato montato un grande tendone per ripararci dalla pioggia e, complice l’anniversario di matrimonio di Enrico e Giuliana, una sontuosa cena ha dato forza a una efficientissima equipe di meccanici. Risultato in tre ore la Land di Pino era pronta a ripartire.
Ago
Richtung Tchad, 13.08.2006, 5. Teil
Hallo Leute,
Richtung Tchad steht auf unseren Autos, Richtung Tchad war unsere Devise. Wir sind tatsaechlich angekommen. Ounianga Kebir mit dem herrlichen See haben wir schon hinter uns. Wir sind kurz vor Fada. Vorbei an den wunderschoenen Auslaeufern des Ennedi und – dazu in krassem Kontrast – vorbei an den Ueberbleibseln dieses unseligen Krieges zwischen dem Tchad und Libyen erreichen wir Fada. Claudio erledigt die uebliche Passkontrolle und bezahlt fuer unseren Transit. Das ist hier wohl so ueblich. Wir besichtigen die angebotenen Waren und kaufen das ein oder andere Kaltgetraenk. Zu Hause wuerde ich diese ja eher verachten, aber hier in der Hitze sind sie ein echter Hit. Wir tanken. Eine Tankstelle gibt es hier nicht. Alles wird muehsam aus 200 Liter Faessern umgefuellt. Nur der Preis ist vertraut: der Liter fuer etwas ueber einen Euro.
Wir verlassen den Ort. Die zuvor schon penetranten Kinder werden nun rabiat. Sie bewerfen die letzten Fahrzeuge mit Steinen. Hier mit wenigen Fahrzeugen aufzulaufen, koennte heikel werden. Wir fahren Richtung Archai. Wir passieren atemberaubende Felsformationen. Den Tassili N Ajjer im Suedosten Algeriens und den Akkakus in Libyen kenne ich sehr gut, aber das hier ist ebenso beeindrukend. Leider finden sich auch hier noch die Reste der frueheren Kampfhandlungen in Form von zerstoerten Kettenfahrzeugen und riesigen Geschosshuelsen. Dies haelt uns davon ab, die ausgefahrene Piste zu verlassen, um uns einige Formationen naeher anzusehen. Aus den naheliegenden, brisanten Gruenden werde ich mir das wohl auch in den naechsten Jahren – sofern ich noch einmal hierher komme – verkneifen muessen. Wir fahren in den Canyon von Archai und erreichen die beruehmten Gueltas mit den letzten Krokodilen.
Die Freude waehrt nicht lange. Ein einheimischer Toyota mit dem oertlichen Chef kommt angebraust und verweist uns des Ortes. Wir muessen uns bei ihm erst die Genehmigung holen, natuerlich gegen Bares. Nach einigem Hin und Her einigen wir uns auf einen Preis. Dafuer wird er uns morgen persoenlich zu den Gueltas fuehren. Wir beziehen nun zunaechst ausserhalb des Canyons Campo. Ivano – er ist Bergsteiger – und ich besteigen eine der imposanten Felsformationen. Bei einer schwierigen Passage hilft er mir. Es macht mir viel Spass. Waere ich in den Bergen gross geworden, waere das bestimmt eines meiner Hobbys (gewesen). Diesen Verdacht hege ich schon laenger. Wohlbehalten kehren wir ins (Basis-)Lager zurueck und feiern den Geburtstag von Mauro.
Bis spaeter
Kalle
Chad 13 Agosto 2006
Domingo, mas é sempre 13 de Agosto…
Mas foi um otimo dia!!
Principalmente porque agora me sinto tanto melhor!!
Hoje estamos a Archei, a paisagem parece muito com a aquela da Chapada dos Guimaraes, porem muito maior e com muitas e muitas dunas de areis de cores diferentes que vao do amarelo clarinho ao vermelho. Coisa do outro mundo!!
O pior foi ontem que partimos de um vilarejo que se chama Ounianga e dormimos no meio da estrada para Fada. O unico problema è que a estrada è toda minada!!! È um misto de sensaçoes…adrenalina, prazer, aventura, novidade e tristezza…è dificil entender o porque da guerra, principalmente feita em um lugar como esse, rico de historia e de uma beleza indescritivel. A unica coisa que me surpreendeu foi a recepitividade do povo local. Nao sao tao socias, ao menos nao foram com nòs, eles nao pemritem serem fotografados porque pensam que a maquina fotografica “chupa” a alma deles…vai entender…mas depois de algumas horas no vilarejo parece que a nossa presença começa a encomodar, eles começaram a nos atirar areia e pedras. E o que mais assusta è o habito dos homes usarem uma faca amarrada na parte interna do braço, e de vez enquando eles nos mostram com ar ameaçador aquila faca…Mas partimos sem maiores problemas depois que abastecemos todas os carros. Depois de alguns quilometros nos deparamos com falesias quilometricas…uma coisa incrivel!
