Iniziamo questo giretto sahariano con lo scopo di raggiungere quel fortino sulla 953 in pieno erg chech, il Bordj Flye Sainte Marie.
Al momento siamo soli, ma presto si fa la conoscenza di altre famiglie abituate a girellare qua e la con i propri figli…
In questo viaggio abbiamo totalizzato 4315 km in Libia, di cui 540 km solo di sabbia in Murzuq e Ubari. Questa volta è andata meglio di sempre. Rispetto alle due precedenti esperienze libiche persone e mezzi hanno determinato l’ottima riuscita di una superlativa esperienza. Siamo partiti con l’idea di arrivare fino in Col Anaj, ma una voltaarrivati a Garyan ci hanno comunicato che era chiuso per contenziosi politici sui confini. Allora ci hanno proposto una inaspettata alternativa: il Murzuq.E’ stato il top del nostro viaggio lasciandoci il segno per il resto della nostra vita. Abbiamo provato emozioni indescrivibili. Questo deserto ci ha tolto le parole di bocca dalla meraviglia. Sulle lunghe discese pareva quasi che il sangue non scorresse più nelle vene, la sensazione di mancanza di gravità e l’adrenalina hanno regalato sensazioni uniche. Indimenticabile il rumore sordo della sabbia che scivolava sulle rampe al nostro passaggio come fosse una valanga… la voce del Murzuq!
By AndreaPE Originally Posted Tuesday, February 1, 2011 L’autore: Stefano Fazzini Nato a Fabriano (An) il 3 dicembre 1945, laureato in Lingue e letterature straniere nel 1973, dopo varie esperienze lavorative, si è dedicato all’insegnamento della Lingua e letteratura Francese: il suo ultimo incarico alla Facoltà di Lingue dell’Università di Gafsa, in Tunisia. Nel [...]
Lo scontro è avvenuto ed il silenzioso e latente conflitto è esploso. La speranza si configura ora, solo all’interno di una rinnovata nazione, più giusta, più rispettosa, più democratica. Il rapido e violento avvenimento si ripercuote anche sull’immaginario di tutti gli occidentali che della Tunisia hanno fatto una seconda Patria. Noi italiani abbiamo avuto dalla Farnesina il consiglio alla massima attenzione, ma che fare? La nostra permanenza in Tunisia, le nostre abitudini, le nostre conoscenze.. molti di noi in qualche modo hanno per ora deciso di continuare a partecipare alla vita nazionale pur se coinvolti nel dolore e nel coinvolgimento del dramma sociale.
15 mesi di preparazione, ricerca di cartografie, informazioni, documentazione di ogni genere. La ricerca di uno spedizioniere, di chi avrebbe preparato la cassa per il trasporto, dei ricambi giusti. In questi mesi ho trovato la guida, verificato e modificato con lui i percorsi ed organizzato la logistica in Namibia. Poi i contatti con il regista, la pianificazione del video ed i contatti con MotoTV. Un lungo lavoro preparatorio ma parte integrante del divertimento, dello spirito del viaggio. Ne è nata un avventura meravigliosa. Ho percorso 3400 km di cui 2840 off-road, su sabbia, ghiaia, rocce e con tanti guadi. Giornate intere, in piedi sui pedali per avere il massimo controllo della moto. Giornate intere quasi sempre passate senza incrociare nessun altro veicolo.
È giusto portare dei ragazzini in giro per il mondo e iniziarli allo spirito del “viaggio”? Al viaggio! Si badi bene, e non al turismo. A quell’esperienza “forte” che comincia sognando un luogo e finisce inventandosi le strategie per esserci, e non facendo propri i sogni artificiali che qualcun altro ha apparecchiato per noi. È sano portare bambini e ragazzi sulle strade del mondo? Credo che in nessun altro paese moderno occidentale avrebbe senso porsi una domanda del genere! Non ci sarebbe nessun motivo di interrogarsi in merito ad una simile questione. Il problema stesso non esisterebbe. Ma in Italia, il paese che ha visto nascere il “mammismo” patologico e ha cercato di esportarlo in tutto il resto del mondo, una simile domanda può trovare una sua collocazione.
By Anna Jannello Originally Posted Monday, December 27, 2010 La musica del deserto di Anna Jannello Terre di mezzo editore pagine 42 euro 7 Un viaggio alla scoperta delle radici della musica nella terra dei tuareg. Dal Festival au Désert a Timbuctu fino a Les Voix de Bamako – due degli appuntamenti più importanti [...]
Ancora una volta studiamo la Michelin 741 per individuare il percorso che ci porterà a scoprire nuove mete nella zona orientale dell’Algeria. Alcune località previste non sono per noi nuove, avendole già raggiunte in precedenti viaggi, ma il tragitto è nell’insieme originale e stimolante.
In poco più di due settimane esploreremo aree dai nomi mitici e che hanno fatto la storia dei viaggiatori sahariani.
Il nostro gruppo è costituito da una mezza dozzina di auto e tutti i partecipanti sono esperti conoscitori della guida su sabbia e dell’orientamento; questo faciliterà molto la nostra nuova avventura.
Leggi le prime pagine a piedi, bici, cavallo, fuoristrada, camper, barca, aereo, per andare dove?
Non è una guida nè un manuale. L’autore si definisce un “ingordo di paesaggi” ed in questo libro ricorda i luoghi, gli amici, i personaggi incontrati. Racconta le avventure, i sentimenti, gli episodi che sono rimasti impressi nella sua memoria e le considerazioni che sono maturate da una vita di viaggi da “dietro casa” ai più lontani deserti.
Libero! Libero sulla strada, libero da quella vetrata caratteristica delle auto e che separa il viaggiatore dal mondo che lo circonda. I profumi, buoni o cattivi che siano, penetrano nelle mie narici senza filtro, senza essere trattenuti o modificati da nulla, perché niente c’è tra me e loro. Sono libero di immergermi nello spazio che mi separa dalla meta, e sono anche libero di fermarmi e parlare con la gente senza sentirmi protetto da spesse pareti di lamiera. Meccanicamente tutto è perfetto: i carburatori respirano davanti a me producendo un sibilo magico e che mai si confonde con il meraviglioso rumore prodotto dalla perfetta sincronia degli scoppi del motore.
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