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Arca 2009 (alla ricerca) Brebbia – Cape Town – Prima parte

– Posted in: Africa, Africa Australe, Resoconti di viaggio

By Alfio Lavazza
Originally Posted Monday, February 28, 2011

 

Mi piace durante i miei viaggi descrivere i luoghi e le emozioni che si vedono e provano durante il suo trascorso. In questo particolarmente, ho potuto scrivere direttamente sul pc nella tenda prima di mettersi a letto.

Sono solo emozioni riportate sulla carta che in parte possono far capire cosa si prova durante viaggi di questo tipo, va da sè che essendo scritto a caldo lascerà trasparire l’umore e la stanchezza del momento.

Alfio

sabato 12 dicembre 2009

Si parte!

Dopo diversi mesi di preparativi, dubbi e revisioni siamo finalmente arrivati all’ora x.

Tutto il necessario, o quello che riteniamo tale, e’ in macchina. Ci troviamo al casello di Ovada per dirigerci all’imbarco di Genova, Edo e’ già al porticciolo di Genova per sbrigare delle pratiche e ci attende la’. Enrico arriva puntuale e raggiungiamo Edo per un pranzo veloce, salutiamo gli amici e raggiungiamo il molo della motonave Spendid. A differenza delle altre volte non ce’ nessuna macchina da fuoristrada con noi e le procedure sono molto snelle.

Siamo in cabina con il russare di Edo in attesa della cena. La nave e’ bella. Due problemi: non riesco a far andare il tracker e non trovo le chiavi della macchina, ho il sospetto di averle dimenticate da qualche parte nel marasma dell’abbandono del land. Ho la copia ma all’interno della vettura quindi domani devo pensare ad una strategia per recuperarle.

Trovate! Erano sul cofano della macchina di Edo….

KM 220

Ore 17.30 GPS POINT:36°48,542 10°18,154

Scendiamo belli agili dalla SLENDID ed essendo gli unici turisti della nave veniamo spediti immediatamente a svolgere tutte le procedure: polizia dogana e registrazione vettura.

Purtroppo a me ed Enrico segnalano il gps e mentre siamo gia’ all’uscita dobbiamo correre quindi a procurarci una dichiarazione di possesso! (che non servirà assolutamente a nulla)

Lasciamo comunque il porto ad un’ora piu’ che decente: le 18.00.

Buio e temperatura piacevole.

Senza il ben che minimo traffico lasciamo Tunisi in direzione Sousse che ormai e’ totalmente collegata dall’autostrada; le macchine cosi’ cariche, superiamo tutti le tre tonnellate, non sono il massimo da guidare e non vogliamo superare i cento

Lasciamo l’autostrada e facciamo gasolio, siamo in cerca di montone o pollo alla brace ma dobbiamo spararci ancora un centinaio di km, finalmente delle vistose fumate ci inducono ad una sosta piu’ che libidinosa: verdure montone e cus cus.

Continuiamo la corsa alla dogana di RAS DAIR tra camion e pulmini impazziti che nella notte viaggiano rigorosamente ad abbaglianti accesi, arriviamo a ridosso del piazzale della dogana alle tre circa.

Tutti in branda in attesa dell’alba.

KM 882

14 dicembre 2009 GPS POINT: 32°08,246 15°06,702

Freddino, casino e impazienza di comunicare con la nostra guida.

Tutto va per il meglio…

L’impressione e’ che siamo veramente i soli in questa stagione e sia i doganieri che i poliziotti non si interessano minimamente a noi: in pochissimo siamo sulla strada per Tripoli.

Bisogna prendere le misure, il carico e la guida allucinante di tutto cio’ che circola disorienta un poco, ma con la dovuta precauzione e calma ci adeguiamo al caos generalizzato.

Ci fermiamo a Sedrata, antiche rovine romane, un grande anfiteatro affacciato sul golfo rende molto suggestivo il tutto.

Nel ’93 c’ero già stato ed era totalmente abbandonato, ora con la fine dell’embargo e l’arrivo dei turisti stanno cercando di restaurare il possibile e mantenere una gran bella parte di storia romana.

Con Enrico ed Edo ci si trova molto in sintonia, veloci agili e si scherza divertendosi. La nostra guida ci consiglia un posto per mangiare, molto pulito e carino, forse pure troppo.

Ripartiamo cercando di coprire i 1500 km che ci dividono da Tobruk.

E’ allucinante il traffico e l’assoluta casualita’ della guida in Tripoli e anche oltre, non riusciamo veramente a capire come sia possibile non vedere morti e feriti ad ogni angolo.

Purtroppo si fa proprio fatica a tenere alta la media, siamo costretti ad un posto di controllo della polizia proprio a Targa, dove siamo “invitati” a dormire nella stazione di benzina.

Mangiamo e ci diamo una rinfrescata, poca per il vero, ora dobbiamo metterci in tenda: e’ veramente lunga.

Km da BREBBIA: 1246

15 dicembre 2009 GPS POINT: 32°01,305 15°02,586

Un sobbalzo, una voce che grida e comincia il richiamo del Muezzin!

Siamo sotto ad un minareto e non e’ esattamente il risveglio che pensavo. Cappuccino, qualche biscotto e alle 7.30 siamo in viaggio verso Tobruk. Son piu’ di mille i km da percorrere, con la media di ieri sarà impossibile, fortunatamente la strada non e’ proprio malvagia e salvo interruzioni varie continuiamo la guida in modo fluido. Le prime tre ore non andiamo oltre ai 70 km/h, soste di controllo e continue deviazioni rendono impossibile alzare la media. Costeggiamo tutta la costa del golfo della Sirte; il paesaggio è lunare, caldo e terribilmente uguale.

L’unica variante e’ l’incontro con i track che ci salutano in continuazione, la media sale e alle 14,30 troviamo ristoro in un paese stazione, un gran bel montone alla brace ci rende più felici.

Gasolio, cibo e di nuovo in macchina, ci stiamo abituando al clima (28°) alla strada ed ai suoi abitanti,cammelli compresi, il tempo trascorre e con lui i km si sommano dandoci conforto.

Con il cb ci parliamo frequentemente, io ascolto la radio in AM sentendo programmi di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza!

