By Alfio Lavazza
Originally Posted Monday, April 4, 2011
16 agosto Nairobi
Oggi dobbiamo registrarci all’immigration e cerchiamo di alzarci sul presto.
Siamo abbastanza vicini, circa sei km, ma il traffico si sente anche qui al lunedì, riusciamo in poco tempo a registrarci e mettere il timbro sul passaporto, la cosa che invece risulta difficile è la registrazione doganale del mezzo (timbrare il Carnet).
Dopo vari tentativi ci dicono che dobbiamo recarci all’aeroporto per farsi timbrare il carnet. Non ci andiamo e speriamo di risolvere la questione in dogana a Isebania.
Ci si ferma verso le dieci e mezza per cambiare dei soldi, poi in una stazione di servizio per fare carburante e ne approfittiamo per della pizza al trancio.
I km per l’entrata al Masai Mara sono solo 230, purtroppo una parte di strada è brutta e riusciamo a raggiungere il gate solo alle 16.
Dopo un po’ di sterrato duro, troviamo il cancello e decidiamo di entrare subito e dormire in un campeggio interno.
Ne approfittiamo per girovagare nel parco in direzione sud. Il paesaggio è mozzafiato, la savana è color oro e la quantità di erbivori è di notevole impatto, gnu e bufali si muovono oscurando il terreno.
Dalla pista scorgo un bellissimo leone maschio, approfi ttando di essere soli, chiamo gli altri via radio e fuori pista ci avviciniamo moltissimo per scattare delle foto.
Ne avvistiamo anche un altro, sono pacifi camente sdraiati su dei grossi massi assolutamente noncuranti della nostra presenza.
Li lasciamo al loro ozio e ci avviciniamo alla zona per campeggiare.
Scopriamo che è a circa un chilometro dai leoni ed non è assolutamente protetta… il ranger ci assicura che non sono pericolosi e ci accampiamo cucinando carne alla brace.
Ora sono in tenda con il pc e scrivo, ogni tanto qualche ruggito potente mi ricorda che la fuori la vita selvaggia comincerà alle prime ore dell’alba e quei gattoni sono a pochi metri dalle nostre tende.
Vietato scendere, saremmo prede facili.
Km da BREBBIA: 11052
17 agosto Mara game reserve
Siamo nel Masai Mara, uno delle riserve con il maggior numero di animali selvaggi e più famose al mondo.
Questa notte qualcosa si muoveva intorno alle macchine, ma non sono riuscito a veder nulla. Molte zebre si sono avvicinate in ricerca di protezione, ma null’altro. La mattinata è limpida e un po’ freddina, facciamo una gran colazione e ci mettiamo in marcia direzione Ovest. Non percorriamo più di duecento metri e una leonessa ed il suo compagno si nascondono tra i cespugli. I ruggiti di questa notte erano proprio vicini!
Sulla pista verso il fi ume Mara, in una buca vediamo a non più di tre/quattro metri due leonesse intente a finire uno gnu, sono affascinanti e assolutamente tranquille. Gli diamo un po’ fastidio quando ci avviciniamo troppo ma è veramente impossibile resistere.
La zona è veramente bella il cielo è azzurro e la temperatura sta salendo. Ci prendiamo un caffè vicino al Mara Gate. Nell’omonimo fiume ci sono tantissimi ippo che se ne stanno tranquilli nella corrente. Incontriamo due italiani, ci dicono di aver visto dei ghepardi ad una oretta di distanza, facciamo prua verso la zona indicata.
Dopo varie informazioni raccolte per la pista, arriviamo al cespuglio dove una femmina con due cuccioli si proteggono dal caldo e dalle nostre fotocamere.
I piccoli non avranno più di 15 gg. Restiamo a lungo aspettando che i piccoli mostrino la loro pelliccia arruffata.
Siamo a poco più di 5 metri e la madre non sembra essere indispettita.
Risaliamo la collina e girovagando troviamo anche il maschio sempre ben mimetizzato nei cespugli.
