By J. L. Burchkardt
Originally Posted Wednesday, January 18, 2006
TRAVELS IN NUBIA
Viaggi in Nubia
J.L.Burchkardt
Darf Publisher Londra
Isbn 185077 172 3
LD 30
Recensione
Un autentico capolavoro della grande narrativa dei viaggi di esplorazione, il suo autore, un antesignano quanto intrepido viaggiatore di sabbie africane, dissepolti entrambi dall’oblio in cui il tempo sembrava averli definitivamente sommersi dalla Dar El Fergiani, nota casa editrice londinese specificamente impegnata nella ricerca e riedizione di rari e antichi testi sul trascorso geo-storico e culturale del Medio Oriente e del Nordafrica.
Edito nella consueta veste anastatica Travels in Nubia questo il titolo del primo dei monumentali lavori tratti dai viaggi attraverso i deserti del Sudan effettuati da Johann Ludwig Burchkardt un giovane aristocratico viaggiatore svizzero inviato in Africa dalla Royal Society sulle piste dirette a Timbuctù, all’epoca agognata e misteriosa meta oggetto di una vera ossessione per tutti i governi impegnati all’acquisizione a di nuove colonie, si rivela sin dalle prime pagine un pilastro della letteratura di viaggio per quelle latitudini sabbiose che corrono fra la Siria e il Niger, nonché un utile strumento per lo studioso del passato, quanto un’appassionante lettura per i viaggiatori più esigenti.
Una importante, duplice premessa è, inoltre, d’obbligo: questo imponente lavoro contiene le prime nozioni sull’allora sconosciuta alta Nubia, l’ampio territorio compreso fra l’Egitto e l’Africa nera ed oggi in gran parte inglobato dal Paese dei tre Nili, il Sudan, e ne è, al contempo, uno fra i più rari documenti sull’originaria testimonianza delle numerose vestigia e tesori archeologici, oggi in gran parte definitivamente persa dopo la costruzione della diga di Aswan.
Così dalle prime descrizioni delle artistiche abitazioni nubiane prive ancora dei dipinti che oggi le caratterizzano o delle rozze capanne dei Bejà di ieri ma anche di oggi, visto che in questo luogo poco o niente è mutato, alle prime timide prove della favoleggiata esistenza del biblico regno dei faraoni neri il lettore ha la possibilità di ritrovare l’autentica atmosfera del viaggio oggi perduto, per scoprirne con stupore la sua genuina semplicità persa nel tempo e dilapidata da una tecnologia sempre più aliena e disattenta.
Burchkardt che ovviamente viaggiava a dorso di dromedario scrivendo al suo lento ritmo quanto via via andava incontrando aveva da perfetto viaggiatore inglese e, a differenza dei suoi contemporanei francesi il cui intento era più paradigmatico e didascalico il primario desiderio di illustrare soprattutto la grande tradizione del viaggio nel continente africano. Per esserne testimone quanto più fedele diventerà un erudito arabista e adotterà la religione musulmana.
Sheik Ibrahim, questo il suo nome assunto una volta diventato musulmano che resta pur sempre il primo europeo a parlare dei templi di Petra, di Abu Simbel ed altri siti rappresenta nel corso della sua breve vita, una delle primarie fonte informative sulla geografia, l’etnologia della Nubia a cui orientalisti, archeologi, viaggiatori di eri quanto di oggi hanno attinto e attingono ogni qual volta si debba parlare di questa regione con sufficiente cognizione ed autorevolezza. Non a caso Rahalat fi bilad el Nuba wel Sudan, questo il titolo in Arabo (Ediz. El Maarefa – Il Cairo) è uno dei testo base in uso in diverse università arabe.
In circa settecento pagine di narrativa fitta, ma scorrevoli alla lettura, risulta alquanto arduo sintetizzare quello che è un cronologico, dettagliatissimo carnet di viaggio sulle bellezze archeologiche, paesaggistiche dei luoghi attraversati compendiato in una narrazione che sua volta diventa un cronologico romanzo sugli albori di questa complessa regione.