Depois de ter visitado um bevedouro natural de dromedarios que viajam quilometros por esse deserto e que é famoso por ter exeplares de crocodilos que vivem ali da muuuuuuitos anos, montamos acampamento aqui no Parque, como sempre, no meio do nada, hoje é uma noite um pouco mais escura das outras, o céu é nublado e parece que amanha vai chover…mas de qualquer forma amanha o programa é escalar essas rochas pra tentar ter uma vista de ao menos uma pequena parte desse paraiso natural.
Até a proxima.
Karine
13 agosto – Archei, Ennedi: nomi che evocano emozioni. Ho viaggiato molti deserti, ma credo di non avere mai visto un posto così bello. Le immagini si susseguono attraverso i finestrini aperti. Pinnacoli, cattedrali, faraglioni di tutti i colori, fino ad infilarsi in questo budello maestoso e al tempo stesso impressionante che è la guelta di Archei. Siamo senza parole, una giornata indimenticabile. Nonostante il caldo opprimente, siamo contagiati dal germe dell’euforia, vorremmo poter condividere questo momento con tutti i nostri amici, vorremmo poter raccontare quello che tutti gli altri stanno vedendo, quasi in una sorta di autoesaltazione.
Chi vi scrive si trova a: N 16° 52’ E 21° 45’
A domani
Claudio
Vogliono aggiungere:
giorno dopo giorno il nostro viaggio diventa sempre più coinvolgente ed emozionante: prima l’euforia di essere entrati in questo paese da una frontiera per la quale da anni non passavano turisti; poi l’impatto con un paesaggio ed una natura davvero unici e con una popolazione a volte un po’ dura e quasi gelosa del proprio territorio.
A proposito di personaggi locali: oggi a Fada abbiamo pagato l’obolo (e che obolo!) per visitare questo meraviglioso territorio e per accedere alla guelta di Archei: giunti sul posto, tuttavia, mentre eravamo presi dall’estasi del luogo (oltre che anestetizzati dall’inequivocabile odore del passaggio di migliaia di cammelli) e mentre fantasticavamo sulla presenza dei coccodrilli, siamo stati duramente redarguiti da un vecchio con il bastone (oltre che dal suo aiutante-autista) che ci hanno chiesto poco gentilmente di andarcene perché non avevamo il permesso scritto. Come non abbiamo il permesso??? Abbiamo lasciato a Fada una cifra pari ad una settimana di vacanza Alpitur all inclusive in villaggio cinque stelle e ora non possiamo restare alla guelta nemmeno un minuto in più perché ci manca un maledettissimo pezzetto di carta??? Non ci lasciamo prendere dallo sconforto e cerchiamo di spiegare le nostre buonissime ragioni: ma il prefetto di Archei (il vecchio) è inflessibile: dura lex sed lex; noi però lo siamo di più: abbiamo percorso quattromila chilometri per arrivare qui e non ci lasciamo certo scoraggiare da un prefetto; cacciamo altri soldi e domani andiamo in perlustrazione con il vecchio.
Ago
Vento caldo che ti secca l’anima, maledici di essere qui. Poi incroci uno sguardo sprofondato in un visetto nero che comprende e conforta con un sorriso sdentato.
Anonimo
Richtung Tchad, 10-12.08.2006, 4. Teil
Hallo Leute,
Richtung Tchad steht auf unseren Autos, Richtung Tchad ist unsere Devise. Noch, denn es sind nur noch wenige hundert Meter bis dahin. Gestern ist in Kufra – nach telefonischer Auskunft – die offizielle Erlaubnis aus Tripolis eingetroffen, dass wir hier ausreisen duerfen. Diese muss jetzt hier nur noch vollzogen werden.
Tatsaechlich, ohne irgendwelche Probleme werden unsere Paesse abgestempelt und los geht es in den Tchad Richtung Ounianga Kebir. Auf den ersten 150 Km laesst sich die Piste flott befahren, die restlichen 70 sind dagegen anstrengend. Die Landschaft gleicht hier dann oft mehr einer Baustelle.