Siamo molto soddisfatti ed appagati, questa vastissima zona concentra un’enormità di cacciatori in questo periodo e noi siamo stati proprio fortunati, l’impressione è di vivere veramente nella natura incontaminata.
Esserci con le nostre fuoristrada rende il tutto ancor piu’ magico.
Dall’altra parte del fiume Mara non sembra proliferare gran che e quindi ritorniamo sulla pista verso nord, sempre con un lento girovagare.
Nene’ guida e io posso dedicarmi alle foto, ora il cielo è pieno di cumuli a perdita d’occhio e a Nord della riserva forse sta gia’ piovendo.
Passiamo delle immense radure di paglia giallo brillante, con il contrasto scuro del temporale la luce è spettacolare.
Verso il camp incontriamo ancora bufali, gnu, giraffe e antilopi. In un profondo solco delle ruote di camion, una jena sporge il capo alla ricerca della preda.
Usciamo dal Masai Mara per il campeggio che questa volta appare decisamente piu’ turistico…c’è pure la doccia calda! Per cena un po’ di pasta. Dobbiamo pero’ ripararci sotto una tettoia: il grosso cumulo nembo ha ormai coperto tutto il cielo e la pioggia comincia a cadere copiosamente. Molto bella la riserva del Mara, ne avevo sentito parlare e visto molti filmati. Tutti siamo molto soddisfatti.
18 agosto Mara Game Reserve
Questa notte ha piovuto molto, ci svegliamo che ancora è buio e un po’ tutto bagnato. Bisogna essere alle 6:30 al gate per cercare di entrare nel parco e andare alla caccia del leopardo… Le piste sono diventate di fango e Nene’ non è molto contenta di guidare su questo fondo. Le Michelin XS in questo senso non aiutano… (le mie gomme da sabbia)
L’alba è limpidissima e nell’orizzonte si vedono alcune mongolfiere che sorvolano la savana, riusciamo a raggiungere il gate Sud in un’oretta e ci apprestiamo ad attraversare il fiume Mara.
Da questa parte della riserva ci sono molti meno animali erbivori e l’impressione è che questo gattone maculato sia molto difficile da scovare, in compenso tre leonesse sono accovacciate all’ombra di un cespuglio…siamo sempre circondati da predatori!
Continuiamo la risalita del fiume sino al famoso Serena Lodge, qui si riescono a vedere chiaramente i punti di attraversamento delle mandrie di ungulati durante la transumanza, l’acqua meno alta e la riva scoscesa facilita il tutto, sulla riva decine di alligatori attendono con pazienza il passaggio delle mandrie.
Ippopotami come se piovesse, basta scendere la riva a piedi per provocare una reazione violenta di insofferenza.
Usciamo dalla riserva dopo aver attraversato mandrie di gnu e zebre.
Ora percorriamo una pista sterrata e rovinata dall’acqua delle piogge, ci si ferma per i soliti viveri e poi in un posto fantastico per pranzo, ne approfittiamo per asciugare le tende ed i sacchi a pelo inumiditi nella nottata. Abbastanza velocemente raggiungiamo la strada asfaltata che conduce a Isebania, border della Tanzania e Kenia, come sempre in questi luoghi c’è un po’ di tutto, dal folklore alla malavita.
Delle vistose barriere dividono i due Stati dalla terra di nessuno.
Facciamo in un lampo l’immigration e ci prepariamo per la custom… Qui comincino i guai, come accennato giorni fa non abbiamo fatto dogana a Nairobi, un po’ per pigrizia ed un po’ per sfida (in pratica per la dogana abbiamo importato illegalmente vetture e beni).
L’ufficiale di turno ci dice chiaramente che non riesce a capire come cavolo facciamo ad essere alla dogana Sud del Kenia con l’ultima registrazione doganale fatta in Sudan… siete caduti dal cielo, continua ad esclamare!
Fatto sta che la situazione si complica sempre più; ci mostra l’estratto della legge sull’importazioni doganali illegali di beni e vetture ecc.
Cerchiamo in tutti i modi di essere accondiscendenti ma non riusciamo a capire quale è la via. Dire apertamente “quanto devo pagare” potrebbe essere controproducente; il primo passo lo devono fare loro.