Bisogna continuare e cosi’ facendo ogni volta che la guida ci chiede se vogliamo fermarci noi siamo unanimi: avanti.

Una lunga striscia di asfalto che dal golfo della Sirte taglia in due la costa della Libia ci separa dall’avvicinamento con la frontiera egiziana, avanti ed oramai il buio lascia poche divagazioni sul paesaggio che ci scorre a fianco.

Sono 21.30 quando ci buttiamo nel piu’ brutto e malsano ristorante (e’ un eufemismo) alle porte di Tobruk…abbiamo coperto circa 1000 km. In Africa non e’ uno scherzo.

Subito di fronte un piazzale sterrato e’ la nostra sosta per la notte, tira anche un forte vento…

Km da BREBBIA: 2257

16 dic. 09 GPS POINT: 32°00,395 23°58,057

Questa notte il vento e scrosci d’acqua hanno tentato di disturbarci, ma la stanchezza ha preso il sopravvento e all’alba la voce di Edo mi sveglia letteralmente!

Siamo pronti con un caffè preso al volo, ma non vediamo l’ora di lasciare la Libia e effettuare le pratiche doganali per entrare in Egitto.

La meteo e’ veramente tragica, freddino e una visibilita’ che non raggiunge i trecento metri, guidiamo in questa terra veramente piena del nulla, con porcheria e spazzatura dappertutto.

Piu’ ci avviciniamo alla dogana e piu’ peggiora: il vento alza la polvere e la sabbia che comincia ad investire tutto cio’ che abbiamo in macchina, le foto per il momento si fanno solo con la macchina subacquea.

In Libia il costo del gasolio e’ veramente ridicolo, 10 cent di euro al litro, quindi riempiamo tutti i serbatoi: io metto 270 litri.

Dopo duecento km arriviamo all’avamposto di frontiera libica dove togliamo le targhe e le consegniamo alla nostra guida, proseguiamo verso il controllo in un mare di sacchetti di spazzatura, pieni e non. Con i libici sembra andare tutto in modo spedito, a parte il rimborso della cauzione targhe che non ci riconsegnano… qualcuno ha fatto il furbo ma non siamo nella posizione di accendere discussioni che non porterebbero a nulla purtroppo.

Salutata la guida libica siamo nella terra di nessuno. Il vento fortissimo si porta con sè tonnellate di polvere e sabbia, non ce’ posto dove ripararsi mentre ci muoviamo in continuazione per tutte le pratiche doganali!

Andiamo con calma…

Dobbiamo fare il visto d’ingresso, non lo abbiamo. Quindi cambiare i soldi!

La banca non vuole i soldi libici e cominciamo a contattare un funzionario tutto fare, compreso il cambio valuta, ora andiamo all’immigrazione dove ci applicano il visa (20$) e vidimano i passaporti.

Un anda e rianda tra uffici, scrivanie, gente che va e che viene in un caos incredibile, la sabbia che anche all’interno delle strutture non da tregua. Ora e’ il momento di spostare le jeep verso il controllo doganale che per altro diventa abbastanza soft.

L’aiutante che si è offerto è veramente un intrallazzone e tra mance, biscotti ecc si muove come un’anguilla in tutto quel marasma, ho l’impressione che senza di lui eravamo ancora alla fase A…

Ad Edo fanno sparire il coltellino con la scusa che e’ vietato ma questa storia me l’avevano detta anche in Algeria, qui ho fatto in modo da non far trovare nulla… procediamo per la registrazione dei mezzi in un’ufficio con corridoi fatiscenti e maleodoranti.

Il Boss è seduto dinanzi ad un bancone e ci chiama uno ad uno cercando di leggere i nostri nomi in arabo, lui è l’incaricato che ci deve timbrare il carnet de passage documento doganale di massima importanza.

Ottenuto e pagato le varie tasse prendiamo le nostre cartellette contenente fotocopie, documenti passaporto, tutto scritto in arabo.

Con tutta ‘sta carta andiamo a verificare i numeri di telaio e motore che preventivamente avevamo pulito in Italia, ma Enrico ha qualche piccola difficoltà con le impronte del numero telaio e perdiamo qualche minuto in piu’.

Ora possiamo finalmente ritirare le targhe, l’assicurazione e la patente di guida! Detta cosi’ sembra il girone della morte, ma tutto sommato l’obolo che poi il nostro “ufficiale” ci ha chiesto (17 euro) non potevamo risparmiarcelo: saremmo ancora nel primo ufficio per il primo timbro!

Entriamo in Egitto stessa solfa: vento e sabbia, pochi km e scendiamo una falesia a tornanti che ci catapulta sulla costa.

Il paese di In Assolum: sembrerebbe anche carino ma scopriamo subito essere veramente sporco e ostile:un ragazzino mi tira una pietra e appena lo ricorro si da alla fuga.

Il posto dove troviamo del cibo e’ veramente al limite della decenza, il tavolino è piazzato all’interno di un garage dove dietro una tenda escono scodelline contenenti salse e zuppe…. Qui abbiamo proprio esagerato nel risparmio ma ahimè non c’era alternativa.

Riprendiamo la direzione di El Alamein con circa 400km da coprire.

Arriviamo verso le 19.30 alla ricerca di in posto dove fare una doccia e mangiare un pasto decente, Enrico c’era gia’ stato 8 anni fa e non riesce a ritrovarsi in un paesino diventato la Rimini della costa nord africana.

Per nostra fortuna un favoloso marina con tutti i servizi annessi ci permette una strepitosa cena ed una stanza faraonica, all’interno dell’hotel c’e’ pure la ricostruzione di Venezia con gondole vere in servizio!

Km da BREBBIA:2820

Buona notte.

17 dic. ’09 GPS POINT: 30°32,220 30°01,966

Un risveglio cosi’ non poteva che essere dei migliori…. Sole con una brezza tesa e la vista sul golfo di El Alamein. La colazione e’ perfetta e con molta calma ci dirigiamo alla ricerca dell’ossario in ricordo dei caduti italiani nella seconda guerra mondiale.

Risaliamo verso nord per circa 15 km e fi nalmente si erge sulla costa una imponente torre di marmo bianca con issato sul pennone il tricolore.