Dann taucht in einer grossen Senke wie eine Fatah Morgana der See Yoa auf. Alle sind von diesem Anblick mehr als begeistert. Ich weiss noch gut, wie ich zum ersten Mal die Mandara-Sandseen in Libyen gesehen habe. Auch damals war ich ziemlich begeistert, hatte ich so etwas doch vorher noch nie gesehen. Aber das hier ist noch eine deutliche Steigerung. Der See ist viel groesser, das Ufer ist von Palmen, teilweise von Felsen gesaeumt. Wir umrunden – nachdem wir uns wieder gefasst haben – den halben See und machen im Ort Ounianga Kebir halt. Waehrend Claudio fuer uns hier die Grenzformalitaeten erledigt, erkunden wir den Ort. Das ist kein Ort, keine Oase wie ich sie aus Libyen oder Algerien kenne. Hier herrscht eine ganz andere Atmosphaere, hier sind wir unter Tubus. Die Menschen schauen uns in einer Mischung aus Neugierde und ausgepraegtem Selbstbewusstsein zu. Ich kann mir gut vorstellen, dass es Fremde hier in frueheren Zeiten ganz schoen schwer hatten.
Wir ziehen uns aus dem Ort zurueck und machen irgendwo am Seeufer Campo. Vor dem Essen nehmen einige von uns ein Bad im See. Er ist natuerlich salzhaltig. Trotzdem macht es viel Spass.
Nach dem Essen verziehen wir uns schnell auf bzw. in die Schalfsaecke. Hoffentlich gibt es hier nicht allzuviele Muecken.
Die Muecken lassen uns die Nacht ueber in Ruhe. Dafuer ist die herangeeilte Dorfjugend ziemlich penetrant. Wer will es ihnen verdenken. Wann kommen hier schon mal Touristen vorbei. Wir brechen als letzte – etwas ueberhastet – auf und muessen – leider – aufpassen, hier ungeschoren davonzukommen. Im Dorf macht die Gruppe wieder halt. Wir liefern die mitgebrachte Medizin und weitere nuetzliche Dinge in der kleinen Krankenstation ab, erhalten unsere Paesse wieder und verabschieden uns vom Subpraefekt. Er ist sehr freundlich und bedankt sich herzlich bei uns.
Wir starten Richtung Fada, folgen aber zunaechst der ausgefahrenen LKW-Piste nach Faya. Hier liegen leider immer noch viele Minen rum, auf den breit ausgefahreren LKW-Spuren sind wir aber ziemlich sicher. Natuerlich gibt es auch hier pistenueblich hin und wieder Loecher, in die ich je nach Aufmerksamskeitgrad mehr oder weniger heftig reinknalle. Nach einem besonders starken Rums wird mir von hinten per Funk mitgeteilt, dass mein Heckfenster wohl zerbrochen sei. Ein Blick in den Spiegel bestaetigt die Aussage. Eine Kiste hat sich selbststaendig gemacht und die Scheibe eingeschlagen. Ich hatte vergessen, sie bei der uebereilten Abfahrt festzumachen. Natuerlich aegere ich mich ueber meine Bloedheit, ich weiss doch, dass ich die Kisten festmachen muss. Aber es nuetzt alles nichts, die Scheibe ist hin. Einige Italiener kleben in Windeseile die Hecktuer mit einer Folie zu, waehrend ich mich noch von meinem Schreck erhole. Aber ich habe schon viel von ihnen gelernt. Aergern nuetzt jetzt gar nichts. Es ist so wie es ist. Ohne mich von dem Missgeschick allzu sehr ablenken zu lassen, geht es mit Aufmerksamkeit weiter.
Irgendwann biegen wir von der LKW-Piste ab und folgen einer kleineren, befahreren Piste Richtung Fada. Wir machen Campo. Waehrend einige Italiener bis nach Mitternacht durchmachen, gehe ich bereits um 10 ins Bett, d.h. verziehe mich hinter eine Duene. Hier kann ich dann in Ruhe einschlafen.
Wir folgen weiter der kleinen Piste und erreichen die Auslaeufer des Ennedi. Wir passieren schoene Felsformationen und machen frueh in Bisciagara Halt. Hier gibt es einen eindrucksvollen Canyon. Wir schwaermen aus, um ihn zu suchen. Die genauen Koordinaten hat leider niemand parat. Nach 2 Stunden treffen wir uns wieder. Eine Gruppe hat zwar eine Art Canyon gefunden, aber ob es der richtige ist, bleibt unklar.