In effetti dopo un paio d’ore e discussioni varie accettiamo il loro aiuto, che tradotto in parole povere significa dollari per risolvere lo stato d’empasse.
Con 500$ per tutti vidimano il carnet di viaggio e ci liberano dalla dogana Keniota.
All’entrata della Tanzania la procedura va via regolare: immigration, custom e check. Oramai è buio sono le 19 quando lasciamo il Kenia.
Prendiamo la strada per Tarime piccolo villaggio a sud della frontiera.
Con un po’ di fortuna e perizia troviamo un albergo di nuova fattura e molto pulito, la gente sembra totalmente diversa dalla Keniota, più tranquilla, meno appiccicosa e molto più curata.
L’albergo è wonderful e ci costa 40$ a famiglia.
19 agosto Talek
Ci alziamo tutti senza grossi problemi e facciamo una bella colazione nel giardino dell’hotel. Paghiamo il tutto in dollari e ci mettiamo sulla strada asfaltata che conduce verso il lago Vittoria.
Dobbiamo fare il cambio valuta e l’assicurazione. In poco piu’ di settanta km ci hanno gia’ fermato due volte quindi sara’ opportuno metterci in regola.
Il paesaggio è molto piacevole e sicuramente i paesi sono dei piu’ puliti incontrati sin d’ora. Ci fermiamo verso le 11 alla cittadina di Bunda dove faccio anche invertire le ruote. Durante una riparazione dei copertoni non sono stati mantenuti i riferimenti di bilanciatura e adesso oltre gli ottanta è impossibile procedere per la vibrazione delle ruote anteriori.
Cambiamo i soldi e perdiamo un sacco di tempo, poi l’assicurazione ed infine un po’ di spesa. Siamo vicini al lago Vittoria e decidiamo di farci una visitina. Ci arriviamo da uno sterrato che porta ad un campeggio, la vista è piacevole ma l’acqua non propriamente cristallina, invertiamo il senso di marcia e ci portiamo al gate del mitico Serengheti.
Dopo un po’ di conteggi e valutazioni si decide di entrare gia’ ora nel parco così da essere pronti l’indomani all’alba per la caccia fotografica al leopardo. Paghiamo tutte le varie tasse e biglietti e ci buttiamo nello sterrato verso Seronewa.
La pista è molto dura e con una toulle insopportabile, tra l’altro abbiamo circa 120 km da fare. A poco meno di 50 km dall’arrivo un fantastico leone maschio è appisolato a bordo pista, questa volta andiamo a vederlo veramente da molto vicino. Nel frattempo mi raggiungono Edo ed Enrico.
Ripresa la marcia, dopo un km la Toyo deve fermarsi per un problema meccanico. Enrico vuole sostituire il cuscinetto della posteriore destra, un’operazione abbastanza complessa ma che ormai abbiamo fatto diverse volte.
Il problema sono i leoni e il sole che cala.
Mettiamo i ragazzi sul tetto di vedetta e noi lavoriamo velocemente.
Ripartiamo dopo circa tre quarti d’ora ma il rumoraccio è ancora presente. Scopriamo che si è distrutta la testa di un ammortizzatore e quindi ce ne freghiamo e corriamo verso Seronewa.
Arriviamo che ormai è buio, fortunatamente non ci sgridano e riusciamo a montare tende e fare una doccia. La cena ce la prepara il gestore del campeggio che è molto affollato. Ci sono un sacco di ospiti e noi non siamo più abituati a questo caos…
Domani sveglia all’alba per cercare il felino introvabile.
Km da BREBBIA: 11458
20 agosto Seronewa
Il risveglio è abbastanza traumatico, fa freddo ed è ancora buio.
La stellata è però fantastica, aspetto che si risveglino tutti mettendo ordine nelle varie vettovaglie che avevamo abbandonato alla sera. Alle sei siamo operativi ed attendiamo qualche guida che ci dia un indizio sulla probabile location del leopardo.