Parcheggiamo le macchine e siamo accolti dai piantoni di guardia, di nazionalita’ egiziana, un lungo viale ci accompagna al torrione che si staglia nella brezza mattutina.

Bianco e luminoso, siamo soli e avvolti da un’insolita tristezza.

Appena entrati la cupola e’ altissima e tutto in torno moltissime lapidi della dimensione di una piastrella indicano il grado e cognome del caduto, tantissime altre riportano “ignoto”….

38000 italiani sono rimasti quaggiù e solo 4800 sono stati riconosciuti!

Firmiamo il diario e lasciamo questo posto con domande che non riescono a trovar risposte.

Il museo annesso ci permette di vedere foto e pezzi restituiti dal deserto all’umanita’, dichiarazioni di Rommel a cui fanno eco quelle di Montgomery. Una delle piu’ signifi cative inscritta in una lapide a bordo strada fronte al deserto cita: “MANCO’ LA FORTUNA NON CERTO IL VALORE” E poi: “Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco.” ROMMEL.

Si accendono i motori e ci dirigiamo verso il CAIRO, la strada e’ stupenda e i km sono facili. A circa 150 km da El Alamein diversi monasteri copti sono ancora presenti e tuttora operativi, sin dai primi del 400 DC costruirono imponenti difese per potersi sottrarre alle aggressioni dei mussulmani, sopravvivendo sin ora.

Nella visita al piu’ significativo siamo coinvolti nella descrizione dettagliata del percorso di vita e benedizione del santo BISHOI con tanto di preghiera e benedizione. Tutta la zona si trova nel Wadi Natrun una zona riccha di natron un sale presente in molti deserti e prima sostanza per l’imbalsamazione.

Riprendiamo la direzione per il Cairo in una affollata autostrada ma scorrevole, le indicazioni che ci ha dato Raffaella per arrivare alla casa del Cairo sono abbastanza precise, ma il posto e’veramente infernale.

In entrata si stagliano all’orizzonte le piramidi di Giza e ci indicano la giusta direzione, dopo qualche tentennamento ci ritroviamo nel caos organizzato di questa citta’ con circa 20 milioni di abitanti, ci fermiamo sul Nilo e capiamo che siamo vicini all’appuntamento con il marito di Raffaella. Una volta congiunti ci accompagna nella loro abitazione.

L’impressione del Cairo guidato (in macchina) e vissuto in prima persona e’ sicuramente piacevole, dai grossi condomini stracolmi di condizionatori alle feluche che navigano da una costa all’altra.

E’ proprio una sensazione piacevole trovarsi da turista fai da te in questo “casino”, la gente e’ ospitale e ci aiuta in ogni caso. (o meglio piuttosto che dirti “non so” ti mandano dalla parte sbagliata!

Parcheggiamo le fuoristrada nel giardino della villa e apriamo le tende, incredibile un camping personale all’interno del centro al Cairo. Domani riposo, qui sara’ festa e noi attendiamo tutte le famiglie in arrivo dall’Italia.

Km da BREBBIA: 3168

18 dic. 09 GPS POINT: 29°57,878 31°15,418

Ci svegliamo nell’assoluto silenzio… in sala c’e’ pronta la colazione ed il caffè. Con tutta calma ci prepariamo e organizziamo la giornata.

Raffaella e la sua famiglia vanno al mare, oggi qua e’ festa, noi facciamo la permetrina per irrorare le tende contro le zanzare e un minimo di controllo alle vetture.

Finiti i vari lavoretti compreso un paio di lavatrici, usciamo di casa per pranzare lungo la strada, si nota che e’ festa nel quartiere di Maadi tutto e’ relativamente tranquillo, pensate che questo quartiere e’ rapportabile come estensione ad Alessandria.

Ci si ferma in una specie di Mc-donald dove kebab e verdure ci preparano ad un tour nella downtown del Cairo.

Con la metro, comodissima, scendiamo nei pressi del museo egizio e ci affacciamo sulla riva del Nilo assaporando l’aria di festa che vive la gente di strada, ragazze e ragazzi che ballano sulle imbarcazioni in gita lungo il fiume.

Prendiamo un taxi per avvicinarci al quartiere di al kalili dove la vita brulica senza sosta alcuna, qua si vende e trova tutto, noi un po’ per errore un po’ per volontà ci addentriamo in quella che e’ la zona in cui normalmente il turista non viene portato.

Infatti quasi nessuno si cura di noi o almeno solo per farsi fare foto o salutarci con stupore, arrotini e riparatori di cellulari stupiscono continuamente il nostro sguardo, vie intere dedicate ai mobili poi quella delle macellerie poi zone dove posso dire di aver visto migliaia e migliaia di vestiti.

Un continuo stimolo colorato per i nostri occhi che non riescono a smettere di osservare, fotografare e memorizzare.

Rientriamo con i tramonto verso la zona delle moschee, tantissime ed imponenti, illuminate e colme di gente in preghiera, da qua il quartiere diventa molto più turistico e cominciano le incursioni dei venditori di qualsiasi oggetto dedicato ai turisti.

Non sono molto insistenti anche perchè non abbiamo un granche da acquistare. Credo che per quello ci penserà Nenè a divertirsi nelle contrattazioni, per la verità io ho preso due splendide aringhe affumicate! Abbiamo un nome di un ristorante locale immerso nel souk, uno di quelli utilizzato dalla gente egiziana ma molto pulito e carino, una cena eccezionale da non perdersi e pensiamo di tornare con le famiglie.

Usciamo. Subito accanto in una vietta illuminata molti sgabelli e tavolini ci attirano per gustarci un te e aspirare tabacco al limone nel classico arghile’, e’ ora di tornare verso Maadi ma decidiamo di farlo in taxi per valutare la differenza di tempo.

Il taxista e’ capace e veloce ma non conosce esattamente la via della villa, di solito si prende un taxi dal centro fi no alla Cornice (via che scorre lungo il Nilo) e poi si cambia taxi utilizzandone uno del posto, questa per dare un’idea della grandezze del Cairo.