Wir fahren weiter Richtung Fada und machen 24 Km vor dem Ort Campo. Ab hier bis zum Ort gibt es Minen. Der markierten, minenfreien Piste folgen wir dann lieber morgen bei Tageslicht.
Auf einen entsprechenden Abschiedsgruss verzichte ich jetzt lieber.
Kalle
11 agosto – Mezza giornata se ne è andata fra i rifornimenti di acqua e saluti: il sub prefetto ci ha fatto un discorso e ha voluto salutare personalmente ognuno di noi.
Dopo una visita al presidio ospedaliero, dove abbiamo lasciato una grande quantità di medicinali e generi di prima necessità e dove Giovanni, medico in prima linea ha curato bambini e dispensato consigli, siamo partiti.
L’attraversamento di campi minati e terreni di battaglia ci costringono a un lungo giro attraverso l’Ouadi Doum (anche questo tutto minato) e così anche se Ounianga-Fada sono solo 200 km in linea d’aria, agli atti abbiamo messo già 250 km e un campo non previsto, che ci vede questa sera sfatti ma felici.
Caludio
12 agosto – Bisciagara! Ci siamo. A l lago un coro unanime aveva detto vale un viaggio. Dimenticato! L’Ennedi ci accoglie con una sequenza di cattedrali, grotte, guglie, ponti di pietra. Dopo un pranzo all’ombra di un immenso tetto naturale alto almeno cinquanta metri, ci siamo dispersi in un dedalo di canyon la cui verginità ci ha dato il senso di essere padroni del mondo.
Al campo ci fa da tetto un grande ponte in pietra.
Vogliono aggiungere:
Siamo gasatissimi, l’entrata in tchad ci ha caricato, superiamo il caldo e la fatica di una guida tra campi minati e cimeli di guerra con entusiasmo e voglia di scoprire scenari unici. La pausa pranzo si estrinseca tra guglie e canyon che andiamo a scoprire divisi in tre gruppi, tutti vogliosi di raccontare la scoperta del piu bel canyon, della duna piu ripida, dell’emozione piu intensa nel fotografare gazzelle al pascolo, insomma ognuno di noi anche se all’ennesimo viaggio, scopre di emozionarsi ancora di fronte allo spettacolo unico della natura; che si ripete da ogni alba ad ogni tramonto in ogni dove.
Gianni
Ounianga: La luna sorge, si specchia e si fa grande
Anonimo
Solo alcune piccole precisazioni: ci siamo dispersi in un dedalo di canyons perché questa mattina è finita la marmellata … che c’azzecca? Bè, abbiamo dovuto trovare in fretta un’alternativa, ma dopo un primo momento di sconforto non ci siamo persi d’animo ed abbiamo pensato di imitare le sane abitudini di Kalle che tutte le mattine mangia sgombri, pane nero e caffè; solo che, da buoni italiani, abbiamo pensato di dare un tocco personale alla ricetta ed ecco che alle sei e mezza quasi tutti si abbuffavano di sgombri e prosecco … Con la lingua prematuramente felpata abbiamo così affrontato l’Ennedi ed i suoi canyons e c’è chi questa sera narrava di altissime dune e branchi di gazzelle ferme e pronte a farsi immortalare dai nostri obiettivi digitali: mah!?! Dimenticavo: anche durante la sosta del pranzo non abbiamo voluto far abbassare il grado di “lucidità alcolica”: salame calabrese, salame pugliese e birra abbondante ci hanno aiutato ad affrontare il “tepore” delle pietre sulle quali avevamo pensato di trovare refrigerio: alcuni di noi vi si sono addirittura stesi ed hanno iniziato ad emettere inequivocabili suoni notturni – chiaro segno che i liquidi avevano preso il sopravvento – fino a quando il capo ha decretato: “spargiamoci nei canyons alla ricerca della crepa di due metri che ci porterà ad una sorgente di acqua!” Risultato: nessuna crepa, ma l’Ennedi solcato a destra e sinistra da maturi boys-scout inseguiti dalla gazzelle; un puro caso che tutti siano giunti al campo questa sera … tutto bene quel che finisce bene …
A presto, Ago
Come diceva Kalle nei primi viaggi, alla mattina dopo la sveglia questi italiani partono in tutte le direzioni ma come un miracolo alla sera si ritrovano tutti insieme al campo.