Il territorio è abbastanza bello e tutta la vita si svolge lungo il fiume, poco dopo l’alba scorgiamo i primi leoni in caccia, poi ci fermiamo ad osservare un ghepardo eccezionalmente robusto, non più di venti minuti piu’ tardi con il suo scatto felino mette a segno l’abbattimento di una gazzella.
Fulmineo e quasi impercettibile.
Continuiamo il girovagare con il moltiplicarsi di 4×4 colme di turisti, ci sentiamo un po’ alla zoo safari, non possiamo mettere le gomme fuori dalla pista, quando solo tre giorni fa’ dormivamo con i leoni a pochi passi.
Facciamo colazione in un sito dedicato con una spettacolare vista sulla savana, da questo punto di vista il paesaggio è ancora molto selvaggio, con ampie zone bruciate da incendi dove già ricresce l’erba verde.
La nostra uscita dal Serengheti è legata alle 24 ore di permesso e dobbiamo quindi uscire entro le tre pm. Ci allunghiamo sulla pista che anche questa volta è dura e piena di tulle, quindi abbastanza insopportabile.
Arriviamo al gate di uscita in perfetto orario per organizzare la sosta e capire le procedure per l’entrata nel Ngorogoro reserve.
Le tasse da pagare per la macchina e per il parco sono piuttosto alte, circa 500$ a equipaggio per 24 ore, ma non entrare nel cratere sarebbe comunque una mancanza per un viaggio di questo genere.
Prendiamo la direzione di Ngoro verso le 15, la pista è devastante. Polverosa e con una forte toulle. Sopportiamo questi cento km con inerzia, poi all’arrivo al valico abbiamo una fantastica vista del cratere vulcanico che è colmo di acqua. Purtroppo non mi gusto lo spettacolo appieno: il serbatoio principale perde un po’ di più, e ho una forte fuoriuscita di olio dal mozzo posteriore sx.
Probabilmente un paraolio deve essere saltato. Arriviamo al camp in 20′ e la mia prima preoccupazione è quella di capire cosa puo’ essere capitato. Tutta la meccanica della Land è abbastanza massiccia e risolvibile con pochi attrezzi, abbiamo un Corteco di scorta nella nostra lista ricambi, decidiamo quindi di smontare il tutto e sostituire il pezzo. All’apparenza il paraolio non sembra difettoso ma non c’è altra via, tutto il blocco freni è pieno d’olio e/o grasso ma ormai sono migliaia di km che guido senza servo freno e quindi non mi accorgo un gran che della frenata..
Non ci vuole molto e spero domani di non perdere più olio ed aver risolto il problema. Per il serbatoio cercherò di travasare il meno possibile e poi lo farò sostituire a Dar.
Il campeggio è bello ma stracolmo di turisti, riusciamo a trascorrere una bella serata con una cena dignitosa, oggi abbiamo anche comprato dello shiraz e questo fa la differenza.
Siamo a 2550 mt e il freddo si fa sentire, vedremo domani per la discesa nel cratere.
21 agosto Ngoro Crater
Durante la notte dei rumori sospetti risvegliano Nene’ che a sua volta mi sveglia.
Siamo in piedi prestissimo per arrivare all’entrata del cratere con un certo margine sulle orde di jepp dei turisti. Fa molto freddo, forse la notte più fredda di tutto il viaggio. Prima della discesa ci appioppano una guida come da regolamento. Sale sulla macchina di Edo e ci farà da cicerone fino all’uscita.
Scendiamo nel cratere seguiti a ruota da una continua coda di Land e Toyota. Capiamo subito che tutti i dollari spesi per permessi e tasse non sembrano ben riposti, diciamo che dopo aver dormito a poche centinaia di metri da leoni e leonesse, sentirsi così allineati in un parco ci sembra fuori posto.
Il paesaggio è certamente bello ma non irresistibile. Tutte le guide che si sono lette lo riportano come l’ultimo paradiso terrestre, con moltitudine di animali, in verità ci sembra più un mito che una realtà.
