By Marino – al bahary
Originally Posted Wednesday, August 18, 2004
Misticismo Islamico
Quando la civiltà islamica si trovava all’apice della sua prima affermazione, il dibattito ideologico e le controversie di molti filosofi e teologi tendevano a rispondere ai quesiti della religione confinandoli nella pura razionalità, determinando un appiattimento degli ideali dell’Islâm e un limite terreno alle risposte universali. Questo mosse alcuni pensatori in direzione del misticismo, alla ricerca di simboli leggibili dall’uomo della esistenza e delle manifestazioni divine. Nel medio oriente si formarono le confraternite “sufi”, mentre nel Maghreb si formò il “Marabutismo”, un movimento che voleva riportare la società islamica ai valori morali e intellettuali delle origini, attraverso una disciplina comportamentale e spirituale fatta di astinenze da cibo, di preghiera e di tecniche particolari indirizzate a ottenere una unione estatica con Dio, in coerenza con l’autentico messaggio Coranico.
Decorazione calligrafica di uno dei 99 appellativi di Allah,
Traduzione: Allah, il più grande dei protettori
Sovente accadeva che questi uomini, per le loro visioni lontane dal materialismo terreno e per mezzo della sintesi poetica, enunciavano idee e pensieri che sconvolgevano l’ordine comune dell’intendere la religione e la morale, provocando conflitti nel pensiero formale.
Alcuni di questi sufi, a motivo delle loro enunciazioni, sono stati condannati e poi in seguito riabilitati e dichiarati martiri degli ideali spirituali. Il più noto tra questi personaggi fu sicuramente Al Hallag che, per le sue proclamazioni pronunciate in stato di ebrezza mistica nelle strade e nelle università, sconvolse il potere religioso a tal punto che dopo una serie di processi, lo giustiziarono. La frase di Al Hallag che sancì la sua condanna, sulla quale gli studiosi dell’Islâm tutt’oggi discutono è la seguente: “Ho visto il mio Signore con l’occhio del cuore, Gli ho chiesto: Chi sei? m’ha detto: tu.”
Ma il sufi più discusso dell’Islâm è Ibn ‘arabi (= 1240 a.C.). I suoi componimenti poetici, di altissimo livello, hanno inserito nella discussione filosofica e teologica uno dei temi più dibattuti: la nozione di unità dell’esistenza (wahdah al wugud), “una visione monoteistica del panteismo” che si può leggere nella tawhid, o professione di fede dell’Islâm, che, con una formula affermativa, apre visioni profonde e differenti livelli interpretativi. La formula in arabo è: “la ilaha illa Allâh”, e la traduzione in italiano più aderente è: “non vi è altro Dio che Dio”.
Questa frase, che può suonare nella più facile interpretazione come monito a credere che non vi è altro dio se non Allah, può essere estesa all’idea mistica che non esiste nulla se non Dio, quindi dal più piccolo atomo all’insieme dell’universo, compreso l’uomo e tutto ciò che ancora non conosciamo, sono Dio. Questa idea chiarisce in un certo modo anche la proclamazione di Al Hallag.
Un’altra caratteristica dei mistici sufi dell’Islâm è una visione globale delle tensioni umane verso il divino, affermando che le strade che portano a Dio sono tante quante il numero degli uomini che sono vissuti e che vivranno in ogni fede differente:
” il mio cuore s’è aperto a tutte le forme: è un pascolo per gazzelle, un chiostro per monaci cristiani, un tempio per gli idoli, la Ka’ba del pellegrino, le tavole della Torah e il libro del Corano. Io seguo la religione dell’amore: in qualunque direzione avanzino le sue carovane, la religione dell’amore sarà la mia religione e la mia fede.
( Ibn ´arabi)
L’ortodossia islamica ha sempre giudicato con sospetto il misticismo dei sufi, le loro forme sincretiche tra le religioni del mondo sono state sovente interpretate come minaccia di contaminazioni pericolose. che potrebbero sconvolgere il messaggio coranico se non considerate nella loro reale profondità.
Sufismo questa parola deriva dall’arabo “sûf”, da cui l’aggettivo sûfi che significa lana rozza o grezza. Si dice che i mistici sûfi erano soliti vestirsi con un saio realizzato con lana grezza che contrassegnava l’abbandono delle ricchezze del mondo.
Marabutto, ovvero abitante dei ribat una sorta di conventi fortezze della Seguia El Hamra (Rio Rosso- Sud del Marocco) dove risiedevano confraternite di “pii devoti combattenti” dell’Islâm
Marabutismo: movimento politico religioso dei Marabutti,(al murabitin) che ha originato la dinastia degli Almoravidi, sotto cui l’Islâm ebbe la massima espansione in occidente.
Tawhid, è la prima parte della professione di un musulmano, che per intero prende il nome di shahâda, le due verità dell’Islâm: “non c’è altro Dio che Dio e Maometto è il suo profeta.”
Ka’ba, edificio di forma cubica situato nella Città di Mecca, al centro del maggior luogo di culto islamico del mondo. Nella caba vi è posta la nota pietra nera, considerata simbolo unificante con Dio, poiché creduta caduta dal cielo in tempi antichissimi. (Probabilmente si tratta di un meteorite).
Sincretismo:è la tendenza a fondere elementi di varie filosofie e religioni
Torah:(Pentateuco, ma sovente questo termine è esteso a tutta la bibbia).
Certamente queste forme mistiche non comparivano per la prima volta nella storia del mondo. Alcuni secoli prima, per motivi non molto differenti, sorgeva il monachesimo cristiano, un movimento ascetico dei così detti Padri del Deserto, che si ritiravano in luoghi solitari in meditazione e digiuni. Questa corrente mistica aveva nella città Alexsandria (d’Egitto) il punto di riferimento, i suoi padri e i suoi maestri.
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