Arriviamo a casa aspettando notizie sul volo delle famiglie, purtroppo la neve a Malpensa crea dei ritardi che non permettono di prendere la coincidenza con l’Egitto e dopo aver contattato un amico pilota mi comunica che prenderanno il volo domani.

Questo complica un po’ la programmazione delle gite in citta’ ma al momento non possiamo far nulla.

19 dic ’09 H 02:00

Ci svegliamo, le famiglie dopo un giorno di ritardo sono state imbarcate a Roma per il Cairo e recuperiamo un taxi per andare all’aeroporto.

Arrivano puntuali e finalmente cala la tensione di questa snervante attesa, in realta’ chi doveva avere problemi saremmo dovuti essere noi con le vetture e tre dogane da attraversare, eppure tutti i problemi sono arrivati dall’Italia!

La strada e’ scorrevole e alle quattro siamo tutti in branda, alla mattina con molta calma organizziamo la prima visita della città: museo egizio moschee kran el kaili.

Ci spostiamo tranquillamente in metro’ con le famiglie leggermente allibite dalla vita quotidiana che gli scivola attorno, la gente non e’ solita vedere turisti che viaggiano da soli su mezzi pubblici, taxi esclusi. La temperatura ci permette la maglietta…

Al museo veramente poca gente che ci permette una tranquilla visita e attenzione particolare, che dire: semplicemente grandioso.

Gli occhi della maschera di Tutankhamon hanno uno sguardo penetrante che ci restera’ impresso a lungo.

Finita la visita al museo portiamo tutti verso il locale luogo di contrattazione, ci tuffiamo in un take awai locale e ci abbuffiamo di kebab, procede tutto a meraviglia anche se le ragazze accusano un po’ di stanchezza.

Ristorantino preciso e poi riorganizziamo le macchine, domani si fa per davvero.

21 dic. 09 GPS POINT: 29°57,878 31°15,418

Ci alziamo abbastanza presto, alle porte del Cairo le piramidi di Giza, Zozer e Dashur sono tutte in zona, lasciamo la casa di Raffaella alle 8 in punto e ci buttiamo nel traffi co della citta’.

Giriamo parecchio per trovare un’uscita sulla cornice verso nord, poi troviamo la direzione per Giza e arriviamo in un’oretta al piazzale della sfi nge, c’e’ veramente poca gente e la temperatura e’ gradevole, troviamo uno spiraglio per fare le foto con macchina e piramidi senza i pulman dei turisti.

Siamo un po’ tirati coi tempi quindi bisogna muoversi ma tutto sommato e’ giusto dedicarle del tempo… bisogna considerare che queste sono le piu’ famose ma non necessariamente le piu’ belle.

Piu’ a sud altri gruppi di piramidi si affacciano al deserto sul lato ovest del Nilo, quella a gradoni la raggiungiamo in circa mezz’ora e anche lei ci lascia impressionati dalla maestosità e grandezza.

Visitiamo anche una tomba funeraria con diverse iscrizioni, la meteo e’ eccezionale con ben 25/26 gradi.

E’ ora di pranzo e scendendo a sud ci fermiamo in un palmeto a sgranocchiare un pasto, siamo già nella periferia del Cairo e il degrado associato alla povertà ci fanno rientrare nella realtà africana, con le mappe satellitari sappiamo sempre dove dobbiamo dirigerci e quindi da questo punto di vista siamo proprio rilassati.

Dopo la piana di Sakkara la piramide rossa e’ li sola ad aspettarci, sono quasi le 16 e nessun turista e’ presente. Non ci sono cancelli o protezioni, proseguiamo nel deserto fi n sotto ai gradoni, facciamo un po’ di foto molto belle ma poco dopo ci arriva addosso la polizia, vista la nostra posizione pensiamo di essere in torto… invece vengono per salutarci e augurarci buon Natale! (tradotto in compenso in moneta locale!)

Piu’ sotto un’altra piramide e’ molto caratteristica in quanto durante la costruzione l’angolo di inizio e’ stato sbagliato e ripreso quindi piu’ avanti dandole un caratteristico cambio di pendenza.

Questa e’ anche molto ben conservata e ha ancora buona parte delle pareti lisce.

Riprendiamo l’avvicinamento a Farafra, un’oasi nel deserto passando in piccoli centri di case dove regna in assoluto lo sporco ed il degrado, siamo a pochi km dalla capitale.

Troviamo un posto nel deserto e facciamo campo: pasta al sugo e panettone.

22 dic. 09 GPS POINT: 29°27,113 31°07,654

La partenza e’ obbligata dal percorso un po’ lunghetto, alle luci del sole ci alziamo alla spicciolata e più o meno ci troviamo operativi alle 8 e mezza.

La strada che porta all’oasi e’ addirittura una doppia corsia, ma non va nella direzione che ci aspettiamo.. appena troviamo un buco nella barriera invertiamo il senso e procediamo a ritroso per 20 km. Io ho solo delle cartine russe molto vecchie, ma comunque utili. Ci addentriamo lungo una direttrice verso il centro dell’oasi a circa una trentina di kilometri.

Pochi istanti dopo un rumore molto deciso arriva dal differenziale o dai mozzi della macchina di Enrico. Bisogna assolutamente capirecosa succede!

Troviamo un buco con un meccanico e ci fermiamo per smontare i particolari, la cosa diffi cile è tenere a bada tutta la gente che si intrufola da tutte le parti, scopriamo che smontato il mozzo i cuscinetti delle ruote stanno cedendo e decidiamo di sostituirli.

Abbiamo i pezzi di ricambio ma sarebbero gli ultimi…quindi alcuni si occupano di smontare i pezzi e io recupero dei nuovi ricambi, con Luca andiamo in moto a comprare un nuovo cuscinetto e torniamo per fortuna sani e salvi!

Nel frattempo Edo ed Enrico smontano un mozzo e cercano di estrarre il cuscinetti dal semiasse con l’assedio di chiunque passi da quelle parti, io faccio il secondo e sostituisco il tutto.

Usciamo da questo disastro meccanico con più di tre ore di ritardo, ora sembra tutto ok ma un mozzo e’ un po’ frenato e dopo qualche kilometro dobbiamo fermarci a registrare i freni che fumano.