Continuando nel costeggiare il lago vulcanico riusciamo a vedere alcuni leoni e due bellissimi ghepardi. Il problema sta nell’indifferenza che gli animali hanno nei nostri confronti, convivono ormai con le centinaie di fuoristrada che scendono la caldana giornalmente.
Una bella nota è l’avvistamento dell’accoppiamento tra leoni. Lasciamo il cratere verso le dodici, non positivamente impressionati, salvo qualche spot di bestie feroci ma con fare domestico.
Raggiungiamo il gate d’uscita e da qua in poi solo asfalto per le nostre ruote. Siamo nella zona piu’ turistica dell’interno della Tanzania, troviamo un bel ristoro sulla strada dove per 5 euro si fanno in quattro per darci da mangiare.
La sostituzione del Corteco del mio Land è centrata e non ho più perdite di olio dal mozzo, il serbatoio invece perde sempre più, non da creare seri problemi di autonomia, ma comunque un problema che dovrò risolvere.
Si riprende la marcia verso Arusha una cittadina sotto al monte Meru ed a poche decine di km dal Kilimangiaro. Qui ci fermiamo per la notte nel Masai camp, che avevamo scovato in internet prima della partenza. Un’ottima cena e una doccia ultra calda ci preparano per il trasferimento di domani.
Km da BREBBIA: 12140
22 agosto Arusha
Non abbiamo dormito un istante!
Porca vacca il sabato in questo campeggio è un inferno, decine e decine di auto con un anda e rianda da San Siro dei bei momenti!
La sveglia che doveva essere verso le sette è ovviamente posticipata per motivi logistici. Ovviamente la musica fi no alle 6,30 era da concerto in grande stile…
Messo insieme le forze rimaste da una nottata insonne ci buttiamo sulla strada verso Dar. È domenica ed almeno quello ci aiuta un pochettino col traffico, purtroppo i continui rallentatori (dossi) ci tengono svegli e abbassano la media.
Le autocorriere ci sfrecciano a velocità oltre i cento e sono veramente pericolose. Abbiamo circa 690 km da percorrere e non sembrano così agili.
Tra una chiacchierata e l’altra ci fermiamo per un velocissimo pranzo in una specie di autogrill, stile mussulmano: pollo e riso, come al solito insomma.
La Land di Edo perde qualche goccia d’olio dal differenziale posteriore dopo la botta lassù nel Serengheti, con un pochino di Vectran facciamo una guarnizione per la bulloneria: si dimostrerà risolutivo.
Continuiamo la corsa verso la grossa città, l’asfalto migliora un tantino e la stanchezza si fa sentire. Vorremmo arrivare alla missione per sera e dedicarsi poi ad un po’ di relax.
Come sempre tra deviazioni l’avvicinarsi ad una città di rilevante importanza, siamo costretti a rallentare e farci le solite code in entrata, un po’ come da noi: il rientro domenicale!
Le perfette carte di tacks4africa ci portano fino all’ambasciata Francese, poi dopo qualche via sbagliata riusciamo a trovare la sede di Fratel Sandro. Ci aspetta e ci indica un locale per cenare.
Siamo tutti molto stanchi, ora che le macchine sono alla base cala la tensione e sale l’affaticamento.
Personalmente mi mangio una bella aragosta alla griglia e totano, piatto delizioso.
Andiamo nelle tende, domani nessuna sveglia!
Km da BREBBIA: 12415
23 agosto Dar es Salam
Veramente una gran bella dormita.
La giornata è dedicata alle pulizie e ad organizzare le macchine per lasciarle ferme, Nenè porta tutto in una lavanderia, il vestiario dovrebbe essere corretto anche per il prossimo step. Io mi faccio accompagnare con Edo per vedere di comprare dei pezzi di ricambio per il mio Land.
Mi serve: serbatoio post., bouster del freno, testina barra stabilizzatrice, tubo del freno post. Ed alcuni pezzi che abbiamo utilizzato e vanno rimpiazzati. Fortunatamente possiamo contare sull’aiuto di un ragazzo della missione che ci fa da giuda e traduttore.