Anonimo
10 agosto – Non ci sembra vero. Sveglia di buon ora, ritiriamo i passaporti e via!Ieri vecchi amici si sono presentati in frontiera ma la risposta è stata negativa. Con dispiacere per loro ma con orgoglio per noi partiamo: DESTINAZIONE CIAD!!!
Una pista sabbiosa a tratti veloci ma snervante ci accompagna a Ounianga:
E’ il primo pomeriggio ma uno spettacolo fantastico ci accoglie e ci lascia senza parole:
Il lago maestoso si presenta magicamente senza vento ed è subito bagno, cena a bordo lago e grande festa.
Claudio
E-Mails an: claudio@safariservice.com
9 Agosto 2006
Aqui estou de novo, hoje começo me apresentando. Tinha esquecido desse detalhe… Me chamo Karine e moro na Italia desde 2002. Com um grupo de amigos estamos partecipando dessa viagem organizada da uma pessoa que nos prometeu de levarmos atè o Chad. Sembrava tudo meio dificil até esta manha quando depois do café da manha, um forte vento quase nos leva embora junto com a sabia. Eu que estava mal da 3 dias, acordei pior ainda. Enquanto se espera a permissao pra passar, autorizaçao pra deixar o pais e etc, me levaram pra dentro de um container, que seria o quarto de um dos soldados de frontiera. A sorte è que no grupo tem um medico que cuidou muito bem de mim. Nesse momento tive a confiramaçao do que eu ja havia constatado antes. Percebi o grande espirito de equipe, de grupo nessa turma. Todos se preocuparam comigo, tentaram me ajudar, prepararam o arroz sem oleo e sal pra passar a diarrea…
Mas oque tenho pra contar a voces que è realmente muito interessante è que no final do dia, depois de horas e horas de espera, finalmente nos deram a autorizaçao pra deixar a Libia pela fronteira com o Chad. Coisa praticamente impossivel para qualquer outro mortal que nao se chama Claudio Chiodi.
Richtung Tchad, 3. Teil
Hallo Leute,
wir haben unsere Zuversicht lange gefeiert, es ist nach Mitternacht als wir uns in bzw. auf die Schlafsaecke verziehen. Wir stehen frueh auf. Schliesslich ist heute der Tag der Entscheidung. Statt einer Entscheidung macht uns ein kleiner Sandsturm seine Aufwartung. Ich telefoniere diverse Mal ueber mein neues Satellitentelefon mit meinem Kollegen Peter in der Firma. Zusammen kommen wir dem Problem auf die Spur. Meine Mittfahrerin Karine fuehlt sich sehr schlecht. Wir bringen sie in einem Container der Grenzer unter. Gianni, seines Zeichens Zahnarzt mit guten allgemeinmedizinischen Kenntnissen, hilft ihr wieder auf die Beine. Nebenbei werden wir Zeuge, wie die Grenzer zahlreiche Gespraeche mit irgendwelchen Stellen fuehren. Immer wieder faellt der Name Tchad, Kufra und Tripoli. Es geht wohl um uns. Wir warten. Es sind mehrere LKW eingetroffen. Sie sind abenteuerlich beladen. Bei einem ist die Ladung mehr als doppelt so breit wie der Mercedes-3-Achser darunter. Um 2 Uhr heisst es dann, dass wohl morgen erst eine Entscheidung faellt. Die Herren entscheiden nur morgens. Der Sandsturm hat sich inzwischen verzogen. Doch ploetzlich freudiges Geschrei: Claudio hat telefonisch erfahren, dass aus Tripolis die Erlaubnis zur Ausreise in den Tchad in Kufra angekommen ist. Alle liegen sich in den Armen. Endlich, es sieht so aus, als haette Claudio es geschafft. Ohne seine Kontakte waere nichts gegangen. Dazu muss man wissen, dass hier fuer Touristen die Ausreise in den Tchad offiziell seit Jahren nicht moeglich ist. Dennoch muessen wir uns gedulden. Die Erlaubnis muss noch offiziell hier an der Grenze in Saara eintreffen Und das dauert noch bis morgen. Wir beziehen wieder etwas ausserhalb des Grenzpostens Campo und wollen unseren (Claudios) Erfolg nun gebuehrend feiern. Aber noch sind wir nicht im Tchad und es waere nicht das erste Mal, dass eine solche Entscheidung spontan wieder annuliert wird. Aber wollen wir nicht den Teufel an die Wand malen.