Usciamo finalmente da questo problema imboccando la strada che passa a sud del lago, c’e’ vento ed e’ increspato mentre l’imbrunire comincia ad avvicinarsi.

Entriamo a nel parco naturale di Wadi el Hitan dove il paesaggio cambia immediatamente in deserto con fantastiche falesie e la prima sabbia gialla, siamo ad una cinquantina di km dal deserto con gli scheletri di balene e decidiamo di fare il campo a ridosso di due grosse torri di falesia. La vista sul laghetto e’ veramente eccezionale.

Domani dobbiamo recuperare dei kilometri.

Km da BREBBIA: 3496

23 dic. 09 GPS POINT: 29°11,268 30°21,739

Finalmente un risveglio con un fantastico panorama: lago e alba dai colori molto tenui. Riusciamo ad essere operativi abbastanza presto ed alle 8 ci muoviamo. In poco tempo troviamo la deviazione che in pista ci porta verso il deserto delle balene, una grossa depressione che milioni di anni fa e’ rimasta l’ultima pozza d’acqua del ritiro del mare.

Il luogo e’ molto ben conservato e possiamo in poco tempo vedere e fotografare scheletri di balena e svariati fossili, il giro ci costa poco tempo, ma dobbiamo fare una pista di circa un’ora e mezza per raggiungere la strada asfaltata.

Maciniamo km di strada asfaltata e raggiungiamo l’entrata del deserto bianco dopo aver passato nell’asfalto il deserto nero. Il deserto nero non è particolarmente affascinante e mi ricorda un territorio già visto ma che ora non ricordo dove.

Dopo poco piu’ di 400 km l’entrata del white desert e’ ben segnalata e a pochi passi c’e’ una “montagnetta”: il monte cristallo. Ce lo aspettavamo ben piu’ grosso, al suo interno ci sono miriadi di quarzi alla luce del sole.

La nostra stella scende rapidamente e prendiamo la prima traccia verso l’interno del deserto alla ricerca di una hot spring: una fonte di acqua calda.

Dalla zona desertica dura ci addentriamo in vaste zone di sabbia gialla e concrezioni calcaree bianche, l’imbrunire rende molto colorato e suggestivo tutto il paesaggio. La sabbia molle ci costringe a sgonfiare molto le gomme e procediamo con il gps verso la fonte.

All’improvviso il fondo sabbiaoso diviene quasi paludoso, queste “marcite” sono terribili ed insabbiarsi sarebbe fatale, Enrico riesce in extremis ad invertire la rotta ed uscire da questo fondo pericoloso.

Troviamo un bel posto sulla sabbia per fare campo e tutti i ragazzi giocano fino a tardi.

Considerando la tappa di domani decidiamo di fare una tirata fino a Luxor…

Km da BREBBIA: 3953

24 dic 09 GPS POINT: 27°22,636 28°17,954

Ci alziamo il più presto possibile per uscire dalla sabbia e guardare nel frattempo questo caratteristico deserto, dei magnifici funghi bianchi sono come piantati nel fondo duro di calcare.

Purtroppo dobbiamo proprio infilarci in asfalto per proseguire verso Luxor.

A quaranta km troviamo l’oasi di Farafra, ci prendiamo l’asfalto che ci ricongiungerà con un’anello di 800km al Nilo, ovviamente con tutti questi km da percorrere non possiamo permetterci distrazioni.

Ci si ferma solo per gasolio e viveri.

La zona e’ molto popolata ed in mezzo al deserto numerosi appezzamenti di terra vengono strappati alla sabbia da continue irrigazioni e coltivazioni, la strada e’ comunque monotona e la stanchezza si accumula.

Verso l’una troviamo un bel posticino per mangiare il pranzo veloce come siamo soliti fare, tonno riso qualche pomodoro ed il caffe’, si riprende la corsa verso el kafra ultima oasi prima della direttiva che porta a Luxor.

Sino ad ora avremo fatto una quindicina di ceck point, sia di polizia che militare. La cosa non e’ restrittiva ma solo di controllo, si perde sempre un gran tempo tra saluti, copiare i numeri di targa ecc. cercanoin tutti i modi di conoscere sempre la nostra posizione.

Arriviamo a El Kafra seguiti dalla polizia locale, ormai manca poco al tramonto e ci mancano circa trecento kilometri tra pista e asfalto, abbiamo il timore che non ci facciano uscire dall’oasi e guidare al buio, invece il problema e’ togliersi di dosso la scorta che ci accompagna per oltre cinquanta km all’ultimo CP prima di lasciare il paese.

Ci mancano 200 kilometri circa per raggiungere Luxor e fortunatamente si corre velocemente con una stanchezza straordinaria, siamo distanziati di circa un km e con la radio ci teniamo in contatto, all’improvviso il four runner di Enrico lascia una scia di scintille sull’asfalto. Io passo proprio poco dopo che la sua ruota sx completa di semiasse rotola nel deserto.

Fortunatamente la macchina e’ stabile ed Enrico lascia che si fermi dolcemente a lato della carreggiata, io mi affianco pronto con l’estintore in caso prenda fuoco l’olio del differenziale che ora esce dal porta mozzo.

Molto spavento! Ora dobbiamo inventarci qualche cosa per portare la 4X4 a Luxor…. Purtroppo ritroviamo la ruota completa con il semiasse molto danneggiato e non gli permette di rientrare in sede, con gli attrezzi a disposizione non facciamo molto, le lime non riescono ad intaccare la bocciatura dell’asse e che non può quindi rientrare nella sua sede. La decisione e’ di mandare due vetture in citta’ con tutti tranne Enrico che dorme nel deserto.

Copriamo ancora 180 km e finalmente riusciamo a trovare un hotel dove poter riposare ed organizzare la riparazione. Domani e’ festa essendo venerdi’, quindi la situazione si complica ancor piu’. L’hotel e’ proprio valido ed e’ gestito da un egiziano che vive in Olanda quindi con standard europeo, pulito ed efficiente.

Il boss del NILE Hotel ci mette a disposizione il suo autista per domattina. Ci accompagnerà nella ricerca dei pezzi Toyota.