Alla Rover di Dar es Salam non riusciamo ad ottenere nulla di buono, tutto da ordinare in Europa… ci dà però un recapito di un negozio che ha parti di ricambio. Qui devo dire di essere fortunato troviamo tutto e con i prezzi concorrenziali visto che è tutta roba non originale.
La mattina se né andata ma abbiamo in macchina tutto l’occorrente per rimettere in bolla le vetture e tornare a casa con la coscienza apposto. Ci ricongiungiamo con gli altri anche loro si occupano della logistica. I ragazzi vogliono andare al mare e fratel Sandro accompagna le ragazze alla spiaggia, dove si occupano anche di prenotare per la sera.
Vicino alla missione c’è di tutto e ne approfittiamo per lavaggio vetture. Io voglio anche sostituire le gomme. In realtà le mie vecchie xs hanno fatto veramente la loro decorosa vita: le ho montate la prima volta nel ’97, ho viaggiato per Libia e Tunisia e mi hanno portato si quà! Non posso essere che soddisfatto di tutte le avventure che mi hanno fatto fare, un paio sono rotte nelle tele, e non sono piu’ sicure. Decido quindi di comprarmi quattro nuove gomme prodotte in Kenya, le ho osservate sulle piste dure del Serengheti e mi sembrano ottime, staremo a vedere.
Km da BREBBIA: 13160
Concludiamo un fantastico viaggio dove abbiamo percorso 4480 km. che vanno sommati agli 8587 del viaggio precedente. Questo tragitto si è svolto lungo la direttiva che dalla valle dell’Omo porta al Lago Vittoria. Da li abbiamo piegato verso sud-est attraversando prima il Masai Mara e poi il Serengheti. Dall’Etiopia fino alla Tanzania per arrivare sulle sponde dell’oceano indiano
Il 13.08.2010 a Subukia alle 15:32:56 abbiamo attraversato l’equatore e stappato la bottiglia! Questo viaggio ci ha dato la possibilita’ di conoscere le arcaiche popolazioni dei Mursi, Hamer, Samburu ed infine i Masai.
Un viaggio per aspetti molto interessante e quasi mai “stressante” e con molto fuoristrada impegnativo, circa 2200 km di pista, abbiamo dormito in tenda con il ruggito dei leoni a poche centinaia di metri e altre volte a ridosso di zone di polizia per motivi di sicurezza. Ci siamo lavati diverse volte nello splendore del lago Turkana e la meteo ci è sempre stata favorevole.
Siamo stati fortunati e nello stesso tempo bravi a far fronte a piccole rotture che ci hanno accompagnato sulle piste africane.
Alla partenza l’accoglienza delle suore Comboniane ci ha commosso, sul lago Turkana ci siamo ritrovati nella missione delle suore della Consolata, cosi’ come dove abbiamo lasciato attualmente le auto a Dar es Salam.
Abbiamo diverse volte apprezzato la cucina locale e ci siamo anche deliziati con la nostra pasta portata da casa.
Devo ringraziare la mia famiglia e tutti i miei compagni di viaggio per l’ottima riuscita di questa tappa, sembra banale ma non è facile rientrare felici e contenti con il solo pensiero di prenotare il prossimo volo.
Alfio
Testi: Alfio Lavazza
Foto: Marilena Palazzi e Alfio Lavazza
DATI GENERALI SUL PERCORSO
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Paesi attraversati: Etiopia, Kenia, Tanzania
km percorsi: 4100
km di pista: 2200
Media chilometrica: 220 km/giorno
Data partenza: 2 agosto 2010
Data arrivo: 25 agosto 2010
Tratta piu’ lunga: ARUSHA-DAR ES SALAM 690km
Altitudine max raggiunta: 2450 mt. sea level
ATTRAVERSAMENTO EQUATORE
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Posizione: 0°00,000 E 36°13,869
Data e ora: 13/08/010 alle ore 16.43.50 ZULU
CARBURANTE
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Gasolio consumato: 746 LT.
CAMBIO VALUTE:
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1€=2013 TZS (Tanzania scellini)
1€=105 KSsh (Kenia scellini)
1€=18,08 BIR (Etiopia)