Ihr werdet erfahren, wie es weiter geht. Insallah aus dem Tchad!
Bis dahin
Kalle
9 agosto – E pensare che questa dovrebbe essere la giornata decisiva. Ma non si direbbe. Sveglia alle 8, colazione molto calma, gente rilassata. Io sono un po’ nervoso, ma non lo do a vedere.
Alle 11,00 la polizia ci dice: “ abbiamo inviato il messaggio a Kufra e loro a Tripoli. Domani mattina “forse” la risposta.
Decido di calare i miei jolly: i miei contatti non sono in Libia, ma ohimè all’estero per lavoro, uso il telefono un po’ freneticamente, la risposta è laconica: “ non ti preoccupare abbiamo dato istruzioni è tutto a posto”.
Passano le ore le 12, le 13…. 17,18.
Un provvidenziale hangar in costruzione ci ripara dal sole implacabile. Tavoli, musica e birra. Ma questi chi li ferma? O sono sprovveduti o sono incoscienti, e invece no: sono uno straordinario gruppo, una vera macchina da guerra.
Ma io sono preoccupato il tempo passa e niente. Suona il telefono! E’ Ramadan da Kufra: “Claudio abbiamo ricevuto un telex dallo stato maggiore di Tripoli: lasciate passare gli italiani!!!
RAGAZZI…… SI PARTE!!!!!!!!!! In 5 minuti spariscono tavoli, soppresse e bicchieri, da dei camion si attinge il gasolio necessario. I motori rombano, partiamo alla grande facciamo 500 metri e ci fermiamo a fare campo, tanto i passaporti ci verranno consegnati domani mattina alle 7. Riapriamo i tavoli, tornano le soppresse e si ririempiono i bicchieri!!!!
Bene, il punto è lo stesso di ieri sera e da ora in poi speriamo di darvi nostre notizie tutte le sere on line
claudio
vogliono aggiungere:
E non potrete che leggere belle notizie, cariche di quell’entusiasmo e quella carica di positivita’ che sono senz’altro gli ingredienti necessari perche’ un progetto cosi’ ambizioso si realizzi. Tutti belli…..tutti bravi, tutti convinti!
Sicuramente a presto e con buone nuove
Gianni
Il vento è completamente calato e un calore tiepido ci avvolge. Una luna infinita illumina il campo a giorno il campo e l’orizzonte infinito di questo “plato” a 360°. In lontananza solo le gialle luci della dogana e le ombre degli stracarichi camion. A piedi scalzi la sabbia ci indica la strada.
Ciad arriviamo!
Anonimo
Ririempiamo i bicchieri? Ma quando mai li abbiamo svuotati?!? Sarà il caldo, sarà che si è sciolta la tensione della “mission impossible”, sarà la sabbia che questa mattina ci ha costretti a richiudere le tende in gran fretta, sta di fatto che i liquidi scorrono a fiumi: birra preferibilmente, ma anche prosecco che non si rifiuta mai – soprattutto quando la macchina della birra va in pausa creando panico puro fra i partecipanti – nocino, grappa … Ci si scola qualsiasi cosa ad eccezione del gasolio (per quello ci pensano le nostre auto) e dell’acqua … questa sconosciuta!
Anche i militari libici hanno apprezzato la nostra formidabile macchina alcolica, tanto che la notte scorsa hanno barattato il loro succo di uva con birra; alla fine hanno avuto qualche “leggera” difficoltà a tornare al loro campo (come dico io erano un poco “sversi”), mentre noi il succo ce lo siamo faticosamente bevuti a colazione per stemperare gli eccessi alcolici. E per fortuna che Claudio ha calato i suoi jolli: a forza di musica, cibo, birra, donne accaldate e poco vestite, uomini con la parrucca a treccine (conseguenza dei liquidi di cui sopra), mai i militari ci avrebbero fatti ripartire…! Comunque ormai ci siamo: domani mattina varchiamo il confine e ci avventuriamo in Ciad. A presto
Ago
Sahara, 8 agosto 2006-08-06
Oi amigos, aqui estou de novo tentando descrever um pouco essa aventura no Sahara.
O meu primeiro depoimento ficou um pouco mal feito porque estava muito emocionada.
Hoje estou mais ainda porque esta aventura começa a tomar os rumos do perigo.