Sono le undici e abbiamo coperto 850 km siamo tutti molto stanchi e demoralizzati per il guasto, ci permettiamo comunque una cena sulla terrazza dell’hotel, una fantastica vista sul Nilo con luci e suoni dell’Africa.

Km da BREBBIA:5199

25 dic 2009 GPS POINT: 25°42,267 32°38,325

Buon Natale!

Sulla terrazza col pc per scrivere questo diario, oggi per i Mussulmani e’ giorno di festa, quindi la citta’ si risveglia dolcemente e noi pure…

Le famiglie utilizzano la giornata per visitare la valle del Nilo, con i suoi numerosi templi e tombe funerarie, questa e’ la valle dei Re e delle Regine ed uno dei posti piu’ importanti dell’Egitto. Io e Edo attendiamo l’arrivo della guida che parla anche inglese.

Sono tutti estremamente gentili e rispettosi e stanno cercando in tutti i modi di toglierci da questo problema, puntualissimo arriva; prendiamo il mio land alla ricerca dei pezzi.

Come spiegato oggi molti negozi sono chiusi e comunque non ci sono rivenditori toyota in città, quindi andiamo nella periferia di Luxor nei riciclatori dei ricambi, dopo una mezzora e qualche indicazione, in un locale poco più grande di un garage proviamo a cercare quel che ci serve… e’ impensabile ma poco dopo spunta un semiasse completo di mozzo!

Questo pezzo potrebbe andare bene dalle misure che abbiamo rilevato ma ha cinque bulloni anziche’ sei sulla cartella del freno e può ruote da 15 pollici anziche’16. Ora dobbiamo cercare una gomma da 15 piuttosto alta e montarla solo per il trasferimento.

Edo si attiva anche per tornire il vecchio semiasse, se il nuovo pezzo non dovesse entrare dobbiamo in qualche modo trainare la Four runner.

Tutto cio’ ci è reso possibile possibile andando nei luoghi dei Cristiani il resto della popolazione e’ ancora nel sonno.

Enrico ci chiama con il sat fone per essere rincuorato sull’andamento delle operazioni, ha passato la notte nel deserto ed il morale non e’ proprio dei migliori.

Lo rassicuriamo: arriviamo tra un paio d’ore siamo li’.

Alle 14 riusciamo a raggiungerlo e comincia a rimontare un po’ di pezzi, il semiasse e’ ok ed entra come previsto anche se leggermente più lungo e forza sulla protezione, alle tre si riparte dopo che io ho fatto anche un po’ di revisione alla macchina della polizia che ci ha assistito durante questi lavori. I continui controlli e CP sono stati istituiti dopo l’attentato del ’97 anche se in verità noi non avvertiamo nessuna tensione, con questo sistema loro hanno un controllo capillare e sanno sempre nell’arco dei cinquanta km dove siamo.

La macchina funziona e nessun rumore proviene dal differenziale, ma la differenza dei diametri delle ruote fa innalzare la temperatura dell’olio degli ingranaggi, cosa che avevamo previsto ma non potevamo al momento metterci rimedio.

Traino la macchina di Enrico per evitare di far lavorare troppo il differenziale e in due ore e mezza raggiungiamo l’hotel.

Sono le sei di sera e le famiglie hanno visitato un po’ questa fantastica valle e organizzato la serata di Natale.

Appena in città dobbiamo ancora risolvere il problema della ruota da quindici, quindi traviamo un’offi cina che possa tornire il mio cerchio land da sedici e inserire una flangia con sei fori anzichè cinque. Dopo varie trattative ci facciamo capire e durante la cena ci preparano il tutto.

Il boss dell’hotel ha organizzato una cena natalizia in grande stile con tanto di danze e regalini natalizi, passiamo quindi fi nalmente una serata tranquilla e molto rilassante, fi niamo la cena in un orario piu’ che civile e possiamo permetterci il traghetto per l’isola di Luxor.

Abbiamo di fronte a il tempio di Luxor illuminato a giorno per un’intervista di un noto politico egiziano, molto suggestivo e in assoluta solitudine.

Rientriamo con la nostra barchetta attraversando il Nilo e in pochi metri siamo nuovamente in hotel: tutti a nanna.

26 dic. 09 NILE Hotel

Finalmente una giornata in off!!!!

Una colazione fantastica sulla terrazza con vista sul fiume, subito controlliamo se durante la notte ci hanno riportato la macchina di Enrico: fatta e consegnata!

Il lavoro e’ proprio come volevamo, quindi adesso possiamo trasferirci verso Aswan con tranquillita’.

Sebbene ci siano solo duecento km di strada ci informano che occorrono più di 4 ore, ci avviamo quindi senza affanno verso sud. Scendere dal lato est il Nilo e’ forse meno veloce ma dopo una cinquantina di km lo spettacolo e’ bellissimo: il susseguirsi di coltivazioni di banane e palme da datteri crea un’atmosfera tipica delle oasi.

La jeep di Enrico va benone e quindi da quel punto di vista siamo tranquilli, dobbiamo trovare comunque dei pezzi di ricambio per rimettere tutto come in origine.

Passiamo da Obombo dove ci hanno detto che potremmo trovare i pezzi Toyota, lasciamo ad Enrico il compito e noi proseguiamo per organizzare l’alloggio e la conferma dei biglietti del ferry.

In Aswan il traffico e’ come il solito un po’ caotico, fa molto caldo, ci sono 26/27 gradi ed e’ proprio piacevole. Ci fermiamo sulla riva al Mc donald e poi siamo raggiunti dalla famiglia Rossetti.

Dopo una serie di tentativi alla ricerca di un hotel civile, riusciamo a trovare una soluzione decente al Shara hotel appena fuori dalla citta’, pulito e tranquillo e con piscina. Si trova in alto rispetto al Nilo e ci da’ la possibilità di osservarlo dall’alto.

Arriviamo al tramonto e ci gustiamo un po’ di relax sulla terrazza della piscina, per la serata andiamo in un locale sulla riva decantato dalla guida, purtroppo non e’ niente di speciale, anzi fa veramente schifo.