A parte que ontem eu tive uma insolaçao com a classica “dor de barriga e vomito”, mas estou tentando me manter firme e forte.
Ontem partimos de Tazerbo em direçao a Kufra para depois atravessar a frontiera rumo ao Chad. Dormimos no mei do nada!!! Uma lua bellissima, um vento quente e confortante indescritivel…
De manha, cada um com o seu modo, fazemos as nossas simpatias esperando que tudo de certo. Atraversamos trechos de campo de batalha no meio de arames farpados, tanques, caminhoes e carros militares esplodidos…uma sensaçao aterrorizante!
Pouco depois encontramos a fuzilagem de um pequeno aviao que caiu no meio do deserto.
Mas a paisagem desse deserto è unico tenho certezza, mesmo que seja a minha primeira viagem por essas partes, sei que nao encontrarei nada desse tipo.
Nesse momento somos exatamente na linha de confim entre Libia e Chad, esperando que nos deixem passar. Sera um pouco dificil, ja que deixamos a Libia “fora da lei”, mas isso faz dessa viagem algo de ainda mais interessante!!!
Até a proxima!!! Que se tudo der certo, serà do Chad.
Richtung Tchad, 2. Teil
Hallo Leute,
“Richtung Tchad” steht auf unseren Autos, “Richtung Tchad” ist unsere Devise – gewesen. Wir stehen 200 Meter vor der Grenze zum Tchad. Da gibt es nur noch ein kleines Problem zu ueberwinden, den libyschen Grenzposten.
Aber soweit seid Ihr ja noch gar nicht, mit Euch sind wir ja noch vor Tazerbo.
Wir erreichen diesen Ort ohne weitere Probleme noch vor Mittag. Die eine verschollene Kleingruppe ist schon seit 4 Uhr nachts hier, die andere trifft zusammen mit uns ein. Auch sie haben Tazerbo ohne Schwierigkiten gefunden, waren nur etwas irritiert, dass wir uns um ihr Verschwinden wenig gekuemmert haben. Wir fuellen unsere Vorraete auf und ueberlegen, ob wir via Rebbiana oder Kufra Richtung Grenze fahren. Schliesslich entscheidet sich Claudio nach Ruecksprache mit unserem libyschen Fuehrer Ramadan fuer Kufra. Auf Asphalt geht es also auf in Richtung dieser bekannten Oasengruppe. Asphalt ist aber leicht geschmeichelt. Die Strasse ist auf weiten Abschnitten schlimmer als die uebelste Wellblechpiste. Die Wirkung bleibt nicht aus: Der in meinem Auto installierte 200 Liter Tank, gefuellt mit bestem libyschen Diesel, reisst auf und diverse Liter stroemen ungehindert in den Innenraum meines Autos, bevor wir den Rest provisorisch abpumpen koennen. Die Abendbeschaeftigung ist gesichert. Vor Kufra machen wir Campo. Am Morgen kaempfen wir uns dann ueber diese Marterstrecke bis Kufra durch. Wir, d.h. ich nicht, tanken. Claudio bemueht sich um die notwendigen Genehmigungen. Die Beamten sind ploetzlich verschwunden, vermutlich zum Mittagessen. Fuer uns ist damit das Verfahren erfolgreich abgeschlossen und wir machen uns – unserer Devise folgend – auf den Weg zur Grenze. Unterwegs verabschieden sich unsere libyschen Begleiter und befreien uns von den libyschen Numernschildern. Auf halbem Weg machen wir Campo. Mit Ivano gehe ich eine halbe Stunde joggen, wir wollen ja nicht aus der Uebung kommen. Im Lager erscheint ploetzlich ein weiss gekleideter bzw. vermummter Araber. Ich bin ziemlich ueberrascht, haben wir doch weit und breit kein Lager, kein Fahrzeug gesehen. Doch das Geheimnis ist schnell gelueftet: Es ist Enrico, diesen Scherz leistet er sich bei jeder Reise. Alle gehen frueh zu Bett. Frueh sind alle wach. Einer von Claudios Reservetanks ist nun auch undicht, der Diesel troepfelt reichlich. Gestern hat er mir noch erklaert, wie Tanks gemacht sein muessen: So wie seine und nicht wie meine. Soviel zur Kunst des Tankbaus! Ihn stoert es aber nicht weiter. Wir starten, passieren nach Mittag ein ausgedehntes, nun unbenutztes Militaergelande, ueberstehen einige Militaerkontrollen und erreichen am spaeten Nachmittag den Kontrollposten unmittelbar an der Grenze zum Tchad.