Km da BREBBIA: 5491

27 dic. ’09 GPS POINT: 24°04,074 32°52,785

La notte e’ tranquilla siamo fuori dai casini della citta’, purtroppo abbiamo un sacco di pratiche da sbrigare a livello burocratico.

Nene’ non e’ molto in forma e resta in camera con un po’ di mal di testa, io e Edo partiamo per sbrigare le formalità e conoscere il tipo che gestisce i biglietti della nave verso il Sudan.

Enrico resta nel piazzale dell’hotel per riparare i suoi guai, deve cercare un semiasse nuovo e ricomporre le varie ruote. Ieri sera abbiamo incontrato un ragazzo inglese che deve fare il biglietto per la nave e si aggrega per tutto il girovagare che ci tocca.

La giornata e’ stupenda: senza vento e molto calda, passiamo dall’ufficio di Salam che ovviamente non c’è e attendiamo.

Stiamo diventando degli esperti in attese, verso le dieci Salam arriva e ci ragguaglia con tanto di coordinate GPS sui vari uffici in cui dobbiamo presentarci: controllo delle multe ed ufficio circolazione. Nel primo si controlla che le targhe che ci hanno consegnato non hanno multe in pendenza, il secondo le ritira con consegna della patente che ci hanno fatto in entrata. A regola dopo un paio d’ore usciamo dal primo e gps alla mano cerchiamo il secondo. Alla riconsegna targhe ci dovrebbero riconsegnare i 70$ di cauzione, ma come in Libia non se ne parla neppure, non insistiamo piu’ di tanto e comunque non potrebbero avere 280$ a disposizione!

Si ritorna nell’ufficio navigazione e ci accordiamo pertrovarci all’indomani alla diga di Aswan con tutti gli incartamenti.

Torniamo in albergo dove sono tutti in piscina a fare il bagno, Nene’ sta meglio per fortuna, resta in hotel solo per precauzione, noi organizziamo una gita in feluca dopo essere passati da mcdonald.

Ci facciamo cullare dal lento scorrere della feluca verso l’isola Elefantina, la brezza e la corrente sono perfette e il marinaio si destreggia con bravura, ultime foto proprio al calar del sole.

Tentiamo di uscire dalla citta’ per visitare il luogo dove giace un grosso obelisco incompiuto.

La tecnica di costruzione era basata sullo scavare tre lati e comprimere con palme e bagnare il tutto: purtroppo molti si rompevano prima di staccare il quarto lato verticale e veniva abbandonato per un uno nuovo.

Capiamo che ormai è tardi e non vogliamo rischiare qualche CP, siamo ormai senza documenti egiziani, quindi ci fermiamo per i rifornimenti, faccio sostituire anche una camera che è forata da qualche giorno, il gasolio qui’ costa 10 cen euro, e ritorniamo all’hotel.

Le sera troviamo un ristorante civile ma sempre con uno standard basso, altra via sarebbe una delle classiche catene alberghiere ma al momento non siamo interessati.

28 dic. 09

E’ il grande giorno: tutto il viaggio e’ improntato su questa nave, il passaggio di confi ne si effettua solo cosi’. Se si perde o non parte, la prossima chiatta e’ il prossimo lunedi’. Arriviamo puntuali alle dieci al molo d’imbarco, ma non esattamente come siamo abituati noi a Genova: qui e tutto sbarrato e fanno passare le nostre macchine e quella dell’inglese dopo un controllo sommario alla merce. Incontriamo anche un altro italiano in discesa con la compagna.

Rimbalzati da un’uffi cio all’altro portiamo finalmente le 4X4 nel piazzale dove si intravedono delle chiatte e la nostra navetta.

Cinquecento sono le persone che si imbarcheranno, ma la nave e’ proprio piccola! Diciamo una cinquantina di metri.

Il caldo e’ notevole per l’abitudine che abbiamo in questo periodo in Italia, trasportiamo fino alla nave le casse che abbiamo preparato per ogni evenienza e scopriamo la qualita’ delle cabine di prima classe. In internet tutte le informazioni che avevamo raccolto le davano come invivibili, in effetti siamo al limite della decenza, ma dopo tutti questi giorni passati a convivere con l’Africa diciamo che ci possiamo stare.

Penso che arrivare in aereo e buttarsi qua dentro credo che sarebbe insopportabile. Abbiamo comunque previsto delle lenzuola usa e getta che utilizziamo da copertura. Cominciano le operazioni di carico della chiatta e cominciano ad arrivare camioncini con un sacco di materiale: vasche doccia, pomodori, sedie e cemento.

Le nostre auto le posizioniamo sulle coperture della chiatta, siamo in tutto cinque. Ci dicono che durante il giorno ci possono anche essere onde di tre metri e quindi vengono legate alla meglio negli agganci da container di cui siamo provvisti.

Assistiamo divertiti alla totale disorganizzazione del carico e all’assoluta noncuranza del materiale gettato letteralmente nelle stive. Mangiamo come al solito pollo verdure e riso come ormai trovato negli ultimi giorni…. meglio non avvicinarsi alle cucine per evitare di vederne lo stato, comunque nessuno sta male o ha problemi. Ci stiamo africanizzando a dovere.

La nave parte puntualmente alle sei ed abbandoniamo le nostre auto in attesa di rivederle a Wadi, e’ come lasciare la casa, li abbiamo tutto e ci si sente un po’ persi. Se tutto fila per il meglio dovremmo rivederle martedi’ prossimo..

Questo grande lago e’ veramente vasto e lungo. Siamo fortunati che non spira un’alito di vento e dovremmo essere puntuali, ci informiamo sullo stato della pista lungo il Nilo e scopriamo che hanno gia’ asfaltato.

Prepareremo una variante al viaggio visto che dovrebbe essere piu’ veloce.

Appena dopo cena ci ritirano i passaporti e ci informano che dobbiamo fare un controllo medico, lettura della temperatura nell’orecchio… se non hai infezioni qui te la becchi!

La notte passa tranquilla, la nave e’ molto silenziosa che e’ forse l’unica qualità. Alla mattina ci svegliamo con il tempio di Abu Simbel sulla nostra destra.

Già alle sette ci sono orde di turisti che incolonnati gli fanno visita.