Die Grenzer muessen aber zunaechst Ruecksprache mit der uebergeordneten Behoerde in Kufra halten. Sie vertroesten uns auf morgen, das Telefon funktioniert nicht. Nun koennen wir eigentlich nur noch beten. Die uebergeordnete Behoerde in Kufra ist weit weg und die tut sich mit einem Nein aller Erfahrung nach sehr leicht. Aber Claudio hat Beziehungen. Wir alle sind guter Hoffnung, dass wir es schaffen werden und feiern unsere Zuversicht mit einem gutem Abendessen und den entsprechenden Zutaten.
Ich halte Euch auf dem Laufenden.
Bis demnaechst
Kalle
6 agosto – Tazerbo, partiti di buon ora, raggiungiamo l’oasi. Mauro, Gianni e suo figlio Francesco sono già all’oasi: hanno viaggiato tutta la notte e sono arrivati alle 4. Facciamo gasolio e arrivano Libero e Ciccio con Ivo e Lisa: Non avevo dubbi. Gruppo al gran completo e si riparte per Kufra. La strada è devastata ci fermiamo a 130 Km da Kufra per il campo, ripariamo la spina (della birra) ed è di nuovo festa.
7 agosto – arriviamo a Kufra e comincia la prima delle nostre scommesse: triangolo di passaggio sul passaporto e permesso di rifornimento alla polizia. Tutto bene fino alla domanda “OK, ma dove andate?“ PANICO!!. Cosa rispondo? Dico “Ma non so……Al sud. Un pò qua un pò là. E il poliziotto con aria candida –„ma no vanno in Ciad!“ –„in Ciad!?!” Fermi tutti è vietato: fotocopie dei passaporti, fototessere”.
Prepariamo tutto con calma serafica. Torniamo all’ufficio ma, complice l’ora, sono le due, tutto è chiuso. Bene, allora si parte, restituiamo le targhe all’agenzia Arkno, che per noi si è sbattuta un bel po’.
Siamo soli, e questo ci dà al tempo stesso un senso di libertà e un senso di successo forse mal riposto. Il morale è alto e imbrocchiamo la pista dei camion, buttiamo carte e gps: seguiamo solo le tracce fresche e dormiamo in mezzo al vuoto totale.
8 agosto – E’ il giorno decisivo. Arriviamo a Saara fuori pista, seguendo solo tracce freschissime, la paura delle mine c’è, ma procediamo ordinati. Sulla pista due controlli di polizia: diamo i documenti e tutto procede. Acquistiamo fiducia. Sembra fatta. Arriviamo alle 18.00. Ci basta un niente, un timbro e via. Siamo esattamente sulla „border line“. Purtroppo i documenti non sono a posto. VISTO RIFIUTATO!!
E’ il momento di tirare fuori gli assi nella manica che abbiamo. Con il Thuraria, strumento fantastico, cominciano le telefonate, domani sapremo quanto valgono i nostri appoggi.
Ciao a tutti da N 20° 55’ E 021° 16’
Tralasciando il percorso in asfalto… monotono??.. mai!
Libero ha purtroppo “ammaccato” il suo Land appoggiandosi di fianco causa il “gradino” asfalto – bordo strada Tunisino, danni tanti, ma Ciccio e Libero decidono di non mollare ed il “90” con qualche spiffero e cigolii vari riparte.
Ma non basta…. l’Hdj 80 del “dottore” perde colpi, non tira, arriva con fatica a Tripoli…ma la verifica in loco è dura…motore nuovo 2000km, ma pistone molto bucato!
Franco e Cristina non si abbattono scaricano l’essenziale, lasciano la macchina in un’officina fidata, e montano sulla macchina di Chiodi…
A Tripoli nel frattempo hanno negato i permessi per passare in Tchad.
Decidiamo di tentare lo stesso, siamo arrivati quà,..non si molla, si va avanti.
Problemi ancora? Mah.. speriamo di no..
Nel frattempo per strada, come al solito ai distributori, benzina tanta ma nafta poca.
Il morale è comunque alle stelle, la voglia di arrivare ai laghi di Onianga per attraversare tutto il Tchad fino ai confini del Sudan è grande…un mese basterà?
La stagione delle piogge ci aspetta, nel frattempo siamo arrivati nel erg di Rebianah.