Partono da Aswan alle quattro del mattino e con un convoglio scortato raggiungono il tempio per ritonare nuovamente in albergo dopo quattro ore di bus.

Finalmente ormeggiamo, in sala pranzo si svolgono le formalita’ di polizia che ci rilascia un foglio di entrata da presentare ai posti di controllo. Poi succede il fi nimondo per raggiungere l’uscita: un’inferno. Riesco anche a buttare giu’ dalla nave un clandestino che si stava intrufolando per entrare poi in Egitto, io la mia parte l’ho fatta. La lunga banchina c’e’ la percorriamo con viveri e zaini in spalla per il controllo doganale, molto formale ed assolutamente veloce. Ci sono circa 28 gradi.

Ora siamo fuori e con un vecchissimo land ci trasferiamo nella mitica cittadina di Wadi Alfa, sino ad ora non ne conoscevo nemmeno l’esistenza, a parte lo studio preventivo. Ci posizioniamo in uno dei due hotel disponibili: letti in crine e terra battuta al suolo, tutto sommato e’ pulito ed accettabile piu’ di quello che ci si aspettava…non più di una notte però.

Con i viveri che ci siamo portati facciamo un’ottima pasta al sugo e ci rilassiamo nell’ombra del giardino.

L’hotel costa tre dollari americani a testa. Ci rilassiamo anche perche’ non possiamo fare altro, alcuni fanno una visita in paese altri dormono in stanza e organizziamo per la serata. Io salgo su una collinetta per il tramonto.

Il ristorante che troviamo nella piazzetta e’ carino e cerco di organizzare una bella grigliatina con una qualsiasi carne possibile.

La pecora sembra non male e ci sediamo a cena. Qui fanno anche del pesce fritto, non voglio farvi partecipe di ciò che può sembrare l’olio di frittura.

Per l’hotel siamo veramente al limite e si spera vivamente di recuperare le vetture l’indomani.

30 dic. ’09 GPS POINT: 21°48,170 31°20,971

Abbiamo spostato l’orologio ancora di un’ora, siamo a piu’ due rispetto all’Italia e viene buio verso le sei e mezza, le giornate si sono allungate notevolmente e questo non guasta, anche la temperatura e’ piacevole.

Ci alziamo alla spicciolata tanto non abbiamo gran che da fare, dobbiamo attendere speranzosi l’arrivo delle nostre macchine, nel frattempo facciamo colazione al baretto di ieri sera dove ci fanno tutto il possibile. Cerchiamo informazioni per capire quando arrivera’ la chiatta ma non si sa nulla, l’unica cosa che so’ e’ che e’ partita alle 21 ieri sera, una connessione ad internet mi permette di vedere il traker che ha segnalato la partenza da Aswan.

Dopo vari anda e rianda al porto si percepisce che arrivera’ verso mezzogiorno e ci mettiamo il cuore in pace. In attesa diamo un’occhiata al mercato locale dove scatto delle foto e compro scarpe da tennis ed un badile.

Cambiamo dei soldi rigorosamente in nero per 2,5 dinari sudanesi al dollaro.

Pranziamo con dell’ottima verdura e tonno. Attendiamo invano che succeda qualche cosa alla chiatta che nel frattempo e’ ormeggiata al molo ma non puo’ scaricare per il troppo vento.

E’ tutto un casino e noi non possiamo far granche’, una certa quantita’ di persone comincia ad estrarre frigoriferi, televisori, taniche di sottaceti e tutto quello che potete immaginare e che hanno accalcato addosso alle nostre macchine!

Noi impazienti cerchiamo in tutti i modi di forzare la situazione, dobbiamo attendere l’uscita della nave che liberi il molo e ci permetta di spostare le macchine fuori dalla chiatta. Un’attesa interminabile: non vogliamo passare un’altra notte nel Nile Hotel.

Solo alle sei riusciamo a presentare macchine e carnet in dogana di uscita, tutto e’ facilitato da Mazzar che di mestiere si adopera in queste procedure che sarebbero per noi impossibili: perderemmo le staffe al primo controllo.

Avvertiamo le famiglie che usciamo dal porto e di essere pronti per andare nel deserto a fare campo: anche questa operazione l’abbiamo superata alla grande, cominciamo ad avere in mano il viaggio.

Con noi si aggrega Peter l’inglese, e ceniamo in un simpatico clima di gogliardia.

Km da BREBBIA: 5500

31 dic. ’09 GPS POINT: 21°45,876 31°24,909

Con questo continuo cambio di fusi orari siamo sempre un po’ incasinati a definire una sveglia precisa. Appena albeggia ci si alza con tranquillita’ e organizziamo la colazione, poi cominciamo subito male prendendo la direzione sbagliata.

Ritroviamo la strada verso Arusha che oramai e’ totalmente asfaltata, non che la cosa ci disturbi ma toglie un po’ di fascino all’avventura e alla guida.

Il deserto si presenta duro e roccioso con diverse pietre di origine vulcaniche.

Dopo una cinquantina di km ci ricongiungiamo di nuovo al Nilo che in questa zona si presenta non molto largo e decisamente pulito, ci fermiamo sulla riva per pranzo ma fastidiosissimi moscerini non ci rendono la sosta facile.

Stiamo cercando disperatamente la posizione dove dovremmo trovare una chiatta per poter attraversare il Nilo ed andare a vedere delle rovine sulla sponda ovest, purtroppo come ben potete pensare nessuno o pochi parlano inglese e quindi tutto contro tutto.

Non riusciamo a trovare nulla che possa andar bene, e l’unico passaggio sembra il ponte a Dongola piu’ di 70 km a sud, sta per avvicinarsi anche l’ultimo dell’anno e vorremmo fare campo.

Il continuo susseguirsi di paesi e campi coltivati non lascia grandi spazi, ma riusciamo a trovare un piccolo posto con palme e sabbia, non male.

Accendiamo un fantastico fuoco con legna di palma che ci riscalda per tutta la serata. Tutto e’ perfetto e seppure siamo tra due paesi nessuno viene a disturbarci e passiamo un fantastico fine anno.

Stappiamo una bella bottiglia e danziamo con la musica della macchina: un ottimo fine anno.

Km da BREBBIA: 5965

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